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IL SOFFIO DELLA VITA

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Messaggio Da INFERNO Gio 11 Set 2008, 11:06

per il divino ISMAEL: grazie per l'attenzione > nella globalità giorno/notte, dormo assai > inoltre, NON sarebbero soffi di vita, se non sufficientemente continuativi (a prescindere dalla loro consistenza o validità condivisa) > un onoratissimo salutoIL SOFFIO DELLA VITA - Pagina 4 Sonnocy3IL SOFFIO DELLA VITA - Pagina 4 Sonno1im0IL SOFFIO DELLA VITA - Pagina 4 Sonno3ht8IL SOFFIO DELLA VITA - Pagina 4 Sonno6tq8
TERAPIA DEL SONNO:
http://www.lindemedicale.it/International/Web/LG/IT/likelgalhit.nsf/DocByAlias/td_sonno
http://www.sanraffaele.org/Home/clinica/Specialita_cliniche/Medicina_del_Sonno/index.html
disturbi del sonno: http://www.russamentoeapnee.it/russamento.htm
http://www.psicocitta.it/disturbi-psicologici/disturbo-sonno/malattia-medicina-sonno.php
http://www.msd-italia.it/altre/manuale/sez14/1731515.html
http://www.xagena.it/news/e-ospedali_it_news/342b5fe6486788799659c39bbfc3fa02.html
Psicologia Emotocognitiva nella Terapia dell'Insonnia Primaria:
http://www.psyreview.org/articoli2008/20080119baranello.htm
l'utilizzo di farmaci: http://www.aldozecca.net/naturale/la_narcoterapia.htm
sonnambulismo:
http://www.psicocitta.it/disturbi-psicologici/disturbo-sonno/articoli/sonnambulo.php
http://it.wikipedia.org/wiki/Sonnambulismo
http://www.cpsico.com/sonnambulismo.htm
http://www.dica33.it/argomenti/neurologia/insonnia/sonnambulismo.asp
credibile o no, c'è pure questo: http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2007/08_Agosto/06/stupro_assolto_sonnambulismo.shtml e questo: http://it.health.yahoo.net/p_news.asp?id=7258
ll sonnambulismo è un disturbo del sonno caratterizzato da attività motorie automatiche che, solitamente, sono semplici e fatte quotidianamente. I sonnambuli possono arrivare a uscire dal letto mentre stanno ancora dormendo, e camminare, uscire di casa, mantenendosi in stato di incoscienza. Svegliarli è difficile e comunemente si crede possa addirittura essere pericoloso per loro. Il sonnambulismo avviene nella fase tre, o quattro, del sonno non Rem. È più facile riscontrarlo in bambini o adolescenti. La causa è tuttora sconosciuta e non esiste nessun trattamento efficace. Il Sonnambulismo è quindi una parasonnia motoria.
Inizia nella prima parte della notte (stadio 3 e 4 del sonno NREM), e dura mediamente 15 minuti, poi il soggetto torna a letto o si risveglia da solo, senza ricordarsi dell'accaduto. Normalmente, durante l'episodio di sonnambulismo, la persona non reagisce agli stimoli dell'ambiente esterno, ma svegliandolo, puo' esserci una reazione aggressiva o di confusione. I comportamenti che puo' assumere un sonnambulo sono vari: sedersi sul letto, mangiare o bere, pizzicare la coperta, camminare per casa, sulle scale o fuori. Solitamente i comportamenti del sonnambulo non sono complessi, ma a volte, puo' anche uscire dalla finestra o accendere macchinari.
Il sonnambulismo compare di solito per la prima volta tra i 4 e gli 8 anni, con picco all'eta' di 12. Normalmente e' ritenuto un fenomeno transitorio non preoccupante e scompare da solo verso i 15 anni. Se gli episodi invece iniziano nell'eta' adulta e si protraggono nel tempo, possono esservi alterazioni psicopatologiche alla base.
Attacchi frequenti e piu' severi di sonnambulismo possono provocare insonnia.
Il fenomeno e' stato riscontrato in egual modo in entrambi i sessi. IL SOFFIO DELLA VITA - Pagina 4 Sonnako5
bruxismo: http://www.benessere.com/salute/arg00/dist_sonno.htm
IPNOSITERAPIA:
http://it.wikipedia.org/wiki/Ipnositerapia
http://www.ipnositerapia.it/
http://www.ipnosiweb.it/ipnosiepsicologia.htm
http://www.ipnosiweb.it/ipnosi%20regressiva.htm
cos'è l'ipnoanalisi: http://www.wmrconsulting.it/ipnosi-cos-e-cosa-non-e-come-pu-aiutarci.ct-23.html
---------------------------------------------------------------------------------
p.s.: I miei soffi di vita sono solo delle libere pillole di serenità quotidiana (cioè spero senza effetti collaterali d'alcun tipo anche per terzi), prive di progettualità impositive o per secondi fini che esulino dal concetto affrontato, ma esclusivamente auto-iniettatemi con la speranza che siano indirizzate verso l'auspicata introspettiva micro-conoscenza o l'auspicata introspettiva macro-conoscenza in generale, come pure verso l'auspicata personale e progressiva illuminazione parziale o totale che sia > il conoscere se stessi è importantissimo >
http://it.wikipedia.org/wiki/Gnoseologia
http://it.wikipedia.org/wiki/Epistemologia
http://it.wikipedia.org/wiki/Nicla_Vassallo
http://lgxserve.ciseca.uniba.it/lei/biblioteca/lr/public/vassallo-1.0.pdf
http://www.hoepli.it/libro.asp?ib=9788860081117&pc=000020002000000
La gnoseologia (dal greco γνῶσις "conoscenza" e λόγος "discorso"), chiamata anche teoria della conoscenza, è quella branca della filosofia che si occupa dello studio della conoscenza. In particolare, così come si è consolidata nell'età moderna, la gnoseologia si occupa dell'analisi dei fondamenti in generale, dei limiti e della validità della conoscenza umana, intesa essenzialmente come relazione tra soggetto conoscente e oggetto conosciuto. È bene precisare che nell'ambito della cultura anglosassone la teoria della conoscenza è chiamata anche epistemologia, laddove in Italia con questo termine si designa essenzialmente quella branca della gnoseologia che si occupa della conoscenza scientifica, e che è altrimenti chiamata filosofia della scienza. L'epistemologia è quella branca della filosofia che si occupa delle condizioni sotto le quali si può avere conoscenza scientifica e dei metodi per raggiungere tale conoscenza, come suggerisce peraltro l'etimologia del termine, il quale deriva dall'unione delle parole greche επιστήμη (episteme), scienza, conoscenza certa, e λόγος (logos), discorso. In un'accezione più ristretta l'epistemologia può essere identificata con la filosofia della scienza, la disciplina che si occupa dei fondamenti delle diverse discipline scientifiche. È bene precisare che nell'ambito della cultura anglosassone il concetto di epistemologia viene invece usato come sinonimo di gnoseologia o teoria della conoscenza, la disciplina che si occupa dello studio della conoscenza in generale.
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Messaggio Da INFERNO Ven 12 Set 2008, 14:31

L'arte di conoscere se stessi
Arthur Schopenhauer
http://www.forma-mentis.net/Filosofia/Shopenhauer.html
http://it.wikipedia.org/wiki/Arthur_Schopenhauer
Arthur Schopenhauer (Danzica, 22 febbraio 1788 – Francoforte sul Meno, 21 settembre 1860) è stato un filosofo tedesco.
« A parte poche eccezioni, al mondo tutti, uomini e animali, lavorano con tutte le forze, con ogni sforzo, dal mattino alla sera solo per continuare ad esistere: e non vale assolutamente la pena di continuare ad esistere; inoltre dopo un certo tempo tutti finiscono. È un affare che non copre le spese » (Arthur Schopenhauer, aforisma)

http://it.wikipedia.org/wiki/Pensiero_di_Schopenhauer
Nella sua filosofia, Schopenhauer fu influenzato da vari autori:
* Platone: nella teoria delle "idee", forme eterne dell'Iperuranio
* Kant: Schopenhauer riprende i termini del problema kantiano del rapporto fra le cose come ci appaiono (fenomeno) e la cosa in sé (noumeno). Il fenomeno, ovvero le cose come ci appaiono che elaborate dalle forme a priori di spazio e tempo e dalla categoria di causalità (Kant ne aveva identificate 12 invece) da vita alla scienza è oggettivo ma non vero, perché offuscato dal 'velo di Maya, ovvero un velo che impedisce ai sensi di percepire la realtà. Le cose in sé, il noumeno è, a differenza di quanto diceva Kant, conoscibile, e consiste nella volontà di vivere, presente in ogni cosa dell'universo.
* Illuministi: Schopenhauer analizza il mondo da un punto di vista fisiologico, è critico e rifiuta l'Idealismo. In particolare riprende da Voltaire l'atteggiamento ironico e demistificatore nei confronti di religioni, credenze popolari e superstizioni.
* Romanticismo: riprende alcuni temi: l'irrazionalismo, il dolore, l'importanza (catartica) dell'arte e della musica. Richard Wagner, in particolare, modificò la sua concezione dopo aver letto Il mondo come volontà e rappresentazione, specie nel testo de L'anello del Nibelungo (la cessazione della volontà di vivere che accompagna il personaggio di Wotan), nel Parsifal e nel Tristano e Isotta. Nel Tristano, però, a torto si esagerò l'influenza del filosofo sul musicista.
* Spiritualità indiana: Schopenhauer la conosce attraverso Frederich Mayer; ammira molto la sapienza orientale, tanto da metterne il sapore nelle proprie opere: molte espressioni e immagini fanno parte del repertorio indiano. Allo stesso modo, il Parsifal di Wagner ne ricalca la medesima concezione buddhista.
* Riprende la teoria del Nirvana, che è un mondo dove l'uomo non desidera, che si raggiunge attraverso 3 momenti:
o giustizia, che ci porta a considerare la volontà di vivere come un'istanza collettiva e non individuale;
o compassione, che ci porta a superare l'eros per amare il prossimo condividendone il dolore, simile appunto al nostro;
o ascesi, che è uno stato di castità che ci serve per annullare il desiderio e raggiungere così il nirvana.


Il mondo come rappresentazione
Schopenhauer riprende da Kant i concetti di fenomeno e noumeno. Il fenomeno è il mondo come appare a noi mentre il noumeno è la cosa in sè, la realtà come veramente è. Il fenomeno per Schopenhauer è parvenza, illusione, sogno. Le forme a priori della nostra coscienza (spazio, tempo, causalità) alterano la realtà facendocela vedere in modo diverso da come essa veramente è. Il fenomeno è il prodotto della nostra coscienza. Per questo il filosofo tedesco afferma che il mondo è la mia rappresentazione. Ma al di la del velo di Maya illusorio del fenomeno c'è la cosa in se che l'uomo desidera conoscere. Proprio perché l'uomo sente questa necessità di conoscere il noumeno egli è un animale metafisico.

Il mondo come volontà
Se fossimo solo rappresentazione non potremmo mai scoprire la cosa in se. Ma noi non siamo solo rappresentazione ma anche corpo, non ci guardiamo dal fuori ma ci viviamo da dentro godendo e soffrendo. Proprio questo ci permette di squarciare il velo del fenomeno e cogliere la cosa in se. Infatti ripiegandoci in noi stessi scopriamo che la radice noumenica del nostro io è la volontà: noi siamo volontà di vivere, un impulso irrazionale che ci spinge a vivere e a agire. La volontà di vivere in realtà non è solo la radice noumenica del nostro io ma di tutta la realtà. Infatti la volontà di vivere si oggettivizza in tutta la realtà fenomenica: nelle cose inaminate, nelle piante, negli animali e nell'uomo (in cui raggiunge la massima consapevolezza). La volontà di vivere non si oggettiva solo nel fenomeno ma anche nelle idee che sono i modelli incorruttibili delle cose fenomeniche. La volontà di vivere essendo al di là del fenomeno è aspaziale, atemporale, incausata, senza fine e senza scopo. La conseguenza dell'afinalità e dell'irrazionalità della volontà di vivere è l'insensatezza della vita di tutti gli esseri viventi. Noi cerchiamo di dare un senso alla nostra vita postulando l'esistenda di Dio, ma Dio non trova posto nel sistema filosofico di Schopenhauer. Al suo posto c'è la volontà di vivere che causa tutti i dolori e le sofferenze umane.

Il pessimismo cosmico
La volontà di vivere causa la sofferenza cosmica di tutti gli esseri viventi, specialmente dell'uomo la cui maggiore razionalità lo fa soffrire di più rispetto agli animali (infatti a differenza degli animali sa di dover morire). Questo per due motivi:
* La volontà di vivere causa nell'uomo il desiderio. Però difficilmente i desideri si realizzano e la mancata realizzazione di un desiderio causa sofferenza. Il piacere si ha quando un desiderio si realizza. Però è qualcosa di effimero perché ben presto, in mancanza di altri desideri, si tramuta in noia. La vita umana è quindi un altalenarsi di dolore e noia, passando per la sensazione effimera del piacere.
* La volontà di vivere causa anche la lotta per la sopravvivenza tra gli esseri viventi in cui solo il più forte riesce a sopravvivere. Nonostante tutti gli esseri viventi siano oggettivazioni di un unica volontà, si scannano tra di loro. Schopenhauer fa l'esempio delle formiche giganti dell'australia il cui capo e la cui coda si separano e iniziano a lottare tra di loro, scannandosi a vicenda.

Iter salvifico
Nonostante il suo pessimismo Schopenhauer rifiutava il suicidio. Questo per due motivi:
* Il suicidio non è una negazione della volontà di vivere ma piuttosto una sua affermazione, poiché il suicida vuole porre fine alla propria vita.
* Il suicidio è inutile poiché il suicida, suicidandosi, non elimina la volontà di vivere, ma solo una sua oggettivazione fenomenica; la volontà di vivere continuerà a oggettivarsi in miliardi di esseri viventi e cose inanimate.
Il filosofo propone allora un iter salvifico, alla fine del quale, l'uomo si può liberare della voluntas, causa di dolore, e giungere alla noluntas. La tappe sono 3:
* L'arte: attraverso l'arte l'uomo non partecipa alla vita ma la osserva poichè l'arte è contemplazione della vita stessa, egli nell'arte trova conforto, poichè la voluntas non domina più completamente l'uomo ma si assopisce. L'arte però è una soluzione temporanea.
* L'etica della pietà: l'uomo provando compassione per il dolore degli altri, non solo prende coscienza del dolore ma lo sente e lo fa suo accorgendosi veramente della voluntas che è inconscia. Il dolore unendo gli uomini li accomuna e li conforta. Ma anche questa soluzione è parzialmente momentanea.
* L'ascesi: questa è la tappa in cui si verifica il passaggio dalla voluntas alla noluntas, l'uomo deve rinunciare a qualsiasi piacere fisico e di sussistenza vitale, e solo nel momento in cui rinunciando a tutto non desidererà più nulla, la voluntas si estinguerà e l'uomo sarà libero attraverso il nirvana, che è l'esperienza del nulla di essere tutto l'universo e non un individuo. È ovvio che sconfitta anche in solo uomo la voluntas essa, poichè è unica, è sconfitta in tutti gli uomini.

Principium rationis sufficientis fiendi
Principio di ragione sufficiente del divenire, noto anche come legge di causalità (modificazione reciproca degli stati della materia), che il filosofo inserisce, assieme a tempo e spazio, tra le forme date a priori nell'intelletto umano. Tutti gli oggetti che contribuiscono a creare il complesso della realtà sperimentale sono, rispetto al cominciare e cessare dei loro stati, legati tra loro per mezzo di tale principio; se subentra un nuovo stato di uno o più di questi oggetti "reali", bisogna che un altro lo abbia preceduto, e che ad esso faccia seguito uno nuovo, il tutto nella più perfetta necessità. Tali seguire e conseguire rappresentano ciò che più comunemente si usa indicare sotto il concetto di rapporto causa-effetto. Se ad esempio un qualsiasi corpo inizia un processo di combustione, è necessario che esso sia preceduto da:
* uno stato di affinità con l'ossigeno;
* uno stato di contatto con l'ossigeno;
* uno stato di aumento della temperatura.
Poiché, non appena questi stati della materia si verificano, deve immediatamente conseguirne la combustione, e però essa si manifesta solo adesso e non può dunque essere stata sempre presente, essa dev'essersi verificata solo ora: questo prodursi di un'alterazione nella condizione originaria della materia viene solitamente indicato con il termine modificazione. Dunque la legge di causalità sta in rapporto esclusivo con le modificazioni e ha sempre e solo a che fare con queste. Ogni effetto è, nel suo verificarsi, una modificazione e dà un'indicazione pressoché infallibile su un'altra modificazione ad essa precedente che, in relazione all'effetto stesso, rappresenta la causa ma che a sua volta, in relazione ad una terza modificazione anteriore ad entrambe, si chiama nuovamente effetto: questa concatenazione logica è ciò che si intende quando si fa riferimento alla catena causale. Le singole diverse determinazioni, che solo considerate assieme completano e costituiscono la causa, possono essere dette momenti causali o anche condizioni e perciò si può scomporre la causa in tali sue parti costituenti (ciò che poi auspicano di conseguire le scienze tutte comunemente intese). Tali modificazioni degli stati della sostanza (e non mai della sostanza stessa, che come si sa è perenne) divengono successivamente percepibili (dunque rappresentabili) in quanto affezioni che ineriscono agli organi costituenti il nostro apparato sensoriale che, inviando una serie di impulsi lungo la corteccia cerebrale, fornisce al nostro intelletto la capacità di rappresentazione della realtà oggettiva. Ciò stabilito, Schopenhauer è a questo punto libero di portare il filo logico delle sue riflessioni alle sue estreme conseguenze, attaccando direttamente Cartesio - che tenta di negare la necessità di trovare una causa per la stessa esistenza di Dio semplicemente attribuendogli il vago concetto dell'immensitas - e Spinoza che, nonostante sia allievo di Cartesio, non viene in chiaro con il pensiero del maestro e preferisce definire Dio come causa sui, la causa di tutte le cause, il che equivale a dire: una causa che si pone al di fuori della stessa catena causale; ovviamente una contradictio in adjecto. Dalla legge di causalità risultano inoltre due importanti corollari: la legge di inerzia e la legge di persistenza della sostanza. La prima afferma che ogni stato della materia, dunque tanto la quiete quanto il suo moto di qualsiasi tipo, persevera senza crescere né diminuire anche per tutta l'eternità del tempo e per tutta l'infinità dell'universo se non interviene una qualsiasi causa ad alterarlo o farlo cessare. La legge di permanenza della sostanza consegue invece dal fatto che la legge di causalità è applicabile solo e soltanto agli stati della materia, agli stati dei corpi, cioè alla loro quiete o al loro movimento, alla loro forma e qualità d'ogni genere, al nascere e al perire nel tempo dei fenomeni (e solo dei fenomeni), e nient'affatto all'esistenza del "portatore" di questi stati, la sostanza appunto: essa persiste, non può né nascere né perire, il suo quantuum non può cioè essere aumentato o diminuito (conoscenza di cui, afferma Schopenhauer, noi siamo dotati a priori). Dall'infinita catena delle cause e degli effetti rimangono perciò intatte due sole cose:
* la materia informe, che non s'è cioè ancora manifestata in un fenomeno o un ente, e che è anzi l'unico medium per mezzo del quale la legge di causalità può esternarsi;
* le forze naturali originarie, a cui - afferma il filosofo - è inutile tentare di dare una spiegazione causale, essendo tali forze il sostegno stesso su cui si fonda l'esistenza della medesima catena di causa ed effetto. Ovvero: è illogico, e denota mancanza di riflessione, chiedere il perché del diritto di chiedere perché.IL SOFFIO DELLA VITA - Pagina 4 Schopenhauer2fk8
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Messaggio Da INFERNO Sab 13 Set 2008, 01:49

Intendo temerariamente rispondere al pessimismo cosmico di Arthur Schopenhauer:
ne escono alcuni temi che considero focali del suo pensiero:
1) la volontà di vivere
2) la sofferenza cosmica
3) la razionalità
4) il desiderio con le sue conseguenze cioè il dolore o la tristezza per l'eventuale mancata realizzazione, oppure il piacere di vederlo realizzato
5) al raggiungimento del desiderio, la noia per la mancanza di altri desideri da soddisfare
6) il concetto della vita umana che è quindi un altalenarsi di dolore e noia passando per la sensazione effimera del piacere
7) la sopravvivenza
-----------------------------------------------------------------------------------------------
allora,
> punto 1 e punto 7: la volontà di vivere, è geneticamente inserita nella memoria di una persona e coincide con il punto 7 in relazione al concetto della sopravvivenza > appartiene al genere umano per l'aspetto duale del conscio-inconscio, ma il pluri-fattore socio/economico/educativo/culturale, ne può variare sensibilmente l'intensità in ogni individuo > cioè, non è detto, che nella volontà di vivere si debba perforza inserire un corollario minimo d'obiettivi (standardizzati o pure liberi) da perseguire, perchè ci sono persone che vivono semplicemente alla giornata e sono pure felici > comunque, la volontà di vivere, è normalmente al max livello, quando coincide con la fortuna di poter condividere con qualcuno le proprie esperienze, le proprie emozioni, cioè convivere con gusto, la vita d'ogni giorno.
> punto 2: la sofferenza cosmica, fa solo parte del contesto ambientale di vita e dell'identità del suo popolo, perchè questi riescono a forgiare in bene od in male, il carattere o il comportamento delle persone in generale > ad es., in certe zone super depresse, gli abitanti mantengono ugualmente una solida dignità ed una solida allegria, derivanti dalla loro povera quanto limpida semplicità e generosità nel sociale > la pesantezza od il soffocamento del vivere, sono stati d'animo fenomenologici, che anche nelle forme più gravi come la depressione, non sono perenni od indebellabili > tutto è modificabile per il meglio > il suicidio, non solo è una propria sconfitta, ma è una sconfitta cosmica, perchè si rinuncia a combattere per tutti quelli che non sono nati al nostro posto > abbiamo tutti una nobile responsabilità cosmica
> punto 3: la razionalità che dovrebbe distinguere l'uomo dal resto degli animali, è solo un punto di forza? > in effetti, ragionando con la nostra mente, ci si deprime pure e pertanto, parrebbe controproducente avere a disposizione strumenti che facilitino la trasmissione del dolore > qui, è necessaria un'azione compensativa per il superamento dei pensieri negativi > l'amore, la salute, la filosofia, la religione, la medicina d'ogni tipo, il buon comportamento, sono difese a tutto questo > bisogna semmai saper riconvertire il fastidio in altro e canalizzare ogni pensiero positivo per il nostro benessere > pertanto, occorre costruire un'ideale termo-valorizzatore del nostro pattume interiore e dargli un nuovo connotato personalizzato di tipo filosofico-energetico, cioè sorprendere anche la sorpresa negativa
> punto 4, punto 5 e punto 6: le conseguenze del desiderio, sono solo un falso problema > basta comprendere che il vero concetto, va affrontato da un'altro versante > cioè dobbiamo essere consapevoli che la bellezza di un desiderio, è tutto il percorso che facciamo per raggiungerlo > dobbiamo gustarci passo per passo quel percorso, perchè è li che si concentra l'essenza zen del desiderio splendente > giunti all'arrivo, il desiderio non è più desiderio splendente, ma bensì un grigio quanto neutrale piacere ottenutoIL SOFFIO DELLA VITA - Pagina 4 Filosofeggiareny1
In conclusione, io sarei propenso a lanciare il principio della responsabilità cosmica in antitesi al pessimismo cosmico


Ultima modifica di INFERNO il Dom 14 Set 2008, 10:27 - modificato 2 volte.
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Messaggio Da INFERNO Sab 13 Set 2008, 16:15

la responsabilità cosmica, ricade su ognuno di noi, cioè su chiunque possa fare qualcosa per la società, poco o molto che sia > ogni struttura societaria, avrà anche dei punti di riferimento più o meno avanzati che operano per il bene collettivo > per rimanere sulle singole figure, per eccellenza avremo ad es., il proprio medico, il proprio prete confessore e così via e che a loro volta sono anche eventualmente organizzati in forme varie di sotto-strutture d'assistenza come l'ospedale, la chiesa ecc. > pertanto, antropologicamente e nel proprio contesto non alfabetizzato, avevano una funzione di responsabilità cosmica pure gli sciamani.
SCIAMANESIMO
http://www.sciamanesimo.com/homepage.html
http://www.sciamanesimo.com/info.html
http://www.isolafelice.info/sciamanesimo.htm
http://sciamanesimo.splinder.com/
Detto sciamano: "nella vita solo due cose non torneranno indietro, una freccia scagliata ed un'occasione persa"
http://it.wikipedia.org/wiki/Sciamanesimo
Sciamanesimo, in antropologia culturale, è un termine che indica l'insieme delle credenze ed il modo di vivere e di vedere il mondo, di società animiste non alfabetizzate, imperniato intorno ad una particolare figura di guaritore-saggio ed alla sua attività magico-religiosa: lo sciamano > Lo sciamanesimo si riferisce a una vasta gamma di credenze e pratiche tradizionali che comprende la capacità di diagnosticare e curare malattie, nonché tutti i possibili problemi della comunità e del singolo, dal come procurarsi il cibo al come sbarazzarsi dei nemici. Ciò attraverso l'asserita capacità dello sciamano di "viaggiare" in stato di trance nel mondo degli spiriti e di utilizzare i loro poteri. È questa la principale caratteristica dello sciamano che lo contraddistingue da altre forme di guaritore. Lo sciamanesimo è un'antichissima pratica transculturale che presenta caratteri distintivi ben precisi e comuni, all'interno di una struttura flessibile, capace cioè di adattarsi a diverse culture e religioni.
La figura dello sciamano
La figura dello sciamano nasce nelle società primitive con lo scopo di risolvere problematiche di base per la sopravvivenza di qualsiasi società, ovvero:
* salute
* riproduzione
* sussistenza.
Secondo queste società primitive, in ultima istanza, erano gli spiriti ultraterreni a determinare la sorte e gli avvenimenti terreni; ogni problema poteva perciò essere risolto solo da qualcuno che avesse la capacità ed i mezzi per entrare in contatto con tali spiriti, affrontando un "viaggio" ultraterreno nel loro mondo, trovando lì la soluzione ai problemi. Questo è lo sciamano, un "ponte" tra il mondo terreno e quello ultraterreno. Secondo la cultura sciamanica, non si può diventare sciamani per scelta o per semplice iniziazione, ma si deve ricevere una "chiamata" da parte degli "spiriti" e a questa chiamata non si può rispondere negativamente. Detto ciò, è comunque possibile che alcune culture prevedano un qualche tipo di iniziazione per lo sciamano. Per chi la riceve, la "chiamata" è spesso un dramma: essa ne sconvolge la vita e ne mina seriamente la stabilità e l'integrità fisico-psichiche; il chiamato ne farebbe volentieri a meno. Tuttavia, il non accettare, sempre secondo la tradizione sciamanica, avrebbe conseguenze molto più gravi, che potrebbero portarlo fino alla follia ed alla morte. Generalmente nello sciamanesimo classico, gli sciamani sono di sesso maschile, ma esistono anche sciamani di sesso femminile ed il loro numero aumenta man mano che ci si avvicina ai gruppi sedentari, soprattutto nelle società agricole e contadine (p. es. Uzbeki e Tagiki, ma anche Estremo Oriente e Sudest asiatico). Il loro ruolo però è generalmente più marginale rispetto a quello degli sciamani maschi perché, sempre secondo la tradizione sciamanica, il "viaggio" dello sciamano di sesso maschile sarebbe di ben più ampio respiro, avrebbe un raggio d'azione molto più vasto e la sua azione sarebbe molto più potente. Le sciamane (dove esistono) sarebbero invece generalmente più "specializzate" in quelle cure che prevedono l'uso dell'erboristeria. Lo sciamano, diversamente da quanto succede per il sacerdote o il re, non deriva da un'istituzione, ma ha base empirica, possiede facoltà innate o trasmesse e, a differenza invece dello stregone-medico, ha un comportamento di carattere estatico, in trance è ponte fra le energie spirituali e quelle terrene, un canale della volontà divina e delle forze della natura che mette a disposizione dell'umanità attraverso l'amore e la comprensione. Durante l'estasi si impadronisce di lui una forza (che può essere concepita sia dinamisticamente come impersonale, sia animisticamente come spirito o demone): con questo aiuto lo sciamano influisce sulla vita dei compagni. Il legame fra lo sciamano e il potere che lo invade è molto stretto, perde la sua personalità e diventa temporaneamente l'"altro". Sciamani dell'America settentrionale e della Groenlandia portano maschere proprio per sottolineare questo significato. Non sempre tutto questo viene sentito come un dono ma anche temuto come la morte, per la sua potenza. Alcune culture sciamaniche fanno risalire le loro origini alle donne, per esempio lo sciamanesimo che opera tramite l'aquila oppure in Cile, dove le sciamane Mapuche da 25.000 anni praticano guarigioni seguendo la luna. Addirittura presso i Ciukci dell'Asia settentrionale o i Daiaki delle coste della Malesia, lo sciamano si "trasforma" a volte in donna e come tale si sposa. Gli Sciamani sono protettori della mitologia dei raccoglitori – cacciatori (la cui vita era basata sull'economia di sussistenza, sulla predizione e sul rapporto diretto con la natura) con un ruolo fondamentale sull'evoluzione delle società di cui facevano parte. Le regole fondamentali della pratica sciamanica sono il rispetto dell'individualità e della libertà di ogni singolo individuo; divieto per lo sciamano è nuocere a sé e agli altri, mancare di rispetto alla Madre Terra e a qualsiasi espressione di vita, nonché ricevere compensi in denaro. Aspetto significativo della "cura" nella credenza sciamanica è che la guarigione è sia fisica che psichica. Parte della psichiatria moderna attribuisce le eventuali guarigioni ad ipnosi o autoipnotismo o anche ad ipnotismo collettivo. Gli strumenti musicali, per esempio, con il frastuono violento che spesso accompagna queste pratiche, "strappano" il guaritore ed il paziente dalla loro solita esistenza, con funzione terapeutica.IL SOFFIO DELLA VITA - Pagina 4 Sciamanesimoia4
SCIAMANESIMO TIBETANO:
http://sciamanesimo.splinder.com/tag/sciamanesimo+tibetano
http://www.viaggi24.ilsole24ore.com/articoli/i-riti-delle-sciamane.A1011414.php
Vivere il Presente trascendendo l'illusione, qui ed ora, in armonia col Tutto..IL SOFFIO DELLA VITA - Pagina 4 Sciamanesimotibetanoeo5
http://www.nonsoloanima.tv/index.php?controller=review&v=446

SCIAMANESIMO E MEDICINA MODERNA:
http://www.innernet.it/la-via-della-guarigione-sapienza-sciamanica-e-medicina-moderna/
Però, quanto riportato di seguito, rende difficile se non quasi incompatibile il rapporto con la medicina moderna, se per medicina moderna, intendiamo quella tradizionale derivante dagli studi scientifici:
http://www.aemetra-valeriosanfo.it/Medicina%20sciamanica.html
http://www.mednat.org/medicina_antica.htm
Nello sciamanismo si rintracciano numerosi elementi a fine terapeutico, tanto che alcuni lo appellano quale “medicina sciamanica”. Lo sciamanismo è caratteristico delle popolazioni siberiane: Buriati, Samoiedi, Tungusi, stanziate nell’Asia centrale, in Mongolia e Tibet. Lo sciamano opera tramite i suoi spiriti “adiutori” che lo guidano nel suo operato. Caratteristica indispensabile per essere uno sciamano è la capacità di entrare nello stato di trance. La trance sciamanica viene suddivisa in trance visionaria di origine euroasiatica, e trance da possessione di origine africana. Nella prima, vengono attivate particolari doti extrasensoriali insite nel soggetto; nella seconda si afferma che lo sciamano sia posseduto da una entità esterna.
Le caratteristiche peculiari rintracciabili nello sciamanismo sono:
* presenza della crisi iniziatica,
* raggiungimento dello stato di trance (diversificazione della coscienza),
* possibilità di viaggiare nell’altro mondo ovvero degli spiriti, essere affiancato da una entità animale, chiamata “animale di potere”.
Lo sciamano è molto più di un guaritore, egli incorpora una serie di ruoli quali: il mago, il sacerdote, il mistico, il poeta, e in generale egli è un artista. Il fatto che egli possa curare è dovuto al dominio che possiede sugli spiriti. Per divenire sciamani occorre che sia presente l’iniziazione, che può originarsi dalla vocazione spontanea dell’individuo, oppure dalla trasmissione ereditaria, o anche da una decisione assunta dal clan d’ appartenenza.
La trance sciamanica si compone di due diverse esperienze:
* il volo extracorporeo, nel quale lo sciamano esce dal corpo fisico mantenendo un involucro energetico;
* oppure la possessione attraverso la quale gli spiriti gli comunicano le informazioni.
Lo sciamano guida le persone attraverso tutti i momenti salienti della vita, dalla nascita alla morte. Nella pratica dello sciamanismo si ricorre alla danza, al canto, ai suoni, ed anche all’assunzione di droghe. Gli strumenti a percussione, tipicamente il tamburo, rivestono un importante ruolo nel rituale sciamanico. Lo sciamano viene considerato un guaritore dotato di facoltà extrasensoriali.
http://www.gruppoanima.it/gruppoanima/
Nonostante tutto, esistono attualmente, forti sinergie per ricercare l'utilità delle pratiche antiche > il ruolo della scienza nel citato rapporto, viene da molti sostenitori dello sciamanesimo, auspicato come dovutamente rispettoso, anche se essa, per ovvie ragioni, sia radicata a parametri diametralmente opposti di credibilità e di affidabilità sia teorica che empirica > intanto nella medicina olistica, la biotransenergetica http://www.biotransenergetica.it/home.html s'indirizza apertamente ad uno sciamanesimo moderno: http://www.fiorigialli.it/libri/libri/la-biotransenergetica_verso-uno-sciamanesimo-moderno.php così come esiste a tutti gli effetti uno sciamanesimo contemporaneo: http://www.studisciamanici.it/testisciamanesimo.html


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Messaggio Da INFERNO Sab 13 Set 2008, 21:54

PSICOCIBERNETICA:
http://www.psicocibernetica.it/
http://www.centrodipsicociberneticaapplicata.it/
http://www.stimolatore.com/psicologia/psicocibernetica-esercizio-pratico.html
IL SOFFIO DELLA VITA - Pagina 4 Psicofh6
Il fondamento su cui si basa la Psicocibernetica di Maxwell Maltz è molto semplice, secondo Maltz il nostro cervello non riesce a distinguere tra un’esperienza realmente vissuta ed una intensamente e vividamente immaginata > ovviamente consiglio il libro che ho letto e che è stato primo in assoluto sul genere filosofia-applicata:
http://www.stimolatore.com/recensioni/psicocibernetica.htmlIL SOFFIO DELLA VITA - Pagina 4 Psicociberneticafv5
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Messaggio Da INFERNO Dom 14 Set 2008, 02:32

PSICOSINTESI
http://www.utopie.it/formazione/psicosintesi.htm
Metodologia psicologica ideata dallo psichiatra italiano Roberto Assagioli, che si propone di unire in sé la tendenza all'introspezione e all'attenzione interiore, con un atteggiamento pragmatico e attivo.
http://www.psicosintesiblog.blogspot.com/
http://it.wikipedia.org/wiki/Psicosintesi
La psicosintesi è una teoria e prassi psicologica che si sviluppa dalla psicoanalisi, per evolversi sul versante della Psicologia umanistica ed Esistenziale e su quello della Psicologia transpersonale. La disciplina è stata concepita dallo psichiatra veneziano Roberto Assagioli (1888-1974) e può essere quindi considerata uno dei pochi paradigmi psicoterapeutici sviluppati autonomamente in Italia. Assagioli fu il primo medico psichiatra italiano che si interessò attivamente di psicoanalisi, e la sua tesi di laurea, preparata nel 1907 nell'ospedale psichiatrico Burgholzli a Zurigo (dove operava C.G. Jung, con il quale svilupperà un'amicizia personale) ebbe appunto il titolo La Psicoanalisi. Successivamente, diventerà l'unico italiano membro della Società Freud di Zurigo, ed in seguito sarà socio della Società Psicoanalitica Internazionale. Nel giro di qualche anno però Assagioli iniziò a discostarsi dal pensiero freudiano, ritenuto da lui troppo riduttivo e rigido rispetto all'ampiezza ed alla complessità della psiche umana. La novità, nell'approccio psicosintetico, consiste nello sviluppo dell'idea che già aveva costituito motivo di contrasto tra Freud e Jung, secondo la quale, nella «cura dell'anima», alla fase analitica, deve seguire una fase sintetica, cioè più attiva e orientata alla scoperta della volontà personale. Così come vi sono molte correnti psicoanalitiche, possono allo stesso modo coesistere diverse correnti psicosintetiche, dal momento che, come afferma lo stesso Assagioli, "non esiste ortodossia in Psicosintesi e nessuno, a partire da me stesso, può proclamarsene il vero o autentico rappresentante". Pertanto, in senso più ampio, «psicosintesi» può essere definito ogni atteggiamento orientato verso integrazioni e sintesi sempre più vaste, atteggiamento che si prenda a cuore l'uomo nella sua interezza e nella sua unicità, fino alla realizzazione della sua dimensione spirituale (o transpersonale). Per questo motivo, Assagioli arriva ad affermare che "la Psicosintesi non può essere rappresentata all'esterno da nessuna organizzazione" e in questo dimostra la sua levatura di ricercatore libero, al di là di ogni settarismo e identificazione con questa o quella chiesa, anche se laica.

La Psicosintesi è stata sviluppata da Assagioli in Italia fin dagli inizi del Novecento (con il nome di Psicagogia), e successivamente è stata diffusa negli Stati Uniti fino ad essere attualmente conosciuta e praticata in tutto il mondo. Tenendo fede al suo spirito improntato al dialogo e all'unificazione, la Psicosintesi accoglie istanze e contributi di molte e disparate correnti psicologiche, integrandole però nella sua specifica visione dell'essere umano. La concezione integrale dell’essere umano tipica della Psicosintesi, la costituisce soprattutto come un metodo di autorealizzazione, teso alla pienezza delle sue quattro dimensioni: fisica, emotiva, mentale e spirituale.
I temi basilari del pensiero psicosintetico sono: le subpersonalità, l’integrazione della personalità attorno ad un centro unificatore, l’io personale, la volontà (buona, forte, abile), le funzioni psichiche, il modello ideale, la disidentificazione, la trasmutazione delle energie, la sintesi, lo sviluppo delle qualità superiori, l’espansione della coscienza, la meditazione, il supercosciente e il Sé transpersonale. La Psicosintesi opera nei seguenti campi: psicoterapia, integrazione personale e realizzazione delle proprie potenzialità, educazione, rapporti interpersonali e sociali. Il modello della psiche umana proposto da Assagioli può essere rappresentato, molto brevemente, con una figura ovoidale: all'interno si trovano l'inconscio nelle sue diverse componenti (inconscio inferiore, medio e superiore), un nucleo centrale corrispondente al campo della coscienza con al centro l'Io. All'esterno dell'uovo si trova l'inconscio collettivo. L'Io non è altro che il riflesso del Sé. Il Sé è raffigurato sulla sommità dell'ovoide, quindi esso trascende l'individualità della psiche. È transpersonale, rappresenta quella dimensione trascendente che ogni essere umano possiede dentro di sé. La caratteristica fondamentale della psicosintesi è di comprendere nella propria prassi anche lo sviluppo spirituale della persona, inteso quindi come possibilità di integrare armonicamente diverse dimensioni della psiche, un processo già presente nella psicologia di Jung e noto come individuazione. In particolare per Assagioli è essenziale, nel processo di sviluppo spirituale, entrare in contatto con il Sé transpersonale. Esiste quindi un percorso di psicosintesi personale, che riguarda l'integrazione e l'armonizzazione delle varie istanze psichiche, ed un percorso di psicosintesi transpersonale, che permette all'uomo di accedere a dimensioni più elevate della psiche. In senso psicoterapeutico è possibile pertanto parlare di una psicoterapia a livello dell'Io, e di una a livello del Sè. “La psicosintesi è una concezione integrale dell’uomo quale essere bio-psico-spirituale”. Quindi essa propone una visione dinamica della vita psichica, intesa quale lotta fra molteplicità di forze contrastanti e un centro unificatore che tende a comporle in armonia. Vengono proposti un insieme di metodi di azione psicologica volti a favorire e a promuovere l’integrazione e l’armonia della personalità umana. Una delle tecniche psicosintetiche di maggiore importanza è l’esercizio di autoidentificazione e disidentificazione: esso ci consente di riconoscerci come esseri costituiti da un qualcosa, un intero, che non è composto esclusivamente dalla nostra storia personale, dal nostro corpo o da quel dato problema. Gli scopi dell’approccio psicosintetico possono essere riassunti in: conosci te stesso, possiedi te stesso, trasforma te stesso.
http://www.passaggi.eu/tecniche.php

La Psicosintesi come istituzione
La Psicosintesi terapeutica è promossa dalla Società Italiana di Psicosintesi Terapeutica (SIPT) fondata da Assagioli con sede in Firenze, via San Domenico 14. I suoi corsi formativi di durata quadriennale in psicoterapia, aperti a medici e psicologi secondo la normativa della L.56/89, sono legalmente riconosciuti dallo Stato italiano. In Firenze opera anche l'Istituto di Psicosintesi che ha sedi sparse in tutta Italia, e che si occupa di promuovere in senso terapeutico e non il pensiero di Roberto Assagioli

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Messaggio Da INFERNO Dom 14 Set 2008, 02:55

PULSATION
http://www.passaggi.eu/tecniche.php
Osho Pulsation è un metodo di autoindagine e crescita personale, che opera attraverso il corpo e il sistema dell’energia vitale, col fine di recuperare la naturale vitalità ed espressività dell’essere umano. L’approccio di pulsation affonda le proprie radici nella bioenergetica di Wilhelm Reich ed è guidato da alcune delle mappe da lui scoperte relative al flusso dell’energia nel corpo. L’idea di Reich era che molti problemi psicologici hanno origine da un disturbo della funzione naturale di carica e scarica energetica che governa il rilascio emozionale spontaneo. Ogni volta che blocchiamo un impulso, ad esempio reprimiamo la rabbia, ingoiamo la paura, o le lacrime, mettiamo in funzione un potente sistema di blocco nel corpo che Reich ha chiamato armatura muscolare. Lo sforzo per controllare l’espressione emotiva crea una tensione nella muscolatura che blocca il flusso delle sensazioni all’interno del corpo. Questa tensione ci rende emozionalmente disconnessi, psicologicamente frammentati ed energeticamente divisi, contro noi stessi. La pulsazione, che prende la sua forma più lampante nella pulsazione respiratoria o cardiaca, rigenera un senso di interezza, recuperando le sensazioni rifiutate. Attraverso la respirazione profonda si allenta l’armatura, e con essa la pressione interna delle energie inespresse, arrivando così ad un profondo rilassamento che ci consente di riconnetterci col nostro vero sentire. IL SOFFIO DELLA VITA - Pagina 4 Pulsationgx3
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GELSTALT
http://www.passaggi.eu/tecniche.php
La terapia della Gestalt, che inizialmente era stata chiamata della Concentrazione o Esistenziale, utilizza un termine tedesco che significa “struttura-forma”, in riferimento all’omonima psicologia della percezione. Tale psicologia sosteneva che il nostro campo percettivo si organizza spontaneamente in insiemi strutturali e significativi (quindi forme o gestalt). Perciò la nostra percezione di una totalità, ad esempio di un volto umano, non può ridursi alla semplice somma degli stimoli percepiti, gli occhi più la bocca più il naso, perché il tutto è diverso dalla somma delle parti: così quel viso non è soltanto il frutto della sommatoria dei suoi lineamenti. Cogliere l’elemento, o figura emergente, che è più carico di significato e di energia in un determinato momento, consente all’individuo di far convergere su di esso le forze disponibili. E da questo punto sarà così possibile far emergere la propria personale soluzione del problema. Di grande importanza anche l’attenzione puntata sul qui ed ora, cioè sulla figura che emerge dallo sfondo nel momento attuale: cosa senti adesso? Cosa stai facendo in questo momento? O cosa stai cercando di evitare? Scopo dell’approccio gestaltico è far scoprire, esplorare e sperimentare alla persona la sua propria forma e la sua interezza; con l’obiettivo di integrare tutte le parti scisse, affinché essa realizzi in pieno le proprie potenzialità. Si tratta di un percorso esperienziale che dà grande importanza all’ascolto del corpo e delle emozioni, come mezzi di liberazione e consapevolezza
IL SOFFIO DELLA VITA - Pagina 4 Gelstatmb3


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Messaggio Da INFERNO Dom 14 Set 2008, 03:08

LA RISPOSTA DELL'ACQUA
IL SOFFIO DELLA VITA - Pagina 4 Acqua9qm5IL SOFFIO DELLA VITA - Pagina 4 Acqua6mk6
http://www.macrolibrarsi.it/autori/_masaru_emoto.php
http://www.macrolibrarsi.it/libri/__la_risposta_dellacqua.php
http://www.centrodipsicociberneticaapplicata.it/origini.html
http://www.macrolibrarsi.it/autori/_masaru_emoto.php
Masaru Emoto è nato in Giappone nel 1943. Laureatosi all'università di Yokohama, sua città natale, ha fondato l'IHM Co nel 1986 e ha conseguito il dottorato in medicina alternativa presso l'Open International University nel 1992. I suoi studi sui misteri dell'acqua sono iniziati dopo la scoperta negli Stati Uniti del MRA, l'analizzatore di risonanza magnetica dell'acqua a micro cluster, in seguito, si è dedicato alla ricerca sui differenti tipi d'acqua - come quelli d'uso quotidiano, quelli presenti sulla Terra o all'interno del corpo umano - da un punto di vista più personale che scientifico, convinto che i cristalli d'acqua ne riflettano l'essenza. Attualmente Masaru Emoto è presidente dell'IHM General Research Institute, dell'IHM e dell'IHM International Hado Membership. Ha scritto numerosi libri su quest'originale argomento, tra cui "La Risposta dell'Acqua". Ricercatore sugli effetti delle vibrazioni provenienti dal pensiero umano, musica o semplici biglietti scritti, hanno sull'acqua prima di essere congelata e poi esaminata con microscopio elettronico. Le formazioni cristalline appaiono armoniche e simmetriche o caotiche e irregolari a seconda delle caratteristiche positive o negative delle vibrazioni inviate. Con la sua scoperta, Masaru Emoto è riuscito a rendere visibile ciò che da sempre le persone particolarmente sensibili sapevano e gli omeopati utilizzavano da molto tempo: grazie alla fotografia dei cristalli d’acqua è ora evidente che l’acqua accoglie informazioni di tipo diversissimo – persino un pensiero influisce sull’acqua e la modifica. In questo libro, Masaru Emoto espone concezioni affascinanti. Illustra i risultati ai quali è giunto unendo le conquiste della ricerca scientifica più moderna con i risultati da lui stesso ottenuti in lunghi anni di ricerca personale sull’acqua. L’interesse principale di Emoto, quello al quale dedica tutte le sue energie, è il risanamento dell’acqua, dell’uomo e della terra. Le meravigliose fotografie dei cristalli d’acqua, specialmente quelle dell’amore e della gratitudine, ci indicano la strada e dimostrano come noi stessi, con i mezzi più semplici, possiamo agire in maniera creativa e risanatrice.IL SOFFIO DELLA VITA - Pagina 4 Larispostadellacqua2ql9IL SOFFIO DELLA VITA - Pagina 4 Cristalli1zd7IL SOFFIO DELLA VITA - Pagina 4 Cristalli2vx7
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Messaggio Da INFERNO Dom 14 Set 2008, 14:16

