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IL SOFFIO DELLA VITA

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Messaggio Da ROMPINA Mer 11 Feb 2009, 11:00

IL SOFFIO DELLA VITA - Pagina 8 ZecEcard009

SOFFICE GIORNATA A TUTTI

UN SOFFICE INCHINO ZEN ED UN CIAO CIAO RIBELLE

ROMPINA
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Messaggio Da carmelo Mer 11 Feb 2009, 11:02

ciao Rompi' ... Smile

carmelo

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Messaggio Da ROMPINA Gio 12 Feb 2009, 22:00

bounce pirat CIAO CARMELO pirat bounce
------------------------------

IL SOFFIO DELLA VITA - Pagina 8 Tea_and_zen
= Tè e Zen hanno stesso gusto

DA KITHENS.IT
IL RITO DEL THÈ COME MEDITAZIONE
Nella cultura giapponese ed in particolare nella filosofia Zen pratica meditativa, ritualità e gesti quotidiani diventano un'unica cosa, all'insegna della consapevolezza e della presenza del sè.
Il Rito del Thè diventa in questo contesto una vera e propria pratica meditativa ma anche un rito che simboleggia il percorso della mente verso il ricongiungimento con l'unità e verso la pace.
La cerimonia è perfettamente codificata, ogni singolo gesto ed ogni oggetto ha una propria funzione. La cura e l'attenzione che richiede questo rito sono assolute. Ogni singolo gesto deve essere preciso e osservato.

Giunto il momento del thè ci si incontra, quando è possibile, in un angolo del giardino. Qui ci si ritrova per prepararsi alla cerimonia. Poi, oltre alla stanza appositamente adibita per lo svolgimento del rito, troverete anche una stanza per la preparazione, una stanza estremamente essenziale ma curata ed armoniosa. In questo luogo adibito alla preparazione nulla è lasciato al caso, gli oggetti, la decorazione, gli argomenti di conversazione. Gli elementi che non possono mancare sono: utensili, tazza, colino, frullino, decorazione floreale, il Kakemono ovvero il dipinto verticale molto diffuso nella cultura giapponese.
Il rito del thè zen ha preso la sua attuale forma alla fine del XV secolo e deriva da alcune pratiche del buddismo zen. Lo scopo di questa cerimonia è quello di invitare l'uomo alla purificazione unendosi con la natura. Spesso, a simboleggiare questo cammino verso la natura, si passa attraverso un giardino, che porta poi alla stanza del thè. Dopo alcuni procedimenti di purificazione si possono sentire i famosi colpi di gong che scandiscono le tappe e il ritmo della cerimonia e si inizia con la preparazione del Matcha, la polvere di the verde Gyokuro.
La polvere viene poi sbattuta con acqua calda e la bevanda che si forma è calda e schiumosa e viene offerta a tutti gli invitati che si passano la tazza di mano in mano dopo aver recitato il rituale. La gestualità è parte fondamentale del rito, aiuta a sviluppare controllo e presenza di sè ed è una esperienza interessante per chi vuole avvicinarsi alla cultura giapponese.

jocolor UN SOFFICE INCHINO ZEN ED UN CIAO CIAO RIBELLE jocolor

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Messaggio Da ROMPINA Mar 17 Feb 2009, 14:31

RILASSIAMOCI CON UN PO' DI MUSICA PER L'ANIMA E IL CUORE !!!

Buddha Bar V Mondo Candido - Stasera


Buddha Bar V - Emma Shapplin - La Notte Etterna



Alegría - CIRQUE DU SOLEIL

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Messaggio Da INFERNO Ven 20 Feb 2009, 03:41

SINESTESIA
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UN ES.? VEDERE I COLORI CORRISPONDENTI AI NUMERI OPPURE AVERE EMOZIONI COLORATE UDENDO I COLORI E GUSTANDO LE FORME
http://it.wikipedia.org/wiki/Sinestesia_(psicologia)
http://sinesteti.net/
http://lescienze.espresso.http://lescienze.espresso.repubblica.it/articolo/Le_radici_genetiche_della_sinestesia/1334725repubblica.it/risultati?lr=&q=sinestesia&search=sito
La sinestesia indica una contaminazione dei cinque sensi nella percezione del percepibile. Essa indica situazioni in cui una stimolazione uditiva, olfattiva, tattile o visiva è percepita come due eventi sensoriali distinti ma conviventi. Nella sua forma più blanda è presente in molti individui, basti pensare alle situazioni in cui il contatto o la presenza di un odore o di un sapore evoca un'altra reazione sensoriale (la vista della frutta che è percepita anche come sapore), ed è spesso dovuta al fatto che i
nostri sensi, pur essendo autonomi, non agiscono in maniera del tutto distaccata dagli altri. Più indicativo di un'effettiva presenza di sinestesia il percepire uno stimolo (ad esempio il suono) con una reazione netta e propria di un altro senso (ad esempio la vista). Per forma pura si intende la sinestesia che si manifesta automaticamente come fenomeno percettivo e non cognitivo. Il fenomeno è volontario al punto che il sinesteta puro, vede i suoni e sente i colori (un compositore che ha sfruttato proprio questa sua capacità è Olivier Messiaen). Si presenta a volte in concomitanza con altre affezioni come il mancinismo, l'allochiria (confusione della mano destra con la sinistra), scarso senso dell'orientamento, dislessia, deficit dell'attenzione e, scarsamente, autismo. Interessante è che spesso la reazione sensoriale è a direzione unica: ad esempio, se vedo una nota musicale come un colore, non è detto che vedendo quel colore la mia mente evochi quella nota. Questa è una delle caratteristiche della sinestesia percettiva, ovvero l'unidirezionalità. Esperienze di tipo sinestetico possono essere indotte in maniera artificiale, mediante l'uso di sostanze allucinogene, sostanze stupefacenti come l'LSD, esperienze di deprivazione sensoriale, meditazione, ed in alcuni tipi di malattie che colpiscono la corteccia cerebrale. Alcuni recenti studi tendono ad associare le persone affette da
sinestesia ad una particolare sensibilità intellettiva e cognitiva. Tra i maggiori studiosi della sinestesia percettiva, Richard Cytowic, Ramachandran, E. Hubbard, Sean Day, Bulat Galeyev, Irina Vaneckina.
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Messaggio Da INFERNO Ven 20 Feb 2009, 13:05

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Messaggio Da INFERNO Ven 20 Feb 2009, 13:11

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Messaggio Da INFERNO Ven 20 Feb 2009, 13:30

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Messaggio Da INFERNO Ven 20 Feb 2009, 13:33

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Messaggio Da INFERNO Ven 20 Feb 2009, 13:41

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Messaggio Da ROMPINA Lun 23 Feb 2009, 13:33

IL SOFFIO DELLA VITA - Pagina 8 Img_Heap-of-Pebbles_Caroline-LEGER_ref~CPC0213_mode~zoom

SEMPLICE PERFETTO EQUILIBRIO ESTERIORE ED INTERIORE.

UN SOFFICE INCHINO ZEN ED UN CIAO CIAO RIBELLE

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Messaggio Da ROMPINA Dom 01 Mar 2009, 22:57

QUALCHE MINUTO DI TRANQUILLITA' NEL NOSTRO GIARDINO SEGRETO....


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Messaggio Da ROMPINA Dom 01 Mar 2009, 23:03



sunny SERENO ASCOLTO, IN PACE CON L'ANIMA albino

UN SOFFICE INCHINO ZEN ED UN CIAO CIAO RIBELLE

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Messaggio Da ROMPINA Dom 01 Mar 2009, 23:11

UN VERO SOFFIO DI VITA TENERO E PURO .... UNA SOFFICE E TENERA RISATA DAVANTI AL MONITOR.



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Messaggio Da carmelo Gio 05 Mar 2009, 20:33

ciao' rompi' ...

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Messaggio Da ROMPINA Ven 06 Mar 2009, 16:10

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La lacrima di Pierrot di Annamaria Gatti