Le proprietà dell'acqua
http://it.wikipedia.org/wiki/Acqua
L'acqua allo stato liquido presenta diverse anomalie: punto di ebollizione molto alto; volume molare http://it.wikipedia.org/wiki/Volume_molare piuttosto basso; calore specifico alto con un minimo a 35 °C; viscosità che presenta un minimo alle alte pressioni; notevole aumento di volume nel congelamento; un massimo della massa volumica che indica la presenza, al di sotto della corrispondente temperatura, di uno stato liquido che in modo anomalo all'aumentare della temperatura si contrae. Per spiegare queste anomalie si tende ad ammettere che l'organizzazione cristallina, dovuta nel ghiaccio ai legami idrogeno, sussista ancora nell'acqua liquida, costituendo un edificio macromolecolare lacunare con legami interni mobili che diminuiscono di numero all'aumentare delle temperature e che formano un insieme di agglomerati polimerici a grappolo in equilibrio dinamico, e di molecole libere o legate in catene o in anelli. A differenza della maggior parte delle altre sostanze, per le quali la forma solida è più densa di quella liquida, il ghiaccio è meno denso dell'acqua liquida. La densità dell'acqua è infatti massima a 4 °C. Ciò è dovuto al fatto che il volume molare dell'acqua aumenta all'abbassarsi della temperatura, con conseguente diminuzione della densità, e galleggiamento per spinta di Archimede.
L'acqua
Questa insolita espansione dell'acqua a basse temperature costituisce un vantaggio importante per tutte le creature che vivono in ambienti di acqua dolce d'inverno. L'acqua, raffreddandosi in superficie, aumenta di densità e scende verso il fondo innescando correnti convettive che raffreddano uniformemente l'intero bacino. Quando la temperatura in superficie scende sotto i 4 °C questo processo si arresta; e per la spinta di Archimede, l'acqua più fredda rimane in superficie, dove forma poi, con un ulteriore calo della temperatura, uno strato di ghiaccio. Se l'acqua non avesse questa particolarità, i laghi ghiaccerebbero interamente, facendo morire tutte le forma di vita presenti. La situazione nelle acque marine è in qualche modo diversa. Il sale contenuto nell'acqua abbassa sia il punto di congelamento dell'acqua di circa 2 °C, sia la temperatura cui l'acqua raggiunge la sua massima densità fino a circa 0 °C. Quindi, nelle acque oceaniche i moti convettivi che portano verso il fondo l'acqua più fredda non sono bloccati dalla differenza di densità come nelle acque dolci. Le creature che vivono sul fondo degli oceani artici sono adattate a vivere a temperature prossime a 0 °C.
Acqua marina.
Alla normale salinità dell'acqua di mare l'acqua congela a circa −1,9 °C. Il ghiaccio che si forma è sostanzialmente privo di sale ed ha densità paragonabile a quella del ghiaccio di acqua dolce. Questo ghiaccio galleggia sulla superficie, mentre il sale che ne è stato "espulso" va ad aumentare salinità e densità dell'acqua vicina, la quale scende per convezione verso il fondo. Le condizioni di temperatura e pressione in cui le fasi solida, liquida e gassosa di una sostanza esistono contemporaneamente in equilibrio tra loro è detta punto triplo. Per l'acqua il punto triplo viene usato come riferimento di temperatura, avendo fissato per convenzione che questi è a 273,16 K (ossia 0,01 °C); la pressione al punto triplo dell'acqua è di 611,2 Pa, valore molto basso, se si considera che al livello del mare la pressione atmosferica vale mediamente 101.300 Pa. Chimicamente l'acqua è un buon solvente. Le proprietà solventi dell'acqua sono essenziali per gli esseri viventi, dato che consentono lo svolgersi delle complesse reazioni chimiche che costituiscono le basi della vita stessa (ad esempio, quelle che avvengono nel sangue o nel citoplasma della cellula). L'acqua possiede un'elevata tensione superficiale, osservabile tramite la formazione di gocce, proprietà anch'essa importante per la vita. Un esempio è il trasporto dell'acqua negli xilemi degli steli delle piante; la tensione superficiale mantiene la colonna d'acqua unita e forze adesive mantengono l'acqua aderente allo xilema. Colonne altrettanto alte e sottili di liquidi meno coesi e meno aderenti andrebbero a spezzarsi formando sacche d'aria o di vapore, rendendo inefficiente fino all'impossibilità il trasporto del liquido attraverso lo xilema. L'acqua pura è un buon isolante elettrico (cioè un cattivo conduttore). Ma, essendo anche un buon solvente, spesso reca in sé tracce di sali disciolti in essa, che, con i loro ioni la rendono un buon conduttore di elettricità. Tramite un processo chiamato elettrolisi, l'acqua può essere scomposta nei suoi componenti elementari, l'idrogeno e l'ossigeno. L'acqua è infatti parzialmente dissociata in ioni H+ e OH-, che migrano verso i due poli della cella elettrolitica dove avvengono le seguenti reazioni
anodo (+): 4 OH- → O2 + 2 H2O + 4 e-
catodo (−): 2 H+ + 2 e− → H2
ossigeno e idrogeno formano bolle di gas sulla superficie degli elettrodi, da cui possono essere raccolti.
In teoria il pH dell'acqua pura a 25 °C è 7. In pratica, date le sue buone capacità solventi, l'acqua pura è difficile da produrre. Per semplice esposizione all'aria, l'acqua ne dissolve l'anidride carbonica formando una soluzione molto diluita di acido carbonico che può arrivare fino ad un valore di pH di 5,7. Similmente si comportano le gocce di pioggia, che quindi hanno sempre una minima acidità. La presenza di ossidi di zolfo o di azoto nell'atmosfera, tramite la loro dissoluzione nelle gocce di pioggia, porta a piogge acide aventi valori di pH ben inferiori (3,5 - 2,5) i cui effetti sull'ambiente sono ben più seri. Il pH dell'acqua di mare è entre 7,7 e 8,3.
IL SOFFIO DELLA VITA - Pagina 4 Acqua7gh9IL SOFFIO DELLA VITA - Pagina 4 Acqua10wl9
L'acqua nell'universo
L'acqua è stata trovata nelle nubi interstellari della nostra galassia, la Via Lattea. Si presume che l'acqua sia abbondante anche in altre galassie, dato che i suoi componenti elementari, idrogeno e ossigeno, sono tra i più abbondanti elementi dell'universo. Le nubi interstellari danno origine a nebulose stellari e sistemi solari come il nostro. L'acqua si ritrova quindi nelle comete, nei pianeti e nei loro satelliti. Nel nostro sistema solare, l'acqua è stata trovata
* sulla Luna,
* sui pianeti Mercurio, Marte, Nettuno,
* sui satelliti di alcuni pianeti, tra cui Tritone, Europa e Plutone.
PERTANTO L'ACQUA E' COSMICA
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Messaggio Da INFERNO Dom 14 Set 2008, 20:43

http://biologiribelli.blogspot.com/2008/09/acqua-funzioni-ruolo-e-ricambio.html
http://www.sportmedicina.com/conoscere_acqua.htm
ACQUA E PESO CORPOREO
Il nostro organismo è formato principalmente da acqua. Nel neonato l'acqua rappresenta il 75% circa del peso corporeo. Questa frazione percentuale diminuisce fino all'età adulta, quando si stabilizza intorno al 55-60% del peso corporeo. Nell'anziano si ha una ulteriore diminuzione della quantità di acqua totale corporea, sia come valore assoluto che come frazione percentuale. Le differenze tra i sessi si evidenziano a partire dalla adolescenza. La donna, infatti, avendo una maggiore percentuale di tessuto adiposo (povero di acqua), presenta percentualmente una minore quantità di acqua.
L'ACQUA NELL'ORGANISMO UMANO
Approssimativamente il 75% dei muscoli e degli organi interni e il 10% del tessuto adiposo sono costituiti da acqua. Lo stesso scheletro è costituito per oltre il 30% da acqua. Il 66% del totale dell'acqua presente nel nostro organismo è localizzato all'interno delle cellule e ne determina il volume e il turgore. Il 6-7% è presente nel plasma, il 2% nella linfa e il 23-25% è acqua extracellulare, localizzata negli spazi esistenti tra le cellule.
L'ACQUA FORNITA DAGLI ALIMENTI
Il contenuto di acqua degli alimenti è estremamente variabile: frutta, ortaggi, verdura e latte sono costituiti per oltre l'85% da acqua; carne, pesce, uova, formaggi freschi ne contengono il 50-80%; pane e pizza sono costituiti per il 20-40% da acqua; pasta e riso cotti ne contengono il 60-65%. Infine, biscotti, fette biscottate, grissini e frutta secca ne contengono meno del 10%. Pochissimi alimenti (olio, zucchero) sono caratterizzati dalla pressoché totale assenza di acqua.
L'ACQUA SUL PIANETA TERRA
http://ospitiweb.indire.it/~mnmm0002/cdacqua/acqua.htm
http://it.wikipedia.org/wiki/Terra
IL SOFFIO DELLA VITA - Pagina 4 Terra1ou4
La Terra è l'unico pianeta del sistema solare in cui è nota la presenza di acqua allo stato liquido ed in grande quantità, tanto da farle attribuire l'appellativo di "pianeta blu". Le masse d'acqua coprono circa i tre quarti della superficie totale, mentre la restante parte è composta da terre emerse, sia al di sopra che al di sotto del livello medio marino
PERTANTO, ECCO LA CONCLUSIONE ZEN: SE L'ACQUA E' COSMICA, SE IL NOSTRO PIANETA E' COMPOSTO D'ACQUA COME ELEMENTO PRIMARIO, L'UOMO COSTITUITO PRINCIPALMENTE D'ACQUA, E' PURE ESSO COSMICO
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Messaggio Da INFERNO Dom 14 Set 2008, 21:58

TELEPATIA
http://it.wikipedia.org/wiki/Telepatia
La telepatìa, detta anche trasmissione del pensiero, è la ipotetica capacità di comunicare con la mente, cioè senza l'utilizzo di altri sensi o strumenti. Il termine "telepatia" venne introdotto nel 1882 da Frederic William Henry Myers e deriva dal greco τηλε, tèle (lontano) e πάθεια, pàtheia (sentimento). Come la precognizione e la chiaroveggenza, la telepatia fa parte delle cosiddette percezioni extrasensoriali o ESP e più in generale, di quello delle presunte "facoltà paranormali". Rientra nel campo di indagine della parapsicologia.
Cenni storici
I primi studi su questa presunta facoltà paranormale furono condotti dalla Società per la Ricerca Psichica di Londra, verso la fine dell'Ottocento.
Il primo laboratorio di parapsicologia fu costituito negli anni 1930 negli Stati Uniti d'America, quando il professor Joseph Rhine della Duke University di Durham (Carolina del Nord) condusse numerosi esperimenti, con l'ausilio ad esempio delle carte Zener, per accertare l'effettiva realtà della telepatia. Un esempio degli esperimenti con le carte è la serie Pearce-Pratt (dal nome rispettivamente del soggetto, lo studente Hubert Pearce, e dello sperimentatore, J. Gaither Pratt). Le prove venivano eseguite tenendo l'agente e il percipiente in edifici separati del campus della Duke University. Nell'arco di oltre 300 esperimenti, Pearce ottenne una media di 9,9 successi per prova su 25 (mentre l'aspettativa casuale era soltanto di 5). In una serie di 4 esperimenti, si ebbero 558 successi su 1.850 prove: l'aspettativa casuale era di soli 370. Le probabilità che questi risultati fossero dovuti al caso erano di una su 22 miliardi. Gli esperimenti di Rhine furono replicati con successo in varie università e centri di ricerca sia americani che europei (Università del Colorado, Tarkio College nel Missouri, Bard College di New York, ecc.). Diverse critiche furono avanzate, soprattutto in merito alle metodologie sperimentali e alle valutazioni statistiche dei risultati, ma Rhine dimostrò in varie occasioni la validità del proprio lavoro. Quando ad esempio lo psicologo C. E. Kellog, della McGill University, respinse l'approccio statistico di Rhine giudicandolo privo di fondamento, Rhine rispose alle obiezioni di Kellog, e alla fine l'Institute for Mathematical Statistics convalidò i metodi utilizzati dai ricercatori della Duke. La più completa e dettagliata presentazione degli esperimenti di Rhine è contenuta nel libro Extra-Sensory Perception After Sixty Years (a volte abbreviato come ESP-60), pubblicato nel 1940. L'opera fu accolta con interesse e recensita da varie riviste di psicologia, e nell'anno accademico 1940-1941 fu perfino adottata come libro di testo per corsi introduttivi di Psicologia a Harvard. Secondo una concezione filosofica indiana antica e parzialmente rimodernata, la comunicazione telepatica, si effettuerebbe attraverso una immensa rete di cui le persone costituirebbero le maglie, rete che comprende l'universo e nella quale il sensitivo è collegato con le altre parti e ogni cosa è collegata con il tutto.

Il metodo ganzfeld
Negli anni 1970 un altro parapsicologo americano, Charles Honorton, si interessò di telepatia introducendo una nuova metodologia di studi, chiamata tecnicamente Ganzfeld (dal tedesco "campo uniforme"). Negli esperimenti di Honorton un soggetto ("percipiente") veniva isolato sensorialmente applicando ai suoi occhi due mezze palline da ping-pong e alle sue orecchie una cuffia che emetteva un "rumore di fondo". In queste condizioni di deprivazione sensoriale, il soggetto doveva cercare di recepire immagini o informazioni inviate da un'altra persona ("agente") posta in un'altra stanza. Anche Honorton pensava di aver trovato risultati statisticamente positivi a favore dell'esistenza della telepatia, ma di nuovo le critiche furono numerose. In particolare, lo psicologo scettico Ray Hyman intavolò un serrato dibattito con Honorton, rifiutando le conclusioni di quest'ultimo e la significatività dei risultati. Per dirimere la questione, si procedette allora ad una metanalisi. Furono presi in esame tutti gli esperimenti pubblicati fino a quel momento (1985), e si trovò che il 55% aveva prodotto risultati significativi (contro il 5% di media casuale). In seguito all'esclusione di tutti gli esperimenti contestati da Hyman per questioni di differenze procedurali e di valutazione statistica, permaneva ancora un 43% di risultati significativi: la probabilità che ciò fosse dovuto al caso era di uno su oltre un miliardo. Ulteriori analisi esclusero che i risultati fossero dovuti solo ad alcuni sperimentatori, e dimostrarono che non sussisteva alcun problema di pubblicazione selettiva (infatti, per ridurre al livello del caso i risultati ottenuti avrebbero dovuto esserci 451 esperimenti falliti e non pubblicati, una quantità enorme tenendo conto del ridottissimo numero di scienziati impegnati nella ricerca parapsicologica e della complessità del metodo ganzfeld). Il matematico Christopher Scott, assai critico verso i fenomeni psi, definì l'analisi di Honorton "la più convincente argomentazione a favore dell'esistenza dell'ESP che io abbia mai incontrato". In un comunicato congiunto pubblicato nel 1986, Honorton e Hyman, pur dissentendo sull'interpretazione dei risultati, concordarono nell'affermare che i dati complessivi "non possono ragionevolmente essere spiegati dalla pubblicazione selettiva o dalle analisi multiple". Nello stesso comunicato, i due proposero più stringenti standard metodologici ai quali i futuri esperimenti si sarebbero dovuti conformare. Nel 1989 Honorton pubblicò il risultato di 11 nuovi esperimenti (detti di "auto-ganzfeld") condotti secondo le condizioni stabilite nel comunicato congiunto (tra le altre cose, l'equipe di Honorton si avvalse della consulenza di due prestigiatori professionisti, che dichiararono a prova di frode il nuovo sistema automatizzato), con una media di successo del 34% (1 probabilità su 20.000 che fosse dovuta al caso). Unendo questi risultati ai lavori precedenti che usavano lo stesso metodo di valutazione, si ottiene una probabilità di casualità estremamente elevata: 1 contro oltre 10.000 miliardi. Dal 1974 al 2004 sono stati condotti complessivamente 88 esperimenti in ganzfeld, con una percentuale di successo del 32% (1.008 su 3.145 prove). Le probabilità che questo risultato sia dovuto al caso sono di 1 su 29.000.000.000.000.000.000.

Conclusioni non favorevoli e di sostanziale scetticismo
Nonostante l'importanza di questi dati, molti critici si rifiutano di accettare la realtà dell'effetto telepatico. Negli ultimi anni si sta tuttavia assistendo ad un almeno parziale riconoscimento dei risultati ottenuti dai parapsicologi. Un indizio di questo cambiamento può essere considerata, ad esempio, la nuova considerazione riservata ai fenomeni psi nell'autorevole manuale di psicologia Introduction to Psychology, di Hilgard e Atkinson. Nell'edizione del 1990, infatti, si legge: "Nelle precedenti edizioni abbiamo discusso la parapsicologia ma siamo stati molto critici sulla ricerca e scettici sulle asserzioni fatte in quel campo. E sebbene abbiamo ancora forti riserve circa la maggior parte della ricerca parapsicologica, troviamo però che i recenti lavori sulla telepatia con l'uso della procedura ganzfeld siano degni di attenta considerazione". La nota associazione scettica James Randi Educational Foundation ha messo un premio di un milione di dollari per chiunque sia in grado di dimostrare un fenomeno di telepatia (o altra facoltà paranormale) in condizioni di adeguato controllo sperimentale.
In Italia, il CICAP (Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sul Paranormale) si offre di analizzare ogni persona che sia disposta a provare la propria abilità telepatica. Il test preliminare da superare è il seguente: al soggetto trasmittente saranno mostrate quattro immagini a colori, ed egli dovrà trasmetterne una, scelta a sorte, al soggetto ricevente, col quale non potrà, ovviamente, comunicare durante la prova. Il ricevente avrà davanti a sé quattro immagini identiche a quelle del trasmittente, e dovrà indicare quale è l'immagine che gli è stata trasmessa. Per dimostrare una qualche dote telepatica, la prova dovrà avere successo almeno 15 volte su 20. Nessuno finora ha superato, in Italia e nel mondo, questi test preliminari. Va però detto che molte polemiche ruotano intorno al Premio Randi e alle sfide analoghe promosse da altre associazioni scettiche, e che l'accettazione scientifica di determinati fenomeni deve necessariamente basarsi sui risultati di laboratorio e sulla ripetizione degli esperimenti. Tali iniziative vengono quindi ritenute dalla maggior parte degli studiosi di scarso o nessun significato ai fini della valutazione scientifica dei fenomeni ESP. Lo stesso Ray Hyman, ad esempio, ha osservato: "Gli scienziati non si basano su una singola prova, e dunque anche se qualcuno vincesse un grosso premio in denaro con una dimostrazione di questo tipo, questo non convincerebbe nessuno. La prova, in scienza, si ottiene attraverso la ripetizione, non sulla base di esperimenti singoli".

http://www.coscienza.org/_ArticoloDB1.asp?ID=694
http://www.menphis75.com/telepatia.htm
http://www.mistic.it/casidelloltre/telepatia.htm
Tesi favorevoli alla Telepatia
La telepatia è una comunicazione che avviene oltre i cinque sensi fisici, tra una mente e un'altra. E' una facoltà che alcune persone riescono a sviluppare maggiormente di altre, ma, potenzialmente, siamo tutti in grado di inviare messaggi telepatici. Lunghi studi hanno dimostrato che chiunque pensi intensamente ad una persona per circa 20 giorni consecutivi, trasmetterà a quest'ultima i propri pensieri: molto probabilmente verrà chiamata o la incontrerà. Il messaggio arriverà dall'altra parte del filo immaginario dei nostri pensieri. La capacità di trasmissione dei pensieri viene detta PSI. Il PSI non è di natura fisica - afferma il parapsicologo Joseph Rhine - ma non si è ancora riusciti a stabilire in quale parte del corpo esso abbia sede. E non esistono neppure gruppi di persone che ne siano straordinariamente dotate o assolutamente sprovviste. Ciononostante lo PSI può essere attivato e in parte diretto a piacere anche inconsciamente. La telepatia è dunque un fenomeno che rimane in assoluto contrasto con ogni legge fisica conosciuta, poiché in via teorica annullerebbe, in un solo istante, le barriere del tempo e dello spazio. Tuttavia si distingue dalla chiaroveggenza perchè il contatto avviene tra essere viventi, persone che vivono nella stessa dimensione. La telepatia, malgrado gli scienziati abbiano tentato di dimostrarla e spiegarla in modo razionale, resta essenzialmente un fenomeno spontaneo che si manifesta all'improvviso, quando meno ce lo aspettiamo: quando ci arriva una telefonata e sappiamo prima di alzare la cornetta chi ci sta chiamando, quando sogniamo qualcosa che poi accade realmente, oppure quando avvertiamo la sensazione di essere osservati da qualcuno che è dietro di noi, tutti segni di una forma di comunicazione alternativa. Fenomeni telepatici sono anche le sensazioni di pericolo che una madre avverte quando al figlio sta per capitare qualcosa di brutto.
Il fenomeno si manifesta, infatti, soprattutto tra persone particolarmente legate (madre-figlio, marito-moglie, forti legami di amicizia). In questi casi si parla di "risonanza interpersonale. Il biologo ceco Lilan Ryzl ha lavorato a lungo negli Stati Uniti come parapsicologo, conducendo numerosi studi sulla telepatia. Ryzl, con l'ipnosi, ha potenziato le facoltà PSI dei soggetti coinvolti: "Erano persone assolutamente comuni - ha affermato - e sono state in grado di riconoscere paranormalmente oggetti nascosti o carte Zener. Riuscivano a vedere da lontano scene che si svolgevano in luoghi distanti e le descrivevano senza uscire dal mio laboratorio". Il professor Stanley Kripper, anche lui studioso dei fenomeni telepatici, ha notato che il cervello sviluppa delle correnti di 10-12 hertz durante il sonno e, intervenendo sul dormiente tramite un sensitivo, ha cercato di dimostrare che è possibile influenzare telepaticamente i sogni. Nelle fasi di rilassamento, infatti, il nostro cervello è maggiormente disposto alla ricezione. Quasi sicuramente le capacità telepatiche fanno parte di noi ed erano uno strumento di comunicazione utilizzato da molte popolazioni dell'antichità, dai Maya agli antichi greci, tecniche che oggi sono ancora diffuse in India, dove si dà molta importanza alla meditazione e alla concentrazione.Riacquistare queste facoltà in modo coscente, è tuttavia possibile, affinando le nostre capacità di concentrazione. A tal fine, sono disponibili numerosi testi interessanti che possono guidarci nei labirinti più misteriosi delle nostre facoltà mentali:
Telepatia, Chiaroveggenza e Psicocinesi, di H.Bender. Ediz.Mediterranee.
12- Aprile 2001- Mistic.it
Alcuni casi che fanno pensare:
http://www.psicoanalisi.it/psicoanalisi/psicosomatica/articoli/psoma7.htmIL SOFFIO DELLA VITA - Pagina 4 Telepatiadu2IL SOFFIO DELLA VITA - Pagina 4 Telepatia2hb5IL SOFFIO DELLA VITA - Pagina 4 Telepatia3ja4IL SOFFIO DELLA VITA - Pagina 4 Telepatia6cp7IL SOFFIO DELLA VITA - Pagina 4 Telepatia9el9
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Messaggio Da INFERNO Dom 14 Set 2008, 22:41

PSICOCINESI
http://www.menphis75.com/psicocinesi.htm
http://www.cicap.org/new/articolo.php?id=100022#LA_PSICOCINESI
http://it.wikipedia.org/wiki/Psicocinesi
La psicocinesi (nota anche come telecinesi o influenza remota) è quel fenomeno paranormale per cui un essere vivente sarebbe in grado di agire sull'ambiente che lo circonda, secondo modalità sconosciute alla scienza. La modalità più intuitiva per definire la psicocinesi è la capacità di spostare oggetti con il pensiero.
Origine del termine
Il termine psicocinesi deriva dalle radici greche ψυχή- psico- e κίνησις -cinesi che significano, rispettivamente, anima e movimento. Ha soppiantato il vecchio termine telecinesi, ossia "movimento a distanza". Attualmente i fenomeni legati alla psicocinesi vengono identificati dai parapsicologi nella sigla Pk o, a volte, TK (in riferimento a telekinesis). Il termine telecinesi venne coniato nel 1890 dal ricercatore britannico Frederic William Henry Myers (1843-1901), uno dei fondatori della Society for Psychical Research, in Inghilterra. Tra le altre cose coniò anche il termine telepatia. Il termine psicocinesi venne usato per la prima volta nel 1914 dall'autore americano Henry Holt. Venne presto adottato dal famoso parapsicologo americano J. B. Rhine.
Forme di psicocinesi
Secondo i parapsicologi esisterebbero numerose forme diverse di psicocinesi (psicocinesi vera e propria, levitazione, apporto, asporto, ectoplasma, materializzazione, smaterializzazione, poltergeist, psicofonia, psicografia, teleplastia). A differenza di fenomeni quali telepatia e chiaroveggenza, rappresenta una forma di medianità fisica. La psicocinesi fa parte della numerosa serie di manifestazioni classificate nella parapsicologia, ma si manifesta anche in altri ambiti che non sono sempre naturali. Analoga manifestazione è quella della bilocazione, cioè la contemporanea presenza in più posti nello stesso momento. Gli ambienti mistici a sfondo religioso di matrice non essenzialmente cristiana sono stati interessati da questa fenomenologia.
Esisterebbero due categorie di psicocinesi:
* Macro-Psicocinesi: interessa fatti che possono essere verificati ad occhio nudo, come la levitazione del medium, lo spostamento di un oggetto.
* Micro-Psicocinesi: riguarda fenomeni non direttamente osservabili, come deboli modifiche della temperatura di un corpo o di un campo magnetico, o l'intervento in fenomeni probabilistici.

Indagini sulla psicocinesi
Fenomeni psicocinetici sono stati prodotti da svariati sensitivi.
Occorre notare che da numerosi anni a questa parte non vi sono stati esperimenti che, in condizioni rigorosamente controllate, abbiano avuto esiti eclatanti. Si sottolinea inoltre che quelle che un tempo potevano essere ritenute 'condizioni controllate', oggi non lo sono più e, inoltre, un esperimento scientifico deve poter essere replicato in condizioni controllate e standard. Cosa che con gli esperimenti psicocinetici non avviene.
Daniel Dunglas Home, studiato nel 1871 da William Crookes nel suo laboratorio, riuscì a far suonare una fisarmonica racchiusa in una gabbia di rame, tenendola con una sola mano. Addirittura, lo strumento suonò fluttuando nella gabbia, in piena luce. La polacca Stanislawa Tomczyk era in grado di muovere o far levitare piccoli oggetti senza toccarli. Il dott. Julien Ochorowicz, che nel 1909 sottopose la donna a diversi esperimenti, poté osservarla (e fotografarla) mentre esercitava le sue capacità: riusciva a far oscillare pendoli a distanza, a piegare punte di compassi, a produrre apporti e a far levitare piccoli oggetti, anche racchiusi in contenitori come coppe o tubi. Grandi doti psicocinetiche furono dimostrate anche da Stella Cranshaw, esaminata in laboratorio dal celebre ricercatore inglese Harry Price tra il marzo e il settembre del 1923. I fenomeni, che Price avrebbe in seguito descritto nel libro Stella C. An Account of Some Original Experiments in Psychic Research (London 1925), comprendevano tre levitazioni complete di un tavolo e la distruzione psicocinetica dello stesso.
Nel 1929, lo stesso Price ebbe modo di testare le doti di un altro sensitivo assai importante: Rudi Schneider. In condizioni di controllo rigorose come solo Price era in grado di escogitare, Rudi fu in grado di far muovere vari oggetti, di far apparire masse di ectoplasma, di far oscillare e sventolare le tende nella stanza e, addirittura, di far ribaltare il tavolo utilizzato per le sedute. Tali capacità furono poi confermate da ulteriori esperimenti condotti dal dott. Eugene Osty presso l'Istituto di Metapsichica di Parigi nel novembre del 1930. In tempi più recenti, il caso più eclatante di presunte doti psicocinetiche è sicuramente quello della russa Nina Kulagina. Fu studiata da vari scienziati (Zdenek Rejdak, Genady Sergeyev, J.G. Pratt, Jurgen Keil, Benson Herbert) e i numerosi fenomeni da lei prodotti (spostamenti di svariati oggetti, anche protetti da schermature, levitazioni, separazione di tuorli dagli albumi, alterazioni indotte nel battito cardiaco di piccoli animali, ecc.) furono ampiamente documentati da fotografie e filmati tuttora reperibili. Si sottolinea che la sua attività si svolse nella ex-Unione Sovietica, durante il periodo della Guerra Fredda e particolarmente negli anni '70, in ambienti non controllabili da comitati scientifici 'neutrali' e che molti degli esperimenti vennero in seguito replicati senza particolari difficoltà da prestigiatori. Esperimenti interessanti e significativi, infine, sono stati condotti negli anni '70 da Graham e Anita Watkins su Felicia Parise, presso l'Istituto di Parapsicologia di Durham.

Possibili interpretazioni
Esistono almeno due diverse interpretazioni di questo ipotetico fenomeno.
* Secondo quella spiritica, si hanno fenomeni psicocinetici quando un'entità disincarnata prende possesso di un medium, per esempio durante una seduta spiritica.
* Secondo la parapsicologia, la psicocinesi rappresenterebbe una manifestazione delle "energie mentali" del medium senza bisogno di interventi di entità soprannaturali.
A queste due interpretazioni sarebbe legato il fenomeno dei poltergeist, che, in base alle due teorie, potrebbe essere spiegato come un fenomeno di psicocinesi spontaneo causato da una entità spirituale che agirebbe senza un tramite umano o da un soggetto inconsapevole delle proprie capacità psichiche latenti.

Psicocinesi: Potere della mente o parto della fantasia o mistificazioni?
http://www.cicap.org/new/articolo.php?id=100022
Lavoro presentato alla Quarta Conferenza Annuale Euroskeptics di Saint Vincent, il 18 luglio 1992 > di James E. AlcockIL SOFFIO DELLA VITA - Pagina 4 Soffio77xs9
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Messaggio Da INFERNO Mer 17 Set 2008, 14:28

TRAINING AUTOGENO
http://www.trainingautogeno.net/home.htm
http://www.trainingautogeno.eu/
http://it.wikipedia.org/wiki/Training_autogeno
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Il training autogeno è una tecnica di rilassamento che sfrutta meccanismi di suggestione, praticata con intenti prevalentemente psicoteraupetici e che induce forme di rilassamento misurabili con semplici strumenti. La parola significa "allenamento che si genera da sé". Fu sviluppato negli anni Trenta da Johannes Heinrich Schultz, psichiatra tedesco. I suoi studi avevano come precedenti quelli sull’ipnosi, sviluppatisi all'inizio del XX secolo grazie ai contributi di Bernheim e Charcot in Francia. Il training autogeno ha lo scopo di rendere i propri pazienti indipendenti dal terapeuta per sviluppare il proprio benessere. Il termine training significa allenamento; infatti è solo allenandosi che si riesce ad ottenere la completa armonia con se stessi. Il termine autogeno indica, invece, come i cambiamenti psichici provengano dai praticanti e non sono generati da un operatore (psicologo/psicoterapeuta/medico), se non nella fase iniziale di apprendimento della tecnica. La pratica del training autogeno quindi ha come finalità l'eliminazione dello stress, dell'ansia, scaricare la tensione e il recupero delle energie e soprattutto l'eliminazione delle emozioni negative "allegate" a vissuti negativi. Questa tecnica è indicata per chiunque, in particolare per atleti e sportivi in genere in quanto favorisce il recupero di energie permettendo una migliore gestione delle proprie risorse, migliora la concentrazione e contribuisce al conseguimento di alte prestazioni. Il Training autogeno è utile inoltre nella cura di ansia, insonnia, emicrania, asma, ipertensione, attacchi di panico. È importante sapere che nel training autogeno il rilassamento non è la cosa principale, ma è un effetto collaterale del proprio star bene.
Esercizi
http://www.sportraining.net/tecnicherilass.htm
Gli esercizi si attuano in tre posizioni: posizione sdraiata, in poltrona e del cocchiere a cassetta. Molto importante risulta anche la respirazione, la quale deve funzionare in maniera progressivamente più automatica e quindi meno controllata. Il paziente dovrà approfittare del fatto che il momento di espirazione produce, rispetto alla fase di inspirazione, un maggiore rilassamento. Gli esercizi si dividono in due basilari:
* esercizio della pesantezza: produce uno stato di rilassamento muscolare, ovvero di rilassamento dei muscoli striati e lisci;
* esercizio del calore: produce una vasodilatazione periferica con conseguente aumento del flusso sanguigno.
E alcuni complementari, più avanzati:
* esercizio del cuore: produce un miglioramento della funzione cardiovascolare;
* esercizio del respiro: produce un miglioramento della funzione respiratoria;
* esercizio del plesso solare: produce un aumento del flusso sanguigno in tutti gli organi interni;
* esercizio della fronte fresca: può favorire l’eliminazione di eventuali mal di testa, perché produce un leggera vasocostrizione nella regione encefalica.
Questi esercizi andrebbero eseguiti nell'ordine elencato e non iniziando a caso; e comunque sempre sotto la guida di un operatore esperto.
TECNICA NATURALE ANTI-STRESS:
http://www.antistress.usa.gl/antistress/intro.htm
http://www.antistress.usa.gl/
STRESS:
http://www.psicologi-psicoterapeuti.it/test/stress.html
https://secure.netsolhost.com/anagen.net/stress.htm
http://www.benessere.com/psicologia/ansia/stress.htm
http://it.wikipedia.org/wiki/Stress_(medicina)
Stressor e problem solving
Lo stress è una sindrome di adattamento a degli stressor (sollecitazioni). Può essere fisiologica, ma può avere anche dei risvolti patologici. Ogni stressor che perturba l'omeostasi dell'organismo richiama immediatamente delle reazioni regolative neuropsichiche, emotive, locomotorie, ormonali e immunologiche. Anche eventi di vita quotidiana possono portare a mutazioni anche radicali dovute all'adattamento. Malgrado ciò, l'adattamento è un'attività complessa che si articola nella messa in atto di azioni finalistiche destinate alla gestione o soluzione dei problemi, alla luce della risposta emotiva soggettiva suscitata da tali eventi.
La capacità di indirizzare le azioni adattative implica sia la possiblità di azioni finalizzate a modificare l'ambiente in funzione delle necessità del soggetto, sia l'eventualità di intraprendere una modificazione di caratteristiche soggettive per ottenere un migliore adattamento all'ambiente circostante. Ad esempio, per adattarsi a un clima rigido, si può decidere di accendere un fuoco, o di indossare abiti più pesanti: l'adattamento dipende dalle capacità di problem solving, ma anche dalla presenza di opportuni elementi ambientali, economici o relazionali. Per inquadrare la capacità di adattamento, occorre anche un asse temporale, composto da più varianti: l'età del soggetto, il suo tempo di reazione e il tempo richiesto dall'evento per ottenere un adattamento efficace. Infatti, un bambino piccolo non riuscirà ad utilizzare appieno e con la stessa velocità una medesima capacità adattativa dell'adulto. Per contro, risulterà più difficile scansare un proiettile di arma da fuoco che non un pallone. La prevedibilità, la conoscenza e la gravità degli eventi giocano un ruolo fondamentale nella possibilità di instaurare delle strategie adattative atte a gestirli. Ad esempio, il lutto per la perdita di una persona cara è, di solito, più facilmente elaborabile quando la persona era anziana e la sua scomparsa era stata prevista da tempo. All'opposto è problematico l'adattamento in caso di esposizione a eventi catastrofici e improvvisi. Il maggiore o minore successo dei processi adattativi è dato dal bilancio tra le caratteristiche qualitative e quantitative degli eventi che li suscitano e le risorse personali del soggetto coinvolto.
Si considerano:
* caratteristiche temperamentali e di personalità
* capacità intellettive
* livello culturale
* condizioni socio-economiche
* risonanza soggettiva dell'evento.
Un soggetto può essere capace di affrontare determinati eventi, ma non essere in grado di fronteggiare e gestire in modo adattativo con gli stessi esiti eventi differenti.
Biochimica dello stress
L'ipotalamo secerne fattori di rilascio per l'ipofisi per la produzione di ADH e ACTH.
L'ADH (o vasopressina) fronteggia la diminuita volemia (rapporto tra volume ematico e letto vascolare) mediante la ritenzione idrica (causante l'aumento di volume ematico) e la costrizione dei vasi. L'ACTH agisce a livello corticale surrenale causando il rilascio di cortisolo e aldosterone. L'aldosterone agisce a livello renale stimolando il riassorbimento di sodio, che per osmosi "trascina" con sè acqua, contribuendo al ripristino del corretto livello volemico. Il riassorbimento del sodio si accoppia all'escrezione di potassio e ioni idrogeno, la cui deplezione provoca l'acidificazione delle urine e l'alcalinizzazione del sangue (causata in sinergia dall'iperventilazione).
Il rene rileva il calo di pressione attraverso la macula densa dell'apparato iuxtaglomerulare e tramite la secrezione di renina attiva il sistema renina-angiotensina-aldosterone; l'angiotensina II è un potente vasocostrittore. Il sistema ortosimpatico causa il rilascio di adrenalina e noradrenalina, in particolare dalla midollare surrenale. questi ormoni causano:
* una costrizione dei vasi cutanei (pallore) e viscerali addominali (recettori alfa)
* una dilatazione dei vasi muscolari (recettori beta)
* aumento della frequenza cardiaca (conseguente aumento della gittata cardiaca) (recettori beta)
* broncodilatazione
* midriasi
* inibizione del rilascio e dell'efficacia dell'insulina
* aumento della sensibilità al glucagone
Questi ultimi due effetti causano l'alterazione del metabolismo, spinto verso il mantenimento di alti livelli glicemici.
In breve, un aumento dell'idrolisi proteica muscolare e dei trigliceridi fornisce aminoacidi e glicerolo per la gluconeogenesi e causa un calo ponderale; la glicolisi è inibita.
Patologia > Fisiologia dello stress
Una risposta maladattativa a un evento stressante può determinare l'insorgenza di un quadro patologico. In caso di disturbo psichico, il quadro clinico mimerà, dal punto di vista sintomatologico, l'espressione del disturbo maggiore. La maladattatività può risultare di interesse clinico qualora consista in sintomi emotivi o comportamentali tali da causare sofferenza soggettiva e una significativa compromissione nel funzionamento sociale e lavorativo del soggetto. Le caratteristiche di fragilità o rigidità del soggetto giocano un ruolo importante nel momento in cui egli deve produrre strategie per rispondere in modo adeguato a una modificazione dell'ambiente.
Le caratteristiche della sindrome da stress sono:
* sintomatologia preceduta da evento stressante identificabile, sia esso positivo o negativo, verificatosi nei tre mesi precedenti allo sviluppo della sintomatologia.
* questa deve essere più intensa rispetto le corrispettive reazioni normali e avere tendenza alla risoluzione spontanea entro un periodo di tempo definito (6 mesi)
* la sindrome non deve rappresentare l'esacerbazione dei sintomi di un disturbo mentale di base, legato o meno all'evento stressante.
Diagnosi
La diagnosi del livello di stress cronico a cui è soggetto un individuo non è semplice, nè univoca, data la genericità del fenomeno e la soggettività nel reagire ai diversi fattori di stress. Il metodo più classico per misurare il livello di stress, di impianto prettamente psicologico, si basa sulla compilazione di questionari che indagano o la presenza nella vita del paziente (nel presente o nel passato prossimo) di fattori di stress (quali la perdita d persone care, del lavoro, etc), oppure il manifestarsi di sintomi legati allo stress o alla depressione (problemi del sonno, attacchi di panico, etc...). Risulta chiaro come la soggettività nel reagire ai fattori di stress, o nella stessa valutazione dei sintomi, sia il principale problema di questa metodologia, comunque ampiamente adottata allo stato dell'arte. Nel tentativo di rendere la valutazione il più oggettiva possibil, negli ultimi decenni si è passati a studiare le alterazioni fisiologiche dello stress, che principalmente dipendono da un'iperattivazione simpatica e un'inibizione del compartimento parasimpatico, principalmente riguardanti gli effettori cardiaci. La misura diretta dell'attività del sistema nervoso può essere effettuata direttamente tramite microneurografia, una tecnica complessa e delicata che registra il livello di attività di un nervo periferico tramite microelettrodi; è tuttavia non adatta per essere applicata su vasta scala. Dato che il sistema simpatico viene attivato tramite la secrezione di noradrenalida, si può misurare il flusso/ il livello di questo nuerotrasmettitore tramite analisi del sangue. Alternativamente si può misurare il livello di cortisolo, un ormone immunosopressore rilasciato in caso di stress, in sangue, urine o nella saliva. Un metodo completamente diverso si basa sullo studio dell'attività cardiaca e pressoria nel soggetto, dato che la frequenza cardiaca e la pressione arteriosa dipendono essenzialmente dalla bilancia dell'attività simpato-vagale. Monitorando il soggetto attraverso l'elettrocardiogramma e un holter pressorio in un ambiente accuratamente preparato per risultare privo di alcuno stimolo (pareti bianche, aria e temperatura ambiente adeguate, silenzio) si può, con relativa accuratezza, misurare lo stato vegetativo del paziente stesso. Lo stress si può quantificare quindi strumentalmente, come la variazione di tre fattori:
* l'impedenza cutanea
* il pattern pressorio
* variabilità cardiaca (in inglese Heart Rate Variability, HRV)
Si è rilevato che, in caso di soggetto stressato, si ha un aumento dell'impedenza cutanea, nonché un aumento stabile a riposo della pressione arteriosa di 10mmHg, sia in clinostatismo che in ortostatismo. Ma gli indici che si sono rivelati più indicativi sono lo studio in frequenza della variazione della lunghezza dei battiti cardiaci, analisi effettuata a partire da un tacogramma, grafico ricavato da un normale ECG ponendo in ascissa la sequenza di battiti cardiaci e in ordinata la loro lunghezza (normalmente calcolata da picco R a picco R). La distribuzione di potenza sulle diverse frequenze cambia in modo peculiare a seconda del livello di stress: in particolare un'attivazione del sistema simpatico diminuisce la potenza distribuita alle frequenza più alte.
La prof.ssa Daniela Lucini e collaboratori hanno individuato come in popolazioni particolari, sebbene il livello di stress sia elevato, i soggetti non denuncino alcun sintomo patologico. Tali popolazioni di studio sono costituite dai marines americani e dagli operatori di un team di Formula uno: in essi si può effettivamente parlare di eustress (o, meglio, di eucrasia), cioè di una situazione ai limiti superiori della norma, ma che viene rilevata dal soggetto come pura quotidianità. In altri studi sono state indagate due popolazioni di studenti universitari. È stato così rilevato che:
* le persone che all'inizio dell'anno avevano livelli di stress ai livelli superiori della norma, hanno mantenuto più o meno intatto tale stato (eucrasia) e al momento degli esami di fine stagione hanno ottenuto votazioni alte.
* le persone più tranquille a inizio anno, hanno aumentato i livelli di stress all'approssimarsi della data d'esame, raggiunto il quale hanno prodotto votazioni inferioriIL SOFFIO DELLA VITA - Pagina 4 Training2bw6IL SOFFIO DELLA VITA - Pagina 4 Training3by6IL SOFFIO DELLA VITA - Pagina 4 Trainingautogenorw3IL SOFFIO DELLA VITA - Pagina 4 Trainingautogeno6mo5


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Messaggio Da INFERNO Mer 17 Set 2008, 14:48

http://it.wikipedia.org/wiki/Attacco_di_panico
PANICO
Un attacco di panico è un periodo di paura o disagio intensi, tipicamente con un inizio improvviso e solitamente della durata inferiore ai trenta minuti. I sintomi includono tremore, respirazione superficiale, sudore, nausea, vertigini, iperventilazione, parestesie (sensazione di formicolio), tachicardia, sensazione di soffocamento o asfissia. Il disturbo è significativamente diverso dagli altri tipi di disturbi di ansia, in quanto gli attacchi sono improvvisi, non sembrano provocati da alcunché e spesso sono debilitanti. Un episodio è spesso categorizzato come un circolo vizioso dove i sintomi mentali accrescono i sintomi fisici, e viceversa.La maggior parte delle persone che hanno un attacco, poi ne hanno altri in seguito. Se una persona ha attacchi ripetuti, oppure sente una forte ansia riguardo la possibilità di avere un altro attacco, allora si dice che ha un disturbo di panico.
La cura:
Il disturbo di panico è reale e potenzialmente debilitante, ma può essere controllato con cure specifiche. A causa dei sintomi che accompagnano il disturbo di panico, può essere scambiato erroneamente per una cardiopatia o altre malattie mediche pericolose. Questo malinteso spesso aggrava o scatena attacchi futuri nelle persone disinformate. Spesso le persone vanno al pronto soccorso quando hanno un attacco di panico e possono essere fatti test medici completi per escludere queste altre condizioni di salute. Altri spesso cercano di rassicurare le persone che hanno un attacco di panico che non sono in un grande pericolo. Espressioni del tipo “niente di serio”, “tutto nella tua testa” o “niente di cui preoccuparsi” possono dare l'impressione che non vi è alcun problema reale e che la cura non sia possibile oppure non sia necessaria. Comunque, mentre i sintomi e la serietà del disturbo di panico è molto reale, la sensazione del panico o del morire che accompagnano molti attacchi di panico sono esagerate. Una notizia importante che molti medici danno a chi soffre di disturbo di panico è che mentre il corpo è sotto l'effetto di un attacco, non si è in pericolo di vita (a parte le reazioni supplementari come fare un incidente con la macchina, correre in mezzo al traffico, suicidarsi, ecc.). Dunque se chi soffre di disturbo di panico può anticipare un attacco e trovare un posto sicuro dove sfogare la crisi, vi sono pochi rischi immediati. La psicoterapia cognitiva-comportamentale, la psicoterapia dialettica e gli approcci psicologici integrati sono ad oggi tra le modalità di intervento più raccomandate per risolvere gli attacchi di panico. Terapie appropriate da un professionista esperto possono ridurre o prevenire gli attacchi di panico nel 70-90% di persone con disturbo di panico. La maggior parte dei pazienti mostrano un significativo progresso dopo poche settimane di terapia. Possono capitare delle ricadute, ma spesso tali ricadute possono essere efficacemente curate proprio come l'episodio iniziale. Il 95% di pazienti che cercano una cura attivamente guariscono quasi completamente entro 10-20 settimane dai sintomi più gravi degli attacchi di panico[citazione necessaria], ma un miglioramento significativo può essere già visto nelle prime settimane di terapia in molti casi. A volte coloro i quali soffrono di disturbo di panico sviluppano agorafobia: le situazioni sociali possono scatenare attacchi e guidare può risultare impossibile. Questo può essere uno degli effetti collaterali più dannosi del disturbo di panico, in quanto può impedire ai malati di cercare la cura in prima battuta. Oltre a tutto il resto, le persone che soffrono di disturbo di panico, possono avere bisogno di cure per altri problemi. La depressione clinica viene spesso associata con il disturbo di panico, così come l'alcolismo e l'abuso di sostanze. Circa il 30% delle persone che soffrono di disturbo di panico fanno uso di alcol e il 17% fanno uso di sostanze come cocaina o marijuana per alleviare l'angoscia e lo stress causati dalla propria condizione. Spetta comunque al paziente la scelta di lavorare su altri sintomi concomitanti il problema degli Attacchi di panico, il clinico pertanto dovrebbe occuparsi solo di quello che risulta più invaidante per il soggetto in quel momento; inoltre ci si aspetta che, una volta superato efficacemente il problema principale, la persona sperimenti un innalzamento del suo tono d'umore che si rifletterà positivamente in altri ambiti della vita. Come per molti altri disturbi, avere una struttura di supporto o una famiglia e amici che sanno come affrontare la situazione può aiutare ad aumentare la rapidità di guarigione; ecco perché l'intervento può comprendere i famigliari o il partner del paziente. Meno indicati (nonostante la loro larga diffusione) i gruppi di auto/mutuo aiuto, nei quali spesso il sintomo viene amplificato dalla risonanza emotiva costituita dagli altri ammalati. Per questo motivo, i gruppi auto/mutuo aiuto dovrebbero essere sempre accompagnati o monitorati da psicoterapeuti esperti.
ANSIA & STRESS:
http://it.wikipedia.org/wiki/Ansia
L'ansia è uno stato caratterizzato da una sensazione di paura non connessa ad alcuno stimolo specifico. Si distingue dalla paura vera e propria per il fatto di essere aspecifica, vaga o derivata da un conflitto interiore. I segni somatici sono una iperattività del sistema nervoso autonomo e in generale della classica risposta del sistema simpatico di tipo "combatti o fuggi". L'ansia è una complessa combinazione di emozioni negative che includono paura, apprensione e preoccupazione, ed è spesso accompagnata da sensazioni fisiche come palpitazioni, dolori al petto e/o respiro corto, nausea, tremore interno. Può esistere come disturbo cerebrale primario oppure può essere associata ad altri problemi medici, inclusi altri disturbi psichiatrici.
L'ansia sembra avere una componente cognitiva, una somatica, una emozionale e una comportamentale (Seligman, Walker & Rosenhan, 2001). La componente cognitiva comporta aspettative di un pericolo diffuso e incerto. Dal punto di vista somatico, il corpo prepara l'organismo ad affrontare la minaccia (una reazione d'emergenza): la pressione del sangue e la frequenza cardiaca aumentano, la sudorazione aumenta, il flusso sanguigno verso i più importanti gruppi muscolari aumenta e le funzioni del sistema immunitario e quello digestivo diminuiscono. Esternamente i segni somatici dell'ansia possono includere pallore della pelle, sudore, tremore e dilatazione pupillare.
Dal punto di vista emozionale, l'ansia causa un senso di terrore o panico, nausea e brividi. Dal punto di vista comportamentale, si possono presentare sia comportamenti volontari che involontari, diretti alla fuga o all'evitare la fonte dell'ansia. Questi comportamenti sono frequenti e spesso non-adattivi, dal momento che sono i più estremi nei disturbi d'ansia. Comunque l'ansia non sempre è patologica o non-adattiva: è un'emozione comune come la paura, la rabbia, la tristezza e la felicità, ed è una funzione importante in relazione alla sopravvivenza. Si pensa che i circuiti neurali che coinvolgono l'amigdala e l'ippocampo soggiacciano all'ansia (Rosen & Schulkin, 1998). Quando i soggetti vengono sottoposti a stimoli spiacevoli e potenzialmente dannosi come odori o gusti ripugnanti, le scansioni PET eseguite su di loro mostrano flussi sanguigni aumentati nell'amigdala (Zald & Pardo, 1997; Zald, Hagen & Pardo, 2002). In questi studi, i partecipanti riportarono anche un'ansia moderata. Questo potrebbe indicare che l'ansia sia un meccanismo protettivo progettato per prevenire comportamenti potenzialmente dannosi per l'organismo come nutrirsi di cibo avariato. Se l'ansia ricorre cronicamente e questa ha un forte impatto sulla vita di una persona, si può diagnosticare un disturbo d'ansia. I più comuni sono il disturbo d'ansia generalizzata (DAG), il disturbo di panico (DP), la fobia sociale, le fobie specifiche, il disturbo ossessivo-compulsivo (DOC) e il disturbo post-traumatico da stress (DPTS). La distinzione con il termine angoscia appartiene solo alle lingue di origine latina, infatti in inglese il termine usato sia per ansia e sia per angoscia è "anxiety", in tedesco "angust".
Come alleviare l'ansia:
http://www.nienteansia.it/tecniche-di-rilassamento/
http://www.nienteansia.it/tecniche-di-rilassamento/esercizio-di-respirazione-controllata.html
http://www.nienteansia.it/tecniche-di-rilassamento/esercizio-di-rilassamento-muscolare-progressivo.html
http://www.nienteansia.it/tecniche-di-rilassamento/esercizio-di-meditazione.html
http://www.nienteansia.it/tecniche-di-rilassamento/fitoterapia-rimedi-e-cure-naturali-per-ansia-e-stress.html
http://www.nienteansia.it/tecniche-di-rilassamento/benefici-attivita-fisica-e-sport-su-ansia-e-stress.html
http://www.nienteansia.it/ IL SOFFIO DELLA VITA - Pagina 4 Ansia1vh3IL SOFFIO DELLA VITA - Pagina 4 Ansia2ux7IL SOFFIO DELLA VITA - Pagina 4 Ansia3el4
AUTOCONTROLLO:
http://www.escidallatrappola.it/lautocontrollo.html
http://www.vivailfitness.it/autocontrollo_figli.htm
L'Autocontrollo è percepito in diversi modi. Uno di questi è quello filosofico e potrebbe essere descritto come l'esercizio della propria volontà sul proprio io istintivo/culturale - cioè sui comportamenti, sulle azioni, sui processi di pensiero. Molto di questo deriva dalla percezione del proprio sé e la capacità di creare confini consapevoli del sé. Il Self-control può essere ampliato in settori diversi, che vanno dal rispetto alla volontà.
Ogni organismo vivente è in grado di esercitare l'autocontrollo su una moltitudine di funzioni e di comportamenti: sintesi delle proteine, traiettoria verso una meta, fuga da un predatore, accumulo di scorte.... Simile attitudine - senza la quale la sopravvivenza sarebbe brevissima - merita un esame accurato nei suoi principi, esame che diventa semplice facendo riferimento a vicende comuni della vita quotidiana. Molte apparecchiature della moderna tecnologia misurano il livello raggiunto da una qualche grandezza fisica (pressione, livello idrostatico, livello termico) entro un sistema, lo confrontano con un livello prefissato e, se esiste discrepanza, intervengono sul canale di alimentazione dal quale dipende quella grandezza, in modo da correggere l'errore. Tutti questi casi hanno in comune il continuo ritorno alla fonte di un messaggio (o di un semplice segnale nel terzo caso) per effettuare un confronto con la condizione desiderata allo scopo di effettuare eventuali correzioni, cioè per un perenne controllo. Questo ritorno viene indicato col termine italiano di retroazione o con quello inglese di feedback (che si traduce 'nutri di ritorno'). La biologia è ricchissima di esempi di autocontrollo realizzato attraverso la retroazione, soprattutto nei settori della fisiologia, della genetica e dell'etologia, sicché è molto opportuno considerare con attenzione gli schemi logici e operativi che presiedono ad esso. Il controllo si estende a tutti i campi: la crescita, la fisiologia, la psicofisiologia. In quest'ultimo campo ne facciamo esperienza molto frequentemente.
Ogni persona, quando conversa, si ascolta - sia pure senz'esserne chiaramente consapevole - e confronta quanto va dicendo con ciò che sta pensando. A volte il confronto segnala che la parola ha tradito il pensiero:
è stato storpiato un vocabolo, è stata detta una parola in luogo di un'altra, si è usato un tono non giusto. In tali casi si chiede scusa e si rettifica.
L'autocontrollo tramite l'Amoyoga:
http://www.amoyoga.it/autocontrollo
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Messaggio Da Socio Gio 18 Set 2008, 00:00

Ciao INFERNO, caspita che messaggio lungo > mi occorrerà del tempo per metabolizzarlo! Very Happy
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Messaggio Da INFERNO Gio 18 Set 2008, 04:07

http://www.menphis75.com/aforismi_zen.htm
http://www.menphis75.com/aforismi_zen2.htm
http://www.meditare.it/aforismi/aforismi.htm
http://www.amicigg.it/aforismi/Citazioni_maestro_zen.php
http://www.hoepli.it/libro.asp?ib=9786000225421&pc=000021004002000
http://www.rebirthing-italia.com/aforismi.htm
AFORISMI ZEN
Il significato di queste testi non è comprensibile immediatamente; molte di queste citazioni, hanno bisogno di essere rielaborate dalla nostra mente per essere comprese appieno nel nostro ego interiore.
LASCIATE ALLE PAROLE IL TEMPO DI AGIRE...> ANCHE QUESTO E' AUTOCONTROLLO
Ecco quelli più semplici, oltre a quelli riportati ai link sopra:

Zen è il tuo pensiero quotidiano
(Chao-chou).

L'acqua troppo pura non ha pesci.
(Ts'ai Ken T'an)

La cosa più terrificante è accettare se stessi senza riserve.
(Jung)

Quando incontri un maestro di scherma, mostragli la tua spada. Quando incontri un uomo che non è un poeta, non mostrargli il tuo poema.
(Lin Chi)

E non cambiare. Non distogliere il tuo amore dalle cose visibili. Continua ad amare ciò che è buono, semplice e ordinario; animali e cose e fiori, e mantieni l'equilibrio appropriato.
(Rilke)

Non c'è nulla che sia buono o cattivo, a renderlo tale è il pensiero.
(Shakespeare)

I computer sono inutili. Sanno darti solo risposte.
(Picasso)

La saggezza è come una sfera di fuoco - impossibile entrarvi da nessuna
parte. La saggezza è come un chiaro, fresco stagno - ci si può entrare da ogni parte.
(Nagarjuna)
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Messaggio Da INFERNO Gio 18 Set 2008, 14:33

BALBUZIE & L'AUTOCONTROLLO
http://www.pediatriapratica.it/balbuzie.htm
http://www.trattamentobalbuzie.it/Balbuzienti_893602.html
http://www.magiedizioni.com/magiedizioni/UN_APPROCCIO_TERAPEUTICO_AL_BALBUZIENTE.html
http://it.wikipedia.org/wiki/Balbuzie
La balbuzie è un disturbo provocato da fattori fisiologici, su cui poi si aggiungono dei problemi patologici dovuti alle numerose esperienze negative che causano momenti di arresto o interruzione momentanee dell'articolazione delle parole. Ad oggi ci sono ancora medici, persone, e molte associazioni di medicina, presenti molto spesso anche sul web, che per ignoranza o luogo comune, indicano la principale causa della balbuzie come un disturbo psicologico dell'infanzia. Ai danni che tali "esperti" provocano alle persone che a volte balbettano si aggiunge molto spesso un danno sociale all'individuo, causato sia dalla scarsa informazione generale che si ha di questo disturbo, sia dal fatto di essere percepiti, soprattutto durante l'infanzia, come "diversi", in quanto appartenenti a una minoranza. Nel 1977 l'Organizzazione mondiale della sanità, ha classificato la balbuzie come disturbo specifico dello sviluppo, un disordine del ritmo della parola nel quale il paziente sa con precisione quello che vorrebbe dire, ma nello stesso tempo non è in grado di dirlo. I dati statistici indicano un numero elevato di persone che soffrono di questa patologia: in Italia ne sarebbe affetta l'1,3% della popolazione (l'1% a livello mondiale) colpendo maggiormente il sesso maschile rispetto a quello femminile. I primi sintomi insorgono, generalmente, tra i 2 e i 6 anni di età. Anche se correnti di pensiero classificano il disturbo incurabile, esistono studi approfonditi che mirano alla completa risoluzione del problema. Notevoli passi avanti sulla strada della riabilitazione sono stati fatti grazie alle ricerche mediche condotte con la diagnosi per immagini sull'area cerebrale deputata al linguaggio di balbuzienti trattati con diverse tecniche. Oltre alla logopedia sono presenti nel settore associazioni che organizzano corsi con il fine d'impartire al paziente la conoscenza di un nuovo modo di parlare, rivoluzionando i cardini della logopedia. Tale metodo consiste nel parlare utilizzando varie "tecniche" di fluenza, oltre che semplicemente regole di buona educazione comunicatoria, quali articolazione, continuità di fonazione, pause lunghe fra i periodi e contatto oculare, e altri tecniche della gestione della balbuzie nel momento del blocco. Si pensa sia essenziale la respirazione diaframmale, in modo profondo e graduale, riuscendo così a modulare perfettamente l'espirazione e favorire sensibilmente l'emissione del suono stesso e quindi della parola. Metodi che portano a risultati molto buoni se applicati con costanza per molto tempo, fino a diventare automatici e perfetti.

Curiosità

A riprova che il disturbo della balbuzie è strettamente correlato al disordine del ritmo della parola basta ricordare che chi è balbuziente non balbetta se canta: l'armonia che esegue consente di creare come una traccia, un "binario" che viene sfruttato dalle parole per fluire senza intoppi. È per questo motivo che seguendo il battito di un tamburo (ma anche di un piccolo metronomo elettronico o addirittura di un piccolo vibratore da tenere in mano per percepire il ritmo) il balbuziente può facilmente e in modo autodidatta, imparare a parlare senza balbettare. Si può citare il musicista Franco Battiato, le cui interviste giovanili mostrano una forte balbuzie, mentre già a partire dalle interviste degli anni '90 il problema risulta risolto. Un altro cantante la cui arte si intrecciava profondamente con la sua severa forma di balbuzie è stato John Paul Larkin detto Scatman John. Tra i grandi della storia si annoverano molti balbuzienti, alcuni dei quali sono riusciti a superare e vincere la balbuzie. Si possono ricordare: Mosè, Esopo, Demostene, Aristotele, Niccolò Tartaglia, Miguel de Cervantes, Robert Boyle, Isaac Newton, Napoleone, Charles Darwin, Lewis Carroll, Lenin, Winston Churchill, Jorge Luis Borges, Alan Turing.IL SOFFIO DELLA VITA - Pagina 4 Balbuzie1em2

CONCENTRAZIONE MENTALE
http://www.procaduceo.org/it_cure/conc_ment01.htm
http://italiasalute.leonardo.it/erboristeria/memoria.asp
Il ruolo della concentrazione nell'atleta
http://www.psyco.com/memoriali/approfonditi/concentrazione.htm
dr. Giuseppe Vercelli

E' capitato a tutti noi di trovarci in situazioni di disorientamento nello spazio e nel
tempo, situazioni in cui sembrava di essere sulla soglia di ingresso di un altro stato
dell'essere, in cui il nostro punto di vista individuale perdeva significato e si
percepiva intuitivamente una grande armonia. Può darsi che siamo arrivati a queste esperienze dopo esserci "persi" dentro un film (o libro, oggetto d'arte o brano musicale) coinvolgente; o in un momento di fantasticheria nei pressi di un ruscello di montagna, oppure a causa di una febbre alta, a seguito di un evento traumatico, sotto effetto di droghe o durante il parto per le donne, guardando le stelle o innamorandosi. L'elemento provocatorio di questi momenti è che ci fanno perdere il controllo di noi stessi, eppure tutto sembra in regola e in armonia. La condizione essenziale per provare queste esperienze è che esse non siano mediate dal nostro intelletto. Spesso, tuttavia, immediatamente dopo il loro passaggio, le nostre menti analitiche (emisfero sinistro) riprendono il sopravvento e noi tentiamo di
classificare quanto è accaduto: ed è qui che cominciano le difficoltà. Ora ciò che a noi interessa è il raggiungimento di uno stato di coscienza che permetta, nella pratica sportiva, di portare la mente dell'atleta a fissarsi unicamente sul suo oggetto di interesse, cioè la gara o l'allenamento, e a mantenere l'attenzione su esso.
Esistono diverse tecniche o vie per raggiungere questo stato di coscienza, identificato
anche come "flusso" di coscienza, compito del preparatore psicologico è quello di
trovare la tecnica più utile per il tipo di personalità dell'atleta che ha di fronte.
Per sviluppare doti mentali di assorbimento totale nell'attività da svolgere, come
quella competitiva, occorre sviluppare la capacità di concentrazione. Per fare ciò è fondamentale l'auto-osservazione. Esercizi che si possono fare nella pratica quotidiana sono quelli di portare e mantenere l'attenzione su parti del corpo per tutto il giorno; oppure muoversi con un certo grado di controllo e non automaticamente. Nello specifico concentrarsi significa fissare la mente su un solo pensiero e cacciare
fuori tutti gli altri (mono-idea): la concentrazione è la chiave di accesso alla
consapevolezza, ciò lo stato in cui la mente osserva se stessa. Concentrarsi su un
obiettivo significa anche rottura totale con la coscienza normale. Ogni stato mentale è composto da un insieme di proprietà, chiamate fattori mentali, che si combinano per caratterizzarlo e definirlo. Tutto ciò che siamo è il risultato di ciò che abbiamo pensato: ha la sua base nei nostri pensieri, è formato dai nostri pensieri.
L'incapacità di percepirsi con chiarezza, senza distorsioni o pregiudizi di alcun
genere, è il nucleo di tutti gli stati mentali nocivi. Inoltre le principali distrazioni
sono: rabbia, malanimo, pigrizia e apatia, agitazione ed ansia, dubbi e scetticismo.
Lo strumento per ottenere uno stato mentale salutare è quello di rimpiazzare i fattori
nocivi con i loro opposti polari. Il principio che permette ciò è simile all'inibizione
reciproca usata nella desensibilizzazione sistematica, dove il rilassamento inibisce il
suo opposto fisiologico, cioè la tensione. Non è possibile una via di mezzo tra fattori
nocivi e salutari. Quando un determinato fattore salutare è presente in uno stato mentale, il fattore nocivo che esso sopprime non può ricomparire. Il principale fattore salutare dominante è la "penetrazione", cioè la chiara percezione dell'oggetto quale realmente è (una pista con le sue reali difficoltà), che si oppone all'illusione (una pista difficile per le difficoltà che vedono gli altri), che è principale fattore nocivo. La
consapevolezza è invece la chiara e prolungata comprensione di un oggetto: con la
penetrazíone costituisce i due fattori salutari principali, sufficienti per lo stato
positivo: dove c'è chiarezza non ci può essere illusione. E' evidente che ogni fattore
influenza sia il corpo che la mente. Ricordiamo che la realtà è solamente una convenzione convalidata dal consenso. li segreto della concentrazione è la capacità di riportare indietro volontariamente un'attenzione vagante. La concentrazione potenzia ed amplifica l'efficacia di ogni tipo di attività. Se la mente del maestro di karate vagasse, egli si romperebbe la mano, non il mattone o la tavoletta. Presso il Dipartimento si stanno studiando le correlazioni neurofisiologiche che
permettono l'accesso ed il mantenimento a stati mentali salutari (o positivi) in
sportivi di alto livello. Gli studi neurofisiologici hanno messo in evidenza la diversa attivazione corticale nello svolgimento di determinati compiti. Se sono attivate troppe aree diventiamo sovraeccitati e la nostra prestazione è scarsa; se sono attive poche aree, siamo deboli. Il cervello e le nostre masse muscolari lavorano al meglio quando sono attivate solo le aree che sono essenziali al lavoro del momento: questo è il compito dell'A.G.S., la Strutturazione Globale dell'Atleta, con i suoi percorsi mirati la creazione di un personale e sperimentato segnale di accesso allo stato ottimale.
Dal punto di vista neuropsicologico è inoltre importante la ricerca della "coerenza
tra gli emisferi, gli atleti migliori hanno elevata coerenza. L'utilizzo di sistemi di
monitoraggio all'avanguardia permette di valutare in modo oggettivo i progressi
dell'atleta che si sottopone al training AGS di vigilanza rilassata per aumentare la
capacità di rilevamento sensorio e di controllo muscolare. Le proprietà terapeutiche di un adeguato training psicologico vanno al di là del miglioramento della prestazione sportiva e dagli studi fatti possiamo trovare benefici nel senso di: combattere l'ipertensione e il mal di testa, controllare l'ansia senza l'uso di farmaci, ottenere l'accesso a ricordi e sentimenti bloccanti, equilibrare il metabolismo corporeo, favorire l'aumento delle difese immunitarie, aumentare gli anticorpi del gruppo T-Helper contro le malattie infettive, combattere le malattie cardiache tramite la diminuzione della risposta del corpo alla norepineffina, ormone da stress, abbassamento dei livelli di colesterolo del sangue, aumento della soglia del dolore. L'allenamento alla concentrazione porta inoltre ad un passaggio da "stato salutare" della persona a "tratto salutare". Gli stati salutari (interruttore) durano solo per il periodo desiderato, applicando una determinata tecnica. I tratti salutari sono cambiamenti della coscienza che sono diventati abituali e spontanei, cioè per esempio capacità totale di controllo dell'ansia. Effetti di tecniche psicologiche sui tratti di personalità sono per esempio l'affinamento percettivo e la diminuzione della distraibilità, stabilità automatica e repentino recupero dell'eccitamento da stress, abbassamento generale del livello di ansia, potenziamento di una zona interiore di controllo. Come accennato all'inizio, la capacità di concentrazione permette l'accesso all'esperienza di flusso, straordinariamente utile alla pratica sportiva. Lo stato di flusso è l'esibizione di mezzi abili in risposta alle esigenze del momento. Lo stato di flusso permette di:
- fondere azione e consapevolezza nella concentrazione prolungata sul compito del
momento
- focalizzare l'attenzione in un puro coinvolgimento (senza interesse per l'esito)
- dimenticanza di sé con elevata consapevolezza dell'attività
- doti adeguate a soddisfare la domanda dell'ambiente
- chiarezza riguardo agli stimoli situazionali e alla migliore risposta da mettere in
atto.
Il flusso si attiva quando c'è un adattamento ottimale tra la propria capacità e le
richieste del momento. La concentrazione implica piccole aree chiaramente
demarcate di eccitazione corticale, circondate da aree di inibizione. Per esperire il
flusso è necessaria flessibilità: il sempre-ansioso non la sperimenterá mai. Il flusso
porta a chiarezza di percezione, attenzione, imperturbabilità, elasticità, efficacia ed
abilità nell'azione. Le caratteristiche del flusso sono: azione libera dall'ansia,
chiarezza di percezione, accuratezza della risposta, piacere dell'azione per se stessa.
Ricordiamo inoltre l'importanza di saper apprendere in un determinato stato di
coscienza: la rievocazione sarà migliore in quello stesso stato.IL SOFFIO DELLA VITA - Pagina 4 Concentrazionementaleeq1
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Messaggio Da INFERNO Ven 19 Set 2008, 01:51

LA MEMORIA
http://www.benessere.com/psicologia/arg00/memoria.htm
http://it.wikipedia.org/wiki/Memoria
http://it.wikipedia.org/wiki/Memoria_(fisiologia)
http://it.wikipedia.org/wiki/Memoria_a_breve_termine
http://it.wikipedia.org/wiki/Memoria_a_lungo_termine
Memoria (fisiologia)
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
« Quando arriva la conoscenza, arriva anche la memoria »
(Gustav Meyrink)

In neuroscienza e in psicologia, la memoria è la capacità del cervello di conservare informazioni. Le fasi principali nell'elaborazione della memoria sono:
* La codifica: l'elaborazione delle informazioni ricevute.
* L'immagazzinamento: la creazione di registrazioni permanenti delle informazioni codificate.
* Il richiamo: il recupero delle informazioni immagazzinate, in risposta a qualche sollecitazione.
Si possono classificare i tipi di memoria in base ad almeno due criteri:
* La persistenza del ricordo.
* Il tipo di informazioni memorizzate.
Classificazione per durata
Il più diffuso criterio di classificazione della memoria si basa sulla durata della ritenzione del ricordo, e identifica tre tipi distinti di memoria: la memoria sensoriale, la memoria a breve termine, e la memoria a lungo termine. Esperimenti effettuati di recente sugli animali hanno confermato la teoria che prevede due diverse fasi di modellazione sinaptica : la memoria a breve termine ricorre all'ausilio di proteine preesistenti, per modificare in modo temporaneo l'attività sinaptica, mentre, invece, quella a lungo termine, necessita l'attivazione di geni e la sintesi di proteine nuove, allo scopo di variare nella quantità e nella conformazione, le sinapsi. Alcuni psicologi sostengono che la classificazione della memoria in base alla durata sia ingiustificata, e sia solo il risultato di diversi livelli di attivazione all'interno di un unico magazzino.
Memoria sensoriale
Si parla memoria sensoriale quando si è in presenza di un processo in grado di memorizzare informazioni sensoriali (uditive, visive, tattili, ecc...) per la durata di pochi secondi o pochi millisecondi. È possibile dimostrare empiricamente l'esistenza di magazzini di memoria sensoriale come:
* l'after images (visiva);
* la visual persistence (visiva);
* la memoria iconica (visiva)
* la memoria ecoica (uditiva)
Alcune delle informazioni contenute nella memoria sensoriale, possono passare, opportunamente codificate, nella memoria a breve termine, che può conservarle fino a pochi minuti. Alcune delle informazioni contenute nella memoria a breve termine, possono passare nella memoria a lungo termine, che può conservarle per giorni o tutta la vita. Per esempio, se ascoltiamo un numero a caso di sette cifre in una lingua a noi completamente incomprensibile, siamo in grado di ripeterlo solo immediatamente dopo averlo ascoltato (memoria sensoriale). Se, invece, il numero è pronunciato nella nostra lingua, i suoni vengono codificati in simboli che è possibile ricordare per alcune decine di secondi (memoria a breve termine). D'altra parte, conosciamo il nostro numero di telefono perché l'abbiamo ripetuto numerose volte (memoria a lungo termine).
La teoria prevalente sostiene che la memoria sensoriale e la memoria a breve termine si realizzino tramite modifiche transitorie nella comunicazione neuronale, mentre la memoria a lungo termine si realizzi tramite modifiche più stabili nella struttura neuronale.
Classificazione per tipo di informazione
La memoria a lungo termine può essere suddivisa in:
* Memoria dichiarativa (o esplicita): riguarda le informazioni comunicabili e che vengono richiamate consciamente.
* Memoria procedurale (o implicita): riguarda le informazioni relative a comportamenti automatici. La memoria dichiarativa può essere ulteriormente suddivisa in memoria episodica, che riguarda le informazioni specifiche a un contesto particolare, come un momento e un luogo, e memoria semantica, che riguarda idee e affermazioni indipendenti da uno specifico episodio. Per fare degli esempi, il ricordo della trama di un romanzo o di un film riguarda la memoria episodica, mentre ricordarsi il nome dei personaggi dello stesso romanzo o film riguarda la memoria semantica. La memoria autobiografica è un caso particolare della memoria episodica, che riguarda episodi realmente avvenuti al soggetto stesso. La memoria procedurale riguarda invece soprattutto le abilità motorie e fonetiche, che vengono apprese con il semplice esercizio e utilizzate senza controllo attentivo volontario. Oggi possiamo dire che nei due tipi di memoria (dichiarativa o esplicita e procedurale o implicita) sono implicate zone cerebrali diverse. Mentre la memoria dichiarativa viene principalmente controllata dalla corteccia cerebrale, in particolare quella temporale, nella memoria procedurale sono implicate le strutture sottocorticali, in particolare i gangli della base.
Fisiologia
Dati relativi ai circuiti neuronali interessati al trasferimento delle informazioni nella memoria a lungo termine sono stati ottenuti dall'esame di soggetti con Sindrome di Korsakoff (nell'alcoolismo cronico). I pazienti con sindrome di Korsakoff conservano una buona memoria per le esperienze precedenti all'insorgere della malattia, ma hanno perso la capacità di trasferire le loro esperienze attuali nella memoria a lungo termine. L'esame anatomico del cervello di questi pazienti dimostra che le strutture centrali più lese sono:
* Nucleo medio-dorsale del Talamo
* Corpi mammillari
* Ippocampo
Il processo di memorizzazione modifica le connessioni presenti nella rete neuronale, grazie all'attivazione di un segnale; nei neuroni postsinaptici si attivano geni e proteine; queste ultime si muovono verso le connessioni presenti tra due neuroni, allo scopo di rinforzare o di costruire le sinapsi (i punti di contatto e di comunicazione neuronale). Ogni informazione viene memorizzata grazie alla formazione di una specifica rete neuronale, prima nell'ippocampo e poi nella corteccia, dove viene definitivamente conservata.
L'ippocampo è la struttura indispensabile alla fissazione della traccia di memoria. L'ippocampo non è la sede dell'immagazzinamento, ma partecipa alla codificazione delle informazioni che lo raggiungono dalla corteccia associativa cerebrale. Anche l'amigdala (lobo temporale) riveste un ruolo importante nel plasmamento e nella conservazione della memoria, visto che è l'organo deputato all'ambito emozionale ed affettivo che definisce le percezioni. Nel sistema nervoso dei vertebrati i fenomeni elementari di apprendimento più conosciuti sono la Long Term Potentiation o LTP e la Long Term Depression o LTD. Nei neuroni dell'ippocampo una stimolazione elettrica ad alta frequenza delle vie afferenti eccitatorie è capace di determinare un forte aumento dell'ampiezza delle risposte successive che si mantiene per ore o per giorni. Queste variazioni funzionali del circuito sono attribuiti a modificazioni della trasmissione sinaptica. In questi sinapsi eccitatorie il mediatore è il Glutammato.
Metodi di studio della memoria
Nello studio della memoria possono essere utilizzati: metodi diretti, cioè prove di rievocazione (libera, seriale e guidata) e prove di riconoscimento; metodi indiretti, cioè compiti cognitivi che non testano direttamente la memoria ma il cui risultato dipende dal livello di funzionamento di questa.
La prova di rievocazione libera consiste nel rievocare gli elementi di una lista presentata in precedenza (può essere presentata sia per via uditiva che visiva), senza vincoli sull'ordine in cui gli elementi devono essere ripetuti. La prova di rievocazione seriale differisce dalla precedente in quanto si deve cercare di ripetere l'ordine esatto in cui gli elementi sono stati presentati. La prova di rievocazione guidata prevede l'uso di stimoli aggiuntivi (cues) in qualche modo connessi con gli elementi da ricordare, in modo da facilitarne la rievocazione. Le prove di riconoscimento possono basarsi sull'apprendimento della presenza di un elemento in un particolare contesto spazio-temporale, oppure possono essere svincolati da esso; nel primo caso il soggetto deve riconoscere se l'elemento mostrato è già stato presentato in precedenza, oppure riconoscere quale elemento è già stato presentato scegliendo tra i molteplici elementi mostrati (chiamati distrattori). Nel secondo caso il soggetto deve riconoscere se l'elemento mostrato appartiene a una data categoria (riconoscimento categoriale), oppure deve individuare un oggetto fra altri appartenenti alla stessa categoria, riconoscendone gli attributi che lo differenziano da questi (riconoscimento di identificazione). I metodi indiretti sono prove varie che sfruttano in genere il priming di ripetizione e il priming semantico (o associativo). Il priming di ripetizione si basa sul fatto che la presentazione di un elemento all'interno di una lista (sulla quale non viene richiesto di svolgere compiti cognitivi) facilita il riconoscimento dello stesso durante la prova vera e propria; il priming semantico facilita il riconoscimento utilizzando stimoli appartenenti alla stessa categoria dello stimolo bersaglio.
Patologia
Molto dell'odierna conoscenza sulla memoria è derivato dallo studio clinico dei disturbi della memoria. La perdita di memoria è chiamata amnesia. Ci sono molti tipi di amnesia; studiando le loro diverse forme e osservando i difetti organici che appaiono nei singoli sottosistemi del cervello, si può ipotizzare la funzione di tali sottosistemi in un cervello normale.
L'amnesia può essere anterograda (quando non è più possibile apprendere e ricordare eventi dopo l'evento lesivo) o retrograda (quando vengono cancellate memorie relative ad anni precedenti rispetto alla data della lesione). L'amnesia anterograda, però, non preclude completamente la capacità di chi né è colpito di apprendere, infatti alcuni tipi di appredimento (spaziale, riconoscimento, stimolo-risposta) sono comunque conservati ed il vero danno avviene a livello della memoria dichiarativa o esplicita. L'amnesia anterograda è spesso associata ad amnesia retrograda.
Tra i disturbi della memoria annoveriamo:
* La paramnesia, cioè la falsificazione della memoria attraverso una distorsione del ricordo.
* L'ipermnesia, che è un'esagerata ritenzione amnestica.
* l'allomnesia, ovvero i ricordi falsati
* l'amnesia, ovvero la dimenticanza transitoria o definitiva di tutto o parte del contenuto della memoria
* l'ecmnesia, ovvero la trasformazione di ricordi in esperienze attuali
* L'immagine eidetica, cioè un ricordo visivo vissuto talmente vividamente da sembrare un'allucinazione.
* Il ricordo paravento, cioè un ricordo che a livello conscio è tollerabile ma che nasconde, inconsciamente, un evento traumatico.
* La rimozione, cioè la dimenticanza inconsapevole di eventi considerati inaccettabili.
* La letologia, che è la temporanea incapacità di ricordare un nome proprio o di un oggetto.
http://it.wikipedia.org/wiki/Neuroscienza
Neuroscienza
Le neuroscienze studiano struttura, funzione, sviluppo, biochimica, fisiologia, farmacologia e patologia del sistema nervoso centrale e del periferico. Lo studio biologico dell'encefalo è un campo interdisciplinare che coinvolge molti livelli, da quello molecolare, a quello cellulare (neuronale); dal livello di sistemi neurali relativamente piccoli, a quelli maggiori come le colonne corticali (che mediano la percezione visiva), fino ai grandi sistemi come la corteccia cerebrale e dal cervelletto (cerebellum) al livello elevato del sistema nervoso nella sua totalità. A questo livello superiore, i metodi delle neuroscienze si intrecciano con le scienze cognitive e con la filosofia della mente, generando il campo delle neuroscienze cognitive, La disciplina si sta attualmente trasformando in un campo autonomo. Alcuni ricercatori ritengono che le neuroscienze cognitive forniscano un approccio bottom-up (dal basso, partendo cioè dai dati) per capire la mente e la coscienza, metodo che sarebbe complementare all'approccio top-down (dall'alto, cioè partendo dalla teoria) classico della psicologia più tradizionale.IL SOFFIO DELLA VITA - Pagina 4 Memooriava8


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Messaggio Da INFERNO Ven 19 Set 2008, 02:12

http://www.psiconline.it/psiconline.html
http://www.riflessioni.it/enciclopedia/psicologia-transpersonale-storia.htm
http://it.wikipedia.org/wiki/Psicologia
http://it.wikipedia.org/wiki/Portale:Psicologia
PsicologiaIL SOFFIO DELLA VITA - Pagina 4 50pxpsi2zz7
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. La psicologia è la disciplina che studia il comportamento degli individui e i loro processi mentali. Tale studio riguarda le dinamiche interne dell'individuo, i rapporti che intercorrono tra quest'ultimo e l'ambiente, il comportamento umano ed i processi mentali che intercorrono tra gli stimoli sensoriali e le relative risposte. Attualmente la psicologia è una disciplina composita, i cui metodi di ricerca vanno da strettamente sperimentali (di laboratorio o sul campo) a etnograficamente orientati (ad esempio: alcuni approcci della psicologia culturale); da strettamente individuali (ad esempio: studi di psicofisica, psicoterapia individuale) a metodi con una maggiore attenzione all'aspetto sociale e di gruppo (ad esempio: la psicologia del lavoro che impiega i cosiddetti "gruppi focali"). Queste diversità di approccio hanno causato un proliferare di discipline psicologiche e di matrici culturali che tendono a sostenere punti di vista diversi. La psicologia si differenzia dalla psichiatria, in quanto quest'ultima è una disciplina medica, focalizzata su un paziente e dei disturbi: lo psichiatra, a differenza dello psicologo o dello psicoterapeuta, è infatti un laureato in medicina. La nascita della psicologia scientifica > La psicologia, intesa come materia scientifica, nacque in Europa nella seconda metà dell'Ottocento. Tra il 1850 e il 1870 vari scienziati, in particolare fisici e medici, iniziarono ad occuparsi dello studio della psiche analizzando le sensazioni, le emozioni e le attività intellettive. Questi scienziati applicarono allo studio della mente le metodologie già applicate alle scienze naturali, dando vita ad una nuova disciplina, la moderna psicologia scientifica. Questa fu la svolta fondamentale che innescò il processo che porterà la psicologia a diventare una vera disciplina scientifica. Fra i principali precursori che aprirono la strada alla nascita della moderna psicologia si possono citare: Charles Darwin, che propose varie teorie sulle emozioni, Franciscus Donders, che compì studi sui tempi di reazione, Ernst Weber e Gustav Theodor Fechner, che diedero vita alla psicofisica, studiando il rapporto tra stimoli fisici e sensazioni mentali, Hermann Ebbinghaus (1850-1909) che fu tra i primi ad applicare il metodo sperimentale allo studio della memoria, Francis Galton che fu il padre della psicologia differenziale, Théodule Ribot che contribuì in modo decisivo a far assumer una identità propria alla psicopatologia, Alfred Binet e Arnold Gesell che risultarono fondamentali pionieri nella "psicologia infantile".
Il padre fondatore della psicologia
Il merito di aver fondato la psicologia come disciplina accademica spetta, però, al tedesco Wilhelm Wundt (1832-1920). Questi raccolse e scrisse una mole gigantesca di materiale riguardante la nascente disciplina e, grazie alla sua grande cultura, riuscì a dare alla materia una base concettuale e un assetto organico. Wundt, nel 1873-74, pubblicò "Fondamenti di psicologia fisiologica", opera considerata il primo vero trattato psicologico-scientifico della storia. Nel 1875 Wundt divenne professore di filosofia a Lipsia, dove fondò un suo laboratorio nel 1879. A questo laboratorio affluirono allievi e scienziati di tutto il mondo che compirono ricerche e studi sui tempi di reazione, l'attenzione, le associazioni mentali e la psicofisiologia dei sensi. Per Wundt l'oggetto della psicologia doveva essere l'esperienza umana immediata, contrapposta all'esperienza mediata, che era invece oggetto delle scienze fisiche. Grazie a questa definizione, e all'uso di una metodologia rigorosa durante gli esperimenti, si strutturò definitivamente la psicologia intesa come disciplina scientifica ed accademica. Per il suo grande impegno e gli ingenti studi, Wundt è passato alla storia come il padre fondatore della psicologia.
Franz Brentano
Circa negli stessi anni in cui operava il laboratorio di Wundt, il filosofo austriaco Franz Brentano (1838-1917) propose un approccio completamente diverso alla psicologia, non basato sul rigore del metodo scientifico e la sperimentazione, bensì su un concetto più filosofico e perciò meno sperimentale, che Brentano definiva "intenzionalità". Le sue idee diedero vita alla cosiddetta scuola di Brentano (prima a Würzburg e poi a Vienna) e lo stesso Brentano può essere considerato il secondo padre della psicologia. Le due tradizioni infatti, quella wundtiana e quella brentaniana, rappresentarono per decenni i due grandi orientamenti di ricerca esistenti nella psicologia sperimentale e teorica. La sua Scuola, in particolare, influenzò Sigmund Freud e precorse i concetti della psicologia della Gestalt e della psicologia sociale. Sarà un altro ricercatore tedesco Hermann Ebbinghaus (1850-1909) il primo ad applicare il metodo sperimentale allo studio di un altro processo mentale superiore: la memoria.
Ora riprendiamo il concetto già sommariamente trattato sulla psicologia della Gestalt, perchè è utile rimarcare alcune peculiarità:
Il pensiero produttivo > un aneddoto.
Una volta il maestro al giovane Gauss chiese qual era il totale di: 1+2+3+4+5+6+7+8+9+10. Gauss rispose immediatamente sorprendendo il maestro che gli chiese come ebbe fatto. Gauss non sommò 1+2, sommando il risultato a 3, sommando il risultato a 4, e così via: «Se l'avessi fatto sommando 1+2, poi 3 al risultato, poi 4 al nuovo risultato, e così via, avrei impiegato molto tempo, e cercando di arrivare presto molto probabilmente avrei fatto degli sbagli. Ma vede, 1+10 fa 11, 2+9 fa di nuovo - deve fare! - 11. E così via! Vi sono 5 coppie di questo tipo: 5 volte 11 fa 55» Gauss aveva visto i singoli elementi in una totalità retta da una relazione. In questo caso la relazione scoperta da Gauss (che poi è la regola della somma dei termini in progressione aritmetica) è la Gestalt: il giovane Gauss aveva colto la soluzione del problema mediante la totalità del tutto, aveva colto le relazioni intrinseche che vi sono fra i singoli elementi raggiungendo uno stadio (Gestalt) che va oltre il loro semplice sommarsi. La psicologia della Gestalt fu una corrente psicologica che nacque e si sviluppò agli inizi del XX secolo in Germania, per poi proseguire la sua articolazione negli Stati Uniti. Questa Scuola ebbe molto successo anche in Italia, fra gli anni '50 e '80, prima di confluire ed essere sostituita dal cognitivismo. Gli psicologi della Gestalt cercarono di dimostrare sperimentalmente la validità del criterio della "totalità" nello studio delle funzioni psichiche. Per essi, infatti, non era giusto dividere l'esperienza umana nelle sue componenti elementari e occorreva, invece, considerare l'intero come fenomeno sovraordinato rispetto alla somma dei suoi componenti. In altre parole, per gli psicologi della Gestalt: "L'insieme è più della somma delle sue parti". È chiaro quindi come questa Scuola si opponesse alla teorie associazionistiche di Wundt e a quelle comportamentistiche di Watson, per spostare l'accento sulla tendenza degli insiemi percettivi, e per estensione delle rappresentazioni del pensiero, a presentarsi al soggetto sotto forma di unità coerenti. La psicologia della Gestalt ricorse, perciò, al metodo fenomenologico, col quale i dati dell'esperienza non vengono interpretati e scomposti, ma descritti totalmente nella loro immediatezza, così come essi appaiono al soggetto. I gestaltisti, studiando in modo approfondito la percezione, intuirono che la realtà fenomenologica si struttura spontaneamente in unità, nel campo di esperienza del soggetto, ogni volta che gli elementi di un insieme presentano determinate caratteristiche. Individuarono così cinque leggi (dette "leggi della formazione delle unità fenomeniche") le quali stanno alla base del nostro modo di cogliere le cose e di organizzare i dati percepiti. Esse sono:
1. Legge della somiglianza: elementi identici o simili tendono ad essere percepiti come unità.
2. Legge della buona forma: figure geometriche sovrapposte, tendono ad essere percepite ancora come separate, cioè ognuna con la propria forma.
3. Legge della vicinanza: più gli elementi di un insieme sono vicini, maggiore sarà la tendenza a percepire quegli elementi come unità.
4. Legge della buona continuazione: si tendono a percepire come unità quegli elementi che minimizzano i cambiamenti di direzione.
5. Legge del destino comune: con elementi in movimento, vengono percepiti come un'unità quelli con uno spostamento coerente.
6. Legge della chiusura: elementi figurali chiusi o che tendono a chiudersi vengono percepiti come appartenenti alla stessa unità figurale. Queste sono solo alcune delle numerose regole alla base della percezione e che permettono, ad esempio, di comprendere il funzionamento delle illusioni ottiche. Il punto centrale della psicologia della Gestalt era, perciò, la convinzione che riuscendo a comprendere come si organizzano le nostre percezioni, si potesse anche comprendere il modo in cui il soggetto organizza e struttura i propri pensieri. Infine, è importante sottolineare che queste tendenze all'auto-organizzazione erano viste dai gestaltisti come una caratteristica innata, ridimensionando in questo modo l'importanza dell'esperienza e dell'apprendimento nella strutturazione del pensiero. Gli psicologi della Gestalt sono noti, come se ne evince soprattutto per i loro contributi nel campo della percezione. Oltremodo è da ravvisare che la Gestalt, non è uno studio della percezione fine a se stesso, ma è principalmente e nella sua essenza un metodo d'indagine dell'umano (la Gestalt è di più della semplice somma delle parti). Mediante esso è stato possibile il proliferare di studi, concetti e campi di ricerca assai numerosi:
* gli studi sull'intelligenza nei primati ad opera di Köhler (1917) furono talmente importanti da far nascere il concetto di insight;
* Kurt Lewin, allievo di Wolfgang Köhler, svilupperà il concetto di campo dando vita, addirittura, ad una branca della psicologia: la psicologia sociale;
* Kurt Koffka fece notare che i princìpi della Gestalt sono applicabili pressoché ad uno spettro d'indagine illimitato (percezione ed intelligenza, ma anche nello studio del sociale, dell'educazione e dello sviluppo, fino ad arrivare a legami con concetti di elettromagnetismo);
* James Gibson porterà la sua critica ad un certo modo di fare ricerca troppo legato al laboratorio, nei confronti della psicologia cognitiva, proprio basandosi su una matrice di ricerca in linea con la Gestalt. IL SOFFIO DELLA VITA - Pagina 4 Gelstaltxy9
Psicologia cognitiva
La psicologia cognitiva è una branca della psicologia che ha come obiettivo lo studio dei processi mediante i quali le informazioni vengono acquisite dal sistema cognitivo, trasformate, elaborate, archiviate e recuperate. La percezione, l'apprendimento, la risoluzione dei problemi, la memoria, l'attenzione, il linguaggio e le emozioni sono processi mentali studiati dalla psicologia cognitiva. Essa studia il funzionamento della mente come elemento intermedio tra il comportamento e l'attività cerebrale prettamente neurofisiologica. Il funzionamento della mente è assimilato (metaforicamente) a quello di un software che elabora informazioni (input) provenienti dall'esterno, restituendo a sua volta informazioni (output) sotto forma di rappresentazione della conoscenza, organizzata in reti semantiche e cognitive.
Il costruttivismo è stato spesso considerato come una corrente del cognitivismo, pur mantenendo una sua autonomia; alcuni dei suoi assunti epistemologici di base sembrano però significativamente differenti da quelli tradizionali del cognitivismo (George Kelly, fondatore della psicologia dei costrutti personali, amava ripetere: "sfatiamo il mito che il costruttivismo sia collegato al cognitivismo").
Il cognitivismo oggi:
La psicologia cognitiva è oggi una scienza fortemente multidisciplinare, che si avvale dei metodi, degli apparati teorici e dei dati empirici di numerose altre discipline, tra le quali: la psicologia, la linguistica, le neuroscienze, le scienze sociali e della comunicazione, la biologia, l'intelligenza artificiale e l'informatica, la matematica, la filosofia e la fisica. Dal punto di vista filosofico, la psicologia cognitiva assume la posizione ontologica del realismo critico, secondo la quale viene accettata l'esistenza di una realtà esterna strutturata, ma allo stesso tempo viene rifiutata la possibilità di conoscerla completamente. Questa premessa teorica lo distingue nettamente dal movimento comportamentista: l'oggetto di studio non è più (soltanto) il comportamento umano, bensì gli stati o processi mentali, precedentemente considerati interni ad una black box (o scatola nera) insondabile e non conoscibile scientificamente. Tale presa di posizione nei confronti dello studio dell'attività mentale si traduce concretamente nell'affermarsi della concezione di comportamento umano come risultato di un processo cognitivo di elaborazione delle informazioni articolato e variamente strutturato (information processing). Gli esiti più recenti dell'analisi dei processi cognitivi, incentrano queste dinamiche nei contesti sociali in cui si sviluppa il pensiero. Questo approccio basato sul cognitivismo, definito come teoria sociale cognitiva, studia infatti l'interazione tra cognizione e contesto sociale. La teoria sociale cognitiva riveste un ruolo molto importante sul versante di studio della personalità. Una elevata importanza in questo nucleo teorico è attribuita alle riflessioni di Albert Bandura. Dai concetti elaborati da Bandura, hanno preso il via numerosi altri ricercatori, costituendo una corrente di pensiero che prende le mosse dal cognitivismo, costruendo un'analisi dei processi cognitivo-emotivi, incentrata sui contesti sociali che vedono tali processi esprimersi attraverso le condotte. Un altro punto di riferimento nel panorama del cognitivismo contemporaneo è, nel campo della psicologia e della psicoterapia, il cognitivismo post-razionalista di Vittorio Guidano. Egli, rielaborando i contributi teorici e sperimentali offerti da numerose altre discipline, apporta importanti contributi allo studio dell’evoluzione della mente umana, con risvolti innovativi nei campi dell’epistemologia, della psicologia sperimentale e della psicopatologia.IL SOFFIO DELLA VITA - Pagina 4 Psico3ep6
ILLUSIONI OTTICHE:IL SOFFIO DELLA VITA - Pagina 4 Illusionign9
"A muoversi è l'occhio": http://www.galileonet.it/news/10566/a-muoversi-e-locchio
http://www.movieup.it/illusioniottiche.htm
http://www.scolastica2000.it/illusioni/illusioni.htm
http://www.giorgiotave.it/illusioni/home.htm
http://www.croponline.org/illusioniottiche.htm
http://www.sitopreferito.it/html/illusioni_ottiche.html
http://www.illuweb.it/vista/vistmenu.htm
http://www.illuweb.it/
http://www.segnalidivita.com/illusioni/
http://www.illusioniottiche.net/

IL SOFFIO DELLA VITA - Pagina 4 Illusiowx5
Quest'ultimo esempio, è una illusione nella illusione, perchè non è un video come potrebbe sembrare per associazione, ma solo una foto di un fermo immagine
Buchi percettivi & condizionamenti vari: http://www.criminalmente.it/index.php?area=1&sez=28&doc=96


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Messaggio Da INFERNO Ven 19 Set 2008, 14:18

ILLUSIONI GRAFICHE (parte I°)


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Messaggio Da INFERNO Sab 20 Set 2008, 01:49

ILLUSIONI GRAFICHE (parte II°)
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Messaggio Da INFERNO Mer 24 Set 2008, 03:34

SOSIA
http://www.sosia.biz/intro-it.php
http://www.sosia.biz/
http://www.sosiaintheworld.com/
http://it.wikipedia.org/wiki/Sosia
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Il sosia è colui che somiglia fisicamente ad un'altra persona. Da qualche anno, oltre che una mera curiosità, sta cercando di emergere come possibilità di lavoro. Le persone incuriosite dalla somiglianza di questi artisti, fanno si che il personaggio assomigliante ad un vip cinematografico, musicale o politico, venga chiamato per azioni di beneficenza, lavori pubblicitari, inaugurazioni di attività commerciali, manifestazioni varie. Per tale scopo esistono varie agenzie che si occupano di mettere in contatto i possibili clienti con i loro iscritti. Un caso particolare di sosia è quello legato alle vicende dell'ex dittatore iracheno Saddam Hussein il quale, per timore di attentati in occasione delle sue apparizioni pubbliche e per sviare i servizi segreti utilizzava un sosia. Dall'analisi delle caratteristiche antropometriche sulle fotografie, si sospetta l'utilizzo di addirittura quattro diversi sosia nelle varie occasioni.
Storia
L'origine della parola sosia deriva da un personaggio dell'Anfitrione, http://it.wikipedia.org/wiki/Anfitrione_(mitologia) http://it.wikipedia.org/wiki/Anfitrione_(Plauto) una commedia del poeta latino Plauto. http://it.wikipedia.org/wiki/Plauto
Sosia è il nome di un servo di Anfitrione. Volendo Giove conquistare la moglie di Anfitrione, Alcmena, mentre il marito è in guerra con i Teloboi, chiede aiuto a Mercurio che per sorvegliare la tranquillità della coppia prende l'aspetto di Sosia.
IL SOFFIO DELLA VITA - Pagina 4 Sosia2fo7IL SOFFIO DELLA VITA - Pagina 4 Sosia3qi1IL SOFFIO DELLA VITA - Pagina 4 Sosia5nu3IL SOFFIO DELLA VITA - Pagina 4 Sosia6wl2
Conclusione inversa alias zen: nessuno però pensa, che nella realtà dei fatti, proprio il personaggio famoso, potrebbe essere il vero sosia del suo omologo non conosciuto
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Messaggio Da INFERNO Mer 24 Set 2008, 04:09

TUTTI QUESTI PREAMBOLI SULLE ILLUSIONI E SUI SOSIA (SUCCESSIVAMENTE SARA' PURE UTILE INDAGARE ALCUNI ASPETTI DELLA MATEMATICA LOGICA IN RIFERIMENTO AL TEMA DEL PARADOSSO), SONO STATI APPOSITAMENTE AFFRONTATI, PER PREDISPORRE MEGLIO LA NOSTRA MENTE, AL CONCETTO ASTRUSO QUANTO QUASI INCOMPRENSIBILE PER LA CULTURA OCCIDENTALE, RELATIVO ALL'USO DELLA NEGAZIONE NELLA LINGUA GIAPPONESE NELLA FORMAZIONE DEL PENSIERO
Uso della negazione nella lingua giapponese
http://www.riflessioni.it/forum/filosofia/3217-uso-della-negazione-nella-lingua-giapponese.html
di Cristiano Martorella
Non sempre una negazione porta a un valore di verità contrario. Sarebbe forse sorprendente se si ritrovasse questo aspetto nella lingua giapponese? In effetti le cose stanno proprio così. La negazione nella lingua giapponese non è così forte come nelle lingue occidentali. Questo appare evidente, per esempio, nell'uso delle espressioni "mi piace" e "non mi piace". Nel giapponese esistono due verbi: suki (essere piacevole) e kirai (essere sgradevole). Ma la negazione di suki non corrisponde pienamente a kirai. Dire "ringo ga suki dewanai" (Non mi piacciono le mele) non significa che le mele sono sgradite, ma semplicemente che non sono fra la frutta preferita (quella che piace). Quindi è molto probabile che l'interlocutore mangi tranquillamente le mele. Mentre dire "ringo ga kirai da" (le mele mi sono sgradite), significa rifiutare le mele e quindi non mangiarle. Queste differenze iniziano a diventare grandi in una conversazione reale, quando si esprimono i propri pensieri. I giapponesi si sorprendono apprendendo che in italiano "non piacere" (suki dewanai) corrisponde a "sgradire" (kirai da). Formalizziamo anche questo aspetto del pensiero giapponese utilizzando suki e kirai.