C'era una volta un Pierrot, mio amico.
Di solito i Pierrot hanno una maschera triste e delicata, con una bella lacrima disegnata sul volto.
Ma non tutti i Pierrot sono uguali.
Quello che conosco io non voleva saperne di quella cosina triste disegnata là. Non si sentiva per niente così infelice. Nel suo abito vaporoso era amico di tutti, faceva compagnia a bambini e a vecchietti, preferiva il gelato alla fragola e giocava a nascondino con le farfalle…
Dovete anche sapere che il mio amico abitava in un casa meravigliosa, veramente speciale, che si poteva vedere dopo un temporale, se non si ha troppa fretta: Pierrot abitava sull'arcobaleno e andava e veniva dalla Terra su una nuvola sempre pronta.
Insomma, si capisce perché non poteva fare a meno di pensare che quella lacrima sul viso era proprio una nota stonata.
Così una mattina di carnevale particolarmente serena, Pierrot si alzò festoso e gridò a tutte le altre maschere:
"Oggi mi laverò via la lacrima!"
Raggiunse la fontana del parco, ma per quanto si fregasse, la lacrima era sempre lì, non se ne andava.
"Forse potrei tentare con la gomma con cui si cancellano gli errori sui quaderni… o con qualche detersivo, di quelli potenti…"
Ma non risolse il suo problema: frega, frega… non successe niente.
Tornando verso casa un po' deluso, incontrò Fatina, un'altra famosa maschera che gli chiese:
"Posso aiutarti? Mi sembri così a terra!"
Pierrot le spiegò il suo desiderio di cancellare quel segno di tristezza, che portava grigiore intorno a sé.
"Caro Pierrot," spiegò Fatina "non è semplice esaudire questo tuo desiderio… Vi riuscirai solo se farai scomparire la tristezza dal volto di qualche essere umano. Pensaci, non sarà facile!"
Pierrot pensò e ripensò, ma non sapeva proprio come affrontare la situazione: doveva far piangere qualcuno? Doveva forse accordarsi con qualche anima triste?
Sbuffò rumorosamente, salì sulla prima nuvola di passaggio e poi scese verso terra, a divertirsi nel parco che di solito a quell'ora era pieno di bambini.
…E invece era deserto! Tutti infatti erano alla festa del carnevale.
Solo un ragazzino vagava lungo il vialetto lì davanti e Pierrot incuriosito lo raggiunse e lo salutò:
"Ciao!"
"Ciao" ricambiò Tonino con gli occhi lucidi. Si vedeva che aveva pianto.
"Piangi?"
"No."
"Però hai pianto…"
"Sì."
"Perché?"
"Tutti i miei amici hanno avuto una bella maschera per questo carnevale. Io invece no, perché ho dovuto aiutare il papà fino a tardi e non ho potuto procurarmela. In piazza ormai la festa è cominciata."
Pierrot sospirò. Poi con un balzo improvviso si affiancò a Tonino e si incamminò con lui.
Saltellandogli intorno gentilmente gli chiese:
"Ti andrebbe un costume da Pierrot?"
"Siiii! Sarebbe bellissimo, ma dove lo trovi?"
"Sull'arcobaleno, è là che io abito."
"Sull'arcobaleno?"
"Se ti fidi di me ti porto a casa mia in un momento… chiudi gli occhi e dammi la mano…"
Tonino chiuse gli occhi e gli sembrò di sognare, di essere entrato in una favola. Con un balzo Pierrot lo condusse sulla prima nuvola di passaggio, fino all'arcobaleno.
Poi in un lampo furono di ritorno. Tonino riaprendo gli occhi, si guardò e quasi non si riconosceva neppure nel nuovo costume da Pierrot.
Abbracciò festoso quell'amico un po' magico e corse alla festa, mentre Pierrot pensava che sarebbe stato bello partecipare alla sfilata, se non fosse stato per quella lacrima…
Commentando fra sé e sé il fatto, si sporse sullo specchio della fontana ed esclamò:
"Ohhhhh!"
Disse solo "ohhh", perché rimase senza parole: la lacrima non c'era più, al suo posto invece luccicava una stellina.
Pierrot sorrise, era proprio bella e come si sentiva felice e commosso per quel regalo!
Il suo desiderio si era avverato, come aveva detto Fatina.
…E una lacrimona di gioia scivolò giù, lungo il viso di Pierrot e cantò nell'acqua creando tanti cerchi concentrici che avevano proprio il colore dell'arcobaleno.
IL SOFFIO DELLA VITA - Pagina 8 Arcobaleno

sunny UN SOLARE SORRISO A TUTTI sunny

P.S. SOFFICE SALUTINO A CARMELO

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Messaggio Da Vincenzo Sab 07 Mar 2009, 20:58

Un "solare" sorriso anche a te.
Saluti

Vincenzo

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Messaggio Da INFERNO Mar 10 Mar 2009, 10:03

KARATE > 1° parte IL SOFFIO DELLA VITA - Pagina 8 Karate3

http://www.karate.it/portal/
http://it.wikipedia.org/wiki/Karate
« (...) Proprio come uno specchio che riflette le immagini senza distorsioni, come in una tranquilla vallata che rimanda l'eco, così uno studente di karate deve purgare se stesso da pensieri egoisti e malvagi poiché solamente con una mente ed una coscienza chiara e limpida (vuota) egli potrà capire ciò che sta ricevendo ... la forma fondamentale dell'universo è vuoto (kara) e quindi il vuoto è esso stesso forma (...) »

(Gichin Funakoshi)

IL SOFFIO DELLA VITA - Pagina 8 113px-Karatedo.svgIL SOFFIO DELLA VITA - Pagina 8 Magnify-clip

Calligrafia della parola giapponese karatedō

Il Karate[1] (空手) è un'antica arte marziale atta alla difesa delle persone originaria dell'isola giapponese di Okinawa e trae origine dall'unione di due scuole-correnti marziali: il Te autoctono e il Kenpō cinese e prevede la difesa a mani nude, senza l'ausilio di armi, anche se la pratica del Kobudo di Okinawa che prevede l'ausilio delle armi tradizionali, è strettamente collegata alla pratica del Karate. Attualmente viene praticato in versione sportiva (privato delle sua componente marziale e finalizzata ai
risultati competitivi tipici dell'agonismo occidentale) e in versione arte marziale tradizionale per difesa personale. Nel passato, era studiato e praticato solo da uomini, ma col passare dei secoli anche le donne si sono avvicinate a questa disciplina. Nato come arte marziale che insegna il combattimento e l'autodifesa,
con il tempo il Karate si è trasformato in filosofia di vita, in impegno costante di ricerca del proprio equilibrio, in insegnamento a "combattere senza combattere", a diventare forti modellando il carattere, guadagnando consapevolezza e gusto nella vita, imparando la capacità di sorridere nelle avversità e di lavorare con determinazione e nel rispetto degli altri. Solo quando questo insegnamento verrà
compreso appieno, sostengono i suoi estimatori, l'allievo potrà essere
veramente libero e realizzato.

Etimologia
kara significa scavo, spazio prodotto da un certo lavoro, spazio vuoto, immagine del vuoto. te è la rappresentazione di una mano vista di mezzo profilo, ma è anche il fonema di attività, mettersi all'opera. La parola giapponese kara-te, nel complesso, si compone di vuoto e mano, non il vuoto in sé, ma in relazione ad un lavoro, ad un'attività, cioè mettersi all’opera per fare il vuoto. Il termine zen ku, che indica il vuoto dell'anima, può essere pronunciato anche "kara". Questi concetti suggeriscono che il praticante di Karate dovrebbe allenare la propria mente affinché sia sgombra, vuota da pensieri di orgoglio, vanità, paura, desiderio di sopraffazione; dovrebbe aspirare a svuotare il cuore e la mente da tutto ciò che provoca preoccupazioni,
non solo durante la pratica marziale, ma anche nella vita. Storicamente ad Okinawa, patria di quest'arte marziale, pur essendo in uso l'accezione Karate, più spesso si adoperavano altre parole: te o bushi no te (mano di guerriero). Nagashige Hanagusuku, maestro di Okinawa, usò il carattere giapponese per "mano vuota"
nell'agosto del 1905. Ciò richiama anche il fatto che questa forma di autodifesa non fa necessariamente uso di armi.


Ultima modifica di INFERNO il Mar 10 Mar 2009, 11:18 - modificato 1 volta.
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Messaggio Da INFERNO Mar 10 Mar 2009, 10:09

KARATE > 2° parte
http://it.wikipedia.org/wiki/Karate
Storia
Descrivere in modo dettagliato l'evoluzione del karate risulta difficile per mancanza di fonti storiografiche certe. Si possono solo formulare ipotesi riguardo la nascita e la diffusione iniziale di quest'arte marziale, utilizzando rare fonti fatte perlopiù da racconti e leggende trasmessi oralmente. Dal XIX secolo in poi, la storia risulta più chiaramente documentata. La storia del Karate parte da un arcipelago a sud del Giappone, le isole Ryūkyū, e in particolare da una di queste, Okinawa. Non è possibile affermare con certezza se esistesse già una forma di combattimento autoctona; tuttavia, si crede che fosse già praticata un'arte "segreta": l'Okinawa-te. L’ideogramma te (手) letteralmente indica la parola "mano", ma per estensione può anche indicare "arte" o "tecnica"; il significato di Okinawa-te, quindi, è "arte marziale di Okinawa". Essa era praticata esclusivamente dai nobili, che la tramandavano di generazione in generazione. Secondo le credenze popolari, la nascita del karate è dovuta alla proibizione dell'uso delle armi nell'arcipelago delle isole Ryūkyū. Ciò è vero solo in minima parte, in quanto l'evoluzione di quest'arte marziale è molto più lunga e complessa. Nei secoli XVII e XVIII le condizioni dei nobili di Okinawa cambiarono notevolmente; l'improvviso impoverimento delle classi alte fece si che gli esponenti
di quest'ultime iniziassero a dedicarsi al commercio o all’artigianato. Fu grazie a questo appiattimento tra i due ceti che l'arte "segreta" iniziò a penetrare anche al di fuori della casta dei nobili. La conoscenza del te restava uno dei pochissimi segni di
appartenenza passata a un'elevata posizione sociale. Per questo motivo i nobili, ormai divenuti contadini, tramandavano quest'arte a una cerchia ristrettissima di persone, quasi in modo esoterico. Così facendo si è avuta una dispersione dell'arte originale e furono gettate le basi per i vari stili di karate. Fondamentale per la nascita del tode furono anche le arti marziali cinesi. Le persone che si recavano in Cina,
anche per due o tre anni, avevano modo di studiare le arti marziali del luogo e, in molti casi, cercarono di apprenderle. Le arti marziali cinesi si basano su concetti filosofici e su un'elaborata concezione del corpo umano; era quindi impossibile imparare le arti cinesi nello spazio di un solo viaggio. I viaggiatori giapponesi appresero quel che potevano. Si pensa quindi che sia stata possibile una sorta di fusione tra le arti arrivate dalla Cina, che comunque costituivano uno stile non metodico, e il te okinawese. Una prova di questo importante scambio culturale tra Okinawa e Cina è fornita da un maestro vissuto in epoca successiva, Ankō Itosu. In uno scritto di suo pugno vede le origini del karate nelle arti cinesi e sottolinea come non abbiano influito né il Buddhismo né il Confucianesimo. Esponente di spicco di questo periodo fu Kanga Sakugawa, signore di Okinawa ed esperto di te. Egli fu il primo maestro che provò una razionalizzazione e una codificazione delle arti diffuse ad Okinawa. Tuttavia trascorse ancora qualche decennio prima dello sviluppo di una vera e propria scuola di tode. Il fondatore di questa scuola fu Sōkon Matsumura. Il suo stile di tode era chiamato Shuri-te (arte marziale di Shuri) in quanto Matsumura era residente proprio nella città di Shuri. Egli basò il proprio insegnamento su tre punti fondamentali: la pratica dell'arte autoctona di Okinawa, l’arte giapponese della spada (Jigen-ryū) e la pratica delle arti cinesi. Nacque così il vero e proprio tode.