Espressione Giudizio
suki da ( + + + )
suki dewanai ( + / - )
kirai dewanai ( - / + )
kirai da ( - - - )

Con "suki da" si intende un preferenza per quella cosa, con "suki dewanai" che non c'è una preferenza, con "kirai dewanai" che non è sgradita, infine con "kirai da" che ci è sgradita. Queste quattro espressioni sono fra loro molto differenti secondo i giapponesi. Come nella formalizzazione della logica di Pascal, http://www.nipponico.com/tesi/martorella_cristiano/capitolo4.php otteniamo anche qui uno schema con quattro uscite.
Blaise Pascal
http://it.wikipedia.org/wiki/Blaise_Pascal
« L'uomo non è che una canna, la più debole della natura; ma è una canna che pensa. [...] Tutta la nostra dignità consiste dunque nel pensiero. [...] »
(Blaise Pascal, Pensieri, 347)
« Incapaci di fare forte ciò che è giusto, abbiamo fatto giusto ciò che è forte. »
( Blaise Pascal, Pensieri, 238)
Blaise Pascal (Clermont-Ferrand, 19 giugno 1623 – Parigi, 19 agosto 1662) è stato un matematico, fisico, filosofo e teologo francese.
Infatti anche nello schema sintetico della scommessa di Pascal http://it.wikipedia.org/wiki/Scommessa_di_Pascal troviamo un quadrivio:
* Dio esiste ed io ho creduto: + (mi è convenuto);
* Dio non esiste ed io ho creduto: x (non ci ho perso ne guadagnato);
* Dio esiste ed io non ho creduto: - (ci ho perso);
* Dio non esiste ed io non ho creduto: x (non ci ho perso ne guadagnato).
In definitiva, se non altro, mi conviene credere (un + ed un x contro un - ed un x).

Il fatto che si ripeta questo "quadruplice sentiero" non è occasionale, ma ha una ragione interna. Non accettando la negazione come l'operatore che fornisce il valore inverso di quello dato, si finisce per sdoppiare i valori di verità di una proposizione che nella logica tradizionale potevano essere solo due. Quello che può sorprendere è invece la corrispondenza fra logica pascaliana e lingua giapponese. http://it.wikipedia.org/wiki/Lingua_giapponese
Karl Löwith http://it.wikipedia.org/wiki/Karl_L%C3%B6with (Monaco di Baviera, 9 gennaio 1897 – Heidelberg, 26 maggio 1973) è stato un filosofo tedesco di origini ebraiche, studente di Martin Heidegger.
Martin Heidegger http://it.wikipedia.org/wiki/Martin_Heidegger
(Meßkirch, 26 settembre 1889 – Friburgo in Brisgovia, 26 maggio 1976) è stato pure esso un filosofo tedesco.
Löwith diceva che la verità giapponese è pragmatica, quindi non dobbiamo stupirci se la forma logica che essa assume è quella quadruplice e non quella binaria della logica tradizionale e classica (che ha avuto il massimo sviluppo con la logica booleana http://it.wikipedia.org/wiki/Algebra_di_Boole http://216.239.59.104/search?q=cache:Y7huRQ5oezEJ:www.dsi.unifi.it/~costa/lucidi_2_02/Lezione4.pdf+logica+booleana&hl=it&ct=clnk&cd=3&gl=it
alias la teoria che tratta la manipolazione di variabili booleane assumendo solo due valori: vero/falso o 0/1).
Che la negazione non sia usata come nelle lingue occidentali ci è indicato anche da altri studiosi. Come segnalato dallo psicologo Paul Watzlawick (Watzlawick, Paul. 1976. http://it.wikipedia.org/wiki/Paul_Watzlawick La realtà della realtà. Astrolabio, Roma.), il pensiero occidentale ha una tendenza al ragionamento per negazioni (es.: se non è così, allora...), cosa che non avviene con frequenza nel pensiero giapponese.
SHISOU > Shisou, il pensiero giapponese I° parte di Cristiano Martorella
La filosofia oltre lo scontro di civiltà
http://www.riflessioni.it/forum/filosofia/3217-uso-della-negazione-nella-lingua-giapponese.html
Affermare che la filosofia giapponese abbia un carattere universale e internazionale può sembrare provocatorio. Ma cosa può svegliare dal torpore dell'intelletto che sembra essersi rassegnato alla banalità del male? La resa incondizionata all'idea dello scontro di civiltà (clash of civilizations) è condivisa da molti, però non da tutti(1). Così la provocazione può dimostrarsi un'autentica rivelazione. In giapponese si indica con shisou il pensiero, in particolare il pensiero filosofico o concettuale. Il termine è composto da due kanji: il primo (shi) è lo stesso del verbo omou (pensare), il secondo (sou) è anch'esso letto omou ed è sinonimo di pensiero, idea. Dunque shisou è il pensiero speculativo o filosofico, mentre il pensiero comune o un pensiero qualunque è indicato dalla parola kangae. Questa distinzione introdotta nella lingua giapponese è stata necessaria a causa della differente concezione del pensiero nell'antica cultura giapponese. Questo diverso contesto linguistico e concettuale implica un'opposizione assente in altre lingue come l'inglese o l'italiano. Il verbo omou, infatti, indica il pensare (to think), ma anche il sentire (to feel), il credere (to believe), lo sperare (to hope) e il volere (to want). L'aspetto puramente concettuale del pensiero doveva essere indicato con un altro termine coniato appositamente, appunto shisou. Ciò ci mette in guardia e ci anticipa la considerazione dei saggi giapponesi nei confronti del pensiero, una stima molto influenzata dal buddhismo e fortemente critica. Il Buddha Shakyamuni insiste sull'importanza di mantenere il controllo sul pensiero che essendo illusorio per sua natura è potenzialmente nocivo. Questo insegnamento è esposto anche nel Dhammapada (in sanscrito Dharma-pada, Versetti della Legge). Si domini il pensiero, inafferrabile, leggero, che si getta su ciò che gli piace. Il pensiero domato è portatore di felicità. Custodisca l'uomo accorto il pensiero, difficile da percepire, guizzante, che si getta su ciò che gli piace. Il pensiero ben guardato porta felicità. Coloro che controllano il pensiero, che viaggia lontano, che cammina solo, incorporeo, che alloggia nel cuore, costoro si liberano dei vincoli del male. (Dhammapada, III, 35-37) Ma il buddhismo non si limita ad affermare la fallacia del pensiero che necessita quindi di continuo controllo (altrimenti si getterebbe "su ciò che gli piace"). Il buddhismo Mahayana stabilisce che la realtà stessa è pensiero. Tutto ciò che ha forma è illusorio. E quando si vede che ogni forma è vuota, si riconosce il Buddha (Vajracchedika, 5). Le pretese del pensiero speculativo vengono addirittura ridicolizzate. Buddha paragona il filosofo a un ferito che, anziché farsi medicare, vuole sapere chi l'ha colpito, di quale materiale è composta la freccia, e così via. Quest'uomo si perde in questioni irrilevanti, trascurando l'essenziale (Majjhima nikaya, 63).
Il succo dell'insegnamento buddhista è il dharma (legge) che può essere riassunto come il riconoscimento della natura del reale:
> impermanenza del pensiero;
> impermanenza dei fenomeni della realtà;
> interconnessione e relazione dei fenomeni.
Nel suo atteggiamento radicalmente antispeculativo, il buddhismo proclama il carattere "vuoto" del dharma. La dottrina del Buddha non è una teoria, ma un esercizio per liberare l'uomo. Come tale essa è vuota (sunya). Buddha Shakyamuni affrontò la questione con una parabola. Egli paragonò la dottrina buddhista a una zattera, utile per arrivare da qualche parte, ma va poi accantonata una volta raggiunto lo scopo o la terraferma (Majjhima nikaya, 22). Il valore dei princìpi buddhisti è puramente strumentale. Attinta l'illuminazione, essi si rivelano superflui, per non dire paralizzanti. La zattera di Buddha è come la scala del filosofo Ludwig Wittgenstein. « Tutto ciò che si può dire lo si può dire chiaramente. Su ciò di cui non si può parlare si deve tacere. »
(L. Wittgenstein, Tractatus logico-philosophicus) http://it.wikipedia.org/wiki/Tractatus_logico-philosophicus
Ludwig Wittgenstein (Vienna, 26 aprile 1889 – Cambridge, 29 aprile 1951) è stato un filosofo e logico austriaco, autore in particolare di contributi di capitale importanza alla fondazione della logica e alla filosofia del linguaggio. L'unico libro pubblicato in vita da Wittgenstein, il Tractatus logico-philosophicus, è considerato una delle opere filosofiche più importanti del novecento. Le raccolte di appunti, le lezioni, i diari, le lettere - che costituiscono tutto il resto della sua vastissima opera (detta nel complesso 'il secondo Wittgenstein')- sono state pubblicate solo dopo la sua morte
"Le mie proposizioni sono chiarificazioni le quali illuminano in questo senso: Colui che mi comprende, infine le riconosce insensate, se è asceso per esse - su esse – oltre esse. Egli deve, per così dire, gettar via la scala dopo che v'è salito. Egli deve superare queste proposizioni; è allora che egli vede rettamente il mondo". (Tractatus Logico-Philosophicus, 6.54)IL SOFFIO DELLA VITA - Pagina 4 Pensierogiapponeseqe2 Se Buddha Shakyamuni aveva contestato la realtà assoluta del pensiero, fino a capovolgere la questione e sostenere che la realtà stessa sarebbe soltanto pensiero, il buddhismo zen giapponese ha amplificato questa riflessione rigettando ogni dottrina speculativa e preferendo i metodi pratici.


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Messaggio Da INFERNO Mer 24 Set 2008, 04:37

Il pensiero giapponese II° parte
http://www.riflessioni.it/forum/filosofia/3217-uso-della-negazione-nella-lingua-giapponese.html
di Cristiano Martorella
Lo zen insiste sul riconoscimento dell'impermanenza delle cose mondane (shogyou mujou) e sull'unica realtà che costituisce l'universo ossia il nulla (mu). http://www.nipponico.com/dizionario/m/mu.php Questa posizione vanifica ogni tentativo di afferrare con il pensiero qualcosa che si rivela inafferrabile semplicemente perché vuoto. Ma costituisce anche l'abbattimento della barriera che ci separa dal mondo e dagli altri esseri viventi. Nella mia tradizione, ogni volta in cui giungo le mani per inchinarmi profondamente davanti a Buddha recito questa breve strofa: Colui che si inchina e porta rispetto, e colui che riceve l'inchino e il rispetto, sono entrambi vuoti. Per questa ragione la comunione è perfetta. (2) La filosofia giapponese rompe con la tradizione speculativa che considera il pensiero come un oggetto reale e si ricongiunge con le posizioni più avanzate della filosofia occidentale. Non bisogna supporre che l'atteggiamento della filosofia giapponese nei confronti del pensiero sia isolato, poiché esistono delle fortunate eccezioni. Questo è il caso di Ludwig Wittgenstein che giunse a sostenere perfino che il significato di una parola è il suo uso (ammettendo dunque il carattere vuoto del pensiero). I filosofi, che credono che pensando si possa, per così dire, estendere l'esperienza, dovrebbero riflettere che per telefono si può trasmettere un discorso, ma non il morbillo. [E Nei miei pensieri, con le parole, non posso certo carpire una previsione di qualcosa che non conosco (Nihil est in intellectu). Come se potessi arrivare al pensiero, per dir così, dal di dietro, e furtivamente gettare uno sguardo su ciò, che dal davanti mi è impossibile scorgere. Perciò c'è qualcosa di vero nel dire che l'inimmaginibilità è un criterio dell'insensatezza. (3) http://www.riflessioni.it/forum/filosofia/3217-uso-della-negazione-nella-lingua-giapponese.html Wittgenstein abbandona la concezione del pensiero come di qualcosa superiore alle percezioni e dunque perfetto. Al contrario, il pensiero non ha una natura propria piuttosto è l'apparenza di un comportamento umano (questa dottrina è chiamata "comportamentismo logico" ed è attribuita anche al filosofo Gilbert Ryle) http://it.wikipedia.org/wiki/Gilbert_Ryle (4). Una formula va intesa come una prassi determinata dall'uso. Si può dire: "Il modo in cui la formula viene intesa determina quali passaggi si debbano compiere". Qual è il criterio per stabilire in che modo viene intesa la formula? Forse il modo e la maniera in cui la usiamo costantemente, il modo in cui ci è stato insegnato ad usarla. (5) Ciò si estende all'intero linguaggio (e dunque al pensiero). Il significato di una parola è il suo uso. Ma allora il significato di una parola che comprendo non può convenire al senso della proposizione che comprendo? O il significato di una parola convenire al significato di un'altra? Certo, se il significato è l'uso che facciamo della parola, non ha alcun senso parlare di un tale convenire. (6) Qual è però il rapporto fra questa filosofia nippo-europea e lo scontro di civiltà evocato all'inizio? Paradossalmente è estremamente semplice. Nell'Ottuplice Sentiero (astanga-marga) esposto da Buddha, si succedevano la retta conoscenza, il retto pensiero, la retta parola, la retta azione e la retta condotta di vita. Se ci liberiamo dai ceppi del pensiero, il cambiamento immediato si ripercuoterà nella nostra vita. Per quanto riguarda lo scontro di civiltà, è sufficiente smettere di pensare l'esistenza e la legittimità della guerra santa. Finché crederemo alla logica della guerra non avremo alternative, poiché lo scontro esisterà fino al giorno in cui lo penseremo. La guerra non è una realtà immutabile, ma la proiezione mentale delle paure umane. Combattiamo perché pensiamo che sia inevitabile. Se gli uomini continueranno a concepire le relazioni sociali soltanto in termini di scontro, ebbene non vi sono altre possibilità. L'errore è nell'attaccamento a questo pensiero. Shibayama Zenkei (柴山全庆, 1894 - 1974), un ex abate di Nanzenji, è stato un maestro giapponese Rinzai ben noto per il suo commento sul Mumonkan (che tratteremo nei prossimi post). Uno dei suoi più conosciuti studenti è Keido Fukushima, abate di Tofuku-ji. http://translate.google.com/translate?hl=it&u=http%3A%2F%2Fen.wikipedia.org%2Fwiki%2FKeido_Fukushima
Shibayama ha anche insegnato presso l'Università Otani ed è stato il capo abate di Nanzenji (dell'intera organizzazione), cioè per la gestione e la supervisione di oltre 500 templi. [1] [2] Per effetto di una serie di tours/conferenze, si è impegnato particolarmente verso gli Stati Uniti nel 1960, e per la traduzione di molti dei suoi libri in inglese > Shibayama è stato un significativo contribuente quanto maggiore artefice alla creazione dello Zen in America http://translate.google.com/translate?hl=it&u=http%3A%2F%2Fen.wikipedia.org%2Fwiki%2FZenkei_Shibayama
ed ha auspicato il successo della filosofia giapponese per il benessere e la pace dell'umanità. Oggi il mondo intero, in Oriente e in Occidente, sembra attraversare un periodo di convulsa trasformazione, un'epoca di travaglio in cui cerca di dar vita a una nuova cultura. Le tensioni che colpiscono tante parti del nostro pianeta non possono certo avere un'unica causa, ma una delle principali è certamente il fatto che, mentre sono stati compiuti notevoli progressi nell'uso della moderna conoscenza scientifica, noi esseri umani non ci siamo sviluppati abbastanza sul piano spirituale ed etico per vivere in queste nuove condizioni. E' quindi assolutamente necessario dar vita a una nuova civiltà, attraverso una più profonda comprensione dell'essere umano e un più alto livello di spiritualità. [...] Lo zen rappresenta una cultura spirituale unica in Oriente; possiede una lunga storia e antiche tradizioni e io credo che abbia fondamentali valori universali in grado di contribuire a creare una nuova civiltà spirituale. (7) Non ci sono molte alternative. Se non si perverrà, come auspicato da Shibayama, alla costituzione di una filosofia che unisca Oriente e Occidente, non vi sarà più una filosofia. E non ci sarà filosofia perché non ci sarà umanità. La filosofia nippo-europea costituisce il primo tentativo di questa filosofia del futuro.
Note
1. Fu Huntington a coniare l'espressione "scontro di civiltà". Cfr. Huntington, Samuel. 1996. The Clash of Civilizations and the Remaking of World Order. Simon & Schuster. New York (trad. it. 1997. Lo scontro di civiltà e la ricostruzione dell'ordine mondiale. Garzanti, Milano). La sua tesi fu criticata duramente da Fukuyama. Cfr. Fukuyama, Francis. 1999. The Great Disruption. Free Press, New York (trad. it. La Grande Distruzione, Baldini & Castoldi, Milano).
2. Thich Nhat Hanh. 1988. The Heart of Understanding: Commentaries on the Prajna-paramita Heart Sutra. Parallax Press, Berkeley.
3. Wittgenstein, Ludwig. 1986. Zettel. Lo spazio segregato della psicologia. Einaudi, Torino, pp. 58-59.
4. Cfr. Ryle, Gilbert. 1955. Lo spirito come comportamento. Einaudi, Torino.
5. Wittgenstein, Ludwig. 1995. Ricerche filosofiche. Einaudi, Torino, p. 103.
6. Ibidem, p. 74.
7. Shibayama, Zenkei. 1999. Un fiore non parla. Saggi zen. Arnoldo Mondadori, Milano, p. 9.
Nijuu, il pluralismo del doppio di Cristiano Martorella
http://www.riflessioni.it/forum/51399-post3.html
In giapponese nijuu significa doppio. Dualismo si dice infatti nijuusei. Ma nel pensiero filosofico e letterario giapponese il doppio non ha propriamente lo stesso senso acquisito in Occidente. In Estremo Oriente l'idea dell'unità e armonia dei contrari fu talmente pervasiva da essere messa in discussione soltanto quando si ebbero i primi contatti con la filosofia europea. Nell'induismo il brahman riassume il principio unitario, l'assoluto. Poiché il pluralismo, e così il dualismo, può ottenersi soltanto nella determinazione, ossia nelle categorie di tempo e spazio, l'assoluto che è l'originario autentico e incorruttibile, non conosce il samsara (ciclo di nascita e morte) e con esso l'esistenza fenomenica. Dunque l'induismo riduce il dualismo a una semplice apparenza o inganno dei sensi. Il taoismo riprende l'idea dei contrari e la pone alla base della dottrina. Non esisterebbe armonia senza la complementarietà di due princìpi: lo yang (maschile, luminoso, attivo e caldo) e lo yin (femminile, oscuro, passivo e freddo). Ma questa riduzione ha sempre rischiato di tramutarsi in una regolamentazione dettata dall'autorità, rischio che è stato amplificato dal confucianesimo e dai suoi interpreti (funzionari governativi, amministratori, etc.). Non è casuale che le valutazioni più severe e negative del concetto taoista di armonia provenissero dai marxisti cinesi che avevano assorbito le lezioni del materialismo storico all'inizio del Novecento (soprattutto la critica all'ideologia come sistema teorico delle classi dominanti). Il buddhismo, ancorato più profondamente alla tradizione induista, elimina ogni forma di dualismo definendolo come un inganno, un'apparenza. Perfino la forma e il contenuto sarebbero la medesima realtà. Così il nulla e l'esistenza fenomenica sarebbero soltanto due aspetti della stessa realtà. L'espressione giapponese definisce in questo modo il concetto: kuu soku ze shiki (il vuoto è la forma). Lo shintoismo, culto autoctono nipponico, ha elaborato in modo indipendente il concetto di doppio nel mito di Izanagi e Izanami, la coppia di dei che crearono l'arcipelago giapponese. Gli dei del cielo (amatsukami) inviarono Izanagi e Izanami, fratello e sorella, per popolare la terra ancora nel caos. Essi crearono le isole del Giappone immergendo una lancia e mescolando l'acqua del mare. Quando l'acqua si addensò, sollevando la lancia la fecero gocciolare (simbolismo dell'eiaculazione) formando un'isola. Poi Izanagi (maschio che seduce) e Izanami (femmina che seduce) si accoppiarono generando altre isole, dei e creature che abitarono l'arcipelago nipponico. Questa coppia divina è rappresentata nel culto shintoista da due rocce affioranti dal mare nella baia di Futami presso il tempio di Ise (Daijinguu). Le sacre rocce sono l'espressione simbolica più potente del concetto di armonia e unione dei contrari. Attraverso il legame, costituito da una corda, si accentua nel contempo la dualità e l'unità. Nel pensiero giapponese le matrici buddhiste e shintoiste sono quelle che maggiormente si avvertono. Ma a ciò si aggiunge una profonda conoscenza della letteratura europea che diviene parte costitutiva e dialogante del mondo nipponico. Letteratura e cinematografia nipponica non soltanto acquisirono le tecniche occidentali, ma con esse anche le tematiche, i diversi registri, la tipologia narrativa che si fusero in qualcosa di inseparabile alla tradizione già esistente.
Il regista Kurosawa Akira http://it.wikipedia.org/wiki/Akira_Kurosawa (Ōta, 23 marzo 1910 – Setagaya, 6 settembre 1998) è stato un regista, sceneggiatore e produttore cinematografico giapponese > egli trattò il tema del doppio nel film Kagemusha (1980). In Kagemusha (Kagemusha, l'ombra del guerriero, produzione Touhou e Kurosawa Films) si narra la vicenda del grande condottiero e daimyou Takeda Shingen e del suo sosia (interpretati da Nakadai Tatsuya). Shingen, morto a causa di una ferita, lascia come ordine che il suo decesso venga nascosto al nemico e anche alle persone che non fossero comandanti militari del clan Takeda. Il posto di Shingen viene preso da un sosia perfetto che ha però modeste origini. Il sosia era un ladruncolo condannato per furto. L'uomo si sostituisce al condottiero, ma il peso e la responsabilità del suo comportamento si ripercuotono in modo inaspettato. Il sosia comincia a sentirsi perseguitato da Shingen, tanto da identificarsi in lui e non riconoscere più la sua personalità da quella del nobile Shingen. Egli riesce a ingannare tutti, le concubine, il nipote ancora bambino e soprattutto i nemici. Arriva addirittura a condurre le truppe vittoriosamente contro le forze avversarie. Sembrerebbe aver raggiunto lo scopo di una duplicazione perfetta, ricoprendo al meglio il ruolo assegnatoli. Però un giorno decide di cavalcare un fiero destriero che soltanto Shingen era capace di domare. Il cavallo riconosce per istinto l'estraneo e lo disarciona. Caduto a terra, le concubine si accorgono dell'assenza delle ferite che il vero Shingen aveva, e viene scoperto l'inganno del sosia. Così il gemello ideale di Shingen viene scacciato. Il clan Takeda si avvia al declino. La battaglia di Nagashino nel 1575 ne segna la fine, e la conseguente ascesa di Nobunaga.
Il tema del doppio è qui trattato da Kurosawa nell'ottica del relativismo. Il sosia si immedesima tanto nel suo ruolo da soffrirne quando viene allontanato. Egli sente perfino la stessa responsabilità di Shingen nei confronti del clan. Il tema del relativismo è presente con maggiore insistenza in un altro capolavoro di Kurosawa, il film Rashoumon tratto dall'omonimo libro di Akutagawa Ryuunosuke. In questo caso il doppio è costituito da una coppia di sposi. L'episodio specifico è tratto dal racconto Yabu no naka (Nel bosco). La relazione duale marito-moglie si scompone nel triangolo marito-moglie-amante, poi in un quartetto, quintetto, sestetto costituito dalle testimonianze dell'omicidio del marito. Il tutto si ricompone nella rivelazione di una medium che proferisce nello stato di trans la confessione del marito suicida. La confessione del marito riporta la pluralità all'unità. Il senso del racconto è nelle testimonianze che mostrano il relativismo dei differenti punti di vista dei personaggi. La tensione della coppia non è risolvibile nella complementarietà così come credeva il taoismo, ma esplode in una pluralità di contraddizioni risolvibili soltanto nell'unità del cosmo. Qui il relativismo di Akutagawa rivela la matrice shinto-buddhista. La natura dell'universo è costituita da un'infinità di contraddizioni tenute insieme dalla contraddizione assoluta: l'uno è il molteplice, il molteplice è l'uno. Si richiede dunque d'abbandonare la logica classica e aprire lo sguardo alla realtà e al pensiero creativo (ciò che i saggi chiamano satori, oppure illuminazione).
L'influenza della letteratura straniera, compresa quella per l'infanzia, ha introdotto il tema del doppelgänger (in giapponese ikiryou). Anche il tema dei gemelli ha avuto una rielaborazione attraverso la lettura dei classici occidentali. Amanuma Haruki ha riscritto il capolavoro di Lewis Carroll ispirandosi liberamente all'immaginario paese delle meraviglie (Amanuma, Haruki. 2000. Alicetopia. Fushigi no kuni no bouken. Parorusha, Tokyo). Il libro è magnificamente illustrato dalle tavole surrealiste di Ootake Shigeo. I fratelli Tweedledum e Tweedledee diventano così due sorelle gemelle. Ma l'essere identici è causa di discordia. Come afferma la ragazza: "Se è uguale, allora è meglio vivere con uno specchio". I doppi uguali, come per la legge del magnetismo, si respingono. Il conflitto è inevitabile. E qui ritornano i princìpi filosofici introdotti all'inizio. Essendo la realtà impermanente (shogyou mujou), il principio d'identità ha valore soltanto nel paese delle meraviglie, luogo dove le contraddizioni logiche sono l'ordinaria esistenza. Ma nel mondo effimero (ukiyo) dell'esistenza umana non vi è posto per il doppio e il dualismo, incessantemente scavalcato dal pluralismo del reale.
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Messaggio Da INFERNO Mer 24 Set 2008, 11:27

MUMONKAN > alias il cancello o la porta verso il raggiungimento delle difficili soluzioni
Il cancello > Gateless
http://translate.google.com/translate?hl=it&u=http%3A%2F%2Fwww.angelfire.com%2Felectronic%2Fawakening101%2Fmumonkan.html
http://translate.google.com/translate?hl=it&u=http%3A%2F%2Fen.wikipedia.org%2Fwiki%2FThe_Gateless_Gate
http://translate.google.com/translate?hl=it&u=http%3A%2F%2Fen.wikipedia.org%2Fwiki%2FThe_Gateless_Gate

Il Gateless Gate (无门关, mandarino > Wumenguan / giapponese > Mumonkan) è una raccolta di 48 Chan (Zen) koans elaborati nei primi anni del 13° secolo dal maestro Zen cinese Wumen Hui-k'ai (无门慧开) ( 1183-1260) (Giapponese: Mumon Ekai).
http://translate.google.com/translate?hl=it&u=http%3A%2F%2Fen.wikipedia.org%2Fwiki%2FWumen
Ogni KOAN è accompagnato da un commento dello stesso Wumen. Secondo la traduzione letterale, otteniamo: controllo senza un cancello. Come controllo è qualcosa che può essere chiuso, funzionando come una barriera, o aprire il funzionamento come un punto di ingresso > questo titolo può essere comprensivo di un doppio significato alquanto sostanzialmente sfumato ed inconsistente per la nostra cultura occidentale che la individua invece come identico: significa "senza porta" cioè che la barriera non ha alcun gateway per agevolare l'attraversamento in uscita o significa che il passaggio non ha alcuna porta per evitare bloccarlo in entrata. La Gateless Gate, è un lavoro molto utilizzato nella pratica della Scuola Rinzai. Cinque lavori dei koans, riguardano i detti e le azioni di Zhaozhou; http://translate.google.com/translate?hl=it&u=http%3A%2F%2Fen.wikipedia.org%2Fwiki%2FZhaozhou Il tema comune dei koans è l'inchiesta e l'introspezione dualistiche concettualizzate. Ogni KOAN incarna una o più delle polarità della coscienza che agiscono come un ostacolo all'intuizione. Lo studente si ritrova la sfida di dover dimostrare la capacità trascendentale concettualizzata, al proprio maestro zen. IL SOFFIO DELLA VITA - Pagina 4 Mumonkan1hf7IL SOFFIO DELLA VITA - Pagina 4 Mumonkan1jn8
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Messaggio Da INFERNO Sab 27 Set 2008, 14:54

IL PARADOSSO DI RUSSELL I° parte IL SOFFIO DELLA VITA - Pagina 4 Barbierect9
Paradosso > Da Wikipedia, l'enciclopedia libera http://it.wikipedia.org/wiki/Paradosso Un paradosso, dal greco parà (contro) e doxa (opinione), è una conclusione che appare inaccettabile perché sfida un'opinione comune: si tratta, infatti (secondo la definizione che ne dà il filosofo Mark Sainsbury) http://translate.google.com/translate?hl=it&u=http%3A%2F%2Fen.wikipedia.org%2Fwiki%2FMark_Sainsbury di "una conclusione apparentemente inaccettabile, che deriva da premesse apparentemente accettabili per mezzo di un ragionamento apparentemente accettabile". In filosofia ed economia il termine paradosso è usato come sinonimo di antinomia. In matematica si tende a distinguere il concetto di paradosso, che consiste in una proposizione perfettamente dimostrata, ma lontana dall'intuizione, dal concetto di antinomia, che consiste in una vera e propria contraddizione logica. Il paradosso è un potente stimolo per la riflessione. Ci rivela sia la debolezza della nostra capacità di discernimento sia i limiti di alcuni strumenti intellettuali per il ragionamento. È stato così che paradossi basati su concetti semplici hanno spesso portato a grandi progressi intellettuali. Talvolta si è trattato di scoprire nuove regole matematiche o nuove leggi fisiche per rendere accettabili le conclusioni che all’inizio erano “apparentemente inaccettabili”. Altre volte si sono individuati i sottili motivi per cui erano fallaci le premesse o i ragionamenti “apparentemente accettabili”. Sin dall'inizio della storia scritta, si hanno riferimenti ai paradossi: dai paradossi di Zenone alle antinomie kantiane, fino a giungere ai paradossi della meccanica quantistica e della teoria della relatività generale, l'umanità si è sempre interessata ai paradossi. Un'intera corrente filosifico-religiosa, il buddhismo zen, affida l'insegnamento della sua dottrina ai koan, indovinelli paradossali > la provocazione derivante dai paradossi, è propedeutica e salutare, per raggiungere il satori alias l'illuminazione finale.
Paradossi nella vita comune
Molti sono i paradossi in senso letterale, ossia contro l'opinione comune. Ad esempio, si parla molto del riscaldamento globale e dell'effetto serra. Secondo i modelli climatologici accettati, il riscaldamento dell'Artico, con il conseguente scioglimento dei ghiacci, causa il raffreddamento dell'Europa. Quindi più fa caldo (globalmente) più fa freddo (localmente). Questo è noto come paradosso dell'Artico. Molti paradossi sono alla base di trame di film famosi, ad esempio nel secondo Terminator, scopriamo che le macchine hanno origine dai resti del primo terminator inviato, una versione del classico paradosso del nonno. Meno noto è il paradosso del Comma 22 del codice di guerra dei Klingon, desunto quasi letteralmente dal romanzo Comma 22.

I paradossi dei sensi
Nelle neuroscienze sono noti molti paradossi dovuti all'imperfezione dei sensi, o all'elaborazione dei dati da parte della mente. Ad esempio, è possibile creare un suono che sembra crescere sempre, mentre in realtà è ciclico. Per il tatto, basta provare con un compasso a due punte: sul polpastrello si percepiscono due punte separate di pochi millimetri, mentre sulla schiena se ne percepisce solo una anche a qualche centimetro. Oppure si immergono le mani in due bacinelle di acqua una calda ed una fredda; dopo un paio di minuti si immergono entrambe in una bacinella tiepida, e si avranno sensazioni contrastanti: fredda e calda. Le illusioni ottiche sono un altro esempio di paradossi sensoriali. Alcuni paradossi, poi, hanno preceduto di secoli la loro risoluzione: prendiamo ad esempio il paradosso di Zenone della freccia:
"Il terzo argomento è quello della freccia. Essa infatti appare in movimento ma, in realtà, è immobile: in ogni istante di fatti occuperà solo uno spazio che è pari a quello della sua lunghezza; e poiché il tempo in cui la freccia si muove è fatta di infiniti istanti, essa sarà immobile in ognuno di essi." Come si può distinguere la freccia in movimento da quella ferma, e smentire il paradosso? Oggi sappiamo che, secondo il principio della relatività ristretta, una freccia in moto rispetto all'osservatore appare a questi più corta della stessa freccia ferma rispetto all'osservatore. Tra Zenone e la relatività ristretta intercorrono ben 24 secoli!

Classificazione dei paradossi logici
Esistono varie forme di classificazione dei paradossi. Secondo le loro implicazioni, i paradossi si dividono in:
* Positivi od ontologici
* Nulli o retorici
* Negativi o logici
a seconda delle loro implicazioni. Un paradosso si dice positivo se attraverso un ragionamento paradossale rafforza le conclusioni a cui si arriva: un esempio ne è la teoria della relatività ristretta. Un paradosso nullo o retorico deriva dal tipico ragionamento sofista, che dimostra una cosa ed il suo contrario, come i già citati paradossi di Zenone. Infine, i paradossi negativi portano il ragionamento a partire da un'ipotesi alla negazione della stessa, e sono in pratica una dimostrazione per assurdo della falsità dell'ipotesi di partenza. Di quest'ultimo tipo sono molti teoremi matematici e fisici, come ad esempio il teorema dell'infinità dei numeri primi o il teorema di Church.
Se invece categorizziamo che cosa ci appare paradossale secondo i nostri sensi, abbiamo i paradossi visivi, auditivi, tattili, gustativi e olfattivi, più spesso indicati come anomalie o ambiguità, e i paradossi logici e matematici che sono categoria a sé.

Paradossi dell'induzione
Molti ritengono David Hume http://it.wikipedia.org/wiki/David_Hume responsabile di aver introdotto il problema dell'induzione. In realtà, nella versione del paradosso del sorite, tale problema era noto sin dai tempi di Zenone, vero padre del pensiero paradossale. Il paradosso del sorite afferma:"Un granello di sabbia che cade non fa rumore, quindi nemmeno due, e nemmeno tre, e così via. Quindi nemmeno un mucchio di sabbia che cade fa rumore". Oppure il suo inverso: se tolgo un granello di sabbia ad un mucchio, è ancora un mucchio, così se ne tolgo due e così via. Tuttavia 10 granelli non fanno un mucchio. Qual è allora il granello che fa passare da un mucchio ad un non-mucchio? Anche se questo problema può essere risolto con la logica fuzzy, ponendo una funzione che al variare dei granelli restituisca un valore compreso tra 0 e 1, ben più difficile è la risoluzione del seguente paradosso:
sia 1 un numero piccolo
sia n un numero piccolo
se la somma di due numeri piccoli è ancora un numero piccolo ed un numero minore di un numero piccolo è un numero piccolo
allora, per l'assioma dell'induzione, ogni numero naturale è piccolo
Questi problemi sono i principali argomenti di discussione dell'epistemologia moderna, che fondamentalmente si riassumono in Quando si può definire vera una teoria?.
http://it.wikipedia.org/wiki/Paradosso_di_Russell
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
L'Antinomia (dal greco αντι, preposizione che indica una contrapposizione, e νομος, legge) è un particolare tipo di paradosso che indica la compresenza di due affermazioni contraddittorie, ma che possono essere entrambe dimostrate o giustificate. In questa situazione non è ovviamente possibile applicare il principio di non-contraddizione. Kant http://it.wikipedia.org/wiki/Immanuel_Kant è stato il primo ad applicare la parola antinomia nel linguaggio filosofico.
« Sapere aude! Abbi il coraggio di servirti del tuo proprio intelletto »
(Immanuel Kant, Risposta alla domanda: che cos'è l'Illuminismo?, 1784)
« Il cielo stellato sopra di me e la legge morale dentro di me »
(Epitaffio sulla tomba di Immanuel Kant dalla Critica della ragion pratica, 1788) Immanuel Kant (Königsberg, 22 aprile 1724 – Königsberg, 12 febbraio 1804) è stato un filosofo prussiano. È ritenuto universalmente uno dei più grandi pensatori dell'età moderna. Colui che ha creato un nuovo sistema del pensare basato sull'apriorismo (che precede l'esperienza empirica) e sul concetto di trascendentale (formale e razionale). Un nuovo modo di speculare che avrebbe dovuto chiudere il vecchio modo di fare filosofia verso un nuovo modello. La sua importanza nella storia della filosofia sta quindi nell'aver creato nuovi criteri analitici del conoscere e nuovi modelli del filosofare che verranno utilizzati anche da molti altri pensatori dell'800. Una modalità della gnoseologia che, grazie alle sue tre "critiche", avrebbe poi assunto il nome di criticismo. La Critica della ragion pura pubblicata nel 1781 definisce gli schemi del filosofare a cui Kant si atterrà anche nelle due "critiche" successive ("della ragion pratica" e "del giudizio"), come pure in altre opere posteriori. La sua attività di pensatore riguarda prevalentemente la logica, la gnoseologia e l'etica, ma ebbe anche interessi scientifici da giovane e fino al 1760. L'ipotesi cosmogonica della nebulosa primitiva, esposta nel 1755 nella Storia universale della natura e teoria del cielo ebbe molta fortuna e gli diede fama anche nel campo dell'astronomia. Essa fu fatta propria da Laplace http://it.wikipedia.org/wiki/Pierre_Simon_Laplace che la rielaborò e la rilanciò nel 1796 in Esposizione del sistema del mondo. Propriamente si ha un'antinomia quando un procedimento o un ragionamento, che può essere in termini sia filosofici sia logico-matematici sia giuridici, produce in modo corretto e con eguale livello di consistenza e affidabilità due soluzioni aventi rispettivamente la forma di tesi e antitesi portando a una conclusione del tipo: "A se e solo se non-A". Ad esempio, una norma giuridica, che è un enunciato sintatticamente condizionale, connette una conseguenza giuridica ad una -ed una sola- classe di fattispecie.
Vi è antinomia normativa (o conflitto normativo) quando due diverse norme connettono ad una medesima classe di fattispecie due conseguenze tra loro incompatibili.

Storia: antichità
L'antinomia di Epimenide http://it.wikipedia.org/wiki/Epimenide_di_Creta o Paradosso del mentitore, http://it.wikipedia.org/wiki/Paradosso_del_mentitore nota fin dal VI secolo, è probabilmente la più antica ricordata dalla storia della filosofia; secondo alcuni, quello che oggi chiamiamo paradosso nacque con una nota affermazione di Epimenide [di Creta (VI secolo a.C.), il quale, cretese egli stesso, ebbe a dire che «tutti i Cretesi sono bugiardi»; essendo come detto egli medesimo fra questi, anch'egli avrebbe dovuto conseguentemente essere bugiardo e perciò l'affermazione avrebbe dovuto essere falsa poiché proveniente da un bugiardo. Ma se così non fosse stato, se cioè Epimenide fosse stato un cretese che, almeno in questa occasione, non diceva il falso, l'affermazione sarebbe risultata ugualmente falsa poiché non tutti i cretesi erano bugiardi], può essere espressa in vari modi, ne riportiamo uno dei più noti:
Proposizione A: la "proposizione A" dice il falso.
La domanda che ci si deve porre è se la proposizione A sia vera o falsa; è facile vedere che se la proposizione è vera allora il suo significato implica che sia falsa ma se è falsa ciò significa che è vera, aprendo un regresso all'infinito che è uno degli esiti tipici delle antinomie o, meglio, una delle forme in cui si presenta più comunemente la contraddizione. Altre antinomie celebri dell'antichità sono alcuni dei paradossi di Zenone di Elea, http://it.wikipedia.org/wiki/Paradossi_di_Zenone quelli in particolare che sono destinati a falsificare, mostrandoli assurdi, alcuni principi logici comunemente considerati veri secondo il senso comune, quali la realtà del movimento e l'esistenza dello spazio (si veda: Paradossi di Zenone). Va infatti ricordato che, dall'antichità fino all'elaborazione di nuovi paradigmi logici nel corso del XX secolo, l'insorgere di un'antinomia in una teoria o in un ragionamento era considerato l'equivalente di una falsificazione; per questo motivo quasi tutte le antinomie classiche furono elaborate in chiave polemica e con finalità demolitive di una determinata visione o ipotesi. Un altro famoso paradosso dell'antichità, questo sì irresolubile, è il paradosso di Protagora, http://utenti.quipo.it/base5/logica/protagora.htm più o meno contemporaneo di Zenone di Elea: Il grande sofista Protagora accettò di insegnare legge a uno studente di nome Euatlo. Poiché questi era povero, i due presero i seguenti accordi: Euatlo avrebbe ricompensato Protagora non appena avesse vinto la sua prima causa in tribunale. Terminati gli studi, Euatlo decise di seguire la carriera politica, abbandonando il proposito di praticare la professione legale. Protagora, che non aveva ancora ricevuto l'onorario pattuito, chiese a Euatlo il pagamento. Quest'ultimo rispose che avrebbe dovuto pagare solo dopo aver vinto la sua prima causa e ciò non era ancora avvenuto. Allora Protagora, irritatissimo, decise di citare Euatlo in giudizio, per fargli mantenere la promessa. Di fronte alla corte, Protagora disse che se Euatlo avesse perso la causa, allora avrebbe dovuto obbedire al giudizio della corte e quindi pagare il dovuto; se, invece, Euatlo avesse vinto, allora avrebbe appunto vinto la sua prima causa e quindi, in base al vecchio accordo, avrebbe dovuto versare a Protagora la cifra pattuita. Euatlo, in maniera altrettanto impeccabile, dimostrando di aver appreso brillantemente quanto insegnatogli dal Maestro, ribattè che se avesse vinto la causa, la corte avrebbe dato ragione a lui, quindi non avrebbe dovuto nulla a Protagora; se, invece, avesse perso la causa non avrebbe dovuto pagare, comunque, il suo vecchio Maestro, non avendo infatti ancora vinto la sua prima causa.
A chi dareste ragione? > Quale decisione prese la Corte?


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Messaggio Da INFERNO Sab 27 Set 2008, 14:58

IL PARADOSSO DI RUSSELL II° parte
Russell e la rinascita delle antinomie
Al di là del loro ricorrere nei secoli e del periodico riproporsi del tema nel pensiero di molti grandi pensatori, il tema delle antinomie non subisce radicali evoluzioni fino alla fine del XIX secolo. Questo soprattutto per l'insolubilità, nei termini della logica aristotelica, http://it.wikipedia.org/wiki/Logica_(Aristotele) della maggior parte delle antinomie conosciute. In sostanza tali problemi venivano considerate "fallacie" ineliminabili dovute a errori o a imprecisioni del linguaggio, quando non argomenti pretestuosi messi in campo dagli scettici per dimostrare la generale inaffidabilità del discorso razionale. Una prima vera svolta si determina nel 1899 con la scoperta, ad opera del giovane Bertrand Russell http://it.wikipedia.org/wiki/Bertrand_Russell dell'antinomia che porta il suo nome e poi successivamente culminata con il famoso paradosso del barbiere. E' noto anche per l'assioma: « Il problema dell'umanità è che gli stupidi sono strasicuri, mentre gli intelligenti sono pieni di dubbi. » (Bertrand Russell)
Bertrand Russell nel 1907 Medaglia del Premio Nobel Nobel per la letteratura 1950
e 3° Conte Russell (Ravenscroft, 18 maggio 1872 – Penrhyndeudraeth, 2 febbraio 1970) è stato un filosofo, logico e matematico gallese. Fu anche un autorevole esponente del movimento pacifista e un divulgatore della filosofia. In molti hanno guardato a Russell come a una sorta di profeta della vita creativa e razionale; al tempo stesso la sua posizione su molte questioni fu estremamente controversa
L'antinomia di Russell infatti si presenta come un paradosso del tutto nuovo che colpisce al cuore una delle teorie in quel momento in più grande espansione: il logicismo di cui lo stesso Russell sarà paladino e che si propone di ridurre matematica e logica a fondamenti comuni, attraverso la teoria delle Classi. In sintesi il filosofo britannico scopre che, se ogni oggetto può essere definito in termini di classi e il numero delle classi è, di conseguenza, infinito, ed è quindi possibile definire una classe (o insieme ordinato a partire da una qualunque proprietà logica), si possono individuare classi caratterizzate da un comportamento "sgradevole". Ad esempio se si tenta di definire la "classe di tutte le classi che non si appartengono" (che chiameremo "R") ci si deve porre il problema se tale classe goda o meno della proprietà riflessiva, se cioè, appartenga o meno a sé stessa. Ora se R appartiene a R allora è una classe che non si appartiene, quindi non si appartiene e, di conseguenza, gode della proprietà R e dovrebbe appartenere a R. La scoperta di tale antinomia provocò una crisi anche personale nel filosofo tedesco Frege http://it.wikipedia.org/wiki/Gottlob_Frege che, in pratica, suggerì semplicemente di considerarla un'eccezione. Russell invece continuò a studiare il problema, arrivando in seguito a proporre vari modi per tentare di risolvere quello che nel frattempo era divenuto il "problema delle antinomie". Infatti, a partire da quella prima scoperta, diverse altre antinomie vennero identificate o riscoperte, conducendo la logica d'inizio secolo a un vero e proprio momento di crisi. Solo a partire dagli anni 1920 infatti i logici d'Europa iniziarono a elaborare teorie che consentivano il superamento di molte antinomie soprattutto attraverso l'elaborazione di linguaggi multilivello che consentivano di superare le antinomie determinate da contraddizioni del linguaggio ( come le due riportate sopra) o, addirittura, attraverso l'elaborazione di logiche cosiddette polivalenti cioè con più di due valori di verità (vero e falso) anche dette "non aristoteliche" o "non aristippee" (ma esistono differenze fra queste ultime due definizioni). Il paradosso di Russell (o paradosso del barbiere) è considerato una delle più celebri antinomie della storia del pensiero logico e matematico. La sua scoperta ebbe ampia risonanza all’interno della comunità di studiosi che agl’inizi del Novecento si occupavano della sistemazione dei fondamenti della matematica. Sarebbe meglio parlare di antinomia più che di paradosso. Il paradosso è una conclusione logica e non contraddittoria che si scontra con il nostro modo abituale di vedere le cose, l'antinomia è invece una contraddizione. Russell arriva ad una contraddizione. Il concetto può essere espresso non formalmente così:
"In un villaggio c'è un unico barbiere. Il barbiere rade tutti (e soli) gli uomini che non si radono da soli. Il barbiere rade sé stesso?". Anche in questo caso si possono fare due ipotesi:
* se il barbiere rade sé stesso, allora per definizione il barbiere non rade sé stesso;
* se il barbiere non rade sé stesso allora, dato che il barbiere rade tutti quelli che non si radono da soli, il barbiere rade sé stesso.
In entrambi i casi siamo arrivati ad una contraddizione.
I paradossi del barbiere e della classe delle classi
Il paradosso del barbiere è uno dei più famosi paradossi della filosofia matematica moderna, formulato da Bertrand Russell, filosofo e matematico inglese, nel 1918, a seguito di alcune domande poste già nel 1901, tutt'oggi al centro di continue discussioni. Un villaggio ha tra i suoi abitanti uno ed un solo barbiere, uomo ben sbarbato. Sull'insegna del suo negozio è scritto "il barbiere rade tutti - e unicamente - coloro che non si radono da soli".