Filosofia Budō
Anko Itosu ebbe il grande merito di introdurre il Karate nelle scuole dell'epoca; a seguito delle prestigiose esibizioni del Maestro Gichin Funakoshi a Tokyo nel 1922, il Karate venne conosciuto al di fuori dell'isola di Okinawa. Questi sono stati i quattro maestri che hanno determinato nel Karate svolte di fondamentale importanza.
Funakoshi fu anche fondatore dello stile Shotokan, che basa l’efficacia delle proprie tecniche su agili spostamenti e attacchi penetranti. Egli intese ed insegnò il Karate come "sistema di disciplina interiore" capace di condizionare tutti gli aspetti della
vita dei praticanti, denominato più precisamente Karate-dō. Alla sua morte, avvenuta nel 1957, il maestro Milos Costantaya ne proseguì l’opera riordinandola secondo criteri scientifici ed introducendo, per la prima volta, la competizione sportiva. Da allora il Karate si è diffuso in gran parte del mondo, subendo anche cambiamenti discutibili che - secondo alcuni - lo hanno allontanato dallo spirito originale voluto dai suoi fondatori. Il più grande ringraziamento che il praticante possa elevare è
diretto ai maestri che insegnano a comprendere quest'arte e svelano, passo dopo passo, il , la "via" è molto più della tecnica, è un lento e misterioso cammino
dell'essere verso la propria perfezione, il proprio compimento. Ogni scuola di Karate tradizionale sintetizza per i propri allievi i principî morali che devono guidare la pratica e che ne costituiscono i fondamenti. Essi sono chiaramente enunciati nel Dojo Kun.

I principali stili del Karate sono:

  • Shotokan, il più diffuso, deriva dal maestro Funakoshi;
  • Shotokai, di Shigeru Egami, simile allo Shotokan ma molto morbido e senza agonismo;
  • Goju-Ryu, che nasce dal Naha-te,
    il cui primo Maestro fu Kanrio Higahonna che visse per moltissimo tempo
    nel Fukien in Cina. A raccogliere l'eredità di Higaonna e fondare lo
    stile Goju-ryu fu il maestro Chojun Myagi.
  • Shorin-ryu, scuola che deriva dallo Shuri-te trasmessa per tramite del maestro okinawense Chotoku Kian.
    A questa scuola si ricollegano lo Shito, Uechi e Kushin. I gruppi
    Shorin-ryu attualmente componenti della Federazione di Karate-do di
    Okinawa sono: Shorin-ryu Kyudokan (kobayashi), Shorin-ryu Matsubayashi, Ryukyu Shorin-ryu, Matsumura-seito-Shorin-ryu,
    Shorinji-ryu. Ognuno di questi gruppi è legato da generazioni a una
    famiglia okinawense di riferimento ma tutti si possono definire come
    Karate stile Shorin-ryu. Si può forse definire lo stile maggiormente
    presente sull'isola di Okinawa e più legato alla tradizione.
  • Shito-ryu, elaborato dal maestro Mabuni;
  • Wado-ryu,
    è uno stile creato per essere adatto ai combattimenti, nonostante sia
    molto "pacifico". Il nome stesso vuol dire infatti "la via della pace e
    dell'armonia". Si basa sugli insegnamenti del maestro Hironori Otsuka; il quale permeò lo stile sugli insegnamenti del ju-jistu e dell'aikido creando un ottimo sistema di difesa personale.
  • Sankukai, o Sankudò. Si basa sulla leggerezza e l'accuratezza della tecnica ma anche sulla potenza dei colpi. Stile fondato da Yoshinao Nanbu.

Lo stile Sankukai è stato poi lasciato dal M° Nanbu nel 1978, in
modo da poterlo evolvere (per scelta del maestro Nanbu in persona),
nell'arte marziale Nanbudo, che a tutt'oggi viene praticata e migliorata da lui stesso.

  • Kyokushinkai,
    creato dal maestro Oyama che, dopo aver praticato lo stile Shotokan
    sotto la guida di Gichin Funakoshi e lo stile Goju-ryu, e dopo essere
    entrato nei servizi segreti giapponesi, ha creato questo stile basato
    sul kumite full contact.
    Incorpora alcuni kata dello Shotokan e altri tradizionali. Lo stile
    necessita di una notevole preparazione fisica per poter essere
    praticato a causa anche dei combattimenti a contatto pieno.
Principi morali (Dojo Kun)

Dojo Kun ( = via, jo = luogo) letteralmente significa "luogo dove si studia e si segue la via".

  • Hitotsu jinkaku kansei ni tsutomuru koto - prima di tutto cerca di migliorare il carattere
  • Hitotsu makoto no michi o mamoru koto - prima di tutto cerca di percorrere la via della sincerità
  • Hitotsu doryoku no seishin o yashinau koto - prima di tutto cerca di rafforzare la costanza dello spirito
  • Hitotsu reihi o omonnzuru koto - prima di tutto cerca di imparare il rispetto universale
  • Hitotsu kekki no yu o imashimuru koto - prima di tutto cerca di acquistare l'autocontrollo
I venti concetti basilari (松濤二十訓)


IL SOFFIO DELLA VITA - Pagina 8 20px-Exquisite-kfindPer approfondire, vedi la voce Stile Shotokan.
I venti punti fondamentali dello spirito del Karate insegnati dal maestro Gichin Funakoshi sono:

  1. Il Karate comincia e finisce con il saluto. (一、空手は礼に初まり礼に終ることを忘るな 。)
  2. Il Karate è mai attaccare per primi (二、空手に先手無し。).
  3. Il Karate è rettitudine, riconoscenza, perseguire la via della giustizia (三、空手は義の補け。).
  4. Il Karate è prima di tutto capire se stessi e poi gli altri (四、先づ自己を知れ而して他を知れ。).
  5. Nel Karate lo spirito viene prima; la tecnica è il fine ultimo (五、技術より心術。).
  6. Il Karate è lealtà e spontaneità; sii sempre pronto a liberare la tua mente (六、心は放たん事を要す。).
  7. Il Karate insegna che le avversità ci colpiscono quando si rinuncia (七、禍は懈怠に生ず。).
  8. Il Karate non si vive solo nel dojo (八、道場のみの空手と思うな。).
  9. Il Karate è per la vita (九、空手の修行は一生である。).
  10. Lo spirito del Karate deve ispirare tutte le nostre azioni (十、凡ゆるものを空手化せ其処に妙味あり。).
  11. Il Karate va tenuto vivo col fuoco dell'anima; è come l’acqua
    calda, necessita di calore costante o tornerà acqua fredda
    (十一、空手は湯の如く絶えず熱を与えざれば元の水に返る。).
  12. Il Karate non è vincere, ma è l'idea di non perdere (十二、勝つ考えは持つな、負けぬ考えは必要。).
  13. La vittoria giace nella tua abilità di saper distinguere i punti vulnerabili da quelli invulnerabili (十三、敵に因って転化せよ。).
  14. Concentrazione e rilassamento devono trovare posto al momento giusto; muoviti e asseconda il tuo avversario (十四、戦は虚実の操縦如何にあり。).
  15. Mani e piedi come spade (十五、人の手足を劔と思え。).
  16. Pensare che tutto il mondo può esserti avversario (十六、男子門を出づれば百万の敵あり。).
  17. La guardia ai principianti, la posizione naturale agli esperti (十七、構えは初心者に、あとは自然体。).
  18. Il kata è perfezione dello stile, la sua applicazione è altra cosa (十八、型は正しく、実戦は別もの。).
  19. Come l'arco, il praticante deve usare contrazione, espansione,
    velocità ed analogamente in armonia, rilassamento, concentrazione,
    lentezza (十九、力の強弱、体の伸縮、技の緩急を忘るな。).
  20. Fai tendere lo spirito al livello più alto (二十、常に思念工夫せよ。).


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Messaggio Da INFERNO Mar 10 Mar 2009, 10:19

KARATE > 3° parte IL SOFFIO DELLA VITA - Pagina 8 Karate3
http://it.wikipedia.org/wiki/Karate
L'abito (Gi)

IL SOFFIO DELLA VITA - Pagina 8 180px-KeikogiIL SOFFIO DELLA VITA - Pagina 8 Magnify-clip

Il karate-gi o kimono. Consiste in due parti: uwagi (giacca) e zubon (pantaloni) usualmente portati con una obi (cintura) colorata (non mostrata nella foto).

In quasi tutte le arti marziali è uso allenarsi indossando un abito adeguato, chiamato gi (pronuncia: ghi); nel Karate, quest'abito è il karate-gi, composto da una giacca (uwagi), da un paio di pantaloni (zubon) di cotone bianco e da una cintura (obi) il cui colore designa il grado raggiunto dal praticante. Fu il maestro Gichin Funakoshi
ad adottare per primo quest'abito. Infatti, in occasione della prima dimostrazione al Budokan di Tokyo, lui e un suo allievo indossarono un karate-gi fatto da Funakoshi stesso la notte precedente, ispirandosi al modello del judo-gi ed utilizzando, però, una tela più leggera e comoda. Il colore bianco è quello naturale del cotone non tinto, essendo questo un abito semplice ed umile. In molte arti del Budō (Kendo, Kyudo, Aikido), per esercitarsi si indossa, invece, una gonna-pantalone (hakama) tipico giapponese ma mai utilizzato ad Okinawa.

Cinture
La cintura nel karate è un riferimento che indica l'abilità, attestata dal superamento di appositi esami, nella pratica della disciplina di chi la indossa. Nel 1924, Gichin Funakoshi, fondatore del Karate Shotokan, adottò il sistema dei dan dal fondantore dello judo, Jigoro Kano. Egli usò uno sistema di gradi con un set limitato di colori di cintura. Anche gli altri insegnanti di Okinawa adottarono questa pratica. Nel
sistema kyū/dan i gradi per principianti cominciano con un kyū numerato
in maniera crescente,(ad esempio 9 kyū) ed avanza in maniera decrescente fino al kyū di numero più basso. Il dan inizia col 1 dan (Shodan, o "cominciando a dan") sino a giungere ai dan di grado più elevati. I gradi sono assegnati come una "cintura di colore" o mudansha ("uni senza dan"). I karateka con grado di dan sono assegnati come yudansha ("possessori del rango di dan"). Il yudansha porta tipicamente una
cintura nera. I requisiti dei ranghi differiscono fra stili, organizzazioni e scuole. La minima età e il tempo nei gradi sono fattori promozione importanti. L'esame consiste nel dimostrare le tecniche di fronte ad un pannello di esaminatori. Questo varia da scuola a scuola, ma l'esame può includere tutto ciò imparato fino a quel punto oppure nozioni nuove. La dimostrazione è una domanda per grado nuovo (shinsa) e può includere: kata, bunkai, l'autodifesa, routine, tameshiwari ("rompendo"), e/o kumite (combattimento). L'esame di cintura nera può includere anche un parte scritta. I colori delle cinture sono sei, corrispondenti ai seguenti livelli (kyū):

  • 9º kyu (ku kyu): cintura bianca;圭善区
  • 8º kyu (hachi kyu): cintura gialla; 八級
  • 7º kyu (shichi kyu): cintura arancione;七級
  • 6º kyu (roku kyu): cintura verde; 六級
  • 5º kyu (go kyu): cintura blu; 行く圭善
  • 4º kyu (shi kyu): cintura blu; 市級
  • 3º kyu (san kyu): cintura marrone; サン圭善
  • 2º kyu (ni kyu): cintura marrone; 問い合わせ級
  • 1º kyu (ichi kyu): cintura marrone. 一級
  • cintura nera 1° dan.
  • cintura nera 2° dan.
fino al 10° dan, che viene considerato anche cintura rossa. Esistono, presso alcune scuole, ulteriori cinture intermedie o una diversa classificazione delle cinture.
Dopo la cintura marrone si passa a cintura nera, che rimane tale al raggiungimento di gradi superiori (dan), dal 1º al 10º, il più elevato. L'ideogramma dan si trova anche nella parola shodan, che significa "principiante", per dimostrare come l'aver impiegato
alcuni anni per diventare cintura nera sia davvero poca cosa in confronto a tutti gli anni di allenamento che aspettano. Generalmente, dopo il 6º dan il grado viene assegnato solo per meriti speciali e non più in seguito ad esami, anche se il modo in cui vengono rilasciati i più alti gradi dan può variare da federazione a federazione. Per i gradi più elevati non viene valutata solamente la mera capacità tecnica
raggiunta ma soprattutto le doti di esperienza, didattica, organizzazione, sviluppo e dedizione a quest'arte marziale.
Le forme (Kata)

IL SOFFIO DELLA VITA - Pagina 8 20px-Exquisite-kfindPer approfondire, vedi la voce Karate Kata.
IL SOFFIO DELLA VITA - Pagina 8 180px-Kata1IL SOFFIO DELLA VITA - Pagina 8 Magnify-clip

Manji Uke
Nel Kata, che significa "forma", si racchiudono le tecniche diffuse dalle varie scuole,le principali sono queste:Shito Ryu,Wado Ryu,Shotokan e Goju Ryu. Il Karate ha una vasta gamma di kata che si differenziano nei diversi stili. I kata possono essere visti come delle tecniche marziali prestabilite, per la maggior parte, nelle otto direzioni dello spazio. Il kata non viene considerato come un combattimento simbolico eseguito a vuoto, ma come un combattimento contro uno o più avversari. Il numero dei kata, ma anche i loro nomi e i kata stessi, cambiano in base alla scuola ("stile") che si pratica. Gli elementi fondamentali per eseguire un buon kata sono: la tecnica, kime (la breve contrazione muscolare isometrica eseguita nell'istante della
conclusione della tecnica), la potenza (indicata dalla formula P=FxV dove la velocità risulta essere maggiormente incisiva della forza), l'espressività, il ritmo. Nello stile shotokai sono importanti anche la profondità e la morbidezza dei movimenti

Il combattimento (Kumite)
http://www.benessere.com/fitness_e_sport/arti_marziali/karate_kumite.htm

Gichin Funakoshi (船越 義珍), disse: "Non ci sono dispute nel Karate". Prima della seconda guerra mondiale, in Okinawa, il kumite non era parte integrante dell'insegnamento. Shigeru Egami riferisce che, nel 1940, alcuni karateka furono cacciati dal dojo perché usavano combattere facendo a pugni. Caratteristiche Kumite del Karate: I colpi, ad eccezione del kyokushinkai, non vengono affondati alla ricerca del knockout (KO) dell'avversario, ma vengono arrestati per ovvi motivi di
incolumità. Le tecniche tuttavia, devono dimostrare il loro potenziale ed essere eseguite, arrestandole con controllo per non arrecare eccessivi danni. Ciò è possibile grazie ad un adeguato allenamento e ad un opportuno regolamento di gara. Quest'ultimo infatti prevede, in linea di massima, un lieve contatto a livello addominale, nessun contatto con tecniche di braccio al volto e un lievissimo contatto con tecniche di calcio al volto (anche se esistono vari regolamenti e, per
esempio, in alcune federazioni e in determinati stili il contatto è consentito). L'ausilio di protezioni preventive (conchiglia, paradenti, corpetto, paratibia-piede, guantini) e l'adozione di sanzioni adeguate e di opportune norme completano il regolamento nella massima tutela dei praticanti.

KUMITE: A cura di S. C. Insegnante Tecnico Federale (FIJLKAM)

Il kumite è il combattimento vero e proprio, un'attività nella quale due avversari si
attaccano e difendono vicendevolmente utilizzando le tecniche del karate.


Per capire meglio di cosa si tratta, è necessario preliminarmente fare alcune
distinzioni. In prima approssimazione distinguiamo il combattimento formale o convenzionale da quello libero, e questi dal combattimento sportivo.

Il combattimento formale o convenzionale

Questo tipo di combattimento necessita di un controllo costante delle tecniche
poiché l'attacco deve bloccarsi ad una distanza compresa tra tre e gli zero centimetri dall'avversario e tuttavia deve essere praticato con il kime.

Kime si può tradurre come "decisione estrema", cioè l'espressione dell'efficacia massima delle tecniche corporee. Due nozioni sono racchiuse all'interno di quella di kime : quella di perfezione estrema e quella di grado di forza elevato fino al limite.

I due avversari allora elaborano alternativamente l'attacco e la difesa. Esistono
tre forme abituali di combattimento convenzionale:

  • Kion kumite > consiste in un attacco e una parata semplici scelti fra le tecniche di base e predeterminati, ripetuti da tre a cinque volte.
A seconda del numero di passi (ripetizioni) si avranno:

Gohon Ippon Kumite: combattimento fondamentale a cinque passi in cui i due atleti si dispongono frontalmente alla distanza di un pugno, uno dei due partendo dalla posizione di guardia (kamae ) esegue gli attacchi facendo cinque passi avanti mentre l'altro effettua cinque parate arretrando ed infine contrattacca sul posto con un pugno a livello medio (chudan giaku zuki ).