La domanda a questo punto è: chi rade il barbiere?

La risposta che siamo portati naturalmente a dare è "il barbiere si rade da solo". Ma in questo modo violiamo una premessa: il barbiere, rasandosi, non raderebbe unicamente coloro che non si radono da soli. Allora viene spontaneo pensare che il barbiere sarà raso da qualcun altro, ma ancora una volta si viola una premessa: che il barbiere è uno soltanto (per dirla in altre parole, il barbiere se si rade da solo non dovrebbe radersi, se non si rade da solo dovrebbe radersi). Eppure il barbiere è ben sbarbato...
Un altro importante paradosso che ha messo in crisi tutta la filosofia del 900 prima di venire risolto, è il paradosso della classe delle classi: La classe G contiene tutti i gatti; tutti gli oggetti che non sono gatti appartengono alla classe non G; ogni oggetto appartiene a G o non G, poichè o è un gatto o non lo è. Ogni classe dell’universo o contiene se stessa oppure no. La classe G non contiene sé stessa perché non è a sua volta un gatto ma una classe; ma consideriamo, ad esempio, la classe C delle classi, essa contiene se stessa perché è a sua volta una classe. Quindi ora abbiamo: la classe delle classi che contengono se stesse (quindi contiene tutte le classi C)e la classe delle classi che non contengono se stesse (quindi contiene tutte le classi come G). Il paradosso si manifesta quando cerchiamo di collocare la classe delle classi che non contengono se stesse (chiamiamola per comodità M): contiene se stessa o no ? Questo è il passaggio più importante: Se tale classe è membro di se stessa, poichè è a sua volta un concetto, allora non è membro di se stessa perché M è la classe delle classi che non contengono se stesse, ma se tale classe non è membro di se stessa, allora è membro di se stessa perché M è la classe delle classi che non contengono se stesse, quindi così si contiene; La deduzione logica porta ad un risultato paradossale. La questione è perciò indecidibile.

Analisi
Una trattazione di tipo insiemistico semplifica l'approccio al paradosso. Innanzitutto, ci si rende conto di trovarsi di fronte a due insiemi distinti:
* A: gli uomini che si radono da soli;
* B: gli uomini che si fanno radere dal barbiere.
Il problema è collocare il barbiere in uno dei due insiemi, poiché la sua inclusione in entrambi gli insiemi creerebbe una contraddizione con la definizione stessa degli insiemi (come spiegato in precedenza).
Le prime analisi portarono il filosofo americano Willard Van Orman Quine http://it.wikipedia.org/wiki/Willard_Van_Orman_Quine a considerare il paradosso un caso classico della "reductio ad absurdum": non è possibile che il barbiere esista. Tuttavia, il paradosso può essere generalizzato. Ed appunto una generalizzazione di questo problema portò ad una antinomia che causò un momento di crisi di tutta la teoria matematica dell'epoca. Russell aveva formulato, nel 1901, il seguente problema: "un insieme può essere o meno elemento di sé stesso?" Ad esempio, l'insieme di tutti i libri di una biblioteca non è elemento di sé stesso. Invece, l'insieme di tutti gli insiemi con più di 20 elementi è elemento di sé stesso. Ma se si pensa, invece, all'insieme di tutti gli insiemi che non sono elementi di sé stessi? Esso è o no elemento di sé stesso? È evidente la somiglianza del problema col paradosso del barbiere. Se l'insieme (detto "I" per comodità) non fosse elemento di sé stesso, allora dovrebbe essere elemento di sé stesso. E, analogamente, se lo fosse, non dovrebbe esserlo. La posizione di "I" rispetto a sé stesso genera ad ogni modo una contraddizione. (Paradosso di Russell)
La conclusione a cui arrivò inizialmente Russell fu quella di affermare che non basta descrivere una proprietà di un insieme per garantire la sua esistenza. In seguito, introdusse una nuova teoria degli insiemi nella quale gli insiemi si distinguono in diversi livelli, per cui al livello 0 avremo gli elementi, al livello 1 gli insiemi di elementi, al livello 2 gli insiemi di insiemi di elementi e così via. In questa ottica, è possibile risolvere l'antinomia ed i paradossi.

La contraddittorietà degli insiemi
Il ragionamento di Bertrand Russell dimostra come sia facile cadere in contraddizione parlando d’insiemi. Nella teoria intuitiva degli insiemi, per definire un insieme è sufficiente definire una caratteristica comune a tutti i suoi elementi; così, per esempio, una proposizione logica del tipo "x è un numero intero divisibile per 2 senza resto", è sufficiente a definire l’insieme dei numeri pari. Questa nozione è solo apparentemente esente da dubbi e difficoltà, come dimostra l’argomentazione seguente. Introduciamo dapprima il concetto di insiemi che appartengono o non appartengono a sé stessi:
* un insieme appartiene a sé stesso se è elemento di sé stesso (per esempio, l’insieme di tutti i pensieri astratti è a sua volta un pensiero astratto e dunque appartiene a sé stesso);
* un insieme non appartiene a sé stesso se non è elemento di sé stesso (per esempio, l’insieme di tutti gli uomini calvi non è un uomo calvo e dunque non appartiene a sé stesso).
A questo punto consideriamo l’insieme R di tutti gli insiemi che non appartengono a sé stessi. La proposizione che caratterizza gli elementi di R è: "A non è un elemento di A" (A è un qualunque sottoinsieme di R, ovvero è sia elemento di R, sia insieme per altri elementi); se la proposizione è vera per A, allora A appartiene a R, altrimenti non vi appartiene. Ci chiediamo se R appartiene o meno a sé stesso (quindi se la proposizione è verificata per A = R):
* se R appartiene a sé stesso allora, per la definizione, R non appartiene a sé stesso;
* se R non appartiene a sé stesso, la proposizione definitoria è verificata, quindi R appartiene a sé stesso.
Otteniamo, dunque, una doppia implicazione: "R appartiene a sé stesso se e solo se [ecco la doppia implicazione] R non appartiene a sé stesso", da cui scaturisce la contraddizione. N.B. La frase "R appartiene a sé stesso se R non appartiene a sé stesso" non è di per sé una contraddizione; è necessaria una condizione più forte, ovvero "se e solo se".

Il paradosso di Russell e la crisi della Grande Logica: la storia
Il paradosso fu scoperto da Bertrand Russell mentre si dedicava allo studio della teoria degli insiemi di Cantor http://it.wikipedia.org/wiki/Insieme_di_Cantor
L'insieme di Cantor, introdotto dal matematico tedesco Georg Cantor, http://it.wikipedia.org/wiki/Georg_Cantor è un sottoinsieme molto particolare dell'intervallo [0, 1] dei numeri reali. L'insieme di Cantor è definito in modo ricorsivo, partendo dall'intervallo [0, 1], e rimuovendo ad ogni passo un segmento aperto centrale da ogni intervallo. Al primo passo rimuoviamo da [0, 1] il sotto-intervallo (1/3, 2/3), e rimaniamo quindi con due intervalli [0, 1/3] ∪ [2/3, 1]. Al secondo passo rimuoviamo un segmento aperto centrale in entrambi questi intervalli (avente lunghezza un terzo della lunghezza del segmento, come al primo passo), e otteniamo quattro intervalli ancora più piccoli. L'insieme di Cantor consiste di tutti i punti dell'intervallo di partenza [0, 1] che non vengono mai rimossi da questo procedimento ricorsivo: in altre parole, l'insieme che rimane dopo aver iterato questo procedimento infinite volte. È chiamato con termini suggestivi come polvere di Cantor. IL SOFFIO DELLA VITA - Pagina 4 Cantorql2
Sulla teoria degli insiemi di Cantor vi era pure contemporaneamente Frege che stava realizzando la riduzione della matematica alla logica. Russell si rese subito conto delle conseguenze che la sua scoperta avrebbe avuto per il programma logicista e non esitò a mettersi immediatamente in contatto col logico di Jena. Il caso volle che la lettera di Russell fosse recapitata a Frege nell’estate del 1902 poco prima della pubblicazione del secondo e ultimo volume dei Principî di aritmetica. Frege prese atto delle conseguenze distruttive per il sistema che aveva costruito in quegli anni e decise di scrivere un’appendice ai suoi Principî in cui confessava il fallimento della sua opera. Le contraddizioni messe in luce dal paradosso di Russell sono insolubili nell’ambito della teoria di Cantor e Frege, se non generando altri paradossi; per superare questo scoglio fu necessario elaborare la cosiddetta teoria assiomatica degli insiemi, formulata inizialmente da Ernst Zermelo http://it.wikipedia.org/wiki/Ernst_Zermelo e modificata da Abraham Fraenkel http://en.wikipedia.org/wiki/Abraham_Fraenkel che, con le successive estensioni, fornisce tuttora la base teorica per la maggior parte delle costruzioni matematiche. La vecchia teoria degli insiemi (peraltro tuttora largamente utilizzata a livello scolastico e divulgativo) viene chiamata teoria intuitiva degli insiemi in contrapposizione alla teoria assiomatica degli insiemi http://it.wikipedia.org/wiki/Teoria_assiomatica_degli_insiemi
IL SOFFIO DELLA VITA - Pagina 4 Barbierect9Morale ZEN: "è sufficiente un barbiere, per mandare in tilt, una comunità mondiale di pensatori".
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Messaggio Da INFERNO Lun 29 Set 2008, 11:23

http://www.ilgiardinodeilibri.it/libri/__lo-zen-e-qui.php
Lo Zen è Qui
di Shunryu Suzuki-roshi (1904-1971), IL SOFFIO DELLA VITA - Pagina 4 Suzuki2qj3IL SOFFIO DELLA VITA - Pagina 4 Suzuki3cn2IL SOFFIO DELLA VITA - Pagina 4 Suzuki7dp9 http://translate.google.com/translate?hl=it&u=http%3A%2F%2Fen.wikipedia.org%2Fwiki%2FShunryu_Suzuki conosciuto dal pubblico mondiale per il suo "Mente zen, mente di principiante", è considerato uno dei più influenti maestri spirituali del xx secolo e uno dei padri fondatori dello zen in America. Dal suo insegnamento nacquero moltissimi centri di meditazione e furono toccate migliaia di praticanti, i personaggi degli episodi brevi e illuminanti che riempiono questo libro. Come nelle raccolte di detti dei monasteri antichi, dalle sue pagine emerge l’insegnamento vivo, spiritoso e penetrante di un maestro straordinario.
http://www.ilgiardinodeilibri.it/libri/__mente_zen.php
Mente Zen
Conversazioni sulla meditazione e la pratica zen
di Shunryu Suzuki-roshi
Tratto dai discorsi che Suzuki-roshi teneva ai propri studenti Zen, questo libro è l’unica testimonianza scritta di un grande uomo, il quale, con le sue doti umane di semplicità, dolcezza, calore e umorismo, ha saputo comunicare agli occidentali, in una lingua occidentale, l’intimo significato dello Zen, collocandosi così, insieme a Watts, http://users.libero.it/aetos/saggi/alan_watts.html Krishnamurti http://it.wikipedia.org/wiki/Jiddu_Krishnamurti e Trungpa, http://translate.google.com/translate?hl=it&u=http%3A%2F%2Fen.wikipedia.org%2Fwiki%2FChogyam_Trungpa_Rinpoche fra i protagonisti dell’incontro fra oriente religioso e occidente contemporaneo.


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Messaggio Da INFERNO Lun 29 Set 2008, 12:46

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Messaggio Da INFERNO Mer 01 Ott 2008, 11:04

http://www.ilgiardinodeilibri.it/libri/__non_obbligatorio_soffrire.php
Non è Obbligatorio Soffrire
Le tre chiavi che aprono la porta della libertà e della gioiaIL SOFFIO DELLA VITA - Pagina 4 Zen200vi5
di Cheri Huber http://www.macrolibrarsi.it/autori/_cheri_huber.php
Cheri Huber http://translate.google.com/translate?hl=it&u=http%3A%2F%2Fen.wikipedia.org%2Fwiki%2FCheri_Huber è da più di trent'anni insegnante di buddhismo zen in California dove ha fondato lo Zen Monastery Peace Center di Murphys e il Palo Alto Zen Cen-ter.
La vita ti appare come una dolorosa battaglia? Pace e chiarezza ti sembrano obiettivi desiderabili quanto irraggiungibili? Non è così! La tua esistenza può essere diversa e questo libro può aiutarti lungo la strada per conquistare l'armonia e la serenità.

Tre sono le chiavi che aprono la porta della libertà e della gioia: prestare attenzione ad ogni cosa, non credere a nulla, non prendere niente sul piano personale. Un messaggio semplice quanto rivoluzionario ed efficace che da anni Cheri Huber trasmette nelle sue lezioni di pratica zen.

Non si tratta di concetti astratti e asettici, che si apprendono in fretta ma altrettanto in fretta si dimenticano. Sono il segreto per una consapevolezza compassionevole, le linee guida che ci conducono sul sentiero di un profondo benessere interiore e ci portano a vivere in sintonia con noi stessi e con il mondo.

Ospite di trasmissioni radiofoniche e televisive negli Stati Uniti, tiene seminari e ritiri in tutto il mondo. In Italia sono usciti II dono della depressione (2006), In te non c'è nulla di sbagliato (2007), Non avere paura! (2007), Cambia rotta (2007) Non è obbligatorio soffrire (2008), Non Lasciarti Cadere: Buttati! (2008) tutti nella collezione Oscar.
http://www.macrolibrarsi.it/libri/__non-lasciarti-cadere-buttati.php?cid=22&sid=341
La maggior parte delle persone crede che la piena accettazione della vita significhi rinunciare, chiudere i cuori e le menti, non interessarsi più delle ingiustizie e delle difficoltà che vediamo nel mondo. Niente potrebbe essere più falso: non bisogna infatti confondere l'accettazione con la rassegnazione. La seconda non porta ad alcuna attività, la prima, al contrario, ci spinge a rimboccarci le maniche e provare ad aggiustare le cose.

Non Lasciarti Cadere: Buttati!: In queste pagine la nota insegnante zen Cheri Huber spiega con il consueto stile immediato e illuminante cosa sia davvero l'accettazione, cuore del suo insegnamento e del messaggio buddhista, spronando il lettore ad aprirsi a una comprensione nuova, più profonda e compassionevole, lontana dai pregiudizi.

E ci indica la via per iniziare a liberarci dal dolore poiché, come dice lei stessa, "senza accettazione ogni sforzo di risvegliarsi e di mettere fine alla sofferenza poggia su un terreno vacillante".
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Messaggio Da INFERNO Mer 01 Ott 2008, 11:55

http://www.macrolibrarsi.it/libri/__zen_koan-la_chiave_di_puro_cielo.php?cid=22&sid=341
Zen Koan - La Chiave di Puro CieloIL SOFFIO DELLA VITA - Pagina 4 Zenkoanzd4
di Reiyo Zenji
Reiyo Zenji, è maestro di Buddhismo della tradizione Zen della scuola Rinzai. Viaggiatore, per ampliare la sua esperienza umana ha ricevuto insegnamento da Maestri di ogni etnia tra cui Namkhai Norbu, http://www.riflessioni.it/enciclopedia/namkhai-norbu.htm Tenzin Namdak http://www.yungdrung-bon.net/page/italien/I-BIO_LOPONTN.html e il XIV Dalai Lama, http://it.wikipedia.org/wiki/Tenzin_Gyatso nonché Adam Fortunate Eagle dei Sioux Lakota,
Baba Balnath dall’India e Douglas Harding dall’Inghilterra. http://translate.google.com/translate?hl=it&u=http%3A%2F%2Fwww.headless.org%2Fenglish-welcome.htm
http://www.venexia.it/Biografie/Reiyo_Zenji/Reiyo_Zenji.htm
http://leoanfolsi.splinder.com/tag/baba+balnath
Reiyo Zenji (alias il grandissimo Leonardo Anfolsi > un mito vivente)
Reiyo Zenji è un Maestro contemporaneo di meditazione: insegna le tecniche e le chiavi meditative per migliorare la qualità di vita e per coronare la propria ricerca personale.

È maestro di Buddhismo della tradizione Zen della scuola Rinzai, secondo il lignaggio dei Maestri Yamada Mumon http://translate.google.com/translate?hl=it&u=http%3A%2F%2Fen.wikipedia.org%2Fwiki%2FMumon_Yamada ed Engaku Taino. http://lnx.scaramuccia.it/joomlaji/index.php?view=article&catid=39%3Azenshinji-scaramuccia&id=68%3Agg&option=com_content&Itemid=55
Nell’aprile del 1981 è stato ordinato con il nome di "Reiyo" e nel 2001 è stato designato come Maestro. È tuttora Ministro di culto della stessa tradizione ed è riconosciuto come tale dallo Stato Italiano.

Ha svolto attività organizzativa presso l’Unione Buddhista Italiana, l’Ente che rappresenta nei confronti dello Stato Italiano le diverse tradizioni di Buddhismo presenti in Italia.
http://leoanfolsi.splinder.com/archive/2005-06
http://www.saturniatellus.com/portale/viewtopic.php?t=3286
Il 22° Gomo Tulku Lama Sonam Rinchen, un vedente molto rispettato dai buddhisti tibetani di tutte le scuole, ha riconosciuto Reiyo Zenji come l’attuale incarnazione di un Maestro eremita del passato, esortandolo a praticare e a vivere appartato, a insegnare e a prendersi cura di chi avesse bisogno di consiglio.

Nel 1987 Franco Battiato http://www.battiato.it/ ha pubblicato un suo libro, Banananda, nella famosa collana "L’Ottava", che raccoglie quattordici titoli di argomenti spirituali.

Attualmente vive sulle colline toscane dove ha fondato nel 1982 un’associazione culturale di libera ricerca interiore e ha realizzato con i suoi allievi progetti lavorativi e di volontariato.

Dal 2007 collabora con la casa editrice Venexia nella cura della collana "Isole", dedicata alla spiritualità orientale, nella quale comparirà il suo libro Koan Zen, la chiave di puro cielo.

Lo Zen è l’arte che trascende la dualità e che, come afferma l’autore, "ci mostra di non avere bisogno di dialogo interreligioso, ma di un’umanità vera, che parta dall’occhio spalancato e vivo".

Il Koan ne è il cuore pulsante, paradosso in grado di indurre il risveglio, scuotendo come un tuono che scardina le certezze. Reiyo Zenji mescola la storia e la pratica del Koan fornendo un testo completo, in grado di intrigare sia il lettore esperto, sia quello che si avvicina a quest’arte per la prima volta.

Un antico Maestro Zen recitava: "Lo Zen è al di là delle religioni". Un’antica disciplina, quindi, che racchiude il potere di calmare gli animi e di reintegrare le divergenze e le asimmetrie.IL SOFFIO DELLA VITA - Pagina 4 254dcb0d35a109f826262a78fe10f228


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Messaggio Da INFERNO Mer 01 Ott 2008, 13:34

http://nuke.religioniindialogo.it/Home/Sezioni/Parliamocon/FaustoTaitenGuareschi/tabid/152/Default.aspx
http://www.andreavillani.it/apri/Personaggi/Amici/Fausto-Taiten-Guareschi/
http://www.aepsi.it/psicofest/psicofest_2/guareschi.htm
http://209.85.135.104/search?q=cache:SeyepHR27OMJ:www.deshimaru.info/scritti/missione.pdf+Taisen+Deshimaru+Roshi&hl=it&ct=clnk&cd=2&gl=it
Fausto Taiten Guareschi, nato a Fidenza (PR) nel 1949, entra in contatto con lo Zen attraverso lo studio e la pratica delle arti marziali giapponesi, in particolare del judo. Nel 1969 a Milano incontra il Maestro Taisen Deshimaru Roshi, http://www.deshimaru.info/ il primo pioniere dello Zen in Europa, ed intraprende la formazione sotto la sua guida. Nel 1975 viene ordinato monaco (shukke tokudô) da Deshimaru Roshi e segue il suo insegnamento fino alla sua morte (1982). IL SOFFIO DELLA VITA - Pagina 4 Fausto
La discendenza legittima nella linea di successione dei Buddha Patriarchi della Scuola Zen Sôtô (Dempô) gli viene riconosciuta nel 1983 dal Maestro Narita Shûyû Roshi http://www.komyoji.eu/maestri.htm del Tempio di Tôdenji, in Giappone. È primo fra i discepoli europei del lignaggio Zen Sôtô. Nel 1990 gli viene riconosciuta la qualifica di Dendokyôshi (insegnante per le missioni estere) dalla Sôtôshu Shumucho. http://translate.google.it/translate?hl=it&sl=en&u=http://www.sotozen-net.or.jp/kokusai/kokusai.htm&sa=X&oi=translate&resnum=3&ct=result&prev=/search%3Fq%3DS%25C3%25B4t%25C3%25B4shu%2BShumucho%26hl%3Dit%26rlz%3D1B2GGFB_itIT210IT211%26pwst%3D1
http://global.sotozen-net.or.jp/ita/index.html Nel 1984 procede all'edificazione di Shôbôzan Fudenji, http://www.fudenji.it/it/index.html http://www.portalesalsomaggiore.it/page.asp?IDCategoria=1314&IDSezione=9332&ID=147551 http://www.ilgiardinodeilibri.it/libri/__guida_allo_zen.php il primo monastero italiano della Tradizione Zen Sôtô, dove da anni vive dedicandosi all’educazione nell'intento di offrire un’opportunità a chi vuole prendere contatto con la Tradizione e di sperimentare l'attualità della formula monastica Zen. Dopo aver costruito il Tempio, lo offre alla guida del suo Maestro Narita Shûyû Roshi, che dal 1994 assume la veste di Abate fondatore.
http://www.csitaichi.it/stage_fudenji.html
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Messaggio Da INFERNO Mer 01 Ott 2008, 14:07

Tui Shou
http://www.csitaichi.it/tuishou.html
http://it.wikipedia.org/wiki/Tui_shou
Codificata da Chen Wanting (1600 – 1680), http://www.taijichen-italia.com/famiglia.htm http://www.martialarm.com/ylang/it/martial-articles/CHEN_XIAOWANG__KEEPER_OF_THE_TAIJI_SECRETS.html la Spinta con le mani (推手 in lingua cinese, tui shou in pinyin) è una tecnica del taijiquan http://it.wikipedia.org/wiki/Taijiquan GIA' AFFRONTATO COME TAI CHI che costituisce una introduzione alla pratica marziale ed alla sua strategia. Praticata in coppia, serve a sviluppare stabilità, sensibilità, reattività, senso della distanza, tempismo, insegna a gestire l’aggressività e quindi a conquistare un maggior equilibrio interiore.
I due atleti cercano di squilibrare l'avversario non di forza ma, mantenendo continuamente il contatto con avambracci e mani, rispondono alle spinte dell'avversario cedendo fino a che uno dei due sente l'altro in uno stato di equilibrio precario ed applica il minimo sforzo per squilibrarlo. L'esercizio deve però essere più correttamente interpretato in senso positivo, cioè come una ricerca di equilibrio reciproco nel quale i due atleti modificano in modo complementare il proprio stato di yin-yang in un continuo movimento oscillatorio. Finalità dell'esercizio non è, quindi, "vincere" ma sviluppare coordinamento, fermezza, morbidezza e capacità di "sentire" l'energia dell'avversario per meglio utilizzate la propria. L'applicazione delle tecniche apprese, affinate e praticate con il tui shou alla difesa personale è ovvia ed immediata. Con il tui shou si impara, inoltre, come applicare l'energia a spirale e come utilizzare l'energia dell'avversario per batterlo. La tecnica si compone di 13 azioni, divise in 5 passi ed 8 tecniche (Ba Fa):
* passi:
o Jin: avanzare
o Tui: retrocedere
o Gu: (spostarsi a) destra
o Ban (spostarsi a) sinistra
o Ding (rimanere al) centro
* tecniche (Ba Fa):
o principali
+ Peng (parare)
+ Lu (assorbimento ruotato)
+ Ji (premere)
+ An (spingere o appoggiarsi)
o secondarie
+ Zhai (afferrare e tirare verso il basso)
+ Lie (divisione)
+ Zhou (colpire con il gomito)
+ Kao (colpire con la spalla, il ginocchio o l'anca)
La pratica del tui shou prevede i seguenti 5 livelli di difficoltà crescente:
1. Huang hua, stazionario, sia ad una che a due mani
2. Ding bu: stazionario a due mani
3. Hua bu: passo singolo (o anche due o tre passi) in avanti ed indietro, a due mani
4. Da lu: movimento a due mani con passo singolo ed in posizione bassa
5. Huangjiao bu: esecuzione libera, a due mani
Dopo questi rimane solo il San Shou, http://translate.google.com/translate?hl=it&u=http%3A%2F%2Fen.wikipedia.org%2Fwiki%2FSan_Shou
alias il combattimento libero.
Il tui shou consente anche di dar vita a gare competitive tra atleti.
IL SOFFIO DELLA VITA - Pagina 4 Tuishou1cx9IL SOFFIO DELLA VITA - Pagina 4 Tuishou2zo3IL SOFFIO DELLA VITA - Pagina 4 Tuishou3jv2IL SOFFIO DELLA VITA - Pagina 4 Tuishou6ve7


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Messaggio Da INFERNO Mer 01 Ott 2008, 14:27

Sumo
http://www.sumo.it/
http://www.sumo.or.jp/
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
http://it.wikipedia.org/wiki/Sumo
Il sumo /sɯmoː/ (相撲 - strattonarsi vicendevolmente) è una forma di lotta corpo a corpo nella quale due lottatori si affrontano con lo scopo di atterrare o estromettere l'avversario dalla zona di combattimento detta dohyo. Il sumo è lo sport nazionale del Giappone.

La storia > Origini:
http://www.sumo.it/storia.html
Le origini del sumo non sono certe, ma alcune testimonianze suggeriscono che questa attività possa aver avuto origine in una delle località asiatiche vicine al Giappone; due stati che sicuramente influenzarono molto il sumo giapponese furono Cina e Corea. Anche se attualmente il sumo è uno sport tipicamente giapponese, si pensa che molti aspetti culturali di questo sport derivino comunque da queste due regioni.

I contendenti :
Due lottatori esclusivamente maschi, detti rikishi, si affrontano in una zona di combattimento detta dohyo. I lottatori sono organizzati in una graduatoria generale detta banzuke secondo princìpi di capacità e forza e non in categorie di peso. Caratteristica distintiva dei lottatori di sumo è l'indossare quale capo di abbigliamento un particolare perizoma detto mawashi. Nel sumo amatoriale i lottatori possono essere di sesso femminile. I praticanti di sumo possono anche essere chiamati sumotori.

Obiettivo dell'incontro:
Lo scopo dell'incontro è atterrare l'avversario o spingerlo fuori dal dohyo.

Divieti :
È vietato, durante un combattimento:
* Colpire con la mano a pugno;
* Infierire con le dita negli occhi;
* Tirare i capelli;
* Colpire petto o stomaco.

I tornei:
Durante l'anno si svolgono 6 tornei in varie città del Giappone. Ogni torneo inizia di domenica e dura 15 giorni. Ogni giorno vengono svolti molti incontri e i rikishi si affrontano tra loro. Il rikishi che dovesse vincere più incontri degli altri vince il torneo. I risultati conseguiti durante ogni torneo contribuiscono a far salire o scendere il rikishi nella graduatoria generale detta banzuke.

Il sumo rituale:
Il sumo, oltre che sport di combattimento, è considerato essere una vera e propria forma d'arte.

I principali riti:
I riti principali relativi al sumo sono:
* Lo shiko
* Lo Yokozuna dohyohiri
* Il Makuuchi dohyohiri
* Il lancio del sale

Lo shiko:
Lo shiko è un movimento particolare nel quale un rikishi si posiziona a gambe larghe con le ginocchia piegate e, alternativamente, solleva le gambe in aria cadendo poi con leggerezza. Tale movimento ha finalità ginniche di stretching ed anche rituali per allontanare demoni ed intimorire l'avversario.

Lo Yokozuna dohyohiri :
La giornata di combattimenti non può avere inizio prima dell'ingresso ufficiale dello yokozuna e dell'esecuzione di movimenti tradizionali che vedono il grande leader del banzuke compiere il rituale propiziatorio.

Il Makuuchi dohyohiri:
Tutti i rikishi della categoria dei Makuuchi all'inizio della giornata di combattimento salgono sul dohyo e si presentano al pubblico. La presentazione prevede un cerimoniale fatto di movimenti tradizionali con le braccia e di scaramantici movimenti con un particolare grembiule detto kensho mawashi colorato con i simboli rappresentanti il rikishi.

Il lancio del sale:
Prima di ogni incontro, i rikishi raccolgono da un apposito contenitore una manciata di sale e la lanciano sul dohyo. Tale gesto è propiziatorio e ben augurante finalizzato a proteggere i rikishi da sfortunati scontri, ferite, infortuni e cadute.

Il sumo sportivo:
A differenza di quanto avviene nel sumo tradizionale, le cui regole sono dettate dalla storia, dalla cultura nipponica e dalla religione, il sumo sportivo è una forma di lotta le cui regole di combattimento molto somigliano a quelle del sumo "originale". La totale assenza dei rituali, la possibilità di partecipare alle competizioni anche per le donne ed una giuria formata da un arbitro solo sono le principali note che caratterizzano il sumo sportivo.IL SOFFIO DELLA VITA - Pagina 4 270px-Asashoryu_fight_Jan08IL SOFFIO DELLA VITA - Pagina 4 Sumodz7
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Messaggio Da INFERNO Sab 04 Ott 2008, 00:54

http://www.ilgiardinodeilibri.it/libri/__zen_arte_della_felicita.php
http://www.macrolibrarsi.it/autori/_chris_prentiss.php?cid=7&sid=341
Lo Zen e l'Arte della Felicità
Come essere felici oggi grazie a un'antichissima filosofia
di Chris Prentiss IL SOFFIO DELLA VITA - Pagina 4 Zenartefelicita1ud0

Grazie a questo libro, impareremo a pensare ed a percepire in maniera tale che ciò che pensiamo e percepiamo apporti la felicità e l'entusiasmo nella nostra vita piuttosto che la tristezza e la depressione.

Impareremo ad adattare la nostra vita agli inevitabili cambiamenti, ad affrontare lo stress in maniera salutare e ad alimentare una felicità consapevole nella vita di tutti i giorni.

Fatto ancor più importante, la dolce saggezza dello zen farà in modo che possiamo godere di esperienze positive creandoci una nostra filosofia personale che ci sosterrà nei momenti difficili.

La scienza più all’avanguardia e la spiritualità sostengono che ciò che crediamo, pensiamo o sentiamo, in realtà determini la struttura del nostro corpo a livello cellulare.
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Messaggio Da INFERNO Sab 04 Ott 2008, 01:12

http://www.ilgiardinodeilibri.it/libri/__sorriso-della-montagna.php
Il Sorriso della Montagna
Insegnamenti di un maestro zen
di Reb Anderson http://translate.google.it/translate?hl=it&sl=en&u=http://www.rebanderson.org/&sa=X&oi=translate&resnum=3&ct=result&prev=/search%3Fq%3DReb%2BAnderson%26hl%3Dit%26rlz%3D1B2GGFB_itIT210IT211%26pwst%3D1
http://translate.google.com/translate?hl=it&u=http%3A%2F%2Fwww.rebanderson.org%2FBio.html IL SOFFIO DELLA VITA - Pagina 4 Sorrisomontagnahu5
Gli insegnamenti di Reb ora manifestano pienamente quel “non sprecate il vostro tempo”, scritto sul gong di legno che chiama i praticanti alla meditazione. I suoi discorsi di Dharma e le sue lezioni non sono un passivo incontro con un distante docente in fondo alla sala, con gli studenti che fanno le loro domande stando al sicuro, seduti al loro posto.

Oggi se si desidera fare una domanda o esprimere se stessi, viene richiesto di farsi avanti, di andare proprio davanti a Reb, e di parlare o interagire con lui personalmente, intimamente. Quanto è meraviglioso, inusuale, intenso avere questa opportunità di incontrarsi faccia a faccia, con il sostegno dei propri amici zen quali testimoni.

Questa forma di incontro, forse più vicina a un modo antico di proporre il Dharma, esprime la devozione di Reb alla Via del Bodhisattva del sedere nel mezzo degli eventi, senza controllare la situazione, ma piuttosto assumendo la responsabilità della relazione con ogni persona e ogni situazione per come si evolve.

Vedere, udire e partecipare attivamente a questo insegnamento è in se stesso un incoraggiamento per abbandonare i nostri film interiori su chi siamo, su chi è lui e su cosa è la pratica, e a non sprecare tempo, il nostro tempo. Ancora e ancora Reb ci fa sapere: “fatevi avanti e vi incontrerò”.

Meditazione Zen > La Via del Bodhisattva
di Reb Anderson IL SOFFIO DELLA VITA - Pagina 4 Meditazionezenpy1
Cosa vuol dire vivere come un Bodhisattva, un Essere illuminato? È davvero possibile per un laico occidentale comportarsi come un Buddha oggi? Oltre alla meditazione seduta, quali sono gli strumenti che la tradizione Zen offre a chi desidera trasformare ogni attività quotidiana in occasione di pratica? Sono questi - e molti altri - i quesiti ai quali risponde questo libro, testimonianza di pratica vissuta, che getta luce sulla relazione tra etica e Buddhismo.

Anche se poco descritti, i precetti etici costituiscono un aspetto fondamentale della Via dello Zen. Compare quindi in lingua italiana questa opera, che è interamente dedicata all'analisi dei precetti del Bodhisattva, ovvero i voti sia per i monaci che per i laici della tradizione Zen. Il testo dunque rappresenta una solida base di studio per la pratica Zen, ma è anche un libro per tutti i ricercatori dello spirito, a qualunque tradizione appartengano.

L'autore prende per mano il lettore e lo introduce all'infinito meraviglioso viaggio lungo la Via verso la liberazione di tutti gli esseri. Spesso spiega i precetti citando famosi dialoghi (o koan) tra maestro e discepolo, e riporta inoltre quelli avvenuti tra lui e Suzuki Roshi, il cui spirito traspare continuamente tra le righe del libro.

Reb Anderson rende assolutamente fruibile a un pubblico occidentale l'antico insegnamento Zen, grazie a un suo lungo e paziente lavoro di adattamento culturale.
IL SOFFIO DELLA VITA - Pagina 4 Rebgesture1jw5
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Messaggio Da INFERNO Sab 04 Ott 2008, 02:06

http://it.wikipedia.org/wiki/Psicosomatica
La psicosomatica è una branca della psicologia medica volta a ricercare la connessione tra un disturbo somatico (anche generico) e la sua eziologia spesso di natura psicologica. >Il suo presupposto teorico è la considerazione dell'uomo come
inscindibile unità psicofisica; tale principio implica che in ogni forma morbosa e fin anche nel trauma accidentale, giochino un ruolo accanto ai fattori somatici anche i fattori psicologici. >L'interconnessione tra un disturbo e la sua causa d'origine psichica si riallaccia alla visione olistica del corpo umano, all'interno della consapevolezza che corpo e la mente sono strettamente legati tra loro. Uno degli indirizzi piu promettenti della ricerca in psicosomatica negli ultimi trent'anni (grazie anche allo sviluppo e alla nascita di nuove tecniche e tecnologie
bio-mediche) è la psico-neuro-immunologia, che ha l'obbiettivo di chiarire le relazioni tra funzionamento psicologico, secrezione di neurotrasmettitori ed ormoni e funzionamento del sistema immunitario. >Alcuni studi hanno dimostrato che anche semplici frustrazioni quotidiane possono avere effetti sulla funzionalita immunitaria. I
pionieri in questa area di ricerca sono i coniugi Kielcot-Glaser che l'hanno teorizzata nel XX secolo. I campi d'impiego della psicosomatica sono prevalentemente stress (distress cronico) e traumi fisici, psichici e sociali esistenziali. http://it.wikipedia.org/wiki/Trauma_fisico http://it.wikipedia.org/wiki/Trauma_psicologico
http://www.pforster.ch/Tutoria/Stress/StressPatologia.htm
http://www.fiorigialli.it/dossier/view/6_i-sentieri-dell-essere/451_zen-e-psicosomatica
http://www.fiorigialli.it/libri/index.php?mostra_novita=mostra
ZEN E PSICOSOMATICA > 1° parte IL SOFFIO DELLA VITA - Pagina 4 Psicobiotica1zw0
In relazione al tema della psicosomatica, occorre subito evidenziare l'intenso lavoro di Ramilli Simone http://www.macrolibrarsi.it/autori/_simone_ramilli.php
Simone Ramilli > Operatore Naturopata del Benessere, fondatore della Psicobiotica, http://www.psicobiotica.it/ http://psicobiotica.org/ alias una nuova disciplina psicosomatica che opera nell'ambito della naturopatia e del benessere, insegna in diverse Scuole di Naturopatia e nella Scuola di perfezionamento in Psicobiotica di Bologna. Lavora come naturopata presso studi privati a Bologna e a Modena. http://www.macrolibrarsi.it/libri/__wellness_flowers.php?& http://www.macrolibrarsi.it/libri/__origini_della_malattia.php?cid=11&sid=48 > in quest'ultimo libro di Psicobiotica, Le origini della malattia si affronta una guida all’autoguarigione attraverso la storia personale e familiare > la produzione si è avvalsa anche di Marco Gradassi, Psicologo-Psicoterapeuta, che da anni si interessa e studia i complicati rapporti tra il dolore psichico e dolore fisico.
http://www.fiorigialli.it/dossier/view/6_i-sentieri-dell-essere/451_zen-e-psicosomatica
Ora affrontiamo il tema posto nel titolo: Zazen è in sé il Cuore della Saggezza (Hannya shin), la postura di non-movimento, quiescenza assoluta, da cui scaturisce l’attività. Nella nostra epoca le persone sono spesso nervose per un eccesso di attività del sistema ortosimpatico http://www.giovannichetta.it/sistemanervoso.html http://www.kinesiopatia.it/terapia%20cranio-sacrale.htm che, a causa dei molti stimoli provenienti dall’esterno, è in un costante stato di sovreccitazione che provoca tensione. Durante la Zazen a volte si manifesta questa condizione anomale di iper-tensione, o eccitazione, detta sanran: per un eccesso d’attività del sistema ortosimpatico si hanno troppi pensieri e ci si contrae, si è irrequieti…. In questo caso, se ci si concentra sull’espirazione, aumenta l’attività del sistema parasimpatico http://it.wikipedia.org/wiki/Sistema_nervoso_parasimpatico http://it.wikipedia.org/wiki/Sistema_nervoso_periferico e si ristabilisce l’equilibrio. Allo stesso modo, quando si è emozionati (ad esempio, prima di entrare in scena o di fare una conferenza) è sufficiente concentrarsi sull’espirazione per calmarsi subito e ritrovare l’equilibro dei due sistemi (vedi nota n.1). Durante la Zazen, la concentrazione sull’espirazione influenza direttamente il sistema nervoso centrale, riequilibrando perfettamente l’attività dei sistemi ortosimpatico e parasimpatico. Il contrario di sanran è kontin, una condizione di ipo-tensione, eccessivo relax: il sistema ortosimpatico è a riposo, mentre predomina l'attività del parasimpatico che induce la sonnolenza. In questo caso, per ristabilire l'equilibrio è sufficiente concentrarsi con forza sulla postura, tendere la nuca mantenendo gli occhi ben aperti secondo la forma corretta del mudra http://it.wikipedia.org/wiki/Mudr%C4%81 dello Zazen (2). Mudrā (Sanscrito, मुद्रा, letteralmente "sigillo"; inzō in Giapponese) è un gesto simbolico delle mani o delle dita, insieme alle asana (posizioni) sono utilizzate nella pratica meditativa yoga. Usato nello yoga, nelle asana, nel pranayama http://it.wikipedia.org/wiki/Pranayama o nella meditazione. Il Pranayama (controllo ritmico del respiro) è il quarto stadio dello Yoga, secondo lo Yogasutra di Patanjali. http://it.wikipedia.org/wiki/Patanjali Insieme a Pratyahara (ritiro della mente dagli oggetti dei sensi), questi due stati dello Yoga sono conosciuti come le ricerche interiori (antaranga sadhana) ed insegnano come controllare la respirazione e la mente, quale mezzo per liberare i sensi dalla schiavitù degli oggetti di desiderio. La parola Pranayama è formata da Prana (fiato, respiro, vita, energia, forza) e da Ayama (lunghezza, controllo, espansione). Il suo significato è quindi di controllo ed estensione del respiro. Tale controllo si attua durante le classiche quattro fasi:
* inspirazione (puraka)
* espirazione (rechaka)
* trattenimento del respiro (kumbhaka)
Nei testi di Hata Yoga, http://it.wikipedia.org/wiki/Hatha_Yoga
in generale il termine kumbhaka (da kumbha: brocca per acqua, calice) è usato per includere le tre fasi di inspirazione, espirazione e trattenimento del respiro. Quando il respiro viene trattenuto dopo una inspirazione, viene chiamato antara kumbhaka (interno, interiore). Quando viene trattenuto dopo una espirazione, viene chiamato bahya kumbhaka (esterno, esteriore). La scelta di giusti modelli ritmici della respirazione profondi e lenti, rafforzano il sistema respiratorio, calmano il sistema nervoso e riducono la bramosia. La mente si libera e diventa un mezzo adatto per la concentrazione. L'emotività influisce sul ritmo del respiro e lo trasforma in rapido, poco profondo e incontrollato. Il controllo del respiro permette il controllo della mente. Dato che lo scopo dello Yoga è calmare e controllare la mente, lo Yogi apprende la tecnica del Pranayama per dominare il respiro, in modo da controllare i sensi, raggiungere così lo stato di Pratyahara e predisporsi per dhyāna (meditazione). L'addestramento del Pranayama necessita una profonda conoscenza delle asana e deve essere eseguito con la supervisione di un Guru o di un maestro esperto. Il momento migliore per la pratica del Pranayama è il mattino presto (prima dell'alba) e dopo il tramonto. Si consiglia di praticarlo almeno 15 minuti al giorno, con proposito e regolarità, alla stessa ora, luogo, posizione, seduti sul pavimento, su un piccolo cuscino o una coperta piegata, mantenendo la schiena eretta. Si dovranno tenere gli occhi chiusi, altrimenti la mente avrà facilità a distrarsi a causa degli oggetti esterni. L'uniformità della respirazione renderà la mente serena e calma. Il Pranayama dovrà essere eseguito non più di 15 minuti dopo una calma pratica di asana. Dopo aver terminato la pratica, stendersi in posizione Savasana per almeno 5 – 10 min, in completo rilassamento e silenzio, per rinfrescare sia il corpo che la mente.
Le principali tecniche di Pranayama sono le seguenti:
* Ujjayi Pranayama
* Bhastrika Pranayama
* Kapalabhati
* Sama Vritti Pranayama
* Visama Vrtti Pranayama
Tornando ai mudra: Il Mudra può agire sul piano fisico, energetico e/o spirituale. I mudra o le mudra [è sempre complicato assegnare una personalità maschile o femminile alle terminologie orientali], vengono usati molto nel buddhismo tibetano e sono movimenti, gesti, danze delle mani che vanno a completare tecniche, pratiche e meditazioni atte al raggiungimento dell'illuminazione, ma i mudra vengono praticati anche durante le cerimonie come ad esempio nelle cerimonie di iniziazione. Vi sono molte opinioni in merito all’interpretazione del termine “mudrā”; gli studiosi sostengono l’interpretazione legata all’origine etimologica del vocabolo, che identifica la posa della mano come un “sigillo”, una “stampa”, un “segno”, un “marchio”, un “simbolo”, un “gesto simbolico” oltre ad identificare nell’esoterismo, le varie divinità. In un racconto contenuto nei Jātaka http://www.tesionline.it/ricerca/parola-chiave.jsp?keyword=j%C4%81taka%20sedimentatasi si narra di un bodhisattva che vedendo una donna, fece un gesto per sapere se era sposata. La donna rispose sempre con un gesto che non aveva marito. È evidente che il bodhisattva stava usando un linguaggio stabilito e convenzionale di gesti eseguiti con le mani. Le mudrā erano quindi espressione di un linguaggio quotidiano, ma non solo; in seguito, esse hanno trovato la loro sistemazione anche nella danza, nello specifico nel Nātya Śāstra di Bharata. http://it.wikipedia.org/wiki/Natya_Sastra La mudrā passa così da una funzione di linguaggio gestuale quotidiano ad una di esperimento di comunicazione simbolica in ambito artistico, e in seguito si trasforma da icona figurativa ad elemento rituale di cerimonie esoteriche. Attraverso le figure di Mathurā (100 a.C. – 600 d.C.) http://it.wikipedia.org/wiki/Mathura e soprattutto con le sculture del Gandhāra (100 – 400 d.C.) http://it.wikipedia.org/wiki/Gandhara_(geografia) le mudrā diedero un grande contributo al tantrismo (che affronteremo dopo).
Nel II secolo d.C., vi è la prima raffigurazione del buddha storico, fino ad allora era stato rappresentato come ruota della Legge, trono, colonna o albero. Zazen è la postura del non-movimento, del non pensiero; È la posizione di KU (Sunyata) (3), il vuoto, da cui derivano tutte le forme di movimento: alzarsi, camminare, lavorare.