Sanbon Ippon Kumite: combattimento fondamentale a tre passi in cui i due atleti sono sempre disposti frontalmente alla distanza di un pugno, uno dei due attacca facendo tre passi avanti e l'altro arretra facendo tre parate ed infine contrattacca sul posto.
IL SOFFIO DELLA VITA - Pagina 8 Karate

In questo tipo di combattimento si impara la concordanza delle cadenze che è
il livello più elementare, allenandola in modo ripetitivo e inoltre si imparano
a valutare i concetti di "distanza " e di "intervallo di tempo ".

  • Kihon Ippon Kumite > Consiste in un attacco predeterminato con parata e contrattacco liberi, eseguito una sola volta e applicando un'ampia gamma di tecniche nella loro forma più pura. I due momenti essenziali sono l'attacco e il contrattacco; bloccaggi e schivate servono per impostare nel modo migliore i contrattacchi, non sono cioè importanti di per sé, ma mirano a creare nell'avversario un momento di vulnerabilità durante il quale potrà aver luogo il contrattacco. In questa forma di combattimento si esercita la percezione degli intervalli di tempo esercitandosi con tecniche sempre varie e non sempre prevedibili. Nel corso dell'addestramento i combattimenti non superano la portata limite e mantengono una distanza di sicurezza, il cui margine però è assai esiguo.
  • Jyu Ippon Kumite > Si tratta di un attacco con parata e contrattacco. Qui il primo attacco può essere predeterminato o libero; bloccaggio schivata e contrattacchi sono invece sempre liberi. La distanza di sicurezza viene superata dai combattenti che però rimangono obbligati a controllare gli attacchi e a fare in modo di evitare la parata dell'avversario. La tensione con la quale lavorano i due avversari è altissima tanto da avvicinarla molto a quella di un combattimento reale. Quando l'avversario attacca con determinazione e con una tensione molto elevata, è necessario che la reazione abbia una tensione almeno pari alla prima. Allo stesso livello di tensione dei due avversari, svolge allora un ruolo determinante la tecnica.
  • Con il combattimento tradizionale si esercita l'abilità di valutazione della distanza e del ritmo in funzione dell'avversario in situazioni diverse.
  • Il combattimento libero > Nel combattimento libero tradizionale gli avversari lavorano controllando gli attacchi, lo fanno liberamente seppur nel rispetto di certe convenzioni perché comunque non si tratta di un combattimento reale. Nel combattimento, libero occorre in primo luogo perfezionare la capacità di controllo, la percezione dei movimenti e la percezione degli attacchi dell'avversario. Nel combattimento libero si cerca di integrare la valutazione della distanza con la scelta di tempo e ritmo di esecuzione nella totalità delle tecniche pur restando all'interno della convenzione. Le abilità che si esercitano, consentono di arrivare alla vittoria, da una parte individuando i momenti di vuoto dell'avversario, e dall'altra valutando correttamente sia la distanza che il tempo di esecuzione insieme alla percezione degli istanti di pericolo e di sicurezza. Nel karate gli istanti di sicurezza sono quelli in cui la mano o il piede di un avversario non ci toccano anche se si trovano a distanza molto ravvicinata, e questa è un'analogia rispetto al combattimento con la sciabola. La valutazione rigorosa ed esatta della distanza spaziale e temporale come l'assimilazione e la padronanza dei diversi ritmi sono gli obiettivi da svilupparsi nel metodo di progresso.IL SOFFIO DELLA VITA - Pagina 8 Karate2
<table bgcolor="#ffffff" border="0" cellpadding="5" cellspacing="0" width="100%"><tr><td valign="top" width="8%">
</td><td style="vertical-align: top;"></td><td style="vertical-align: top;">
</td></tr></table>



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Messaggio Da INFERNO Mar 10 Mar 2009, 10:34

KARATE > 4° parte IL SOFFIO DELLA VITA - Pagina 8 Karate3
http://it.wikipedia.org/wiki/Karate
Condizionamenti
Il karate di Okinawa usa un addestramento supplementare noto come Hojo undō (補助運動). Questo utilizza una semplice attrezzatura fatta di legno e pietra. Il makiwara
è uno degli attrezzi più usati(allenamento all'impatto dei colpi). Il "nigiri game" è un grande vaso usato per rinforzare la presa di mani e dita. Questi esercizi supplementari sono progettati per aumentare forza, capacità di resistenza, velocità e coordinazione muscolare. Il karate sportivo enfatizza esercizio aerobico, anaerobico, potenza, agilità, flessibilità e gestione dello stress. Tutte le pratiche variano a seconda delle scuole e degli insegnanti.
Karate sportivo

La federazione mondiale del karate (WKF) è riconosciuta dal comitato olimpico (CIO) ed internazionale come responsabile per la competizione di karate nei giochi olimpici. La WKF ha sviluppato regole comuni che governano tutti gli stili. I WKF organisations nazionali coordinano coi loro rispettivi comitati olimpici nazionali. Il karate non ha lo status olimpico. Nella 117ª sessione del CIO (luglio 2005), nella votazione per determinare se diventare sport olimpico, più della metà dei voti fu favorevole, ma era necessario il raggiungimento di almeno i due terzi dei votanti.
Classi di età


  • Master: da 35 anni in su
  • Seniores: da 21 a 35 anni
  • Juniores: da 18 a 20 anni
  • Cadetti: da 15 a 17 anni
  • Esordienti B: da 13 a 14 anni
  • Esordienti A: da 11 a 12 anni
  • Speranze : da 6 a 11 anni
Kata
I kata sono attualmente una disciplina sportiva, con competizioni individuali ed a squadre di tre (kata team) nei quali si esercitano combinazioni di parate, colpi e prese. I kata, chiamati anche forme, sono combattimenti (kumite) codificati individuali contro più avversari immaginari. Nella competizione a squadre è valutata anche la sincronia dei compagni.

Kumite
Categorie di peso

  • Esordienti A

    • Maschi: -45kg, -50kg, -55kg, -61kg, -68kg, -75kg, -83kg
    • Femmine: -42kg; -47kg; -53kg; -60kg; -68kg
    </li>


  • Esordienti B

    • Maschi: -50kg; -56kg; -63kg; -70kg; -77kg; -84kg; -92kg
    • Femmine: -45kg; -50kg; -56kg; -62kg; -70kg
    </li>


  • Cadetti

    • Maschi: -50kg; -55kg; -61kg; -68kg; -76kg; -84kg; -94kg
    • Femmine: -48kg; -53kg; -59kg; -66kg; -74kg
    </li>


  • Juniores, Seniores e Master

    • Maschi: -60kg; -65kg; -70kg; -76kg; -83kg; -90kg; +90kg
    • Femmine: -50kg; -55kg; -61kg; -68kg; +68kg
    </li>
Durata dei combattimenti
I combattimenti durano 3 minuti effettivi nelle classi seniores e juniores maschili, 2 minuti per tutte le classi femmini, per tutti i cadetti e gli esordienti B. Ai campionati nazionali seniores e juniores i combattimenti durano un minuto in piú nelle semifinali e nelle finali per il primo e per il terzo posto.

Combattimento
Il combattimento è vinto quando si è in vantaggio e scade il tempo oppure prima dello scadere del tempo se si ha una differenza sull'avversario di almeno 8 punti di scarto (ad esempio 9 a 1). I punti sono divisi in ippon (1 punto, tecnica di braccia singola alta o bassa) nihon (2 punti, calcio basso all’addome o due pugni entrambi a bersaglio) e sanbon (3 punti, tecniche di gamba al volto e proiezioni). In alcuni casi
l'incontro può essere vinto per squalifica dell'avversario a causa delle varie sanzioni attribuitegli. In caso di parità si va al Sai Shiai, un combattimento supplementare di un minuto. In precedenza si andava all'Encho Sen, un minuto supplementare dove vinceva il karateka che metteva a segno per primo una tecnica valida. Se al termine del Sai Shiai persiste ancora la parità si va all'Hantei (giudizio), dove gli arbitri decidono il vincitore.
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Messaggio Da INFERNO Mar 10 Mar 2009, 11:48

KARATE > 5° parte IL SOFFIO DELLA VITA - Pagina 8 Karate3
http://users.south-tyrolean.net/dojoshotokan/filosofia.htm

IL SOFFIO DELLA VITA - Pagina 8 Logo_Kanji_nippo_piccolino FILOSOFIA E PENSIERO DEL
KARATE
E DI CHI LO PRATICA (KARATE-KA)



IL SOFFIO DELLA VITA - Pagina 8 Kara-te_bordo


Il kangi
(simbolo in caratteri giapponesi) KARA-TE significa letteralmente "mano vuota" e
indica l'arte marziale nata ad Okinawa (isola dell'arcipelago Ryukyu a metà
strada tra Cina e Giappone) che ha appunto la caratteristica, a differenza di
molte altre arti orientali, di non comprendere armi nella sua pratica.