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Messaggio Da INFERNO Sab 04 Ott 2008, 02:08

http://www.fiorigialli.it/dossier/view/6_i-sentieri-dell-essere/451_zen-e-psicosomatica
http://www.fiorigialli.it/libri/index.php?mostra_novita=mostra
ZEN E PSICOSOMATICA > 2° parte IL SOFFIO DELLA VITA - Pagina 4 Psicobiotica1zw0
Sono estremamente importanti le modalità che usiamo durante il movimento. > Kin-hin, la pratica della meditazione camminando, è la posizione base del movimento. Per insegnare e per apprendere il corretto modo di muoversi, bisogna innanzitutto tener conto dell'equilibrio generale e della respirazione. In questo senso Kin-hin e Sampai (la prosternazione) http://translate.google.it/translate?hl=it&sl=en&u=http://www.experiencefestival.com/sampai&sa=X&oi=translate&resnum=4&ct=result&prev=/search%3Fq%3Dsampai%26hl%3Dit%26rlz%3D1B2GGFB_itIT210IT211%26pwst%3D1
sono ottimi esercizi, tenendo ben presente che si tratta di una pratica religiosa e non di una ginnastica. Il corretto modo di prosternarsi non è facile, soprattutto quando si invecchia, il corpo intero vi è implicato: mani, gambe, tronco, tutto lavora contemporaneamente. È un'ottima pratica per sviluppare l'equilibrio. È impossibile muoversi senza equilibrio. Per muoversi in modo fluido e armonioso, bisogna rispettare il principio della corrispondenza di ogni cosa, consapevoli che ogni parte del corpo e della mente è in stretta connessione con ogni altra parte e con l'universo intero.
Alla base di tutte le malattie c'è uno squilibrio della struttura del corpo e della mente. Movimenti sconnessi, prodotti in condizioni di equilibrio precario, aumentano gli effetti negativi sugli organi interni. Muoversi, quindi, non è meno importante di non-muoversi (Zazen). Non muoversi è la posizione fondamentale del muoversi. Il non-movimento è il ku (vuoto) della posizione; shiki sono i fenomeni, il movimento. Shiki soku ze ku, ku soku ze shiki: (4) "i fenomeni diventano vuoto, il vuoto diventa fenomeno", il movimento diventa non-movimento e viceversa. Se la posizione del non-movimento non è buona, la posizione del movimento ne viene influenzata. Allo stesso modo, se la posizione di Zazen è buona, anche il movimento sarà corretto. Zazen è veramente la pratica fondamentale. La fisiologia della struttura del corpo (scheletro e muscolatura) è molto importante. l medici veri non si accontentano di curare le malattie, ma cercano di prevenirle. 1. medici di medio livello curano solo malattie secondarie, minori. I medici peggiori prescrivono subito medicine o consigliano interventi chirurgici.
Prima che si manifesti la malattia, appaiono dei disturbi agli organi di senso; successivamente vengono coinvolti la struttura del corpo e gli organi interni. Infine la malattia si sviluppa e si estende con tutti i suoi effetti, fino a trasformare completamente la morfologia degli organi stessi, come nei casi di cancro.
l medici occidentali spesso impiegano troppo tempo per diagnosticare la malattia, quando invece sarebbe facile individuarne i primi segni già nei piccoli mutamenti o disturbi degli organi di senso. I medici dei tempi antichi osservavano sempre, come prima cosa, la condizione degli organi di senso (colore degli occhi, della lingua, della pelle, sensibilità agli stimoli esterni, ecc.). Se questi presentavano segni di anormalità, si poteva prevedere l'inizio di una malattia e intervenire ancor prima del suo manifestarsi. Se vi accorgete che i vostri organi di senso non sono del tutto "normali", anche voi potete capire che sta per avere inizio una malattia. lo guardo sempre il vostro viso e il vostro corpo durante Zazen o Kin-hin, ed è molto facile capire.
Kenko è l'energia vitale presente nel corpo di un individuo, che ha la capacità innata di adattarsi all'ambiente. Kenko consente di riequilibrare il modo di muoversi, mangiare, respirare, pensare: è una specie di "regolatore" interno. Se queste funzioni elementari non si svolgono in armonia, sicuramente nascerà una malattia. I medici dovrebbero sempre aver presente questa regola fondamentale, ma molti purtroppo dimenticano questo tipo di approccio al malato. Capire la medicina è semplice. La medicina moderna ha dimenticato la struttura essenziale del nostra corpo, i meccanismi elementari del metabolismo, della fisiologia del funzionamento del corpo. Ad esempio, il nostro corpo è simile ad un edificio di cui le braccia e le gambe costituiscono la struttura portante, le quattro colonne portanti. Nei templi buddhisti ci sono sempre quattro colonne fondamentali, che sono l'elemento basilare.
Lo scheletro corrisponde alla struttura dell'edificio. il colmo del tetto corrisponde alla colonna vertebrale, con il sistema nervoso autonomo. La parte anteriore del tetto è la testa; dietro c'è la coda (per l'uomo, è il sacro). Nel sottotetto sono racchiusi gli organi interni. il sistema nervoso autonomo ha sede nel midollo spinale, da cui si diparte tutta una serie di "tubazioni". Su questo schema fondamentale si sviluppano poi le condutture dell'acqua, del riscaldamento, della luce, le entrate e le uscite, molti organi di senso e molti orifizi (nove per l'uomo e dieci per la donna). Quando l'edificio si mette in movimento, appare il karma: l'animale si muove. Tra l'altro l'uomo, contrariamente agli animali, cammina eretto, su due sole colonne, quindi per lui mantenere l'equilibrio è ancora più complesso. L'uomo è sempre in movimento, solo Zazen è non-movimento. L'uomo costantemente cerca di muoversi, fatica a rimanere fermo, così appaiono le azioni e si accumula il karma. Come si diceva, le modalità del movimento sono fondamentali: se sono scorrette, se nell'azione come nel sonno si instaurano cattive abitudini, si produce un completo squilibrio. Negli sports come il tennis, il golf e il lancio del peso, in cui si muove prevalentemente un solo lato del corpo, si sviluppa uno squilibrio che è all'origine di molte malattie: è il karma degli sportivi! Tuttavia se l'istruttore è valido ed ha compreso le leggi dell'equilibrio, farà eseguire ai propri allievi anche i movimenti opposti, per compensare le carenze specifiche. Anche durante Zazen è bene alternare il modo di incrociare le gambe (destra sulla sinistra o sinistra sulla destra), altrimenti a lungo andare si produce uno squilibrio. Qualche tempo fa ho fatto una prova, che tutti possono attuare: per controllare la differenza fra il lato sinistro e quello destro del mio corpo ho utilizzato due bilance, salendo con un piede su una e con l' altro sull'altra, ed ho verificato che il peso indicato non era lo stesso. In molte persone il lato destro appare più pesante di quello sinistro (fino a dieci chili di differenza). Nel mio caso il lato destro pesava quattro chili di più del sinistro. Riflettendo, mi sono ricordato che da giovane mantenevo sempre la posizione del loto (kekkafuza) durante zazen, mentre da tre o quattro anni avevo ormai la consuetudine di sedere in semi-loto (hankafuza) incrociando le gambe sempre allo stesso modo (la destra sulla sinistra).
Da quando ho iniziato a fare attenzione a questi aspetti e ad alternare la postura, il mio squilibrio è diminuito ed ora sulla bilancia i due lati hanno quasi lo stesso peso. Allo stesso modo, la mia gamba e la mia anca destra mi hanno sempre fatto un po' male, e chiedevo sempre dei massaggi, dei trattamenti di agopuntura... ma, dopo aver cambiato il modo di incrociare le gambe, il dolore è passato. La posizione giusta, nel movimento come nell’immobilità, è determinante un corretto assetto della struttura scheletrica ha un'influenza immediata, diretta, sul sistema articolare; a partire dalle condizioni di squilibrio si manifestano le malattie. L'osso iliaco, il bacino ed il ginocchio sono alcuni dei punti cruciali per l'equilibrio di tutto il corpo, la cui sede centrale è nella pane bassa dell'addome, sotto l'ombelico (kikai tandem = oceano dell'energia cosmica). La forma stessa dell'ombelico (aperto, allungato, ovale, rotondo, largo, più o meno profondo, orizzontale, verticale) evidenzia le specifiche caratteristiche o predisposizioni dell'organismo alle malattie. Forma, movimento, pensiero... tutto è interdipendente. Qual'è la vera posizione normale del corpo e della mente? Zazen, che nel movimento si esprime nella forma del Kin-hin. Zazen è ritornare alla condizione normale del corpo e dello spirito. li fianco destro e quello sinistro del corpo sono più o meno equilibrati. Le spalle, le mani, i piedi, le ginocchia, la colonna vertebrale sono sempre in buona simmetria. Anche Kinhin e Sampai sono condizioni di perfetto equilibrio. Dopo Zazen e per il resto del tempo si ritorna invece in una condizione di squilibrio generale. Quando si mangia, quando si va in bagno, quando ci si muove, la parte destra e la parte sinistra del corpo non sono mai simmetriche, in equilibrio perfetto. Ad esempio, quando si è seduti ad una scrivania, è abbastanza normale pendere da un lato o dall'altro, in avanti o all’indietro, oppure curvarsi. Quando queste abitudini diventano croniche, appare la malattia. Durante Kin~hin si evidenziano e si possono facilmente osservare questi squilibri tra i due lati del corpo, e di conseguenza correggerli. Tutti hanno delle abitudini fisiche, poiché tutti hanno un karma "fisico" che è all'origine di squilibri ulteriori. Alcune persone hanno la spalla sinistra più alta dell'altra, o viceversa, magari a causa di un cattivo assetto del bacino. Tutte le abitudini del corpo generate da cattive posizioni provocano contrazioni e tensioni. Osservare questi errori e comprenderne la causa ci dà la possibilità di correggerli. Durante zazen tutto è evidenziato. Anche l'attività psichica si manifesta nella forma della postura e le condizioni alterate (torpore o eccitazione) si rivelano attraverso segni evidenti, precisi: il mento si solleva, la bocca si apre, la testa pende in avanti, il dorso si curva, ecc. Durante zazen è possibile ritornare alla condizione normale e, a partire da qui, eliminare le cattive abitudini.
(Paramita n. 50)
ma cos'è (il e/o la) paramita? > http://www.meditare.net/?q=minimo_comune_denominatore_buddista_ven_walpola_rahula http://it.wikipedia.org/wiki/Paramita Paramita
Nel buddhismo i pāramitā (sanscrito पारमिता, composto di param, "oltre", e ita, "andato", traducibile come azione liberatrice, o qualità trascendente; pāli parami) sono le virtù perfezionate dal Bodhisattva, colui che per compassione e comprensione decide di essere attivo per il bene di tutti gli esseri; queste qualità sono dieci per la scuola Theravāda, mentre il Sutra del Loto della scuola Mahāyāna ne cita solo 6, anche se il Dasabhumika Sutra, posteriore, ne aggiunge altre quattro. Sono qualità liberatrici perché permettono di riconoscere la natura ultima della mente. > Bhumi: http://it.wikipedia.org/wiki/Bhumi Nel buddhismo Mahayana, i Bhumi sono i 10 stadi che un bodhisattva deve attraversare per diventare un Buddha; si dice che il futuro Buddha Maitreya riuscirà ad ottenere il bodhi in 10 giorni, cioè a ottenere un bhumi al giorno. http://it.wikipedia.org/wiki/Bodhisattva
Bodhisattva: Nel Buddhismo, un bodhisattva — dal sanscrito, "Colui/colei che ha fatto voto di raggiungere l'illuminazione" (bodhi); pāli: bodhisatta; cinese pusa (菩萨?/菩薩? pinyin púsà); giapponese bosatsu (菩薩, bosatsu?); coreano bosal (보살); tibetano changchub sempa (byang-chub sems-dpa); vietnamita: Bồ Tát — è un essere vivente che ha intrapreso il cammino per l'illuminazione ma sceglie di dedicarsi ad aiutare tutti gli altri esseri senzienti a raggiungere l'illuminazione.

Note
(1) Durante Zazen la respirazione è di tipo addominale, è una respirazione profonda che porta energia nell’hara (la zona sott’ombelicale, intesa anche come centro spirituale della persona). In tale sede sono localizzati alcuni punti di agopuntura la cui stimolazione con aghi o moxibustione è considerata estremamente efficace. 4RM, il cui nome -quanyuan -significa collegamento con l'origine, è situato leggermente al di sotto della mezza distanza ombelico-pube e secondo la tradizione ritarda l'invecchiamento, se trattato regolarmente con moxa, preservando la "yuangi (energia ancestrale custodita nell'organo rene). 6RM, il cui nome -gihai -significa mare di energia, situato al quatto superiore della distanza ombelico-pube avrebbe un effetto equilibratore organico generale; il punto si può usare a scopo profilattico per prevenire le malattie; inoltre produce energia negli astenici e nei depressi.

(2) Nella sede paravertebrale esiste una serie di punti sul meridiano di vescica, la cui stimolazione ha un effetto di riequilibrio dell'energia degli organi interni; sono i punti shu della medicina tradizionale cinese. Tendere la colonna equivale stimolare questo tipo di attività.

(3) "Ku" termine giapponese (in sanscrito Sunyara) il cui significato è: vuoto, vacuità; concetto centrale del buddhismo. Tutti i dharma sono fondamentalmente privi di sostanza autonoma, non sono altro che pure apparenze; non esistono al di fuori del vuoto. "Ku" include e pervade tutti i fenomeni e rende possibile il loro sviluppo. Da quest'idea del vuoto di tutto ciò che esiste, però, non si deve pervenire a un nichilismo: essa non significa che le cose non esistono, ma solo che, non avendo un'essenza autonoma, non rappresentano nient'altro che apparenze. (Tratto dal "Dizionario della Sapienza Orientale" ed. Mediterranee).

(4) È un verso tratto dall'"Hannya Shingyo", Sutra della Saggezza Suprema.

http://www.macrolibrarsi.it/libri/__wellness_flowers.php?&
lente d'ingrandimento su:Wellness Flowers di: Ramilli Simone > I dodici rimedi per i conflitti psicosomatici secondo la Psicobiotica > "Wellness Flowers" > Vengono trattati i conflitti che producono ansia, insoddisfazione, ma anche molti dei disturbi fisici così comuni ai nostri giorni, dalle alterazioni di peso all'insonnia, fino alle difficoltà della sfera sessuale. Per combatterli, Simone Ramilli, naturopata fondatore della Psicobiotica, ha messo a punto dodici rimedi fitoterapici: dopo il clamore suscitato nel mondo delle medicine alternative, finalmente sono divulgati al grande pubblico con questo manuale: IL SOFFIO DELLA VITA - Pagina 4 Wellness-flowers I dodici rimedi per i conflitti psicosomatici secondo la Psicobiotica - ha tutti i numeri per diventare uno di quei cinque o sei libri-base che non devono mancare nella libreria di chi si interessa alla medicina alternativa. Scritto con un linguaggio chiaro, ma rigoroso, contiene infatti un metodo completo per curarsi con le più innovative acquisizioni della Psicobiotica...
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Messaggio Da INFERNO Sab 04 Ott 2008, 22:20

FLORITERAPIA & FIORI DI BACH IL SOFFIO DELLA VITA - Pagina 4 Fioridibach9ad1
http://www.floriterapia-psicodinamica.com/
http://www.fioriperlanima.com/
http://it.wikipedia.org/wiki/Fiori_di_Bach
Vitamine dell'Anima
"Il più grande dono che un uomo possa fare ad un altro è di essere egli stesso felice e pieno di Speranza, poiché così guarirà l'altro della sua prostrazione". (Edward Bach)
« La malattia non è né una crudeltà in sé, né una punizione, ma solo ed esclusivamente un correttivo, uno strumento di cui la nostra anima si serve per indicarci i nostri errori, per trattenerci da sbagli più gravi, per impedirci di suscitare maggiori ombre e per ricondurci alla via della verità e della luce, dalla quale non avremmo mai dovuto scostarci. »
(Edward Bach)
I fiori di Bach sono una cura alternativa basata sulla floriterapia ("terapia con i fiori"), ideata dal medico gallese Edward Bach. http://it.wikipedia.org/wiki/Edward_Bach
Secondo il pensiero di Bach, la floriterapia deve essere semplice e accessibile a tutti, in quanto tutti potrebbero sviluppare la sensibilità necessaria per effettuare da soli l’auto-diagnosi e l’auto-pratica. Inoltre la cura dovrebbe, secondo Bach, avere carattere preventivo ed essere senza effetti collaterali.

Alla base della floriterapia di Bach è il principio secondo il quale nella cura di una persona, devono essere prese in considerazione principalmente la prevenzione e la conoscenza dei disturbi psicologici, i quali determinerebbero i sintomi fisici. Il singolo fiore curerebbe il disturbo psicologico che ha causato o potrebbe causare un certo malessere fisico. Dietro ogni disturbo fisico ci sarebbe quello che viene chiamato "fiume di energia", originato a livello psicologico (come nel caso della rabbia, che viene scaricata in modi e zone del corpo differenti); pertanto, ad ogni disturbo psicosomatico, provocato dallo sfogo dell’energia, corrisponderebbe, a monte, un ben preciso disturbo dell'anima.

Sulla base di tali principi sono stati distinti 38 "tipi comportamentali" di base, ai quali corrisponderebbero 37 fiori e un’acqua di fonte, la cui energia sarebbe in grado di curare l’organismo per riportarlo in armonia; in tal modo i sintomi tenderebbero a regredire.

I rimedi floreali scoperti da Bach rilascerebbero infatti nell’acqua, se opportunamente trattati, la loro "energia" o "memoria". Bach consigliava di cogliere i fiori al massimo della fioritura e nelle prime ore del mattino di un giorno assolato; il fiore, che non doveva essere intaccato da alcunché, veniva deposto in una ciotola d’acqua pura e veniva trattato secondo uno dei due metodi riportati nelle opere del medico gallese.
Secondo la divulgazione dei concetti medici tradizionali, il concetto "memoria dell'acqua", non sarebbe mai stato dimostrato sperimentalmente e non è riconosciuto dalla scienza > SU QUESTO CONCETTO DELLA MEMORIA DELL'ACQUA, INVECE ABBIAMO GIA' PARLATO IN PRECEDENZA, CHE SONO STATE AMPIAMENTE DIMOSTRATE DELLE SUGGESTIVE-STRANISSIME-ANOMALIE IN RELAZIONE ALLE PROPRIE PROPRIETA' ANCHE A DISPETTO DEGLI SCIENZIATI PIU' SCETTICI > I CRISTALLI DELL'ACQUA, SANNO INTERAGIRE CON L'AMBIENTE E PERFINO COL PENSIERO UMANO http://www.macrolibrarsi.it/libri/__acqua_che_guarisce.php
Infatti, Masaru Emoto, che da oltre dieci anni compie affascinanti esperimenti sull'acqua, ha scoperto che le sue molecole reagiscono a qualsiasi tipo di stimolo esterno
– visivo, sonoro ecc. – e pertanto si è trovato in perfetta sintonia con Jürgen Fliege, http://translate.google.com/translate?hl=it&u=http%3A%2F%2Fde.wikipedia.org%2Fwiki%2FJ%25C3%25BCrgen_Fliege un sacerdote molto noto al pubblico televisivo tedesco per il suo ruolo di moderatore svolto in numerosi programmi, il quale crede fermamente che dio si riveli in ogni goccia d'acqua. (vedere ancora http://www.macrolibrarsi.it/autori/_masaru_emoto.php http://www.macrolibrarsi.it/libri/__i_messaggi_dallacqua-volume_2.php?cid=3&sid=4
già trattato nel nostro forum a pagina 11)
I 38 fiori di Bach:
I primissimi fiori scoperti da Bach furono i cosiddetti "12 Guaritori", che il medico gallese iniziò prontamente a sperimentare sui suoi pazienti; gli altri 26 vennero scoperti poco tempo dopo: Bach si spense il giorno dopo aver scoperto il trentottesimo rimedio floreale e averlo sistematizzato accanto agli altri. Le spiegazioni qui di seguito sono solamente una rapida sintesi del significato completo del fiore, che si può trovare nel link in fondo alla pagina.

La classificazione comprende:
* I "12 guaritori":
o Agrimony (Agrimonia), per chi nasconde ansia e tormento dietro gaiezza e cortesia;
o Centaury (Centaurea minore), per chi, debole e privo di forza di volontà, viene sfruttato dagli altri;
o Chicory (Cicoria), per chi è possessivo e ricatta gli altri perché stiano con lui;
o Rock Rose (Eliantemo), per chi è preso da grande paura e panico;
o Gentian (Genzianella autunnale), per chi si abbandona al pessimismo, si scoraggia e si deprime per motivi conosciuti.
o Mimulus (Mimolo giallo), per chi ha paura delle cose del mondo;
o Impatiens (Balsamina), per chi è impaziente e non sopporta interferenze nel suo ritmo;
o Cerato (Piombaggine), per chi non ha fiducia in sé e chiede continuamente consiglio;
o Scleranthus (Fiorsecco, Scleranto o Centigrani), per chi è indeciso tra due vie e si abbandona all'insicurezza;
o Vervain (Verbena), per chi si lascia trasportare troppo dall'entusiasmo e dal fanatismo;
o Water Violet (Violetta d'acqua), per chi è orgoglioso e ama stare da solo;
o Clematis (Vitalba), per chi sogna ad occhi aperti, è indifferente alla vita e fugge dalla realtà.

* I "7 aiuti":
o Rock Water (acqua di roccia), per chi si autoreprime per essere d'esempio;
o Wild Oat (Forasacco o Avena selvatica), per chi è scontento o insicuro sul ruolo da svolgere nella vita;
o Heather (Brugo o Erica), per chi odia la solitudine e attacca bottone usando gli altri;
o Gorse (Ginestrone), per chi prova grande disperazione e si sente senza speranza;
o Olive (Olivo), per chi è completamente esausto a causa dello stress o della fatica mentale;
o Oak (Quercia), per chi non riesce a staccare dal lavoro;
o Vine (Vite), per chi prova desiderio e ambizione di dominare inflessibilmente gli altri.

* I "19 assistenti":
o Holly (Agrifoglio), per chi ha sfiducia nel prossimo, prova invidia e odio;
o Honeysuckle (Caprifoglio), per chi si rifugia nella nostalgia del passato, ricordando solo le cose belle;
o Hornbeam (Carpino bianco), per chi si sente stanco, debole, e dubita delle sue capacità di fronte ad un problema;
o White Chestnut (Ippocastano bianco), per chi ha pensieri e preoccupazioni costanti e indesiderati;
o Sweet Chestnut (Castagno dolce), per chi prova un'angoscia estrema, una disperazione con coraggio, però, che non tende al suicidio;
o Red Chestnut (Ippocastano rosso), per chi prova apprensione per gli altri e si aspetta sempre il peggio;
o Beech (Faggio), per chi è intollerante, polemico e arrogante;
o Chestnut Bud (Gemma di Ippocastano bianco), per chi ripete sempre gli stessi errori e non vuole crescere;
o Larch (Larice), per chi ha paura di fallire ed è affetto da complessi di inferiorità;
o Crab Apple (Melo selvatico), per chi si sente sporco, nel corpo o nella mente;
o Cherry Plum (Prugno), per chi ha paura di perdere la ragione;
o Walnut (Noce), per chi deve affrontare grandi cambiamenti (es. pubertà, menopausa, vecchiaia);
o Elm (Olmo inglese), per chi si sente momentaneamente sommerso di responsabilità;
o Pine (Pino silvestre), per chi tende a caricare su di sé anche le colpe altrui;
o Aspen (Pioppo), per chi ha paura di cose vaghe, indistinte, e senza motivo;
o Wild Rose (Rosa canina), per chi si abbandona alla rassegnazione e all'apatia;
o Willow (Salice giallo), per chi prova amarezza e risentimento;
o Mustard (Senape selvatica), per chi è ammalato di depressione, anche passeggera, ma grave e spesso per motivi sconosciuti;
o Star of Bethlehem (Latte di gallina), per chi ha provato ogni tipo di shock o dolore fisico, mentale ed emotivo.

Suddivisione secondo gli stati d'animo

* Per la paura: Rock Rose, Mimulus, Cherry Plum, Aspen, Red Chestnut.
* Per l'incertezza: Cerato, Scleranthus, Genzian, Gorse, Hornbeam, Wild Oat.
* Per lo scarso interesse verso le circostanze attuali: Clematis, Honeysuckle, Wild Rose, Olive, White Chestnut, Mustard, Chestnut Bud.
* Per la solitudine: Water Violet, Impatiens, Heater.
* Per l'ipersensibilità alle influenze e alle idee: Agrimony, Centaury, Walnut, Holly.
* Per l'avvilimento e la disperazione: Larch, Pine, Elm, Sweet Chestnut, Star of Bethlehem, Willow, Oak, Crab Apple.
* Per l'eccessiva preoccupazione del benessere altrui: Cicory, Vervain, Vine, Beech, Rock Rose.

Rescue Remedy

Il rimedio di emergenza, chiamato Rescue Remedy, inoltre, è una miscela di cinque fiori, che sarebbe utile in occasioni di fortissimi stress psico-fisici, esperienze forti, situazioni di consapevolezza o di panico. Oltre che per bocca, questo rimedio può essere applicato (in caso di svenimenti, ad esempio) anche sulle tempie o sui polsi. Consiste in una miscela di:

* Star of Betlehem, contro lo shock improvviso;
* Rock Rose, contro il panico o il terrore;
* Impatiens, per riportare la calma;
* Clematis, contro la tendenza a cedere, la sensazione di allontanamento appena prima di svenire;
* Cherry Plum, contro la paura di perdere il controllo, di andar fuori di testa.

Al Rescue Remedy tradizionale si possono aggiungere, all'occasione, alcuni fiori. Per esempio:

* Elm, quando il fisico non si riprende (svenimenti);
* Walnut, per adattarsi a situazioni che mettono a disagio ma nelle quali bisogna stare per forza;
* Sweet Chestnut, in caso di un lutto, di una perdita;
* Scleranthus (e Walnut), per chi ha problemi con i viaggi in generale (paura di volare, mal d'auto ecc..)

Preparazione

Preparare i fiori di Bach è relativamente semplice, e il metodo con cui oggi si estraggono le essenze dai fiori è ancora quello tramandato da Bach stesso.

Ci sono due metodi che Bach scelse nella preparazione dei suoi rimedi. Quello del sole e quello della bollitura. I dodici guaritori e i sette aiuti si preparano col primo sistema, mentre i diciannove assistenti con il secondo.

Il primo metodo, quello del sole è molto semplice. Intanto è necessario lavorare in una giornata calda e soleggiata, ovviamente nel periodo di fioritura della pianta che vi interessa. I fiori vanno raccolti sul posto, senza essere toccati con le mani, e non devono essere bagnati dalla rugiada. Recidendoli con delle forbici, si fanno cadere i boccioli in un recipiente di vetro fine da 300 ml, riempito di acqua pura, avendo cura di non immergerli completamente, ma solo per metà, e di coprire con essi la superficie della bacinella. Quindi si lasciano macerare al sole per 5/6 ore (in Italia, dove il sole è più caldo rispetto al Galles, ne bastano 4); in questo modo il sole trasferirebbe la vibrazione propria del fiore all'acqua sottostante. Terminato tale periodo, si filtra l'acqua colorata dai fiori con un filtro di carta in una bottiglia da 1 l., e si allunga con una pari dose di cognac (o brandy), che serve per la conservazione. Questo composto è chiamato tintura madre dei Fiori di Bach. Per quanto riguarda Rock Water, il procedimento è un po' differente. Trattandosi infatti di semplice acqua di una fonte rocciosa, basta raccogliere quest'acqua nel solito contenitore (senza toccarla con le mani), lasciarla per quattro ore al sole e poi allungarla con il cognac, come prima descritto.

Il secondo metodo, invece, è più veloce. Raccolti i fiori con la stessa metodologia, si portano a casa, dove dovranno essere posti in una pentola di metallo porcellanato, all'incirca nella stessa quantità del primo metodo ma con più acqua, 1,5 l. Lasciati bollire sul fornello a gas per circa 30 minuti, si lascerà raffreddare la tintura così ottenuta, aggiungendo poi all'acqua filtrata lo stesso quantitativo di cognac o brandy.

Commercializzazione e uso

In commercio non si trova la tintura madre del fiore, bensì la bottiglia stock ottenenuta attraverso una prima diluizione, ossia 2 gocce di tintura madre in 10 ml di Brandy. A partire da questa, per ottenere il flaconcino di trattamento, basta prendere una boccetta da 30ml (preferibilmente dotata di contagocce) che si riempirà per due terzi di acqua e per un terzo di brandy, cognac o aceto di mele (sostanze che hanno la funzione di conservare e di stabilizzare la diluizione). A questo preparato si andranno ad aggiungere due gocce per ogni fiore che si desidera utilizzare. Bach sconsigliava di andare oltre i sette fiori per boccetta, ma esistono anche terapisti che prescrivono quantità più ingenti, fino ad un massimo di dodici fiori per diluizione.

Si assumeranno quotidianamente quattro gocce, in quattro momenti della giornata: quattro gocce al mattino a stomaco vuoto, quattro a metà mattina (almeno mezz'ora prima del pranzo), quattro nel pomeriggio e quattro prima di coricarsi. Non è necessario che gli orari siano sempre gli stessi, anche se quest'ultima ipotesi è consigliata (soprattutto per quanto riguarda la prima e l'ultima assunzione). I fiori possono essere tenuti sotto la lingua qualche secondo oppure deglutiti direttamente; non contenendo, infatti, alcun principio attivo chimico, non è necessario che il fiore entri nella circolazione sanguigna per essere efficace.

I fiori, sia le tinture che le diluizioni, vanno tenuti assolutamente lontani almeno un metro da fonti di campi elettromagnetici e microonde, anche se spenti (cellulari, computer, forni a microonde, radiosveglie); questo tipo di onde, infatti, disturberebbero la vibrazione propria del fiore, rendendolo inutile.

Studi scientifici

Studi scientifici non hanno dimostrato alcun effetto se non quello definito "effetto placebo". IL SOFFIO DELLA VITA - Pagina 4 Fioridibach1lu2IL SOFFIO DELLA VITA - Pagina 4 Fioridibach2my5IL SOFFIO DELLA VITA - Pagina 4 Fioridibach3gq6IL SOFFIO DELLA VITA - Pagina 4 Fioridibach4qc8


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Messaggio Da INFERNO Sab 04 Ott 2008, 23:24

AROMATERAPIA
http://www.benessere.com/remise/arg00/aromaterapia.htm
http://www.profumo.it/
http://www.erbeofficinali.org/dati/deleo/essenze/essenze.php
http://it.wikipedia.org/wiki/Aromaterapia
L'aromaterapia è un ramo della fitoterapia http://it.wikipedia.org/wiki/Fitoterapia che usa gli oli essenziali (oli eterici): http://it.wikipedia.org/wiki/Olio_essenziale le sostanze volatili e fortemente odoranti delle piante. Vengono estratti di solito tramite distillazione in corrente di vapore (o spremitura a freddo nel caso dell'epicarpo dei frutti del genere Citrus). Gli oli essenziali sono contenuti in strutture specifiche all'interno di vari organi della pianta. In alcuni casi solo alcuni organi ne sono ricchi, in altri tutti gli organi hanno percentuali significative di olio essenziale, in molti casi la composizione degli oli essenziali in diversi organi della stessa pianta hanno composizione differente. Tra gli organi dai quali si possono ottenere oli essenziali troviamo: foglie, fiori, corteccia, legno, semi, pericarpi, radici.
Il termine aromaterapia ha significati diversi a seconda dei Paesi in cui viene usato, per esempio in Inghilterra, Russia, negli USA e in Francia. Gli articoli di Wikipedia nelle diverse lingue rispecchiano queste differenze. Una definizione generale da tutti accettata potrebbe essere questa: l'utilizzo degli olii essenziali per il mantenimento della salute o per la terapia. Per queste ragioni, e per la scarsezza di dati clinici l'aromaterapia è lontana dal poter essere definita come una vera terapia, con un corpus di testi canonici, modalità riconosciute, curriculum di studio standardizzati, ecc., anche se i materiali utilizzati dalla terapia e alcune delle modalità di utilizzo sono state sottoposte a studi clinici e farmacologici.

Principi terapeutici
Gli oli essenziali esercitano una serie di effetti a seguito della loro applicazione (naturalmente non tutti gli oli essenziali esercitano tutte le attività terapeutiche. Per approfondire il tema si rimanda alla bibliografia in calce al documento):
* effetti antibiotici: virostatici, battericidi, fungicidi in base all'olio utilizzato
* effetti sul sistema nervoso centrale e sul sistema nervoso periferico.
* effetti rubefacenti o controirritanti
* effetti anestetici locali
* effetti antispasmodici
* effetti balsamico-espettoranti
* effetti antiflogistici
* effetti carminativi
* effetti repellenti per gli artropodi
Alcuni oli essenziali, come quelli ottenuti da specie autoctone di Anacardiaceae (es. Lentisco), offrono prospettive nella ricerca sia in campo chemiopreventivo che chemioterapico, come sembrano dimostrare tests in vitro su linee cellulari tumorali. Non ci sono dubbi sul fatto che la maggior parte degli oli essenziali siano farmacologicamente attivi, e che alcuni oli essenziali lo siano in maniera tale da renderli interessanti per la terapia umana. Mentre esistono molti dati di sperimentazione in vitro ed in vivo su modelli animali sull'attività degli oli essenziali, scarseggiano gli studi clinici.

Applicazione a largo spettro
In aromaterapia gli oli essenziali possono essere utilizzati con varie modalità:
* applicazione cutanea (ovvero per contatto con la cute: bagni, massaggi, maschere, fanghi)
* permucotico (ovvero per contatto con le mucose: ad esempio risciacqui o gargarismi)
* inalatorio (inalatori, diffusori)
* orale
* olfattiva

Applicazione diluita
In aromaterapia si usano quasi sempre gli oli essenziali fortemente diluiti in un solvente adeguato, per ridurre i rischi di reazioni avverse, in particolare di reazioni di ipersensibilità; vista la loro forte lipofilicità degli oli essenziali, i solventi più utilizzati sono gli oli grassi e l'alcol. La percentuale di diluizione per una applicazione topica dipenderà: dall'area di pelle interessata (maggiore l'area, minore la percentuale di olio essenziale nel vettore), dalle condizioni della pelle (l'assorbimento transdermico aumenta in caso di pelle lesionata o altrimenti non sana, di pelle fortemente idratata, di pelle detersa e di temperature corporee elevate), dal tipo di olio (oli maggiormente aggressivi, come ad esempio timo, origano, chiodi di garofano, cannella, ecc., devono essere utilizzati a percentuali minori) e dalla condizione che si desidera trattare.

Potenziali indicazioni
* infezioni cutanee e delle mucose
* infezioni del tratto gastrointestinale
* infezioni e disturbi catarrali delle prime vie respiratorie
* spasmi della muscolatura liscia gastrointestinale
* gonfiore addominale
* dispepsia iposecretoria
* condizioni nelle quali una stimolazione della perfusione ematica sia indicata (disordini reumatici ed artrosici, uso esterno)
* modulazione dell'umore

Effetti collaterali
Ogni olio essenziale avrà possibili effetti collaterali e controindicazioni specifiche, ma in generale possiamo dire che la maggior parte degli oli essenziali possono portare a:
* Sensibilizzazione
* Irritazione
* Tossicità a dosaggi orali elevati (tutti gli oli essenziali debbono essere considerati tossici a dosaggi superiori ai 20 ml; alcuni lo sono a dosaggi molto inferiori)
http://www.profumo.it/marketing/hotel.asp
L'ALBERGO PROFUMATO IL SOFFIO DELLA VITA - Pagina 4 Aromasw2
è un concetto mutuato dal grande senso di ospitalità orientale e che possiamo utilizzare anche per le nostre abitazioni occidentali, destinando per ogni stanza un diverso profumo > col tempo, ricorderemo ed assoceremo il profumo alla stanza e viceversa, in un perfetto gioco di serenità e piacevolezza dell'habitat > addirittura, io per ogni stanza, ho un "arbre magique" con essenza sempre differente, a prescindere dal discorso del corretto trattamento degli oli essenziali > l'importante, è che l'essenza ci arrivi

Prepara un'accoglienza profumata ai tuoi ospiti con le fragranze dell'aromaterapia:
Gli odori restano impressi nel cervello umano molto a lungo, sotto forma di emozioni legate alla situazione in cui sono stati sentiti. Quindi il loro effetto è più forte e incisivo di qualsiasi altro stimolo sensoriale. Recenti studi hanno dimostrato come il fattore emotivo sia determinante ai fini della decisione d'acquisto. In particolare, oltre due terzi delle scelte del consumatore sono effettuati sulla base di sensazioni soggettive non razionalizzabili. La cosa interessante è che tali sensazioni risultano direttamente collegabili agli stimoli sensoriali attivati al momento dell'acquisto. Da qui nasce il Marketing sensoriale.
* Per un soggiorno più gradevole dei vostri ospiti.
* Per caratterizzare e personalizzare il vostro albergo con un SUO piacevole profumo
* Per offrire un servizio ritenuto altamente innovativo e alla moda al quale forse la Vostra concorrenza ancora non ha pensato.
* Per fidelizzare la propria clientela perchè il profumo si imprime nella memoria identificando l'idea della vacanza con il profumo del vostro Hotel.
L'odore del locale s'identifica nell'inconscio del cliente con il ricordo del servizio offerto. L'aromatizzazione del locale rappresenta quindi un'arma potente che può essere impiegata efficacemente per fidelizzare i propri clienti, ritagliandosi uno spazio non effimero nella loro memoria facendo diventare il profumo dell'Hotel il profumo della sua vacanza.
Quando dovrà scegliere dove passare le prossime vacanze penserà inevitabilmente a Voi! "La Via del Profumo" propone sistemi di diffusione ambientali e profumazioni 100% naturali elaborate in funzione dell'obiettivo da raggiungere:
* Profumare la reception: per rendere immediatamente accogliente il vostro albergo ed imprimere il profumo caratteristico nella memoria del vostro cliente
* Profumare le camere da letto: per profumare e purificare l'ambiente ogni mattina
* Profumare le lenzuola: per favorire sonni tranquilli e far rivivere l'antica tradizione delle lenzuola profumate alla lavanda. Una esperienza indimenticabile!
* Profumare gli spazi comuni (sala TV, sala lettura, ecc.): per favorire il rilassamento
* Profumare i corridoi: per profumare aree poco aerate
* Profumare i servizi: per contrastare gli odori poco gradevoli

http://it.wikipedia.org/wiki/Profumo
Componenti essenziali di un profumo sono soprattutto l'alcool (circa l´80%) ed essenze naturali in esso disciolte (oli eterici di provenienza naturale o animale), oppure, come sempre più spesso accade, elementi sintetici profumati, chiamati "materie odorose" nel linguaggio specialistico. Al giorno d'oggi, la maggioranza di questi elementi profumati viene prodotta in grandi quantità e perciò a costi ridotti.
Per la composizione di un profumo vengono mescolati insieme da 30 ad 80 elementi profumati, scelti fra le circa 200 essenze naturali ed i quasi 2000 elementi sintetici esistenti. La denominazione delle classi profumiere segue in tutta Europa, già dal 2005, il sistema INCI. La direttiva europea che prevede l'obbligo di denominazione per 26 "allergenici" può confondere ulteriormente poiché: "Si dimostra che l'intera serie dei 26 materiali è stata valutata in modo inadeguato". Solo 7 di questi possono causare effettivamente allergie, come è stato dimostrato dal test allergologico effettuato su vari campioni, e proprio poiché possiedono un alto potenziale irritante, gli aldeidi della cannella, l'isoeugenolo, il muschio della quercia e d'albero, gli idrossidi della citronella e l'alcool della cannella vengono utilizzati solo in piccole quantità per la produzione di profumi.

Intensitá ed effetti del profumo
A seconda della sua composizione, ogni profumo ha una propria intensitá e propri effetti. La scelta delle materie odorose e della loro concentrazione influenza sia l'intensitá del profumo, sia il suo effetto. Perció vengono distinte soglie differenti:
- Soglia d´effetto: il corpo reagisce al profumo di un´intensitá quasi impercettibile - Soglia della percezione: si percepisce una certa aura, ma non la si sa definire - Soglia di riconoscimento: si riconosce il profumo e lo si sa definire - Soglia del piacere: si percepisce l'intensitá del profumo - Soglia dell´eccesso: il profumo ha una nota troppo forte e provoca una sensazione d´invadenza - Soglia di fuga: il profumo provoca una reazione di fuga

Note profumate
Un profumo puó accogliere in sé diverse quantitá delle materie di base e creare note profumate differenti. Le fragranze del profumo possono essere per esempio fiorite/femminili, mascoline, orientali, fruttate, velate, agrumate o classiche/eleganti.
Gli ingredienti fondamentali del profumo sono sostanze odorose sintetiche e naturali ricavate da fiori, frutti, spezie, corteccie, resine, foglie, erbe, muschi, bacche, radici, secrezioni ferine e dalle cosiddette note „gourmand“. Fra i fiori più importanti troviamo: - geranio africano (detto anche becco di cicogna), - giacinto, - gelsomino usato solo in processi lunghi e complessi poiché una tonnellata di fiori di gelsomino dá orgine ad un chilo di olio),- lavanda (l´olio eterico più utilizzato nel campo profumiero), - mughetto, - mimosa, - nerolo (ricavato dai fiori delle arance amare), - osmanto (nelle note più fantasiose), - rosa (i petali vengono colti uno per uno, anch´essa é una delle basi immancabili più utilizzate nel campo profumiero), - tuberosa, - giacinto notturno (una delle sostanze odorose più care ottenuta tramite la tecnica dell´enfleurage), - violetta, - Ylang Ylang. Fra i frutti più importanti troviamo: - bergamotto, - pompelmo, - limetta, - arancia, - arancia amara (gli alberi dell´arancia amara sono differenti da quelli dell´arancia semplice), - limone, - pesca, - mela verde, - fragola, - lampone, - mora, - prugna, - cocco, - mirtillo. Fra le spezie più importanti troviamo: - anice, - zenzero, - cardamomo, - coriandolo, - noce moscata, - papavero (del quale vengono usate sia le foglie che i petali), - pimento (pepe di papavero), - rosmarino (utilizzato molto sovente), - vaniglia, - olio di corteccia di cannella.
Fra le cortecce e le resine più importanti troviamo: - benzoino, - laudano (usato sovente nelle composizioni fougère), - mirra, - olibano (incenso), - opopanax, - olio balsamico peruviano, - legno di rosa, - legno di sandalo, - styrax, - balsamo di toluolo, - legno di cedro, - ginepro. Fra le foglie, erbe, muschi, bacche e radici più importanti troviamo: - malabar e citronella, - muschio d´albero e quercia (che provoca una reazione di calore e persistenza), - galbano, - radici dell´iris (molto preziose e altamente originali), - alloro, - uva moscatella, - patchouli (colonna portante della produzione profumiera), petitgrain (ricavato da ogni parte verde dell´albero dell´arancia amara: foglie, rami e frutti acerbi), - foglie di tabacco (necessario per note di tabacco autentiche, - fave tonka, - foglie di violetta, - vetiver, - bacche di ginepro, - cipresso. Fra le secrezioni ferine più importanti troviamo: - ambra grigia, - castoreum, - moschus (uno degli elementi profumieri più antichi, oggi viene prodotto in modo sintetico), - zibetto. Fra le note gourmand più importanti troviamo: - cioccolato, - caramello, - zucchero, - zucchero filato, - miele, - latte, - mandorla. Questi ingredienti vengono utilizzati in modo consistente a partire dal XXI secolo. Fra le materie sintetiche più importanti troviamo diversi esempi, certamente é quasi impossibile segnalare tutte le formule chimiche esistenti: - aldeide (molto utilizzata nel campo profumiero), - cumarina, - eliotropina, - vanillina, - maltolo (dolcissimo, caldo, fruttato e simile al caramello), - moschus chetone, moschus xilone e fenoli sostituiscono spesso il moschus animale, - le combinazioni policicliche del moschus sono state definitivamente proibite dal 2005.

Utilizzo personale
Il profumo, in qualitá di essenza gradevole, viene utilizzato sia dagli uomini che dalle donne soprattutto per sottolineare la propria personalitá, il proprio stile o i propri gusti. Per questo ogni nota profumata si evolve in modo del tutto personale e particolare una volta entrata a contatto con la pelle del singolo. Perció sarebbe meglio evitare di regalare ad altre persone profumi testati su piccoli tester di carta o sulla propria pelle. Sarebbe meglio avere a disposizione la persona interessata e spruzzarle il profumo in parti del corpo in cui vi é un grande flusso sanguigno come i polsi, il collo e dietro le orecchie. Per le persone più soggette ad allergia, le quali possono avere reazioni di tipo differente a seconda del profum otestato, é consigliabile testare il prodotto su parti del corpo più nascoste, per vedere se il profumo é compatibile con le caratteristiche del proprio corpo. Per meglio confermare il test, bisognerebbe ripetere la prova dopo una pausa di 10 giorni. Solo dopo il secondo test emergono le reazioni allergiche dell'epidermide e si puó constatare l´eventuale irritazione od allergia: se si tratta di allergia é meglio evitare l´acquisto del profumo o chiedere un trattamento di ipersensibilizzazione al proprio medico curante (ancora meglio se al dermatologo). Per una semplice irritazione é sufficiente ridurre la frequenza o la quantitá dell´uso del prodotto interessato. Un breve arrossamento puó essere conseguenza naturale del primo impatto della nuova sostanza sulla pelle.
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Messaggio Da INFERNO Dom 05 Ott 2008, 21:44

TERAPIA DEL SORRISO > DI PATCH ADAMS
http://www.patchadams.org/
http://www.riderepervivere.it/pagina.phtml?_id_articolo=9-La-nostra-storia.html
http://translate.google.com/translate?hl=it&u=http%3A%2F%2Fwww.mathijsschaap.nl%2FJezusfan%2Fpatchadams_eng.htm
http://it.wikipedia.org/wiki/Patch_Adams
“Il riso: non c’è nessuna emozione umana, a parte l’amore, che sia così potente ed universale. Eppure, per la scienza, esso è misterioso come un buco nero”
Jhon Hadfield (Università di Cambridge)

"Il comico è una faccenda difficile, a capirlo si è risolto il problema dell’uomo su questa terra.
Umberto Eco

Hunter "Patch" Adams (Washington, 28 maggio 1945) è un medico statunitense, generalmente riconosciuto come l'ideatore di una terapia olistica molto particolare: quella del sorriso, anche nota come clownterapia. Trasferitosi con la famiglia nella Virginia del nord, frequenta la George Washington University, dove consegue la laurea in Medicina nel 1973. Divenuto famoso grazie al film Patch Adams, nel quale il suo ruolo viene interpretato da un brillante Robin Williams, che ne romanza la vita (pur rispettando in buona parte episodi realmente accaduti, come l'incredibile bocciatura per troppa gaiezza). Secondo Adams, il vero scopo del medico non è curare le malattie, ma prendersi cura del malato. Tale concezione stravolge alcuni dei concetti cardine della medicina occidentale moderna, rendendo Patch Adams un personaggio rivoluzionario e scomodo che si contrappone in maniera forte alla medicina delle case farmaceutiche. Ha fondato e diretto il Gesundheit! Institute, http://it.wikipedia.org/wiki/Gesundheit!_Institute una comunità medica olistica, ed ha fornito medicine gratuitamente a migliaia di pazienti sin dal 1971. Clownterapia o clowntherapy è il termine composto dall'unione di due parole chiave - clown + terapia - con cui si definisce un nuovo tipo di terapia medica alternativa. Sebbene ad oggi parlare di terapia può apparire un azzardo (uno dei più noti clowndottori o clown di corsia, Patch Adams, in diverse interviste ha negato l'esistenza di una 'terapia' in senso stretto) recenti studi dimostrano che il sorriso, la risata e il buon umore incidono in maniera considerevole sui tempi di guarigione di diverse patologie anche gravi. Generalmente con il termine clownterapia si indica l'applicazione di un insieme di tecniche derivate dal circo e dal teatro di strada in contesti di disagio (sociale o fisico), quali ospedali, case di riposo, case famiglia, orfanotrofi, centri diurni, centri di accoglienza ecc. Il dibattito su cosa sia un clown-dottore, su quali siano le sue competenze e quali siano i limiti di intervento resta ancora aperto. Poiché tale disciplina viene portata avanti soprattutto in maniera volontaristica e per iniziativa di privati (in Italia esistono ad oggi decine di associazioni sparse sul territorio ognuna con un proprio statuto e una propria visione della materia), non è ancora possibile dare una definizione univoca a tale termine.
Colui che opera in questo campo alternativo, viene comunemente detto Clown-Dottore > Il Clown Dottore è un operatore socio-sanitario professionale che applica le conoscenze della Gelotologia e della psiconeuroendocrinoimmunologia http://it.wikipedia.org/wiki/Psiconeuroendocrinoimmunologia nei contesti di disagio.
La psiconeuroendocrinoimmunologia (PNEI) è il risultato del convergere di cambiamenti e avanzamenti nel campo delle scienze del cervello e del sistema immunitario, che si sviluppano lungo tutto l’arco del Novecento, a partire dai fondamentali lavori di Hans Selye sullo stress negli anni ’30. http://it.wikipedia.org/wiki/Hans_Selye
Sul finire del Novecento, novità rilevanti nel campo delle neuroscienze e conferme delle ipotesi più innovative nel campo dell’immunologia, consentono sistematizzazioni e avanzamenti, sul piano del modello teorico e su quello pratico terapeutico, al di là delle più rosee aspettative. Adams, lavora rigorosamente in coppia con un altro Clown Dottore, utilizzando le arti del Clown (Umorismo, Improvvisazione teatrale, Prestidigitazione, Marionette, Musica etc.) per cambiare il segno delle emozioni negative delle persone che vivono un disagio sanitario o sociale.

Modalità
I Clown Dottori effettuano solitamente un giro visite nelle stanze, intervenendo sugli utenti con un rapporto 1 a 1. All'interno del loro intervento è sempre presente una "metafora terapeutica" che permette il cambiamento radicale delle emozioni negative. Ogni intervento è, perciò, totalmente personalizzato, ben calibrato nei confronti del target con il quale ci si vuole relazionare. Inoltre, il passaggio di una coppia di Clown Dottori permette la creazione e il consolidamento dei fragili rapporti che vengono instaurati tra malati, familiari e personale sanitario. Questo delicato ruolo permette un netto miglioramento della qualità della vita all'interno di un reparto.

Contesti operativi
Il contesto operativo del Clown Dottore non si limita solamente alla pediatria. Gli studi della gelotologia http://it.wikipedia.org/wiki/Gelotologia
hanno infatti provato che l'utilizzo della comicità e della metafora terapeutica può essere utilizzata anche con target non pediatrici (adulti, anziani, diversabilità) ed in differenti contesti (disagio sociale e scolastico). La Gelotologia (dal greco γελὸς - Riso) è la scienza che studia ed applica la risata e le emozioni positive in funzione di prevenzione, riabilitazione e formazione. Essa concorre al processo di cura del paziente non visto più solo ed unicamente in funzione della sua malattia ma invece come centro di un approccio sistemico globale, che va dalla terapia farmacologica tradizionale al supporto emotivo, dall'intervento chirurgico al semplice buon umore, con l'obiettivo unico di migliorare la qualità della vita sotto tutti i punti di vista.

La gelotologia, il cui precursore può essere considerato il dott. Norman Cousins http://translate.google.com/translate?hl=it&u=http%3A%2F%2Fen.wikipedia.org%2Fwiki%2FNorman_Cousins (divulgatore scientifico guarito da una spondilite anchilosante, grazie ad una cura a base di risate, vitamina C ed alimentazione naturale), è applicata in molte parti del mondo in svariati campi: nel settore sanitario, in particolare con i bambini, ma anche con altre tipologie di pazienti. Nel settore socio-sanitario con anziani, diversabili, persone detenute, persone con disagio psichiatrico, nelle scuole. Nel campo della formazione, con personale sanitario (medici, infermieri, specialisti della riabilitazione), con personale scolastico (docenti, personale ATA), con manager e quadri d'impresa.