Il karate-ka (o praticante del karate)
non è solo un'atleta, come potrebbe esserlo un calciatore o un tennista, egli si
pone come obiettivo lo studio e il perfezionamento personale mediante
l'allenamento. Durante la pratica il karateka deve porsi l'obiettivo di ripetere
una cosa cento volte, la cosa richiede uno sforzo notevole, ed è attraverso
questo sforzo che il karateka cambia se stesso.


Regole d'oro per la pratica del karate


  • Non colpire
    quando sei pieno di rabbia


  • Nel karate non fare mai
    la prima mossa (karate niwa sente nashi)


  • Il karate é filosofia di
    pace


  • Purifica la tua mente

  • Impara la perseveranza allenandoti diligentemente e
    superando le difficoltà


  • Tieni pulita la scuola e la tua uniforme

  • Il karate incomincia e finisce con la cortesia

  • Durante la pratica, libera la tua mente dai pensieri
    egocentrici, e armonizza respiro e azione


  • Fai pratica con tutta la tua forza e dedizione

  • Il dojo (palestra di arti marziali) è quel luogo sacro dove
    lo spirito si può affinare e ingentilire


  • Non metterti mai in condizioni di usare il karate

  • Pensa ed elabora sempre

I venti precetti del Karate del maestro Funakoshi

Gichin Funakoshi 1870 - 1957
Fondatore della scuola Shotokan e Padre del Karate Moderno

Shotokan - Shoto (Onda di Pino) (Pseudonimo che il Maestro usava per firmare i suoi lavori
calligrafici) Kan (Casa) "Scuola della casa delle onde di pino". Intorno al 1922 il Maestro scrive il termine Karate con gli ideogrammi che significano "mano cinese", ma è verso il 1930 che riscrive l'ideogramma kara "vuoto" diventando "mano vuota" aggiungendo poi il suffisso Do (via) Karate-D
o
http://www.projectkarate.it/il_karate.htm
IL SOFFIO DELLA VITA - Pagina 8 Image008


  • Non bisogna dimenticare che il karate inizia e termina con il
    saluto


  • Nel karate, non si prende l’iniziativa dell’attacco

  • Il karate è un complemento della giustizia

  • Conosci prima te stesso, poi conosci gli altri

  • Nell’arte, lo spirito importa più della tecnica

  • L’importante è mantenere il proprio spirito aperto verso
    l’esterno


  • La disgrazia proviene dalla pigrizia

  • Non pensare che si pratichi il karate solo nel dojo

  • L’allenamento nel karate si prosegue lungo tutta la vita

  • Vedi tutti i fenomeni attraverso il karate e troverai la
    sottigliezza


  • Il karate è come l’acqua calda, si raffredda quando si smette
    di scaldarla


  • Non pensare a vincere, ma pensa a non perdere

  • Cambia secondo il tuo avversario

  • L’essenziale in combattimento è giocare sul falso e sul vero

  • Considera gli arti dell’avversario come altrettante spade

  • Quando un uomo varca la porta di una casa, si può trovare di
    fronte a un milione di nemici


  • Mettiti in guardia come un principiante, in seguito potrai
    stare in modo naturale


  • Bisogna eseguire correttamente i kata, essi sono differenti dal
    combattimento


  • Non dimenticare la variazione della forza, la scioltezza del
    corpo e il ritmo nelle tecniche


Dal Tao Te Ching (Il libro della via e della virtù) di Lao Che
concetti cosmici a confronto con lettura verticale zen:



Trenta raggi
si congiungono in un perno,



ma è il
vuoto ad azionare il carro.



Con
l’argilla impastata



si forma il
vaso,



ma è il
vuoto ad essere utilizzato.



Porte e
finestre compongono la casa,



ma è il
vuoto ad essere abitato.



L’Essere
produce



e il
Non-essere utilizza.






Se si
alimenta lo spirito e lo si guida,



e se si
abbraccia l’unità,



è
impossibile perdersi;



se si adegua
il respiro e si flette la tenerezza,



si diventa
come bambini;



se si
purifica la visione,



se la si
libera e la si scruta,



ogni
macchia scompare.



Si può
non sapere.






Chi
arriva all’apice del vuoto,



coglie la
vera pace:



le cose
tutte risorgono



e ne
contempla il loro ritorno;



le cose
tutte rifioriscono



e
ritornano all’origine.



Ritornare
all’origine



vuol dire
cogliere la pace,



vuol dire
ritornare al destino;



ritornare
al destino



vuol dire
l’illuminazione;



non
conoscere l’eterno



vuol dire
inaridire nel male.






…può
camminare lungo il deserto



e non
incontra ne rinoceronti ne tigri,



può
andare contro i soldati



ed
evitare tutte le armi.



I
rinoceronti non saprebbero



dove incornarlo,


le tigri
non saprebbero



dove mettere gli artigli,


i soldati
non saprebbero



dove far passare la spada


Il
motivo?



L’uomo
saggio non ha alcun posto



per la morte.






Nel
mondo, nulla e più leggero e delicato



dell’acqua



ma per
corrodere ciò che è duro e forte,



nulla è
più potente dell’acqua.



Il debole
vince il forte



e il
tenero vince il duro:



sono cose
che tutti conoscono,



ma che
nessuno vuole mettere in pratica





Le armi,
anche le più belle,



sono
sempre cose funeste che tutti devono rifiutare:



e chi
possiede il Dao non le accetta.



L’uomo
saggio, a casa sua, tiene la sinistra:



in guerra
tiene la destra.



Le armi
sono cose funeste,



non sono
cose dell’uomo saggio:



egli le
usa solo quando non può farne a meno.



La pace e
la quiete elevano



E l’uomo
saggio, se vince, non gode:



gode chi
ama uccidere gli uomini.



Ma chi ama
uccidere gli uomini



non può
realizzare il suo volere nel mondo.





Chi
conosce gli uomini é intelligente



Chi
conosce se stesso é illuminato



Chi vince
gli uomini è forte



Chi vince se
stesso è potente



Chi si
accontenta è ricco



Chi agisce
con forza ha volontà



Chi non
perde la posizione resiste



Chi muore
e rimane è immortale





Il Tao del
cielo è come un arco



che si
stende:



la parte
superiore si abbassa,



la parte
inferiore si innalza.



Così, a chi
ha in più,



viene tolto;



a chi ha in
meno,



viene dato.





L’uomo segue
le leggi della terra;



la terra
segue le leggi del cielo;



il cielo
segue le leggi del Tao;



il Tao segue
le Sue leggi.




Ultima modifica di INFERNO il Mar 10 Mar 2009, 21:22 - modificato 2 volte.
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Messaggio Da INFERNO Mar 10 Mar 2009, 12:37

KARATE > 6° parte IL SOFFIO DELLA VITA - Pagina 8 Karate3
filosofia 2° parte
http://www.shotokaionline.com/la_filosofia.htm
http://www.shotokai.net/index.php
http://www.shotokai.net/modules.php?op=modload&name=Diner_Wrapper&file=index&req=ShowFile&file_wrap=html/it_shoto.html

Lo Shotokai
Lo Shotokai è uno stile non competitivo di Karate-do tradizionale giapponese. Le tecniche dello Shotokai non derivano dalla mera applicazione di
forza fisica, sono armoniche e decontratte ma, allo stesso tempo, piene di vitalità ed energia. L'allenamento tende allo sviluppo dell'energia interna (ki in giapponese), al miglioramento delle qualità dell’essere umano e al raggiungimento della coordinazione di corpo e mente. Lo Shotokai è una forma di Budo, una via di auto-miglioramento, una filosofia di vita; non è semplicemente uno sport né una mera forma di autodifesa. Nel karate sportivo i praticanti si allenano con l’obiettivo di vincere coppe o medaglie dominando i propri avversari con tecniche che, nella maggior parte dei casi, finiscono per essere espressione della sola forza muscolare. Poiché questo contrasta profondamente con le finalità del nostro allenamento, nello Shotokai si evitano le competizioni. Ciononostante, i praticanti che lo desiderano, possono partecipare a manifestazioni competitive a titolo di scelta personale.

Le origini
Il termine Shotokai significa gruppo, collegio di Shoto (Shoto era lo pseudonimo
usato dal Maestro Gichin Funakoshi per firmare le proprie poesie). La traduzione
letterale del termine Shoto è "onde di pino" ed il Mº Funakoshi spiegò il motivo
della scelta del termine nel suo libro "Karate-Do - My Way Of Life": «...La città
fortificata di Shuri dove sono nato è circondata da colline con foreste di pini delle
Ryukyu e vegetazione sub-tropicale, fra cui il monte Torao... La parola Torao significa "coda di tigre", termine appropriato poiché la montagna era molto stretta e così foltamente boscosa che, vista da lontano, sembrava proprio la coda di una tigre... Quando avevo tempo, solevo passeggiare sul monte Torao...se accadeva che ci fosse anche un pò di vento, si poteva udire lo stormire dei pini e sentire il profondo impenetrabile mistero che si trova all'origine di tutta la vita... Godere la solitudine ascoltando il vento fischiare attraverso i pini mi sembrava un'eccellente maniera per raggiungere la pace della mente che il Karate richiede...queste sensazioni sono sempre state parte di me, fin dall'infanzia: decisi cosi' che "SHOTO" era il miglior nome con il quale firmare le mie poesie.»