L'operatore professionale della gelotologia è il Clown Dottore.
A livello di studio e ricerca, la gelotologia si è concentrata per lo più sulla pediatria e sulla diversabilità, con diverse ricerche cliniche a Roma, Como, Firenze, Pisa. Esistono diverse metodologie di applicazione della gelotologia: il metodo Comicità è Salute dei dott. Sonia Fioravanti e Leonardo Spina; http://209.85.135.104/search?q=cache:itim47kOAVUJ:www.riderepervivere.it/get_file.phtml%3Fname%3Dstralci%2Bdal%2Bvolume%2BLA%2BTERAPIA%2BDEL%2BRIDERE.doc+Sonia+Fioravanti+e+Leonardo+Spina&hl=it&ct=clnk&cd=1&gl=it il metodo dello Yoga della Risata del dott. Mandan Kataria; http://www.laughteryoga.org/ lo Yoga demenziale di Jacopo Fo.
http://it.wikipedia.org/wiki/Jacopo_Fo
La gelotologia trova le sue radici nella PNEI (PsicoNeuroEndocrinoImmunologia), branca della medicina che ha sostanziato la diretta correlazione tra le emozioni ed il sistema immunitario. Esistono infatti importanti correlazioni tra sistema nervoso, sistema endocrino e sistema immunitario. Sostanziali mutamenti provocano cambiamenti anche negli altri, condizionando in maniera rilevante le condizioni di salute di un individuo. La gelotologia ha scoperto che attraverso il fenomeno della risata vengono intensamente attivate ghiandole del corpo che producono una sostanza chiamata endorfina, un neurotrasmettitore capace di stimolare in maniera rilevante il sistema immunitario, potenziandolo di conseguenza e migliorando le condizioni di salute di un individuo.

Formazione
Il Clown Dottore nella sua formazione riceve, oltre alle tecniche artistiche, delle nozioni di psicologia (in particolare Psicologia dell'Età Evolutiva e Relazionale) in modo da essere in grado di poter rendere il proprio intervento il più mirato possibile a seconda dell'utente.
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Messaggio Da INFERNO Dom 05 Ott 2008, 23:08

LA BIODINAMICA ED I VIGNETI AVVOLTI DALLA MUSICA
[clicca qui]: http://www.alparadisodifrassina.it/home.php
http://www.alparadisodifrassina.it/parlato_1_de.php
http://www.alparadisodifrassina.it/sito_1_it.php
http://www.alparadisodifrassina.it/musica_1_it.php
""La terra del Brunello, gli esperti lo sanno bene, è sempre stata all’avanguardia nel settore vitivinicolo: ma la musica in mezzo ai filari di vite nessuno se la sarebbe mai aspettata. E invece l’idea è venuta a Giancarlo Cignozzi, proprietario della tenuta Il Paradiso di Frassina: lui ha piazzato nei vigneti delle sofisticatissime casse che trasmettono 24 ore su 24 ogni tipo di musica…. “ ho sempre avuto la sensazione che l’armonia musicale potesse dare vita ad un’atmosfera magica sulle uve e sui mosti- ha dichiarato Giancarlo Cignozzi, avvocato milanese….così ho deciso di avviare finalmente un progetto musicale che coinvolgesse la vite ed il vino, sonorizzando prima le cantine e poi iniziando a sperimentare la diffusione della musica lungo i vigneti del Brunello. Ho fatto realizzare da un ingegnere svizzero specializzato in acustica casse speciali che non temono l’intemperie... ""(Corriere di Siena, 04 novembre 2002) IL SOFFIO DELLA VITA - Pagina 4 Brunello_new_1 ""Ho voluto creare dopo trent’anni di esperienze montalcinesi un angolo di Paradiso ove dar vita alle mie intuizioni sui vini e il territorio, immaginando, oltre al Brunello, nuovi vini quali “DO” 12 UVE e GEA Sant’Antimo nell’ambito di un progetto musicale inedito quanto stimolante. Più volte ho accompagnato sin da ragazzo i vendemmiatori al suono della fisarmonica e ho sempre avuto la sensazione che l’armonia musicale potesse creare un’atmosfera magica sulle uve e sui mosti. Nel creare Il Paradiso di Frassina, ho preso la decisione di dar finalmente vita ad un progetto musicale che coinvolgesse la vite e il vino. Ho quindi “sonorizzato” prima le cantine e poi ho iniziato a sperimentare la diffusione della musica lungo i vigneti di Brunello che circondano a conca il Paradiso. L’effetto delle note che si diffondono tra i filari crea un habitat suggestivo e inconsueto conferendo al paesaggio un che di romantico e fiabesco. Bach e Mozart, Vivaldi e Scarlatti sono i protagonisti del periodo foliare della vite, mentre i sinfonici, da Beethoven a Mahler, dominano i filari nel periodo della maturazione per cacciare i predatori dell’uva. Il mio inconsueto esperimento ha trovato recentemente eco e interesse tra i ricercatori della Facoltà di Agraria dell’Università di Firenze con i quali sto studiando, sia in campo che in vitro, gli effetti delle frequenze sonore sull’apparato radicale, foliare e floreale della vite, con un occhio particolare alla patologia parassitaria e fungina. Ci vorrà del tempo per trarne qualche conclusione, ritengo comunque che dare musica alle vigne sia uno stupendo modo di coniugare poesia e ricerca!"" di Carlo Cignozzi

""Al Brunello piace Bach (e i parassiti scappano) > I grappoli di Sangiovese pendono dalle viti in attesa di essere colti. Ovunque si respira la fragranza dolciastra che precede la vendemmia. E tra i filari, quest'anno così rigogliosi si spandono le note allegre di un pezzo per pianoforte di Liszt, una danza ungherese. Non si tratta della colonna sonora di un documentario un pò lezioso sul mitico Brunello di Montalcino. Al Paradiso di Frassina...le viti vengono davvero irrorate tutto l'anno da musica classica.
I risultati sono così benefici e così promettenti che la facoltà di Agraria dell'Università di Firenze manderà i suoi esperti a studiare sul campo il lavoro di Carlo Cignozzi. Le arie scelte: In inverno uso musica sacra. In primavera quando comincia la foliazione attacco con la musica barocca. Quando arrivano gli uccelli sparo Ciakovskij' (La stampa- 23 settembre 2005 Andrea de Robilant)

""La musica migliora la qualità del vino: 'L'Università di Firenze sta studiando il caso di alcune vigne a Montalcino cresciute a suon di Mozart, Brahms e Liszt.Due serie di esperimenti sono già pronti: dieci vini diversi sono stati messi in recipienti separati e saranno 'alimentati' da musica classica, mentre altri dieci, a trenta metri di distanza saranno lasciati nel silenzio assoluto."" (Corriere della sera online 26 settembre 2005)

""Montalcino, dove c'è Mozart tra le viti: é un esperimento scientifico seguito da fior di professori universitari oltre che un esempio dell'inesausto narcisismo del produttore montalcinese"". (Panorama - 28-7-2005)

http://www.agricolturabiodinamica.it/site.asp?idSito=1&idLingua=2&idPagina=3
http://it.wikipedia.org/wiki/Agricoltura_biodinamica
Agricoltura biodinamica
L'agricoltura biodinamica è un metodo che comprende sistemi sostenibili per la produzione agricola, in particolare di cibo, che rispettino l'ecosistema terrestre. È basata sugli insegnamenti del filosofo esoterista austriaco Rudolf Steiner; include l'idea di agricoltura biologica e invita a considerare come un unico sistema il suolo e la vita che si sviluppa su di esso. "Il destino si compone di due ordini di fatti, i quali si fondono a formare quella unità che è una vita umana. Il primo scaturisce dagli impulsi dell'anima, il secondo si avvicina all'uomo tramite il mondo esteriore".
(Rudolf Steiner)
Due principi che si possono ritenere tipici della teoria biodinamica di Steiner
http://www.rudolfsteiner.it/informazioni.html http://www.rudolfsteiner.it/
hanno a che vedere col compostaggio e con le fasi della Luna.
http://www.alphabeto.it/raccoltadifferenziata/compostaggio.htm http://www.giardinaggio.it/tecniche/compostaggio/compostaggio.asp http://it.wikipedia.org/wiki/Fasi_lunari Nella pratica questi principi vanno ben oltre la considerazione posta usualmente nell'agricoltura pre-moderna, o nella controparte odierna all'interno del movimento dell'agricoltura biologica. Rudolf Steiner non giunge al tema della biodinamica quale semplice branca dell'antroposofia. http://it.wikipedia.org/wiki/Antroposofia La convinzione è che il mondo sia già troppo inquinato nella sua epoca, da dover richiedere un cosciente intervento umano per ristabilire gli equilibri naturali.
L'antroposofia è una pseudoscienza (anche se i seguaci la definiscono scienza spirituale) basata sugli insegnamenti di Rudolf Steiner che postula l'esistenza di un mondo spirituale obiettivo e intellettualmente comprensibile, accessibile ad esperienza diretta per mezzo di crescita e sviluppo interiore. Si propone l'investigazione e descrizione di fenomeni spirituali per mezzo della osservazione animica mediante metodo scientifico, cioè mediante espansione del metodo scientifico a oggetti non immediatamente sensibili. Steiner disse che "la mia filosofia della libertà è la base epistemologica per la scienza spirituale orientata in senso antroposofico a cui mi rifaccio." L'antroposofia mira in sostanza a raggiungere la stessa precisione e chiarezza dell'approccio scientifico delle scienze naturali nell'investigazione e descrizione del mondo fisico.
Le idee di Steiner hanno le loro radici nella fioritura della cultura tedesca che diede come risultato da una parte le filosofie trascendenti di Fichte e Schelling http://www.donatoromano.it/appunti/paris3.htm e la fenomenologia di Hegel, http://it.wikipedia.org/wiki/Hegel http://it.wikipedia.org/wiki/Idealismo_tedesco http://it.wikipedia.org/wiki/Pensiero_di_Hegel dall'altra le opere poetiche e scientifiche di Goethe, http://it.wikipedia.org/wiki/Johann_Wolfgang_von_Goethe
sulle quali Steiner lavorò lungamente. Steiner fu anche profondamente influenzato da Franz Brentano http://it.wikipedia.org/wiki/Franz_Brentano e Wilhelm Dilthey, http://www.filosofico.net/dilthey.htm dal lavoro dei quali attinsero sia Edmund Husserl http://it.wikipedia.org/wiki/Edmund_Husserl http://it.wikipedia.org/wiki/Fenomenologia che José Ortega y Gasset. http://it.wikipedia.org/wiki/Jos%C3%A9_Ortega_y_Gasset
Il lavoro iniziale puramente filosofico conduce Steiner dalla coscienza interiore del pensare, a una crescente esplicita considerazione dell'esperienza spirituale: « L'antroposofia è una via della conoscenza che vorrebbe condurre lo spirituale che è nell'uomo allo spirituale che è nell'universo. Sorge nell'uomo come una necessità del cuore, della vita del sentimento, e può essere pienamente giustificata se soddisfa questo bisogno interiore. » (Rudolf Steiner)

La parola antroposofia deriva dalle radici greche anthropo (uomo) e sophia (conoscenza). Il termine fu usato per la prima volta dal filosofo Robert Zimmermann http://translate.google.com/translate?hl=it&u=http%3A%2F%2Fen.wikipedia.org%2Fwiki%2FRobert_von_Zimmermann
nella sua opera dal titolo Antroposofia. Steiner utilizzò questo termine quando fondò il suo processo di studio spirituale, l'antroposofia.
L'antroposofia non va confusa con l'antropologia, che si riferisce allo studio empirico delle culture umane.

I preparati biodinamici
Il metodo biodinamico considera ogni sostanza come un binomio di materia e forza vitale; più una sostanza è diluita (meno materia c'è), più ha effetto sugli organismi con cui viene a contatto. Il principio è simile a quello che sta alla base dell'Omeopatia.

Per migliorare la qualità del terreno, aumentandone la quantità di humus, e allo stesso tempo migliorare la qualità del raccolto, si impiegano delle sostanze di origine naturale appositamente trattate, che vengono chiamate "preparati". Ne esistono di due tipi: da spruzzo e da cumulo.

I preparati per il compostaggio ("da cumulo") vengono aggiunti al cumulo di materiale da compostare, al fine di facilitarne la decomposizione in humus e terriccio. Steiner suggeriva che la precisa composizione, posizione, forma e manipolazione di una pila di composta fosse critica per raggiungere il risultato migliore. I preparati da cumulo sono in tutto sei e sono ottenuti a partire da erbe officinali (Achillea millefolium, Matricaria chamomilla, Urtica dioica, Quercus robur, Taraxacum officinalis, Valeriana officinalis) ognuna fatta compostare o macerare in condizioni ambientali particolari e impiegando come contenitori parti dei corpi di animali. Questo perché, sempre secondo la teoria delle forze vitali, ambiente e contenitore influenzano le caratteristiche del materiale finale.

I preparati da spruzzo sono invece solo due, "cornosilice", a base di quarzo macinato, e "cornoletame", a base di letame di vacca. In questo caso il contenitore che serve alla loro preparazione è il corno di vacca. Le corna vengono svuotate e riempite con quarzo o letame, e sotterrate per sei mesi. Trascorso questo periodo il preparato può essere conservato per diverso tempo. Il cornosilice viene spruzzato sulle piante e ne stimola la fruttificazione e i processi legati alla fotosintesi e alla luce. Il cornoletame viene spruzzato sul suolo e ne aumenta il contenuto in humus, agendo di conseguenza sullo sviluppo radicale e sulla nutrizione della pianta.

Tutti i preparati vengono usati in piccolissime quantità, quelli da spruzzo vengono distribuiti dopo essere stati "dinamizzati", ossia mescolati secondo un certo metodo e per un certo tempo. IL SOFFIO DELLA VITA - Pagina 4 300px-Mond_Grafik.svg
Fasi lunari > vendemmia > imbottigliamento: http://www.vinit.net/press/modules.php?op=modload&name=Forums&file=viewtopic&forum=11&topic=125
...fino ad arrivare all'antico concetto magico/metaforico quanto simbolico degli esbat: http://it.wikipedia.org/wiki/Esbat per propiziare la fertilità
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Messaggio Da INFERNO Lun 06 Ott 2008, 14:33

AURASOMA = L'AMALGAMA DI PIU' TERAPIE E DI PIU' FILOSOFIE La "New-age" allo stato puro
http://www.aura-soma.it/italian/cose.htm
http://www.aura-soma-circle.it/main.htm
http://www.aura-soma-circle.it/
http://www.aura-soma.it/
http://www.asiact.org/
http://www.explora-digital.com/aura-soma/bibliografia.htm
http://www.explora-digital.com/aura-soma/
"Tu sei i colori che scegli"
Aura-Soma: due antiche parole per una nuova consapevolezza.
Aura significa "luce", Soma significa "Corpo": il nostro corpo di luce.
Aura- Soma si rivolge proprio a questi due aspetti: l'aura e il corpo fisico. Aura-Soma® è una terapia olistica, che cura il corpo e l'anima, tramite essenze che contengono le energie della luce, del colore, delle piante e dei cristalli. Essa è nata solo nel 1984 e, benché sia una terapia giovane, si basa sui più antichi Sistemi di Saggezza. E' "Vino vecchio in bottiglie nuove", come soleva dire la creatrice della Aura Soma, Vicky Wall, http://www.explora-digital.com/aura-soma/vicky.htm donato all'Umanità per accompagnarla nel passaggio alla Nuova Era.
La Nuova Era, l'Età dell'Acquario, è caratterizzata dalla presa di responsabilità da parte dell'individuo per tutto ciò che riguarda la sua salute ed il suo benessere. E Aura Soma è una terapia non intrusiva e autoselettiva. Cosa vuol dire "non intrusiva"? Vuol dire che nessuno meglio di te è in grado di stabilire quale è la cura più adatta per i tuoi disagi fisici e psicologici: davanti alle 102 Equilibrium http://www.explora-digital.com/aura-soma/p_equilibrium.htm alias le bottiglie colorate di cui questo sistema attualmente consiste, tu ti sentirai attratto maggiormente solo da alcune fra queste combinazioni di colori; le quattro bottiglie che ti piacciono di più, rappresentano i colori che tu sei e quelli di cui hai bisogno.
Vicky Wall (Londra 1918 - 1991) Chi era Vicky Wall: nacque a Londra da una famiglia ebrea di origine Hassidica. Era settima figlia di un settimo figlio. Il numero sette è ricorrente in Aura soma e assume un significato sacro molto profondo. Vicky era sensitiva, chiaroveggente, vedeva i colori intorno alle persone e possedeva anche un fluido guaritore nelle sue mani. Sin da piccola dimostrò queste sue doti. Suo padre era un Maestro della Cabala, ed era anche un profondo conoscitore delle erbe medicinali, e trasmise questa sua conoscenza a Vicky, introducendola così ai Principi fondamentali della Medicina e alla Scienza della Signatura dell'alchimista Paracelso (1493 - 1541), Philippus Aureolus Theophrastus Bombastus von Hohenheim detto Paracelsus o Paracelso http://it.wikipedia.org/wiki/Paracelso
secondo cui tutto quello che in natura esiste somigliante nella forma ad un organo del corpo umano, è in grado di curare quell'organo. Questa conoscenza sarebbe molto servita in seguito, a Vicky, nel suo lavoro di farmacista, perché nel periodo della guerra, quando ancora si creavano a mano medicinali e cosmetici, lei avrebbe creato, quasi per ispirazione divina - unendo la conoscenza che suo padre le aveva trasmesso, al profondo intuito di cui era dotata - creme, lozioni, balsami, che in seguito rivelarono le loro doti curative. Questi sono gli stessi prodotti che tuttora esistono nella gamma dell'Aura Soma, e che vengono creati rispettando rigorosamente le ricette di Vicky. Quando Vicky era ormai ultrasessantenne, venne colpita da un grave attacco di trombosi coronarica che danneggiò molto il suo cuore e che dopo un po' di tempo la portò alla cecità completa. La perdita della vista fisica però non fece che acuire la sua vista interiore, col risultato che è vero che lei non vedeva più gli esseri viventi nella loro forma fisica, ma ne percepiva l'Essenza. Dato che Vicky a questo punto della sua vita aveva dei grossi problemi fisici e economici, si rifugiava nella meditazione e nella preghiera, compagne di tutta la sua vita. Ed è proprio in meditazione che una notte lei vide dei bellissimi colori che l'avvolgevano, e sentì una voce, la stessa che le parlava sempre in meditazione, che le ordinava: "Dividi le acque, figliola!". Quello che successe dopo, lei lo ha sempre ricordato come in un sogno: nel laboratorio dove lei aveva sempre continuato a creare i suoi cosmetici, mani invisibili guidarono le sue a creare le prime bottiglie colorate che inizialmente Vicky chiamò Balance. Adesso si chiamano Equilibrium. All'inizio Vicky non sapeva a cosa servissero queste bottiglie. Pensava fossero degli olî di bellezza di altissima qualità, pari al latte di asina che usava Cleopatra. Apparivano bellissime quelle bottiglie con una frazione oleosa che galleggiava su una frazione acquosa, così colorate in modo diverso e tutte luminose. Quando Vicky le presentò pubblicamente durante una fiera, insieme ai cosmetici di sua creazione, la gente ne rimaneva affascinata, e Vicky cominciò a capire a cosa servivano realmente, quando si accorse che la gente sceglieva le bottiglie con i colori che lei vedeva intorno a loro. Questo voleva dire che loro "erano" i colori che sceglievano. Da quel momento Aura Soma è una terapia in continua evoluzione.

La Filosofia dell'Aura Soma
E come è possibile questo? Secondo i Veda, gli antichissimi testi sacri indiani, tutto il mondo manifesto deriva da un'unica fonte di Luce. Un raggio di luce bianca quando attraversa un prisma si scompone nei sette colori dell'iride. Anche l'Uomo è luce. E questa luce passando attraverso il corpo fisico che, in questo caso funge da prisma, si scompone nei sette colori dell'arcobaleno. Questi colori sono intorno a noi e appaiono visibili ai veggenti e con la foto Kirlian. http://it.wikipedia.org/wiki/Effetto_Kirlian Quindi noi siamo Esseri di luce e di colore.

"Vino vecchio in bottiglie nuove" .......
La terapia del colore è antichissima: risale alle origini del tempo, quando le società vivevano basandosi sulla consapevolezza che tutto è energia, e nella loro quotidianità si preoccupavano che ci fosse armonia fra il loro corpo, la mente e lo spirito, ben sapendo che dal benessere dell'uno dipendevano il benessere degli altri due. Nel Libro Tibetano dei Morti (il Bardo Todol), nel Libro Egiziano dei Morti, nei Codici Maya, e per ciò che concerne la Cristianità, ne La Notte Buia dell'Anima di San Giovanni della Croce, si parla delle persone che sono appena decedute e che passano attraverso esperienze che hanno molto a che vedere con i colori.
Il Buddismo Tibetano parla del colore come mondo intermediario fra il mondo sottile (celeste), e quello materiale.

L'arcobaleno è il ponte fra cielo e terra:
IL SOFFIO DELLA VITA - Pagina 4 250px-TakakkawFalls2
Già ai tempi di Atlantide si curava con i colori che si ottenevano lasciando passare la luce del sole attraverso il cristallo di quarzo. Nell'Antico Egitto era famoso il Tempio della Salute di Heliopolis, costruito interamente in vetri colorati. E anche gli antichi Babilonesi, Cinesi, Greci, usavano cibi e acque colorate per la guarigione. Aura Soma è legata a vari Sistemi di Saggezza antichi, come il Buddismo, l'Ayurveda, lo Yoga, la Omeopatia, la Numerologia, i Tarocchi e la Cabala. Aura Soma è compatibile e sostiene qualsiasi altra terapia: Fiori di Bach, massaggi, Rebirthing, http://www.ilrebirthing.it/ Reiki, Sciamanesimo, Bioenergetica, ecc.
Noi viviamo nel colore: il colore caratterizza gli aspetti della vita religiosa, della politica e nella moda, esso indica il periodo storico che si sta vivendo. La notte in cui nacquero le Equilibrium (inizialmente si chiamavano Balance), Vicky ne creò solo 5. Successivamente ne sono state create 102. E sicuramente altre ne nasceranno. All'inizio si pensava fossero olî di bellezza, ma in seguito hanno rivelato le loro doti curative. E sempre più persone scoprono l'efficacia di queste sostanze. Sempre più segreti vengono svelati, sia per ciò che concerne l'aspetto terapeutico, sia per quello esoterico e spirituale. Sembra veramente che Aura Soma cresca con il crescere della coscienza dell'Umanità.

Mike Booth, http://www.aura-soma.it/italian/persone.htm l'erede spirituale di Vicky Wall, ha apportato il suo contributo nella comprensione sempre più profonda di questo Sistema, grazie alle sue conoscenze della Omeopatia, dei Sistemi di cura naturali e degli antichi Sistemi di Saggezza orientali. Tuttora egli si dedica alla diffusione di Aura Soma nel mondo. Tanta gente, affascinata da questa terapia, all'inizio ha chiesto seminari per poter approfondire la conoscenza di questo strumento di guarigione.
Oggi Aura Soma si pratica in molti paesi del mondo e milioni sono i consulenti che contribuiscono alla sua diffusione. In Inghilterra si trova la sede centrale Dev-Aura (a Tetford - Lincolnshire).

Terapia autoselettiva - Linguaggio universale del colore
Davanti alle bottiglie Equilibrium, ognuno di noi tende a scegliere le bottiglie con i colori che si combinano con il colore della sua aura, del suo campo di energia. Questo vuol dire che noi riconosciamo i nostri veri colori ed entriamo in familiarità con essi, perché il colore parla un linguaggio universale, che va al di là di ogni Credo, Razza o Filosofia di Vita. E soprattutto al di là della personalità. E' un linguaggio profondo e completo, che ci mostra il cammino verso il nostro nucleo e perciò quello dell'Umanità.
Essendo un linguaggio universale, esso accomuna la gente in questo momento particolare della nostra Storia, dove si ha bisogno di collaborazione, cooperazione e rispetto reciproco.

Prenderti la responsabilità di te stesso
Davanti alle quattro bottiglie scelte, tu ti trovi davanti a te stesso, come davanti ad uno specchio, con i tuoi bisogni e esigenze reali, gli ostacoli da superare e i doni da recuperare. Puoi riconoscere le tue ombre e illuminarle, prendendone consapevolezza. A questo punto sei in grado di accettare e trasformare quegli aspetti del tuo carattere che costituivano un ostacolo alla crescita della tua coscienza. Questo implica un profondo lavoro su ti te, ma alla fine avrai fatto un bel regalo a te stesso, perché avrai contribuito a crearti una vita migliore, e tanti Uomini migliori rendono migliore il mondo. Il consulente Aura Soma è una persona importante nel tuo lavoro di crescita, perché lui conosce il significato a livello fisico, mentale, emozionale e spirituale di ogni singolo colore, e ti aiuta ad interpretare le tue bottiglie scelte.
IL SOFFIO DELLA VITA - Pagina 4 102bottiglie


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Messaggio Da INFERNO Lun 06 Ott 2008, 15:00

http://www.explora-digital.com/aura-soma/p_equilibrium.htm
Bottiglie Equilibrium da 50ml. e 25ml. IL SOFFIO DELLA VITA - Pagina 4 Bottigliette1ry3
Cliccare sul link per visionare la scheda del prodotto e per risalire alla chiave cioè al significato di ogni scelta > attualmente ne risultano 104 cioè dalla bottiglia n° zero alla 104°

BottigliaColoriNome
Bottiglia no. 0 blu reale/magenta profondo > Rescue Spirituale
Bottiglia no. 1 blu/magenta profondo > Rescue Fisico
Bottiglia no. 2 blu / blu > Pace
Bottiglia no. 3 blu / verde > Bottiglia Atlantidea/Rescue del Cuore
Bottiglia no. 4 giallo / oro > Bottiglia del Sole
Bottiglia no. 5 giallo / rosso > Alba e Tramonto
Bottiglia no. 6 rosso / rosso > Bottiglia dell'Energia
Bottiglia no. 7 giallo / verde > Il Giardino di Getsemani
Bottiglia no. 8 giallo / blu > Anubis
Bottiglia no. 9 turchese / verde > La Grotta di Cristalli/Il Cuore dentro il Cuore
Bottiglia no. 10 verde / verde > Vai e abbraccia un Albero
Bottiglia no. 11 chiaro / rosa > Bottiglia degli Esseni No.1/Una Ghirlanda di Fiori
Bottiglia no. 12 chiaro / blu > Pace nella Nuova Era
Bottiglia no. 13 chiaro / verde > Cambiamento nella Nuova Era
Bottiglia no. 14 chiaro / oro > Saggezza nella Nuova Era
Bottiglia no. 15 chiaro / viola > Guarigione nella Nuova Era
Bottiglia no. 16 viola / viola > La Tunica Viola
Bottiglia no. 17 verde / viola > Trovatore no. 1/Speranza
Bottiglia no. 18 giallo / viola > Bottiglia Egiziana no.1/La Marea cambia
Bottiglia no. 19 rosso / porpora > Vivere nel Mondo Materiale
Bottiglia no. 20 blu / rosa > Star Child/Il Bambino delle Stelle
Bottiglia no. 21 verde / rosa > Nuovo Inizio per l'Amore
Bottiglia no. 22 giallo / rosa > La Bottiglia del Rebirther/ Risveglio
Bottiglia no. 23 rosa pink / rosa > Amore e Luce
Bottiglia no. 24 viola / turchese > Il Nuovo Messaggio
Bottiglia no. 25 porpora / magenta > Florence Nightingale/ la Bottiglia della convalescenza
Bottiglia no. 26 arancione / arancione > Rescue Eterico
Bottiglia no. 27 rosso / verde > Robin Hood
Bottiglia no. 28 verde / rosso > Maid Marion
Bottiglia no. 29 rosso / blu > Alzati e Vai
Bottiglia no. 30 blu / rosso > Portare il cielo sulla Terra
Bottiglia no. 31 verde / oro > La Fontana
Bottiglia no. 32 blu reale / oro > Sophia
Bottiglia no. 33 blu reale / turchese > Il Delfino/ Pace per uno Scopo
Bottiglia no. 34 rosa / turchese > Nascita di Venere
Bottiglia no. 35 rosa /viola > Gentilezza
Bottiglia no. 36 viola / rosa > Carità
Bottiglia no. 37 viola / blu > L'Angelo Guardiano scende sulla Terra
Bottiglia no. 38 viola / verde > Trovatore 2/ Discernimento
Bottiglia no. 39 viola / oro > Bottiglia Egiziana 2/ Il Burattinaio
Bottiglia no. 40 rosso / oro > Io Sono
Bottiglia no. 41 oro / oro > El Dorado
Bottiglia no. 42 giallo / giallo > Raccolto
Bottiglia no. 43 turchese / turchese > Creatività
Bottiglia no. 44 lilla / blu pallido > L'Angelo Guardiano
Bottiglia no. 45 turchese / magenta > Il Respiro dell'Amore
Bottiglia no. 46 verde / magenta > Il Viandante
Bottiglia no. 47 blu reale / limone > Anima Antica
Bottiglia no. 48 viola / chiaro > Le Ali della Guarigione
Bottiglia no. 49 turchese / viola > Il Nuovo Messaggero
Bottiglia no. 50 blu pallido / blu pallido > El Morya
Bottiglia no. 51 giallo pallido / giallo pallido > Kuthumi
Bottiglia no. 52 rosa pallido / rosa pallido > Lady Nada
Bottiglia no. 53 verde pallido / verde pallido > Hilarion
Bottiglia no. 54 chiaro / chiaro > Serapis Bey
Bottiglia no. 55 chiaro / rosso > The Christ
Bottiglia no. 56 viola pallido / viola pallido > Saint Germain
Bottiglia no. 57 rosa pallido / blu pallido > Pallas Athena & Aeolus
Bottiglia no. 58 blu pallido / rosa pallido > Orion & Angelica
Bottiglia no. 59 giallo pallido / rosa pallido > Lady Portia
Bottiglia no. 60 blu / chiaro > Lao Tsu & Kwan Yin
Bottiglia no. 61 rosa pallido / giallo pallido > Sanat Kumara & Lady Venus Kumara
Bottiglia no. 62 turchese pallido/turch. pallido > Maha Chohan
Bottiglia no. 63 verde smeraldo/verde pallido > Djwal Khul & Hilarion
Bottiglia no. 64 verde smeraldo / chiaro > Djwal Khul
Bottiglia no. 65 viola / rosso > La Testa nel Cielo e i Piedi sulla Terra
Bottiglia no. 66 viola pallido / rosa pallido > L'Attrice
Bottiglia no. 67 magenta / magenta > Amore Divino/ Amore per le Piccole Cose
Bottiglia no. 68 blu / viola > Gabriele
Bottiglia no. 69 magenta / chiaro > Il Campanello Suonante
Bottiglia no. 70 giallo / chiaro > La Visione dello Splendore
Bottiglia no. 71 rosa / chiaro > Bottiglia degli Esseni no. 2/ Il Gioiello nel Loto
Bottiglia no. 72 blu / arancione > Pagliacci
Bottiglia no. 73 oro / chiaro > Trionfo
Bottiglia no. 75 magenta / turchese > Vai col Flusso
Bottiglia no. 76 rosa / oro > Fiducia
Bottiglia no. 77 chiaro / magenta > Il Calice
Bottiglia no. 78 viola / magenta porpora > Rescue della Corona
Bottiglia no. 79 arancione / viola > Lo Struzzo
Bottiglia no. 80 rosso / rosa > Artemide
Bottiglia no. 81 rosa / rosa > Amore Incondizionato
Bottiglia no. 82 verde / arancione > Calypso
Bottiglia no. 83 turchese / oro > Apriti Sesamo
Bottiglia no. 84 rosa / rosso > Candela nel Vento
Bottiglia no. 85 turchese / chiaro > Titania
Bottiglia no. 86 chiaro / turchese > Oberon
Bottiglia no. 87 corallo / corallo > La Saggezza dell'Amore
Bottiglia no. 88 verde / blu > L'Imperatore di Giada
Bottiglia no. 89 rosso / magenta porpora > Rescue dell'Energia
Bottiglia no. 90 oro / magenta porpora > Rescue della Saggezza
Bottiglia no. 91 verde oliva / verde oliva > Guida Femminile del Cuore
Bottiglia no. 92 corallo / verde oliva > Gretel
Bottiglia no. 93 corallo / turchese > Hansel
Bottiglia no. 94 blu pallido /giallo pallido > Arcangelo Michele
Bottiglia no. 95 magenta / oro > Arcangelo Gabriele
Bottiglia no. 96 blu reale / blu reale > Arcangelo Uriel
Bottiglia no. 98 lilla / corallo > Arcangelo Sandalphon
Bottiglia no. 99 oliva chiaro/pink > Arcangelo Tzadkiel
Bottiglia no. 100 chiaro/magenta porpora > Arcangelo Metatron
Bottiglia no. 101 blu pallido/verde oliva pallido > Arcangelo Jophiel
Bottiglia no. 102 oliva profondo/magenta prof. > Arcangelo Samael
Bottiglia no. 103 blu pallido opal./magenta prof.> Arcangelo Haniel

e secondo questo link, sarebbero invece già 107:
http://www.explora-digital.com/aura-soma/consultazioni.htm
ALCUNE SOSTANZE ED I PRODOTTI OFFERTI IN COMMERCIO:
http://www.explora-digital.com/aura-soma/equilibrium.htm
http://www.explora-digital.com/aura-soma/pomander.htm
http://www.explora-digital.com/aura-soma/prodpomander.htm
http://www.explora-digital.com/aura-soma/quintessenze.htm
http://www.explora-digital.com/aura-soma/tinture.HTM
http://www.explora-digital.com/aura-soma/cosmetici.htm
http://www.explora-digital.com/aura-soma/prodpocketequil.htm
http://www.pdfdownload.org/pdf2html/pdf2html.php?url=http%3A%2F%2Fwww.explora-digital.com%2Faura-soma%2Flp1web.PDF&images=yes
http://www.explora-digital.com/aura-soma/recensioni.htm
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Messaggio Da INFERNO Lun 06 Ott 2008, 22:37

MAGNETOTERAPIA IL SOFFIO DELLA VITA - Pagina 4 Magnetofw8IL SOFFIO DELLA VITA - Pagina 4 Magneto2tb4IL SOFFIO DELLA VITA - Pagina 4 Magneto3yh9
http://www.asalaser.com/magnetoterapia-4.html
http://www.albanesi.it/Medsport/magnetoterapia.htm
http://www.marcopaonessa.it/fisioterapia_strumentale.html
http://www.altrasalute.it/magnetorepia_00001c.html
http://it.wikipedia.org/wiki/Magnetoterapia
La magnetoterapia (o elettromagnetoterapia) è un genere di terapia alternativa che utilizza campi magnetici statici. Coloro che attuano questa pratica affermano che sottoporre determinate parti del corpo ai campi magnetici prodotti da magneti produce degli affetti benefici sulla salute.
La magnetoterapia è considerata una pseudoscienza sia perchè non è una teoria plausibile e conciliabile con la fisica e con la biologia sia per la mancanza di effetti positivi accertati per la salute. L'emoglobina http://it.wikipedia.org/wiki/Emoglobina è debolmente diamagnetica ed è respinta dai campi magnetici. I magneti usati inoltre sono troppo deboli in termini di forza per avere un minimo effetto misurabile sul flusso del sangue. Si possono distinguere tre tipi di magnetoterapia:
* statica;
* a bassa frequenza;
* ad alta frequenza.
Lo studio delle interazioni dei campi magnetici sulla salute umana sarebbe, secondo i sostenitori, di origini antichissime, e dovrebbe essere fatto risalire addirittura a Ippocrate e agli antichi Egizi per quanto l'effetto dei magneti permanenti sulla vita umana abbia una valenza molto limitata e più che altro psicologica almeno nel caso di piccoli magneti. Le applicazioni e lo studio delle onde herziane http://www.swif.uniba.it/lei/rassegna/011211f.htm sugli effetti biologici delle cellule e sul sistema nervoso furono condotti agli inizi del XX secolo dal russo Danielewski. Seguendo questa traccia D'Arsonval e Lakowski http://www.centrolakhovsky.com/georges.htm http://translate.google.com/translate?hl=it&u=http%3A%2F%2Fwww.copperhealth.com%2FLakhovsky_theory.htm utilizzarono per uso terapeutico campi elettromagnetici complessi. Un salto in avanti in questo campo fu compiuto nel dopoguerra, grazie ai giapponesi Fukuda e Yasuda, ed agli americani Basset e Pilla. Con i loro studi sulle proprietà elettrochimiche dei cristalli costituiti dalle proteine del collagene, e il comportamento piezoelettrico della sostanza ossea, portarono un contributo alla magnetoterapia.
http://209.85.135.104/search?q=cache:iKCfTAuJsoAJ:www.provinz.bz.it/sanita/downloads/quantistica/BUSELLI_MESSINA%2520onde%2520elettrom.pdf+Fukuda+elettromagnetismo&hl=it&ct=clnk&cd=8&gl=it
A volte erroneamente confusa con il biomagnetismo o con la elettrostimolazione, la magnetoterapia avrebbe, secondo i sostenitori, numerosi campi e numerose modalità di applicazione, ma opererebbe principalmente nella regolarizzazione dell'equilibrio elettrochimico della cellula e restaurando la corretta permeabilità della membrana cellulare; a questo fine le zone interessate da patologie muscolari, articolari, ossee e tessutali in genere, verrebbero sottoposte a irradiazioni mirate.
Oggetto di lungo studio in passato (i primi riscontri parrebbero provenire dai medici dell'antico Egitto), si è definitivamente sviluppata a partire dal XIX secolo. La magnetoterapia ad alta frequenza (irradiazione di onde elettromagnetiche), secondo i sostenitori, agirebbe sulle cellule ripolarizzando le membrane e rigenerandole in tempi molto brevi e con energie limitate. In pratica si otterrebbe lo stesso effetto che consegue il riposo notturno ma con, a detta dei praticanti, maggiore efficacia. Il risultato sarebbe il ringiovanimento dei tessuti. L'effetto sarebbe limitato alle sole zone irradiate e sarebbe utilizzata come coadiuvante della chirurgia estetica. La magnetoterapia è fortemente sconsigliata a portatori di stimolatori cardiaci pacemaker e apparecchiature elettroniche, ed è controindicata in presenza di patologie neoplastiche, in quanto ne accelera lo sviluppo, può avere effetti di vasodilatazione ed é sconsigliata in caso di insufficienza coronarica, disturbi ematologici o vascolari, alterazioni funzionali organiche, psicopatologie, epilessia, alcune malattie infettive, micosi, iperfunzione tiroidea, sindromi endocrine, tubercolosi, gravidanza.

Magnetoterapia a bassa frequenza
La magnetoterapia a bassa frequenza si esegue applicando un campo magnetico di intensità rilevante (da 20 a 40 gauss per apparecchi portatili, fino a 1000 per installazioni fisse) con una frequenza molto bassa (da 6 a 100 hertz). Il principio terapeutico, secondo i sostenitori, sarebbe molto semplice: infatti il corpo contiene notevoli quantità di acqua, che, come è noto, presenta una molecola con spiccate caratteristiche dipolari. In presenza di campi magnetici alternati, le molecole di acqua si mettono a oscillare, eseguendo un micromassaggio che faciliterebbe l'eliminazione dei rifiuti metabolici. Ogni singola applicazione deve durare almeno mezz'ora, meglio se una o più ore, per accelerare la guarigione; le applicazioni, poi, devono svolgersi al ritmo di una o più al giorno per almeno 10, 15 o più giorni, a seconda della gravità del caso, per ottenere risultati concreti e durevoli. Se non ci fosse la dovuta costanza nelle applicazioni, l'efficacia del trattamento verrebbe compromessa. Come già accennato, questo apparecchio aiuta la singola cellula a recuperare un opportuno equilibrio; perciò la sua utilità si estende a una vasta gamma di casi. In pratica, qualsiasi malattia che trovi la sua causa remota in una sofferenza cellulare trarrà beneficio dall'uso della magnetoterapia a bassa frequenza, in misura maggiore se i tessuti interessati sono maggiormente ricchi di acqua.
Alcune delle indicazioni sono le seguenti: artrite, artrosi, asma, atrofia muscolare, cefalea, distorsioni, fratture, osteoartropatia, prostatite.

Tecnica
L'apparecchio necessario ad eseguire questa fisioterapia è costituito da uno stadio oscillatore che eroga un'onda quadra la cui frequenza è selezionabile, solitamente tra i 5 e i 100 Hertz. Lo stadio oscillatore è comandato da un timer, che consente di programmare la durata dell'applicazione, e a sua volta pilota uno stadio di potenza, generalmente costituito da uno o più mosfet, che consente di inviare una corrente dell'ordine di almeno 1 ampere nel solenoide utilizzato per generare il campo magnetico. Nel caso di apparecchi per uso ambulatoriale avremo a disposizione un lettino con un cerchio scorrevole su di esso. Il cerchio è il solenoide che eroga il campo magnetico, nel quale in questi casi scorrerà una corrente maggiore, dell'ordine delle decine di ampere. È utile che sia presente anche un sensore ad effetto Hall http://it.wikipedia.org/wiki/Effetto_Hall per verificare l'effettiva presenza del campo magnetico, e la sua polarità. Secondo i sostenitori sarebbe possibile sperimentare l'efficacia della magnetotarapia realizzando un apparecchio semplificato. Il diffusore può essere realizzato avvolgendo su un diametro di 25 centimetri 1000 spire di filo di rame smaltato da 0,4 mm., fino ad ottenere una specie di ciambella, che potrete appoggiare su una qualsiasi parte del corpo, o nella quale potrete infilare una gamba o un braccio per curarlo. A questo punto ci vuole un trasformatore che garantisca l'isolamento dalla rete, che eroghi sul secondario 24 volt con 20 o 30 watt di potenza, e un diodo. Il trasformatore può essere del tipo con nucleo in lamierini di ferro siliceo o toroidale in ferrite. In serie ad uno dei capi del secondario dovrete inserire il diodo, che può essere un generico e diffusissimo 1N4007, che sopporta 1 ampere, ma meglio sarebbe usare un elemento più potente, per esempio BY255 o BY399, che arriva a 3 ampere. Il verso di inserimento del diodo non ha importanza: infatti il suo compito è quello di trasformare la tensione alternata in tensione pulsante eliminando metà semionde. Dunque, dopo il diodo ci ritroveremo una tensione pulsante a 50 hertz, che è la frequenza di rete; tale frequenza coincide con quella più comunemente usata a scopo terapeutico. Perciò sarà sufficiente collegare il diffusore a tale tensione pulsante per poter iniziare la nostra magnetoterapia.

Magnetoterapia ad alta frequenza
La magnetoterapia ad alta frequenza, nota anche come magnetoterapia a radio frequenza, si basa sull'emissione di onde radio di frequenze comprese tra i 18 e i 900 Mhz in brevi impulsi, la cui frequenza è regolabile. I sostenitori della presunta terpia affermano che tali onde radio hanno la capacità di migliorare la risposta immunitaria delle singole cellule, aiutandole così a ritrovare un opportuno equilibrio. Inoltre la magnetoterapia ad alta frequenza fluidificherebbe il sangue, migliorando la circolazione, e attenuerebbe le infiammazioni, qualunque ne sia la causa. È ovvio, però, che se la causa è ancora in atto (per esempio, una infezione batterica, oppure un'ernia al disco, eccetera), la magnetoterapia non ha alcun effetto su di essa. Le applicazioni devono avere una durata compresa tra i 30 minuti e 1 ora e mezza; prima di eseguire la successiva occorre lasciar trascorrere almeno due ore di pausa. Le applicazioni andranno poi ripetute per almeno quindici giorni consecutivi. Le onde radio generate dall'apparecchio, secondo i sostenitori, penetrerebbero in profondità nei tessuti, consentendo di curare anche gli organi interni. Le indicazioni della magnetoterapia ad alta frequenza sono sovrapponibili a quelle già viste per la magnetoterapia a bassa frequenza. Infatti, anche se il principio di funzionamento è diverso, in pratica l'effetto sarebbe lo stesso: migliorare le condizioni di salute delle singole cellule. Dunque, per esempio, sarà utile in caso di artrite, artrosi, asma, atrofia muscolare, cefalea, distorsioni, fratture, osteoartropatia, prostatite. Inoltre la magnetoterapia AF migliorerebbe la circolazione sanguigna, prevenendo la formazione di placche nelle arterie, stimola la produzione di endorfine da parte del sistema neurovegetativo, riducendo così la sensazione di dolore ed esercitando una efficace azione antiinfiammatoria, e aumenta l'assimilazione del calcio, riducendo l'insorgenza dell'osteoporosi.

Tecnica
L'apparecchio che serve per effettuare questa fisioterapia è costituito da uno stadio oscillatore sweeppato, che genera onde quadre di frequenze comprese tre i 10 e i 30 MHz. Grazie allo slittamento di frequenza, e alla grande quantità di frequenze armoniche, in uscita ci troveremo un segnale composto da un vastissimo spettro di frequenze, dai 10 fino ai 900 MHz.
Un secondo stadio oscillatore provvederà ad abilitare l'uscita del segnale in impulsi di circa 3 microsecondi, riuniti in treni di impulsi da 90 - 100 microsecondi. Di questi treni di impulsi potremo selezionare la frequenza, potendone avere da un minimo di 40 ad un massimo di 2500 al secondo. Tutte queste commutazioni possono essere effettuate con l'ausilio di un microprocessore, che però non è essenziale.