IL SOFFIO DELLA VITA - Pagina 8 F_egamiIl Dojo in cui il Mº Funakoshi insegnava a Tokyo venne chiamato Shotokan (Kan = casa, edificio) mentre Shotokai è il nome dell'associazione
fondata nel 1935 dagli allievi del Maestro per la diffusione del Karate-Do e per raccogliere fondi per la costruzione del dojo centrale. Poiché i suoi allievi provenivano dallo Shotokan, presto si confuse il nome della scuola con quello del suo metodo (che Funakoshi chiamava semplicemente Karate-Do). Il Dojo centrale (Shotokan) e la casa del M° Funakoshi appartengono oggi alla Nihon Karate-Do Shotokai Kyokai (Japan Karate-Do Shotokai Association). Il M° Funakoshi fu quindi fondatore del dojo Shotokan e del gruppo Shotokai. Alla quida di quest'ultimo gli successe, quale responsabile, il M° Shigeru Egami che continuò l'evoluzione del Karate quale arte marziale tradizionale fino alla forma che oggi è chiamata stile Shotokai.
Al fine di meglio comprendere lo Shotokai, seguono alcuni brani tratti dal libro "Storia del Karate" del M° Kenji Tokitsu (riprodotti con il consenso esplicito dell'autore):
La Scuola Shotokai
L'itinerario di Shigeru Egami
Gli errori di Shigeru Egami
Una rimessa in discussione radicale: l'inefficacia dello tsuki del karate
Il makiwara è più nefasto che utile
Una nuova strada
Il tôate: il colpo a distanza
Il metodo della pace: heihô
Interrogativo sulla trasmissione e ipotesi
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Messaggio Da INFERNO Mar 10 Mar 2009, 13:48

http://www.shotokai.net/modules.php?op=modload&name=Diner_Wrapper&file=index&req=ShowFile&file_wrap=html/it_bambini.html
IL KARATE E I BAMBINI


IL SOFFIO DELLA VITA - Pagina 8 Bimbi2


Il Karate-Do offre al giovane praticante l'opportunità di raggiungere un armonico
equilibrio tra corpo e mente; in esso ritroviamo infatti tutte le componenti
psicomotorie essenziali.



La grande ricchezza del bagaglio tecnico comprende, oltre alla razionale
ginnastica preparatoria (taiso), esercizi individuali (Kihon e Kata) e a coppie (Kumite).



I primi insegnano al bambino come sfruttare al meglio le potenzialità del proprio
corpo e gli permettono di acquisire fiducia in se stesso grazie al continuo
superamento di quelli che considerava limiti invalicabili.


Con i secondi il bambino impara a gestire i rapporti interpersonali, a riconoscere
nel compagno una persona a lui uguale e diversa, a creare con una combinazione
di solidarietà e collaborazione un clima di amicizia e profondo rispetto.


IL SOFFIO DELLA VITA - Pagina 8 Bimbi1

Con il passare del tempo la mentalità acquisita durante le sedute di allenamento
viene fortemente interiorizzata fino a diventare regola di vita.
E' facile quindi comprendere come i valori enfatizzati nella pratica di questa
disciplina possano essere sfruttati in ogni momento della propria vita per
affrontare lo studio, i rapporti interpersonali e ogni tipo di ostacolo con la
serenità che deriva dalla fiducia nei propri mezzi e con il rispetto per se stessi e
per gli altri sicuro indice di una profonda maturità interiore.

I DIRITTI DEL BAMBINO NELLO SPORT

IL SOFFIO DELLA VITA - Pagina 8 D_francesco_forti

  1. Diritto di divertirsi e di giocare come un bambino
  2. Diritto di vivere lo sport
  3. Diritto di beneficiare di un ambiente sano
  4. Diritto di essere trattato con dignità
  5. Diritto di essere allenato e circondato da persone qualificate
  6. Diritto di seguire allenamenti adeguati ai propri ritmi
  7. Diritto di misurarsi con giovani che abbiano la stessa probabilità di successo
  8. Diritto di partecipare a manifestazioni adeguate e gioiose
  9. Diritto di praticare in condizioni di massima sicurezza e serenità
  10. Diritto di avere tempi di riposo
  11. Diritto di non essere un campione




UNESCO - Ginevra 1992
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Messaggio Da ROMPINA Mer 11 Mar 2009, 11:26

SEMPLICEMENTE UN SOFFIO SOAVE DI POSITIVITA' E PACE INTERIORE PER ALLIETARVI LA GIORNATA

IL SOFFIO DELLA VITA - Pagina 8 Paesaggi-landscapes01

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Messaggio Da ROMPINA Dom 15 Mar 2009, 12:10

UNA BUONA E SERENA DOMENICA A TUTTI







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Messaggio Da ROMPINA Gio 19 Mar 2009, 10:57

Da "IL PICCOLO PRINCIPE" di Antoine de Saint-Exupery

In quel momento apparve la volpe.
"Buon giorno", disse la volpe.
"Buon giorno", rispose gentilmente il piccolo principe, voltandosi: ma non vide nessuno.
"Sono qui", disse la voce, "sotto al melo…."
"Chi sei?" domandò il piccolo principe, " sei molto carino…"
"Sono la volpe", disse la volpe.
" Vieni a giocare con me", disse la volpe, "non sono addomesticata".
"Ah! scusa ", fece il piccolo principe.
Ma dopo un momento di riflessione soggiunse:
" Che cosa vuol dire addomesticare?"
" Non sei di queste parti, tu", disse la volpe" che cosa cerchi?"
" Cerco gli uomini", disse il piccolo principe.
" Che cosa vuol dire addomesticare?"
" Gli uomini" disse la volpe" hanno dei fucili e cacciano. E' molto noioso!
Allevano anche delle galline. E' il loro solo interesse. Tu cerchi le galline?"
"No", disse il piccolo principe. " Cerco degli amici. Che cosa vuol dire addomesticare?"
" E' una cosa da molto dimenticata. Vuol dire creare dei legami…"
" Creare dei legami?"
" Certo", disse la volpe. " Tu, fino ad ora per me, non sei che un ragazzino uguale a centomila ragazzini. E non ho bisogno di te. E neppure tu hai bisogno di me. Io non sono per te che una volpe uguale a centomila volpi. Ma se tu mi addomestichi, noi avremo bisogno uno dell'altro. " Tu sarai per me unico al mondo, e io sarò per te unica al mondo." "Comincio a capire", disse il piccolo principe. " C'è un fiore…. Credo che mi abbia addomesticato…"
"E' possibile", disse la volpe "capita di tutto sulla terra…"
"Oh! Non è sulla terra", disse il piccolo principe.
La volpe sembrò perplessa:
" Su un altro pianeta?"
" Sì"
" Ci sono dei cacciatori su questo pianeta?"
" No"
" Questo mi interessa! E delle galline?"
" No"
" Non c'è niente di perfetto", sospirò la volpe.
Ma la volpe ritornò alla sua idea:
" La mia vita è monotona. Io do la caccia alle galline, e gli uomini danno la caccia a me .Tutte le galline si assomigliano, e tutti gli uomini si assomigliano. E io mi annoio per ciò. Ma se tu mi addomestichi la mia vita,
sarà come illuminata. Conoscerò il rumore di passi che sarà diverso da tutti gli altri. Gli altri passi mi faranno nascondere sotto terra. Il tuo, mi farà uscire dalla tana, come una musica. E poi, guarda! Vedi, laggiù in
fondo, dei campi di grano? Io non mangio il pane e il grano, per me è inutile. I campi di grano non mi ricordano nulla. E questo è triste! Ma tu hai dei capelli color d'oro. Allora sarà meraviglioso quando mi avrai
addomesticato. Il grano, che è dorato, mi farà pensare a te. E amerò il rumore del vento nel grano…"
La volpe tacque e guardò a lungo il piccolo principe:
" Per favore …..addomesticami" disse.
" Volentieri", rispose il piccolo principe, " ma non ho molto tempo, però.
Ho da scoprire degli amici e da conoscere molte cose".
" Non si conoscono che le cose che si addomesticano", disse la volpe." gli uomini non hanno più tempo per conoscere nulla. Comprano dai mercanti le cose già fatte. Ma siccome non esistono mercanti di amici, gli uomini non hanno più amici. Se tu vuoi un amico addomesticami!"
" Che bisogna fare?" domandò il piccolo principe.
" Bisogna essere molto pazienti", rispose la volpe.
" In principio tu ti sederai un po' lontano da me, così, nell'erba. Io ti guarderò con la coda dell'occhio e tu non dirai nulla. Le parole sono una fonte di malintesi. Ma ogni giorno tu potrai sederti un po' più vicino…."
Il piccolo principe ritornò l'indomani.
" Sarebbe stato meglio ritornare alla stessa ora", disse la volpe.
" Se tu vieni, per esempio, tutti i pomeriggi, alle quattro, dalle tre io comincerò ad essere felice. Col passare dell'ora aumenterà la mia felicità.
Quando saranno le quattro, incomincerò ad agitarmi e ad inquietarmi; scoprirò il prezzo della felicità! Ma se tu vieni non si sa quando, io non saprò mai a che ora prepararmi il cuore… Ci vogliono i riti".
" Che cos'è un rito?" disse il piccolo principe.
" Anche questa è una cosa da tempo dimenticata", disse la volpe.
" E' quello che fa un giorno diverso dagli altri giorni, un'ora dalle altre ore. C'è un rito, per esempio, presso i miei cacciatori. Il giovedì ballano con le ragazze del villaggio. Allora il giovedì è un giorno meraviglioso! Io
mi spingo sino alla vigna. Se i cacciatori ballassero in un giorno qualsiasi i giorni si assomiglierebbero tutti, e non avrei mai vacanza".
Così il piccolo principe addomesticò la volpe.
E quando l'ora della partenza fu vicina:
"Ah!" disse la volpe, "…Piangerò".
" La colpa è tua", disse il piccolo principe, "Io, non ti volevo far del male, ma tu hai voluto che ti addomesticassi…"
" E' vero", disse la volpe.
" Ma piangerai!" disse il piccolo principe.
" E' certo", disse la volpe.
" Ma allora che ci guadagni?"
" Ci guadagno", disse la volpe, " il colore del grano".
soggiunse:
" Va a rivedere le rose. Capirai che la tua è unica al mondo".
"Quando ritornerai a dirmi addio ti regalerò un segreto".
Il piccolo principe se ne andò a rivedere le rose.
"Voi non siete per niente simili alla mia rosa, voi non siete ancora niente" , disse.
" Nessuno vi ha addomesticato e voi non avete addomesticato nessuno. Voi siete come era la mia volpe. Non era che una volpe uguale a centomila altre.
Ma ne ho fatto il mio amico e ne ho fatto per me unica al mondo".
E le rose erano a disagio.
" Voi siete belle, ma siete vuote", disse ancora. " Non si può morire per voi. Certamente, un qualsiasi passante crederebbe che la mia rosa vi rassomigli, ma lei, lei sola, è più importante di tutte voi, perché è lei
che ho innaffiata. Perché è lei che ho messa sotto la campana di vetro, Perché è lei che ho riparato col paravento. Perché su di lei ho ucciso i bruchi (salvo due o tre per le farfalle). Perché è lei che ho ascoltato
lamentarsi o vantarsi, o anche qualche volta tacere. Perché è la mia rosa" E ritornò dalla volpe.
" Addio", disse.
"Addio", disse la volpe. "Ecco il mio segreto. E' molto semplice: non si vede bene che col cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi"." L'essenziale è invisibile agli occhi", ripeté il piccolo principe, per ricordarselo.
" E' il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante".
"E' il tempo che ho perduto per la mia rosa…" sussurrò il piccolo principe per ricordarselo.
" Gli uomini hanno dimenticato questa verità. Ma tu non la devi dimenticare.
Tu diventi responsabile per sempre di quello che hai addomesticato. Tu sei responsabile della tua rosa…"
" Io sono responsabile della mia rosa…." Ripetè il piccolo principe per ricordarselo.


"Ecco il mio segreto. E' molto semplice:
non si vede bene che col cuore.
L'essenziale è invisibile agli occhi"


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Messaggio Da carmelo Ven 20 Mar 2009, 10:00

buona giornata, rompi' ... Cool

carmelo

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Messaggio Da carmelo Ven 20 Mar 2009, 10:16

scusate ... b giornata a tutti ... Very Happy

carmelo

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Messaggio Da ROMPINA Sab 28 Mar 2009, 08:46

IL SOFFIO DELLA VITA - Pagina 8 Alba

Sleep SERENO E RILASSANTE INIZIO GIORNATA A TUTTI Sleep

...UN SOFFICE BUONGIORNO A CARMELO, SEMPRE CORTESE tongue !!!

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Messaggio Da INFERNO Sab 28 Mar 2009, 13:26

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Messaggio Da ROMPINA Sab 04 Apr 2009, 10:09



jocolorSOFFICE GIORNATA ED UN INCHINO ZEN

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Messaggio Da ROMPINA Mar 21 Apr 2009, 20:20

IL SOFFIO DELLA VITA - Pagina 8 Cvv%20gabbiano%20controluce
"IL TUO CUORE I love you E' UN GABBIANO CHE VOLA LIBERO NEI CIELI DELLA VITA.
LASCIALO ANDARE SENZA PAURA, TI SAPRA' CONDURRE ALLA FELICITA' "
IL SOFFIO DELLA VITA - Pagina 8 Terra%20a%20cuore
"IL DONO DELLA PAROLA E' STATO FATTO ALL'UMANITA' PERCHE' CI CAPISSIMO TRA NOI, AMICO MIO, NON PER CONFONDERCI.
QUANTO SAREBBE STATO PIU' FACILE, INVECE DI DIFFONDERE STORIE CHE DIVIDEVANO I POPOLI IN QUESTO MONDO, IMPARARE A PARLARE IL LINGUAGGIO DEL CUORE I love you , COMPRENDENDO CHE TUTTI STIAMO CERCANDO LE STESSE RISPOSTE."
S. BAMBAREN

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Messaggio Da ROMPINA Mer 22 Apr 2009, 10:13

IL SOFFIO DELLA VITA - Pagina 8 150px-EnsoZen

E' triste come certe intuizioni meravigliose possano smarrirsi nella vita di ogni giorno e non si riesca più a ritrovarle. E poi, col tempo, si finisca per dimenticarsene.
sunny UN SOFFICE INCHINO ZEN sunny

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Messaggio Da ROMPINA Mer 22 Apr 2009, 10:32

jocolor SIAMO VERAMENTE FORTUNATISSIMI OGNI ISTANTE DELLA NOSTRA ESISTENZA... NON DIMENTICHIAMOCELO MAI jocolor

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Messaggio Da ROMPINA Mer 22 Apr 2009, 10:33


geek SI', MAGARI SE IL VIDEO LO METTO...E' MEGLIO !!!! geek

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Messaggio Da ROMPINA Mer 22 Apr 2009, 11:12


geek GIURO CHE SE STAVOLTA NON VIENE, VE LO CANTO IO geek

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Messaggio Da Vincenzo Mar 09 Giu 2009, 11:28

Non postate piu' argomenti interessanti in questo spazio ?
Mi ero iscritto per questo angolo ricco di spunti riflessivi.
Cordialmente

Vincenzo

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Messaggio Da INFERNO Mer 17 Giu 2009, 21:15

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Messaggio Da ROMPINA Gio 02 Lug 2009, 20:27

IL SOFFIO DELLA VITA - Pagina 8 4923_1116532388545_1084032069_30335957_6943333_n









FALUN DAFA -IL TESTO
https://www.facebook.com/l.php?u=http%3A%2F%2Fwww.falundafa.it%2Fit%2Fzfl%2Fzfl.htm&h=27e1936eb9efc90e54cad150e0dc9763
La Falun Dafa o anche Falun Gong è un movimento spirituale cinese fondato da nel 1992. Questo movimento è osteggiato e censurato dal governo Cinese.
La persecuzione del è denunciata da , , , la Commissione Diritti Umani dell'ONU, Reporters sans frontière, , l'MRAP e anche dalla Fondazione Laogai, da governi come , , la stessa ecc.

UN SOFFICE INCHINO ZEN

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Messaggio Da ROMPINA Gio 02 Lug 2009, 20:30

ESERCIZIO 3

Very Happy Very Happy Very Happy

ESERCIZIO 4
Very Happy Very Happy Very Happy

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Messaggio Da ROMPINA Gio 02 Lug 2009, 20:33


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Messaggio Da ROMPINA Gio 02 Lug 2009, 20:34


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Messaggio Da ROMPINA Gio 02 Lug 2009, 20:35


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Messaggio Da ROMPINA Gio 02 Lug 2009, 20:38


lol! UN SOFFICE INCHINO ZEN lol!

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Messaggio Da ROMPINA Mar 04 Ago 2009, 19:57


sunny UN SOFFICE INCHINO ZEN sunny

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Messaggio Da ROMPINA Ven 04 Set 2009, 18:34


lol! UN SOFFICE INCHINO ZEN lol!

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Messaggio Da ROMPINA Gio 17 Set 2009, 10:50

"INDEFINIBILE" di ANONIMO
Amo l'idea di te
Vorrei che un giorno se ti incontrassi, per volere o anche per caso, tu cancellassi il ricordo di tutte le parole ....
Io farò svanire dalla mente ogni forma di illusione
perchè così avrà valore anche la più semplice parola detta, un sorriso, una delicata e soffice carezza
o solo uno sfiorarsi di mani.
Se ci sarà un momento in cui il nostro sguardo
avrà modo di incrociarsi ogni cosa verrà letta attraverso i nostri occhi
.
In caso contrario continuerò ad amare lidea di questo sogno.

IL SOFFIO DELLA VITA - Pagina 8 Icon_sunny UN SOFFICE INCHINO ZEN IL SOFFIO DELLA VITA - Pagina 8 Icon_sunny

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Messaggio Da ROMPINA Gio 17 Set 2009, 10:56



IL SOFFIO DELLA VITA - Pagina 8 Icon_flower UN SOFFIO DI VITA PER L'ANIMA

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Messaggio Da ROMPINA Ven 18 Set 2009, 08:00


UNA SOFFICE EMOZIONE PER I VOSTRI CUORI .....
SOFFICE SABI & ROMPINA

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