Critiche
Nel 2002 un report del National Science Foundation affermò che la magnetoterapia non è per niente scientifica. Le affermazioni di numerosi venditori della magnetoterapia si fondano su un linguaggio pseudoscientifico e new age ma queste affermazioni non sono supportate da risultati scientifici o studi clinici. La maggior parte delle critiche vertono sui seguenti aspetti:
* I tipici magneti usati producono un insufficiente campo magnetico così da non potere avere alcun effetto su muscoli, sangue, ossa o altri organi
* Alcuni produttori di apparecchi per la magnetoterapia affermano che il campo magnetico aiuterebbe a fare circolare il sangue interagendo con il ferro contenuto nella emoglobina. Tuttavia in merito non c'è alcuna evidenza scientifica
* Così come non c'è evidenza e fondamento scientifico nella teoria che i magneti sarebbero in grado di restaurare la "bilancia dell'energia elettromagnetica" del corpo umano.
* Perfino con i molto più potenti campi magnetici utilizzati nell'Imaging http://it.wikipedia.org/wiki/Imaging_a_risonanza_magnetica a risonanza magnetica, non si rileva alcun effetto
* Molti dei siti che promuovono la magnetoterapia appartengono a persone o aziende che traggono profitto dalla vendita di prodotti magnetoterapici.
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Messaggio Da INFERNO Lun 06 Ott 2008, 23:08

BIOLOGIA
http://it.wikipedia.org/wiki/Biologia
http://it.wikipedia.org/wiki/Biologia_molecolare
La biologia (dal greco Βιολογία, composto da βίος, bìos = "vita" e λόγος, lògos = nel senso di "studio") è quella materia che studia tutto ciò che riguarda la vita. La biologia comprende uno spettro molto ampio di discipline, spesso considerate indipendenti. A proporre il termine biologia furono, sui primi dell'1800, Jean-Baptiste de Lamarck http://it.wikipedia.org/wiki/Jean-Baptiste_de_Lamarck e separatamente Gottfried Reinhold Treviranus. http://it.wikipedia.org/wiki/Gottfried_Reinhold_Treviranus
Il calore che scaccia il dolore IL SOFFIO DELLA VITA - Pagina 4 Borsa1su8
http://www.galileonet.it
Una borsa dell'acqua calda può avere su un dolore localizzato un effetto molto simile a quello di un analgesico. A rivelarlo sono i ricercatori del Dipartimento di fisiologia dello University College London durante la conferenza della Physiological Society: le alte temperature, infatti, a livello molecolare sono in grado di disattivare i recettori del dolore. Si conferma così una antica credenza popolare, che il calore riesca a dare sollievo in caso di disturbi mestruali, coliche o crampi. I ricercatori hanno sintetizzato proteine recettori del dolore e del calore cellulare allo scopo di studiarne le interazioni a livello molecolare. Normalmente, il segnale del dolore viene attivato dall'adenosintrifosfato (Atp), il composto che immagazzina energia nella cellula. Se si verifica un danno ai tessuti o la cellula sta per morire, l'Atp viene liberato, e si innescano così le reazioni che fanno avvertire il malessere. L'esperimento ha mostrato però che a temperature superiori a 40 °C si attiva anche il recettore del calore, il quale a sua volta blocca il messaggero chimico. L'effetto può durare per oltre un'ora. Il recettore del calore potrebbe diventare un elemento chiave per sviluppare analgesici di nuova generazione. (t.m.)
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Messaggio Da INFERNO Mar 07 Ott 2008, 01:51

DALLA BIOLOGIA CHE STUDIA TUTTO CIO' CHE RIGUARDA LA VITA, AL TANTRISMO > 1° parte
Filosofia pratica, psicologia e spiritualità naturale che ha per fine la libertà
Il Tantrismo, una psicologia naturale di Selene M. Calloni Williams
http://www.nonterapia.ch/ita/team/selene.html
http://www.yoga.it/article.php?idArticle=72
La parola tantra deriva da due temi: tan, che significa stendere e tra, liberare.IL SOFFIO DELLA VITA - Pagina 4 Tantra1ty7
I Tantra sono libri in cui si esplicita la stesura di metodi atti a conquistare la libertà. Il tantrismo è una filosofia pratica, una psicologia e una spiritualità naturale che ha per fine la libertà. I testi più antichi risalgono ai primi secoli dell'era volgare e la loro elaborazione non è mai cessata; non appartengono a un'epoca, a una scuola, a una religione, a un popolo preciso; culti, scuole, popoli tra loro rivali posseggono ciascuno i propri Tantra. La prima forma di libertà è quella dal conosciuto. Il tantrico, dovunque e comunque lo incontri, è sempre un personaggio capace di destrutturare il tuo mondo di opinioni: presenta la possibilità di un cammino controcorrente rispetto a quello tracciato dalle tue conoscenze; di una percezione naturale, cioè non mediata da valori percettivi comuni, della realtà. Da un punto di vista psicologico, in ogni cammino tantrico l'innocenza dei sensi è la chiave dell'esperienza di sé. Ciò che rende i sensi vittime dell'ipnotismo comune è la paura, la quale spinge l'individuo a conformarsi. Causa della paura è l'attaccamento a sé, o senso dell'ego. Tutti i metodi tantrici, dallo yoga indiano a quello tibetano, dalla meditazione induista a quella buddista, hanno come effetto lo scioglimento degli attaccamenti, quegli stessi attaccamenti, quel medesimo senso del vantaggio e dello svantaggio personale, il calcolo razionale, sul quale le culture, le economie, le società sono fondate. Ogni cultura può essere vista, nella sua essenza immediata, come l'espressione di un tentativo umano di fuga dalla morte. La tradizione tantrica esiste come forma di manifestazione dell'esperienza del sacro, intesa quale alta capacità di darsi. Il tantrismo, dunque, è una riflessione sulla morte, sull'amore, sulla bellezza e sulla giustizia, riflessione che non esiste se non in presenza del manifestarsi dell'esperienza stessa. Le tecniche tantriche sono strumenti estatici di evocazione di quella esperienza; ciò fa sì che l'intera ritualistica tantrica ruoti intorno al tema del sacrificio. Estraneo alle religioni ortodosse, il tantrismo costituisce uno dei più vasti movimenti spirituali dell'India, ma non solo. Filosofia e psicologia astorica per eccellenza, la tradizione tantrica ha raccolto in sé l'eredità delle tradizioni sciamaniche e animiste pre-buddiste e pre-induiste sviluppandole in un corpus di testi la cui codificazione risale a varie epoche ed è ancora viva ai giorni nostri: i Tantra, per l'appunto. Ma la tradizione senza tempo è anche la tradizione apolide che, con diverse vesti e nomi, si ritrova in Oriente come in Occidente quale parte connaturante delle tradizioni dei misteri. In Occidente si pensi agli aspetti tantrici dell'alchimia, dei riti templari, dei culti celtici e persino, nel mondo islamico, alle somiglianze evidenti tra le tecniche dell'estasi del sufismo e quelle del tantrismo. Lo yoga è l'aspetto più pratico del tantrismo indiano e tibetano ma, in senso allargato, esso assume molteplici connotazioni a seconda del tessuto socioculturale nel quale si innesta: vi è uno yoga tantrico buddista, uno yoga tantrico induista, uno yoga tantrico antico e uno moderno, uno yoga tantrico occidentale spesso identificato con l'alchimia, uno yoga tantrico islamico, come è anche stato definito il sufismo, e vi è persino uno yoga tantrico in Estremo Oriente, identificato con lo Zen. Con la parola yoga si definisce un cammino di risveglio della consapevolezza atto a portare l'uomo alla liberazione a mezzo della unione con la natura divina. In perfetta sintonia con la filosofia tantrica, tutte le forme di yoga comprendono l'utilizzo del corpo come strumento della liberazione. Nel tantrismo non è presente una concezione metafisica, semmai la tradizione tantrica tramanda una visione animista e sciamanica in cui la divinità è un tutt'uno con la natura e con il corpo. Nella prospettiva metafisica la salvezza è nel trascendimento della dimensione naturale del limite, ma nel misticismo naturale, essere uno con la divinità significa essere uno con la Grande Madre, con la terra, che è anche oscurità, che è anche morte, che è anche dolore, che è fondamentalmente limite. Il tantrico, dunque, aspira ad essere uno con il limite, senza speranza di riscatto e senza paura, ma semmai ritrovando una percezione libera, selvaggia, autonoma del limite che, in condizioni non socialmente gestite, si rivela pura forza e conoscenza. Liberarsi dall'idea che ciò che è luminoso tale invece non sia, liberandosi dalle aspettative e dai timori è un'essenza dell'insegnamento tantrico. Il tantrico non aspira a sovvertire l'ordine delle cose ma a liberare l'anima. In una filosofia naturale le cose acquistano significato grazie all'esistenza del loro contrario: la libertà ha senso unicamente in relazione a un mondo che libero non è. Perciò il tantrico, liberato in vita, fa del mondo un proprio strumento, un mezzo, non un soggetto di una rivoluzione. Tuttavia neppure si deve pensare che il tantrismo sia un cammino di salvazione personale che escluda una salvezza globale: semmai è proprio l'opposto. La felicità è per il tantrico una meta collettiva, la cui realizzazione non può essere lasciata esclusivamente allo sforzo individuale. Tuttavia il raggiungimento collettivo della felicità è subordinato a certe condizioni epocali il cui manifestarsi sulla terra non è influenzabile a livello individuale. Dinnanzi a ciò il tantrismo non assume un atteggiamento fatalista di attesa passiva, come sarebbe logico (nel tantrismo la logica è una scelta, non un imperativo). Il tantrico sa che la libertà degli altri, in quanto evento interiore, non può essere influenza dagli uni, pur tuttavia offre il proprio essere al servizio della libertà generale. Nella filosofia naturale il limite e l'impossibilità non esistono se non come basi di partenza per aprire infinite possibilità. In un discorso del 21 Giugno 2005 del primo ministro bhutanese, Jigmi Y. Thinley si legge: «La felicità può essere realizzata come un traguardo sociale, essa non può venire conseguita come obiettivo personale, come fosse una merce, parimenti non può essere perseguita come uno scopo della competizione individuale. La felicità non può venir distribuita agli individui come una merce o un servizio. Tuttavia essa è troppo importante perché venga lasciata al puro sforzo e alla ricerca individuale, senza un impegno collettivo o di governo. [...] Nelle società comuni, a mezzo dell'apprendimento culturale, dell'educazione, dell'insegnamento psicologico, molti sforzi vengono profusi per far sì che le persone cerchino la libertà partendo da una attitudine che nega loro la felicità. Portare alla luce ciò che assilla l'uomo, scoprire ciò che inganna la sua vera natura e rivelare il suo Sé interiore, è un compito assai più elevato che domare la natura e conquistare il mondo esterno.» Il Bhutan http://it.wikipedia.org/wiki/Bhutan è il solo luogo al mondo che ha per religione ufficiale il buddhismo tantrico Drupa Kagyu. http://spazioinwind.libero.it/popoli_antichi/Tibetani/scuola-kagyupa.html
Non solo il tantrismo buddista conserva molti dei tratti fondamentali dell'antica religione sciamanica primitiva, ma, in particolare, il Drupa Kagyu, la forma di tantrismo buddista del Bhutan è, rispetto al Buddhismo Mahayana in generale, il più vicino alla antica religione primitiva, ai culti mitico-simbolici dello sciamanismo ed enfatizza la pratica della disciplina dello yoga tantrico e della meditazione solitaria, secondo l'insegnamento dei grandi yogin http://www.yoga.it/article.php?idArticle=47 tantrici che da Naropa http://www.magnanelli.it/YogaInOccidente/01_CordeschiDaBoccaAOrecchio.htm arrivò a Marpa http://it.wikipedia.org/wiki/Marpa e al famoso poeta mistico Milarepa.
http://it.wikipedia.org/wiki/Milarepa
IL SOFFIO DELLA VITA - Pagina 4 Marpawn7
Marpa (1012-1079) è il fondatore del lignaggio di trasmissione Kagyu (detto anche dei berretti rossi) del Buddhismo tibetano. Nacque da una famiglia di ricchi proprietari terrieri nella vallata di Trowo, situata nel Tibet del sud. Minore di tre fratelli, si distinse da subito per il suo carattere irascibile ed ostinato. Suo padre evinse dal suo comportamento che se il figlio avesse intrapreso una buona via, avrebbe ottenuto grande successo spirituale o materiale, ma che se avesse intrapreso una via negativa, avrebbe reso la vita difficile a tutta la famiglia. Quindi si prodigò affinché il figlio potesse accedere ad una buona istruzione e ad insegnamenti Buddhisti. All'età di dodici anni Marpa iniziò a studiare da un insegnante Buddhista locale, che lo inziò al buddhismo e gli insegnò a leggere e scrivere. Marpa eccelse negli studi ma si rivelò essere una calamità per gli altri studenti, con i quali litigava costantemente. La cattiva reputazione di Marpa si diffuse velocemente, questo convinse il padre ad affidarlo ad un insegnante che fosse importante e situato molto lontano da casa.
Marpa scelse di partire per studiare dal famoso Lama traduttore Drogmi, fondatore della tradizione Sakya del Buddhismo tibetano. Marpa studiò per 3 anni, nei quali Drogmi si rifiutò di dargli insegnamenti Buddhisti avanzati, ma lo rese abile nel Sanscrito scritto e nelle lingue indiane. Gli anni trascorsi con Drogmi rafforzarono la curiosità di Marpa per il Buddhismo, fu così che egli, insoddisfatto dalla reticenza del maestro a dargli insegnamenti, decise di recarsi in India, dove al tempo vivevano i più grandi maestri realizzati. Sul tragitto verso l'India, incontrò Nyo di Kharak, anche lui diretto verso l'India per il medesimo motivo. I due decisero di viaggiare insieme. Attraversando il Nepal, Marpa e Nyo incontrarono due discepoli del Siddha Naropa. Marpa rimase impressionato dalle qualità chiaramente legate alla meditazione degli studenti di Naropa, e fu così che decise di mettersi alla sua ricerca. Nyo invece non vide nulla di speciale negli studenti di Naropa e decise di andare ad incontrare diversi maestri di filosofia e meditazione Buddhista. Dopo un lungo viaggio, Marpa giunse da Naropa, che lo accettò immediatamente come studente e gli trasmise gli insegnamenti. Per sedici anni Marpa ricevette da Naropa iniziazioni ed insegnamenti. Su consiglio di Naropa stesso, ne ricevette altri da Jnanagarbha e dal Siddha Kukkuripa. Un altro discepolo di Naropa, Siddha Maitripa, gli trasmise gli insegnamenti Mahamudra sino a quando egli ne raggiunse la perfetta comprensione. Dopo aver fatto ritorno in Tibet, Marpa dedicò molti anni alla traduzione delle copie manoscritte dagli insegnamenti tantrici che aveva ricevuto in India. Nel frattempo, egli creò una comunità agricola ed fondò centro buddhista nel villaggio di Lhobrag; sposò qui la sua prima consorte, Dagmema, dalla quale ebbe molti figli. La sua fama come traduttore ed insegnante si diffuse velocemente, tuttavia egli accettò con sé pochi e selezionati discepoli. Dopo alcuni anni, egli decise di tornare in India per raccogliere altri insegnamenti. Tornato dall'India per la seconda volta, si concentrò per diversi anni sulla traduzione dei nuovi insegnamenti e nella guida dei suoi studenti; ebbe particolarmente a cuore uno di essi: Milarepa. Proprio una richiesta di Milarepa lo spinse a ritornare per la terza volta in India; nonostante il viaggio fosse pericoloso e la sua età molto avanzata, egli riuscì nell'impresa. In India il suo maestro Naropa, che stava per lasciare il proprio corpo, gli apparve in una visione per trasmettergli gli importanti insegnamenti che stava cercando, dopodiché Marpa fece ritorno in Tibet. Marpa fece spesso uso di sogni e presagi per comprendere il corso degli eventi futuri. Egli fu un maestro particolarmente difficile, divenendo noto sia per i suoi scatti d'ira che per la sua generosità e buon umore.
Dopo aver posto saldamente le basi per lo sviluppo della tradizione Kagyu in Tibet, egli lasciò il suo corpo nel 1097, all'età di 87 anni. I suoi principali discepoli furono: Jetsun Milarepa, Ngok Chö Ku Dorje, Tsurtön Wangye e Meton Tsönpo. Non si può liberare la mente a mezzo della mente, non si può liberare l'intelligenza se non per tramite di un'intelligenza superiore. Esiste nella natura, nella femminilità, e, dunque, nel tantrismo, una intelligenza mistica che appare un po' come l'altra metà della mela rispetto alla mente logica. La tradizione tantrica ha la consapevolezza di essere nata oltre la storia, così come sa di essere legittimata da una forza che è oltre la mente; per accedere all'origine di quella forza il tantrico passa attraverso l'esperienza estatica. La natura dell'esperienza estatica è puramente artistica e creativa: la poesia e l'immaginazione sono gli strumenti dell'estasi tantrica. È a mezzo della forza poetica che si può creare nella coscienza quello «stato ampliato» nel quale ciò che è immaginato acquista la forza di accadere nella realtà quotidiana. Il grande Aurobindo sosteneva di essere divenuto uno yogin poiché era un poeta. La poesia è da sempre il segreto dell'estasi tantrica. Leggendo le vite dei grandi tantrici (Milarepa, Ma gcig, Padamasambhava, ecc) ciò risulta evidente. Sbaglia chi ritiene che l'estasi sciamanica sia la conseguenza dell'utilizzo di droghe psichedeliche o di squilibri mentali. Anzi, come sostiene autorevolmente Mircea Eliade, il ricorso alle droghe rappresenterebbe piuttosto un'aberrazione del fenomeno sciamanico, «la decadenza di una tecnica dell'estasi» (Lo Sciamanismo e le tecniche dell'estasi, Mircea Eliade, Edizioni Mediterranee, 1988, Roma, p. 507. Sull'argomento di veda anche alle pp. 442 e 523). La «percezione libera, creativa» della realtà è dovuta piuttosto all'animo poetico dello sciamano, al suo essersi risvegliato dall'ipnotismo dei valori del mondo e all'aver acquisito un modo libero di percepire la realtà attraverso l'innocenza dei sensi. Tamburo, canto, danza, controllo del respiro e tutti gli altri strumenti della trance, non avrebbero efficacia se non fossero mezzi di una percezione libera.


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Messaggio Da INFERNO Mar 07 Ott 2008, 01:59

DALLA BIOLOGIA CHE STUDIA TUTTO CIO' CHE RIGUARDA LA VITA, AL TANTRISMO > 2° parte
http://www.nonterapia.ch/ita/team/selene.html
http://www.yoga.it/article.php?idArticle=72
di Selene M. Calloni Williams
IL SOFFIO DELLA VITA - Pagina 4 Milarepacd0
Milarepa (tibetano: རྗེ་བཙུན་མི་ལ་རས་པ; Wylie: Rje-btsun Mi-la-ras-pa; cinese: 蜜勒日波; 1051 – 1135) è stato un religioso tibetano, uno dei principali maestri della scuola Kagyu del Buddhismo tibetano. Mila Thöpaga (Thos-pa-dga') nacque nel Tibet occidentale, nel villaggio di Kya Ngatsa nella provincia di Gung-thang, vicino al confine con il Nepal. Suo padre morì quando egli aveva solo sette anni e, da quel momento, tutte le proprietà di famiglia caddero sotto il controllo degli avidi zii, che trattarono Mila e la madre come schiavi. La madre di Mila accumulò immenso rancore e, non appena suo figlio fu abbastanza grande, gli diede i pochi pezzi d'oro che era riuscita a nascondere ai parenti, affinché potesse fuggire e recarsi a studiare magia nera. La sua speranza era quella che questa arte gli avrebbe conferito la capacità di vendicarsi dei parenti. Il giovane Mila apprese rapidamente come guidare le potenze della distruzione e le utilizzò esaudendo i desideri dalla madre: evocò demoni e suscitò svariate catastrofi che portarono velocemente alla rovina il villaggio ove vivevano i suoi parenti, causando così la morte di molte persone.
Il suo maestro di magia nera, trovatosi per la prima volta a confrontarsi con una tale distruzione, rimase scioccato e, comprendendo la natura negativa dei suoi insegnamenti, lo mandò via affinché potesse trovare qualcuno in grado di insegnargli come neutralizzare il karma negativo accumulato attraverso la pratica della magia nera. Così egli divenne allievo di un lama della scuola Nyingma, http://translate.google.com/translate?hl=it&u=http%3A%2F%2Fen.wikipedia.org%2Fwiki%2FNyingma http://www.cesnur.org/religioni_italia/b/buddhismo_06.htm che presto, però, lo indirizzò a Marpa, il famoso lama traduttore. Fu così che, all'età di 38 anni, Mila divenne allievo del grande traduttore Lotsawa Marpa, il quale gli concesse di restare nei suoi terreni, ma si rifiutò di ammetterlo tra i suoi studenti e di concedergli qualsiasi insegnamento. Per sei anni Mila venne trattato come un servo e gli fu ordinato di svolgere lavori che mettevano alla prova il suo fisico con difficoltà insostenibili. Gli fu addirittura ordinato di costruire e distruggere ripetutamente una torre di nove piani. Non lasciandosi scoraggiare dai progetti alquanto mutevoli di Marpa, Mila riuscì a completare il lavoro (e la torre da lui costruita svetta tuttora in Tibet). Giunse la fine degli anni di lavoro, durante i quali il karma negativo di Mila venne esaurito grazie al duro comportamento del suo insegnante Marpa, che poté finalmente iniziare ad istruirlo. Lo preparò velocemente ad una vita di meditazione solitaria e lo mandò a meditare in totale isolamento per un anno nelle caverne d'alta montagna. Al suo ritorno Marpa convocò i suoi principali discepoli e trasmise a ciascuno di essi uno degli insegnamenti ricevuti dal suo maestro Naropa: http://translate.google.com/translate?hl=it&u=http%3A%2F%2Fen.wikipedia.org%2Fwiki%2FNaropa il corpo illusorio (sgyu-lus), la luce radiante (hod-gsal), lo stadio intermedio (bar-do), il controllo del sogno (rmi-lam) e il trasferimento della coscienza (pho-wa). A Mila venne trasmesso il potere del calore miracoloso (gtum-mo), che consente di non usare vesti di lana: da quel giorno gli fu dato il soprannome di re-pa ("vestito di tela"). Milarepa si impegnò nella meditazione con ardore e devozione, sino a raggiungere la completa illuminazione. Presto la sua fama si diffuse e molta gente iniziò a cercarlo per ascoltare i sublimi canti per mezzo dei quali esprimeva la sua realizzazione. Continuò a condurre una vita molto semplice, impartendo insegnamenti ad una cerchia ristretta di ventuno discepoli: otto "maggiori" e tredici "minori". I suoi discepoli più importanti furono: Je Gampopa, Rechungpa, Shiwa Od Repa, Sewan Repa, Ngang Dzong Changchub Gyalpo, Khyra Repa, Drigom Repa e Sangye Kyab Repa. Nel 1974, Liliana Cavani fu regista di un film sulla vita di Milarepa. Il tantrismo è una tradizione nobile la cui simbologia ha lo scopo di risvegliare nella coscienza la capacità di darsi. Le tradizioni dell'anima hanno sempre coltivato il senso del sacro, ovvero il sacruum facere, quell'alta capacità di darsi, la quale contiene in sé sia la guarigione che la liberazione. La psicologia moderna e la psicanalisi, nella misura in cui sono espressione della visione di una certa classe sviluppatasi in tempi relativamente recenti, la borghesia, concepiscono il simbolo in maniera autonoma rispetto alle tradizioni psicospirituali di natura e i valori interpretativi risultano di fatto ribaltati. Ma sono proprio le categorie diagnostiche e il bisogno di normalizzazione che applicati alla psiche ne causano i disagi. Il metodo scientifico applicato alla psiche ne determina l'osservazione a mezzo di strumenti di valutazione che dipendono dai valori dell'epoca, dalle mode culturali, dallo spirito dei tempi. La scienza, per via dello strumento discriminante che la produce, la ragione, viene ad essere un prodotto dei valori della società da cui nasce. In una civiltà in cui il soggetto che detiene il potere del simbolo ed è padrone del linguaggio è il mercato, sono fioriti a dismisura i paradigmi scientifici e pseudoscientifici della psiche, unitamente ai modelli terapeutici proposti per il mercato. La crisi del metodo scientifico lascia oggigiorno molto spazio al ritorno alla filosofia degli antichi e alle tradizioni dell'anima pre-scientifiche come, appunto, il tantrismo, che dimostrano il loro carattere universale nella capacità di rispondere anche ai bisogni dell'uomo moderno in una chiave non terapeutica. Si dovrebbe riflettere in maniera approfondita sul nesso tra la necessità terapeutica e il dio dei tempi moderni: il mercato. In proposito, chiedo perdono se non riesco a resistere alla tentazione di citare la battuta di un grande dei nostri giorni, Woody Allen, che, mi auguro, farà sorridere per primi gli psicanalisti stessi: «La psicanalisi è un mito tenuto in piedi dall'industria dei divani». Dopotutto «c'è bisogno di «riflettere sulla mentalità analitica, di rendersi conto delle sue predilezioni per la psicopatologia e del fatto che la psicologia è divenuta un imponente e tuttavia sottile sistema per deformare la psiche instillandole il convincimento che in essa vi è qualcosa di sbagliato e, di conseguenza, per analizzare la sua immaginazione attraverso categorie diagnostiche.» (James Hillman Il mito dell'analisi, Adelphi, Milano, 1979., p. 16.) Ma «l'analisi è troppo potente perché sia possibile disfarsene così facilmente. Fa troppo parte della concezione che questo secolo ha di se stesso ed è troppo necessaria alla sua psicologia dell'Io. L'analisi avrà fine quando scopriremo quale mito essa mette in scena, una scoperta che potrà anche non arrivare tutta d'un colpo ma che affiora gradualmente con le intuizioni che rivelano il rapporto dell'analisi con il fare anima. È il fare anima che ci tiene avvinti, come affascinati, all'analisi. Non la diagnosi di ciò che non va, e neanche la cura della nostra malattia, ma il potenziale contenuto nella terapia analitica in rapporto appunto al fare anima.» (James Hillman, op. cit., p. 19) Voglio concludere con una poesia:
Premetto che, secondo i Tantra, l'attività percettiva è una attività di pensiero che comporta delle scelte: io posso scegliere attraverso quali strumenti filtrare la percezione e in quali modi usare i miei strumenti. Ne consegue che non esiste un solo modello di corpo e di psiche, ma tanti modelli possibili quanti sono gli strumenti e i modi della attività percettiva umana. Ecco una visione tantrica del corpo umano.

"Nel tuo corpo c'è il monte Meru
racchiuso dai sette continenti;
ci sono fiumi,
mari, montagne, pianure,
gli dei della terra.
Si vedono profeti, monaci,
luoghi di pellegrinaggio
e divinità che li proteggono.
Ci sono le stelle e i pianeti
il sole insieme alla luna.
Ci sono le due forze,
quella che distrugge, quella che crea.
Sì, nel tuo corpo c'è tutto ciò
che esiste nei tre mondi.
di Selene M. Calloni Williams > http://www.yoga.it/autore.php?idAuthor=7 profilo di Selene Calloni (Selene M. Calloni Williams), a diciannove anni parte per l'Oriente. Trascorre sei anni tra gli eremitaggi buddisti delle foreste e l'Oriental Yoga Academy di Colombo, nell'isola di Sri Lanka, coltivando la filosofia astorica e i metodi naturali della tradizione orientale. Tornata in Europa si dedica allo studio della psicologia e della filosofia occidentale, laureandosi con una tesi sullo Yoga Integrale. Dai sedici ai diciotto anni pubblica in varie raccolte e riviste di poesia. A trent'anni pubblica il suo primo libro sullo Yoga Integrale, al quale seguiranno diversi libri sullo Yoga e sullo Sciamanismo, per terminare con il saggio “Il Mito del Superuomo, da Aurobindo a Nietzsche”. Numerosi anche gli articoli, gli studi e le traduzioni dall'inglese. Il dialettico accostamento tra Oriente e Occidente è il tema centrale della ricerca di Selene Calloni. La possibilità di confrontarsi con un sapere essoterico, positivista, e simultaneamente con una conoscenza iniziatica, esoterica, la apre alla visione di due universi apparentemente contrari e alla necessità dell'armonia, intesa come condizione di equilibrio dinamico tra gli opposti. Nel 1993 vara il progetto “Alla ricerca dello stato naturale”. Si tratta di un progetto volto alla ricerca e alla sperimentazione delle filosofie e dei metodi naturali delle tradizioni astoriche, senza tempo. Sull'onda di quel progetto, compie numerosi e ripetuti viaggi che la portano a tu per tu con yogin, mistici, sciamani, monaci, eremiti, in significativi luoghi del mondo. Riceve i più recenti insegnamenti riguardanti la chakra puja a Guahati, nel Giugno del 2006. In Occidente ha collaborato con veri “maestri” del pensiero, dal filosofo James Hillman, padre della psicologia archetipica al teologo Raimon Panikkar. Sfatando l'ansia della guarigione e dell'elevazione, a vantaggio dell'essere più divertiti, creativi, rilassati, definisce il metodo simboloimmaginale, che si basa sulle tradizioni astoriche e sui sistemi naturali. L'esperienza estetica si propone quale alternativa all'esperienza terapeutica, là dove l'uomo, oltre che parte della realtà oggettiva, sia pure in grado di condividere l'aspetto immaginale del reale, nel quale egli può essere padrone del corso degli eventi, nonché delle vicende del proprio corpo e della propria mente. La sofferenza provocata dal disturbo ha fine quando viene scoperto il mito che il disturbo mette in scena. Ogni disturbo nasce come sfida a un limite e, in quanto tale, esso è l'espressione di una forza. E non solo i disagi, ma la “matrice” stessa ha fine quando il mito che essa mette in scena risulta evidente.

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Messaggio Da INFERNO Mar 07 Ott 2008, 03:00

DALLA BIOLOGIA CHE STUDIA TUTTO CIO' CHE RIGUARDA LA VITA, AL TANTRISMO > 3° parte
http://www.isolafelice.info/tantrismo.htm
Il TANTRISMO (dal sanscrito «trama», «tessuto», «canestro») è una ricca "tessitura" di pensieri, scuole e dottrine fiorite nel subcontinente indiano nel IV/V secolo della nostra era (ma che affondano le radici in epoche molto più remote). In questa "tessitura" variegata confluiscono uno stupefacente corpo di tradizioni psicologiche altamente sviluppate, fisiologiche, spirituali e mitologiche. Viene chiamata così una forma dell'induismo che si basa essenzialmente sui Tantra (i Libri) composti fra l'VIII e il XV secolo della nostra era. Si dà come scopo la salvezza mediante la conoscenza esoterica delle leggi della natura. I 64 tantra sono soprattutto dei manuali di magia e di occultismo; essi descrivono lettere, suoni, formule, incantesimi «miracolosi», capaci di agire sugli uomini e sulle cose; essi insistono in particolare sull'unione mistica della divinità con se stessa, accoppiamento dal quale è nato il mondo. Numerosi dipinti rappresentano questa unione mistica sotto la forma di un uomo e di una donna praticanti il coito (maithuna); sarebbe un controsenso interpretare queste opere come rappresentazioni coscientemente erotiche.
Il «tantrismo vero» distingue nel corpo umano 6 centri di energia (i cakra) raffigurati da fiori di loto; il centro inferiore è la sede della dea serpente Kundalini, simbolo dell'energia cosmica. Con un metodo ispirato dallo yoga, il saggio «sveglia Kundalini» e la fa arrivare al centro più elevato, sede di Siva; a questo livello, si opera l'unione mistica che riempie il saggio di una felicità indicibile (questa pratica, il laya-yoga o yoga di assorbimento, è una forma simbolica dell'attività sessuale). Il «tantrismo erroneo» (vamacara) non utilizza lo yoga. Gli iniziati partecipano per prima cosa ad un'orgia sessuale collettiva al fine di provare la vanità delle passioni e di sfuggire alla loro tirannia. Le loro pratiche assomigliano a quelle dei sakta. Il Tantrismo, al pari del Sufismo, pensa che le tecniche di liberazione si devono adeguare al diverso livello di spiritualità dell'umanità, per cui comportamenti e pratiche adatte agli uomini di epoche precedenti non sono più valide in quella attuale. In tal senso, nel Tantrismo c'è un superamento, ma non una contrapposizione rispetto agli insegnamenti precedenti, necessario alle diverse condizioni materiali e spirituali dell'uomo. Le vie contemplative che predicavano un rigido estraniamento dal mondo erano adatte nel periodo upanishadico, http://www.esopedia.it/index.php?title=La_psicologia_delle_Upanishad ma non, secondo il Tantrismo, al mutato livello spirituale dell'uomo. Si dovevano quindi adottare tecniche che invitassero a giocare al gioco dell'esistenza senza però rimanerci impantanati, per attingere quello stato spirituale non invischiato alla realtà materiale. Il Tantrismo, da cui tanto dipese l'alchimia indiana, non è una dottrina filosofica vera e propria, ma un'esperienza di vita. Non ha mai provato a imporre un nuovo ordine sociale, ma, d'altra parte, non perde i contatti con il mondo, con la vita di ogni giorno, ove i desideri terreni e le emozioni giocano grandi effetti sulle vite degli uomini. Valorizza l'idea per cui il corpo fisico è un involucro attraverso il quale passa l'energia. Concepisce il corpo come il veicolo, il carro sul quale percorriamo la nostra vita. Il corpo è, quindi, un carro, mentre lo "spirito" (buddhi) è il cocchiere che stringe le redini che sono la mente (manas), reggendo i cavalli che sono i sensi, mentre il terreno percorso è il mondo. Il Tantrismo ha compreso che questo veicolo può essere addestrato per temprare l'individuo in tutte le sue dimensioni e portarlo a raggiungere il proprio Sé, l'Uomo Interiore. In questo senso, una sorta di curva ciclica, che parte dal corpo come involucro e attraverso questa esperienza della perfetta disciplina del corpo e della mente, raggiunge la meta che ci si è posti: l'«essere padroni di se stessi». Il corpo quindi è qualcosa che si addestra per trascenderlo. Le scuole tantriche mostrano come sia possibile raggiungere la liberazione (moksha) dalle pastoie mondane in qualsiasi modo e come ogni atto possa essere investito di un significato profondo e posto a fondamento di una pratica di autorealizzazione. L'impostazione tantrica, infatti, sottolinea il carattere sacrale anche di ciò che apparentemente sembra "profano", in base all'assunto per cui il «seme dell'illuminazione» risiede ovunque. Pertanto, nulla viene rigettato, ogni evento della vita può diventare un trampolino di lancio per il salto nell'Incondizionato. Gli aspetti cosiddetti "negativi" della realtà non vanno repressi o trascesi, bensì trasformati in corrispondenti aspetti illuminati. In ogni emozione di tipo negativo, per esempio, si trova congelata e imprigionata un'energia che il meditante può riuscire a liberare dalla presa egoica per trasformarla in puro strumento di liberazione (così come l'alchimista trasforma il piombo in oro, oppure così come l'analizzato nel setting psicoanalitico integra gli aspetti inconsci nel conscio). Il principio sotteso al Tantrismo è che «gli uomini si elevano attraverso ciò che causa la propria caduta». Il Tantrismo afferma, infatti, che l'uomo può liberarsi definitivamente grazie alle condizioni stesse di questa caduta: tutto ciò che lo impastoia, che lo ostacola, che lo paralizza può diventare la chiave della sua liberazione. Il Tantrismo promette la realizzazione interiore a coloro che saranno in grado, grazie al loro coraggio, di andare fino in fondo ai loro desideri. Non è frenando i propri desideri od obbedendo loro ciecamente, che la condizione umana può esprimersi in modo autentico. Questa via spirituale si propone dunque come un modo di radicale "travalicamento" delle proibizioni morali, dei tabù culturali e rituali che regolavano i costumi della civiltà indiana nel momento in cui si sviluppò il Tantrismo. La pratica tantrica si dedica allo studio e alla sperimentazione dei condizionamenti, delle pulsioni, dei desideri che costituiscono la condizione umana. Invece di frenare le pulsioni primarie, la pratica tantrica le intensifica continuamente in modo da risvegliare le energie originarie avviluppate nella materia.

TANTRA
Il tantra viene spesso mal compreso in Occidente e designato solo come pratica sessuale. E' in effetti una forma di religione che ha le proprie radici sia nel Buddhismo che nell'Induismo. Vi sono delle differenze significative tra il tantra buddhista e induista. Alcuni buddhisti sostengono che il tantra induista derivi da quello buddhista, mentre molti induisti sostengono l'opposto. Comunque, non è indispensabile stabilire quale sia il più antico. L'enfasi maggiore del tantra è lo sviluppo dei sensi superiori dormienti tramite l'uso di meditazioni e riti speciali. Grazie alla natura esoterica di questa pratica, i seguaci credono che gli insegnamenti debbano essere passati personalmente dal maestro allo studente. Il Tantra enfatizza tre aree di sviluppo, sarebbe a dire, la coordinazione del corpo (gesti o Mudras), la comunicazione verbale (Mantras), e la mente (meditazione e visualizzazione creativa, o Yantras). Benché le pratiche differiscano tra il trantra buddhista e quello induista, ambedue sottolineano la realizzazione interiore dell'unione delle forme contrastanti (simbolismo maschile/femminile). Il significato letterale della parola sanscrita tantra è telaio, da cui derivano le idee di "filo" o "continuità". Il significato generalmente accettato nel contesto delle religioni indiane è all'incirca "dottrine e pratiche speciali." Benché vi siano delle pratiche sessuali sia nel tantra induista che buddhista, vi sono molte e di certo ancor più pratiche non sessuali. Per quello che concerne le pratiche sessuali del tantra buddhista, alcuni insegnanti sostengono che un partner fisico non sia necessario e potrebbe essere sostituito da un partner immaginario o visualizzato. Quindi, il tantra buddhista si riferisce al channeling o al saper dirigere le energie.

LA MEDITAZIONE TANTRICA
Gli esercizi di meditazione proposti qui, vi aiuteranno a creare in voi un stato di rilassamento, permettendo di sviluppare i vostri doni nel campo del paranormale e della chiaroveggenza... Per cominciare, scegliete un locale scuro e molto riscaldato... Aggiungete un ambiente musicale di rilassamento ascoltando un CD di musica appropriata, per esempio. della new age, rumori della natura, musica classica dolce eccetera...). Accendete poi una candela magnetizzata, ed accendete anche un bastocino di incenso naturale al muschio. Mettete i vostri Chakras all'aria libera togliendo tutto ciò che avete su voi senza nessuna eccezione (vestiti, gioielli, braccialetti...). Prendete la posizione del loto (vedere immagine in fondo al testo) e concentrate il vostro sguardo sulla fiamma della candela pure lasciandovi andare nell'ambiente musicale ed agli effluvi dell'incenso.
Durante la meditazione, rischiate di vedere delle immagini mistiche o dei fatti che si riferiscono alle vostre vite anteriori; grazie alla candela magnetizzata...che consumandosi, farà vibrare i vostri 7 Chakras che sono le corde musicali della vostra anima...
http://it.wikipedia.org/wiki/Tantra
Tantra (dal sanscrito तंत्र, "rete", "trama", ma anche "dottrina" o "rituale") o Tantrismo indica un particolare genere di insegnamenti spirituali e tradizioni esoteriche originatosi nelle religioni indiane a partire dal VI secolo; ne esistono varianti induiste, buddhiste, giainiste e bönpo, e nelle sue diramazioni si è diffuso in Tibet, Cina, Corea, Giappone e molte altre aree dell'Estremo Oriente. Lo studioso/scrittore David Gordon White, http://www.press.uchicago.edu/presssite/metadata.epl?mode=synopsis&bookkey=29485 pur osservando la difficoltà di definire rigorosamente una pratica estremamente variegata, dà la seguente definizione operativa:
« Tantra è quel corpus asiatico di credenze e pratiche che, partendo dal principio che l'universo da noi sperimentato non è altro che la manifestazione concreta dell'energia divina che crea e mantiene quell'universo, cerca di appropriarsi ed incanalare quell'energia, nel microcosmo umano, in maniere creative ed emancipatorie. »
In Occidente, i primi orientalisti europei vedevano il Tantra come una forza sovversiva, antisociale, licenziosa e immorale colpevole della corruzione dell'induismo classico; molti oggi lo vedono invece come una celebrazione dell'uguaglianza sociale, della sessualità, del femminismo e della cultura del corpo, al punto che se ne è formata una variante occidentale (Neotantra), seppure criticata dai tantristi orientali.
IL SOFFIO DELLA VITA - Pagina 4 Sessotantrico2lr9
di David Gordon White > Kiss of the Yogini alias il Bacio della Yogini
"Tantric Sex" in its South Asian Contexts "Il sesso tantrico" nel suo sud-est asiatico
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Messaggio Da INFERNO Mar 07 Ott 2008, 03:34

DALLA BIOLOGIA CHE STUDIA TUTTO CIO' CHE RIGUARDA LA VITA, AL TANTRISMO > 4° parte
http://it.wikipedia.org/wiki/Tantra
http://it.wikipedia.org/wiki/Shiva
La Via del Tantra
Più che un sistema coerente, il Tantra è un insieme di pratiche e idee, caratterizzato da una grande importanza dei rituali, la manipolazione dell'energia, azioni talvolta considerate "trasgressive", l'uso del mondano per accedere al sopramondano e l'identificazione del microcosmo con il macrocosmo. Il tantrista cerca di utilizzare il potere divino che scorre nell'universo (compreso il proprio corpo) al fine di ottenere i propri risultati, siano essi spirituali, materiali o entrambi. I praticanti del Tantra considerano la guida di un Guru un prerequisito indispensabile. Nel processo di manipolazione dell'energia il tantrista ha diversi strumenti a disposizione: tra questi lo Hatha Yoga, con pratiche anche estreme che portano a un controllo pressoché completo del proprio corpo; la visualizzazione e verbalizzazione della divinità, attraverso i mantra e la meditazione su di essi; e l'identificazione e internalizzazione del divino, con pratiche meditative tendenti ad una totale immedesimazione con una divinità. Secondo la visione del mondo hindu, la storia si svolge in modo ciclico, partendo da un'età dell'oro per arrivare ad ere cosmiche di progressivo declino spirituale. Gli adepti del Tantra credono che sia possibile raggiungere l'illuminazione anche nelle peggiori condizioni morali e sociali: l'età oscura in cui siamo immersi presenta innumerevoli ostacoli, che rendono difficile la maturazione spirituale. Per questo sono necessarie misure drastiche come, appunto, il metodo tantrico.

Tantra induista
La scienza del Tantra si basa su varie raccolte di 92 shruti, conosciuti come Tantra; ne esistono varianti Vaishnava, Shaiva, e Shakta, tra le altre. La tradizione tantrica, o Tantrika Parampara, può considerarsi parallela o intrecciata con quella Vedica (Vaidika Parampara). Secondo Swami Nikhilananda http://www.ramakrishna.org/sn.htm lo stesso sviluppo del pensiero tantrico rivela inoltre l'influenza di Upaniṣad, http://it.wikipedia.org/wiki/Upanishad Purana, http://it.wikipedia.org/wiki/Purana e Yoga http://it.wikipedia.org/wiki/Yoga . D'altronde alcuni Tantra dichiarano apertamente le proprie origini; ad esempio il Tripura Rahasya, http://translate.google.com/translate?hl=it&u=http%3A%2F%2Fsss.vn.ua%2Ftripura1.htm uno dei testi centrali dello Shakta Tantra, http://translate.google.com/translate?hl=it&u=http%3A%2F%2Fwww.shaktisadhana.org%2FNewhomepage%2FShaktaTantrism.html
afferma di essere stato creato "riassumendo gli insegnamenti di Veda, Purana e altre scritture."

Realtà come Śiva-Śakti
Shakti e Shiva di Dott. Nitamo Federico Montecucco
medico psicosomatico olistico
http://www.lifegate.it/essere/articolo.php?id_articolo=385
La sessualità, nella tradizione religiosa e filosofica orientale, diventa metafora dell'incontro tra le due energie fondamentali dell'universo da cui nasce ogni cosa. Molte tradizioni antiche, occidentali come orientali, consideravano il sesso l'energia sacra per eccellenza. In particolare il Tantra, una delle più elevate vie spirituali dalle origini antichissime. La considerazione che unificava queste tradizioni era che ogni cosa nell'universo nasce dall'energia sessuale, dalla congiunzione e fusione degli opposti polari. In India, Tibet e Cina questa visione unitaria raggiunge il suo apogeo: le divinità vengono raffigurate insieme e spesso nella posizione dell'atto amoroso. E' da rilevare che nel Tantra come nelle altre vie spirituali, la posizione sessuale non è quasi mai sdraiata, ma seduta, così da rendere verticale l'asse psicofisico interiore. Questo permette di vivere l'atto amoroso come meditazione, trasformandolo da istinto animale in pratica spirituale ed evolutiva. Nell'India antica il Tantrismo adorava i due poli dell'esistenza: Shiva, il Dio maschile, che viene raffigurato simbolicamente con un lingam, un fallo eretto di pietra, marmo, ghiaccio (come ad Amarnath) o metallo, mentre Shakti, sua consorte, con una yoni, di forma ovale o circolare. E' comune ritrovare nei vari templi questi due simboli uniti e compenetrati che vengono venerati come immagine stessa del divino. Shiva e Shakti sono gli archetipi della coscienza e dell'energia.
Nel Tantra l'unione sessuale è il fondamento della struttura metafisica stessa: l'intero universo nasce dall'unione sessuale della coscienza immateriale con l'energia creativa. In ogni atomo fisico (ben conosciuto agli Indiani), in ogni essere vivente vegetale o animale, come in ogni astro del cosmo, la forma materiale dell'energia nasconde e implica una coscienza interiore. Non esiste materia-energia priva del suo aspetto di coscienza immanente. Il rapporto sessuale, che sta all'origine dell'intera esistenza, spiega come ogni nuova vita, ogni forma provenga da un atto sessuale. Anche la pulsazione e il ritmo dell'atto amoroso si ritrovano in ogni aspetto della vita sotto forma di ciclo, vibrazione o pulsazione, dai pianeti, alle stagioni, al battito del cuore, al respiro. Tutta l'esistenza viene percepita come un continuo atto creativo che nasce dall'incessante relazione d'amore della coscienza e dell'energia. Questa visione tantrica, unitiva ed evolutiva, viene trasmessa dall'India al Tibet e alla Cina dove assume il simbolo del Tao in cui le due forze polari Yin e Yang si equilibrano. La visione taoista è assolutamente parallela a quella tantrica, sia per la consapevolezza che l'essenza o coscienza è presente in ogni manifestazione dell'esistenza, sia per la comprensione che tutto nasce dall'equilibrio del femminile col maschile. E' interessante ricordare che Niels Bohr, il grande fisico della scuola di Copenaghen, utilizzò il simbolo del Tao come elemento di comprensione del mistero quantico dell'esistenza.
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Secondo il Tantra, la Realtà è pura coscienza (chit), che è lo stesso che essere (sat) e beatitudine (ananda). Nel Tantra, questa tripletta, o Satchitananda è rappresentato dalla coppia Śiva-Shakti, che comprende l'Assoluto, Śiva, e il potere della creazione, Shakti; nel Tantra, ogni concetto del Divino che non includa la Shakti, o la potenza del divenire, è considerato incompleto.

Evoluzione e involuzione
Secondo il Tantra, il Satchitananda http://translate.google.com/translate?hl=it&u=http%3A%2F%2Fen.wikipedia.org%2Fwiki%2FSatchitananda ha insieme il potere dell'auto-evoluzione e dell'auto-involuzione. la Realtà si evolve in una molteplicità di cose ed esseri viventi, eppure al tempo stesso resta pura coscienza, essere e beatitudine; in questo processo di evoluzione, Maya ("illusione") nasconde la Realtà e la separa in due opposti, come conscio e inconscio, piacevole e spiacevole, e così via. Queste condizioni limitano o restringono l'individuo (jīva) e trasformano la sua percezione in quella di un animale. In questo mondo relativo, Śiva e Shakti sembrano separati; nel Tantra, però, anche durante l'evoluzione, la Realtà resta identica, sebbene il Tantra non neghi né l'atto né il fatto di questa evoluzione. Di fatto, il Tantra afferma che sia il processo di evoluzione mondiale sia quello individuale sono Realtà, prendendo le distanze sia dal puro dualismo sia dal non-dualismo del Vedānta. Comunque, l'evoluzione o "corrente di uscita" è solo una delle funzioni di Maya; l'involuzione, o "corrente di ritorno", riporta il jiva alla sorgente o radice della Realtà, rivelando l'infinito. Si dice che il Tantra insegni il metodo per cambiare il verso della corrente, da quella di uscita a quella di ritorno. Questa idea è alla base di due proverbi tantrici: "ci si deve rialzare con quello che ci fa cadere" e "lo stesso veleno che uccide diventa l'elisir della vita se usato dal saggio".

Pratiche tantriche
Il metodo tantrico consiste nel sublimare piuttosto che negare la realtà negativa; questo metodo si compone di tre fasi: purificazione, elevazione, e "riaffermazione dell'identità sul piano della pura coscienza". A causa dell'ampia varietà di comunità che fanno riferimento al termine "Tantra", è difficile descrivere le pratiche tantriche in maniera definitiva. La pratica fondamentale, la forma di venerazione induista conosciuta come puja, può comprendere uno o più dei seguenti elementi.

Mantra e yantra
Come in altre tradizioni yoga induiste e buddhiste, il mantra svolge un ruolo importante nel Tantra per concentrare la mente. I mantra sono spesso usati per invocare specifiche divinità induiste come Śiva e Kali. Allo stesso modo, i puja spesso comprendono la concentrazione su uno yantra o mandala associato alla stessa divinità.

Identificazione con la divinità
Il Tantra, essendo un'evoluzione dell'antico pensiero induista vedico, abbracciò tutte le divinità induiste, specialmente Śiva e Shakti, insieme alla filosofia Advaita secondo la quale ciascuna rappresenta un aspetto del Para Śiva, o Brahman. Queste divinità possono essere venerate esteriormente con fiori, incenso, e altre offerte; ma, in definitiva, esse sono un oggetto di meditazione che i praticanti visualizzano (darshan) o con cui cercano di immedesimarsi. Nel Buddhismo tantrico, questo processo è chiamato yoga della divinità.

Concentrazione sul corpo
I praticanti tantrici generalmente vedono il corpo come un microcosmo; così nel Kaulajnana-nirnaya, http://translate.google.com/translate?hl=it&u=http%3A%2F%2Fwww.shivashakti.com%2Fkaula3.htm per esempio, il praticante medita sulla testa come la luna, il cuore come il sole e i genitali come il fuoco. Come nella tradizione yoga, una serie di centri energetici (chakra — "ruote") può essere usata come un insieme di punti su cui concertarsi, e possono essere associati con elementi, pianeti o poteri occulti (siddhi).

Riti sessuali
I riti sessuali potrebbero essere emersi agli inizi del Tantra induista come un metodo pratico di generare fluidi corporei trasformativi, che costituiscono un'offerta vitale alle divinità tantriche, oppure essersi evolute da cerimonie di iniziazione dei clan che comprendevano la transazione di fluidi sessuali. L'iniziato di sesso maschile era inseminato o insanguinato con le emissioni sessuali della consorte femmina, talvolta frammiste al seme di un guru, ed era così trasformato in figlio del clan (kulaputra) per grazia della consorte; si pensava infatti che il fluido del clan (kuladravya) o nettare del clan (kulamrita) scorresse naturalmente dalla sua pancia. Sviluppi successivi del rito enfatizzavano l'importanza della beatitudine e dell'unione divina, che sostituirono le connotazioni più corporee delle forme più antiche. Sebbene in Occidente il Tantra sia pensato come coincidente con i riti sessuali, solo una minoranza di sette vi fa ricorso, e nel tempo per lo più questi riti subirono un processo di trasformazione in simbolismo psicologico. Nel Tantra è possibile andare oltre il piano sessuale dell'esistenza solo con la sua completa accettazione; utilizzando e spiritualizzando le proprie innate tendenze sessuali verso una maggiore consapevolezza. I Tantra riconoscono diversi approcci per condizionare gli aspiranti prima di una meditazione sessuale; il guru deve tenere conto delle tendenze e dei conseguimenti spirituali individuali e generalmente si considera un percorso appropriato solo per alcuni individui il cui temperamento e autocontrollo consenta loro di superare l'indulgenza sessuale — una necessità, se l'atto deve servire come uno strumento per trascendere l'identificazione con il corpo mortale. Come in altre pratiche tantriche la presenza di un guru è una premessa essenziale. Quando eseguito in accordo ai Tantra il rituale culmina in una sublime esperienza di infinita consapevolezza, per entrambi i partecipanti. I Tantra specificano che il sesso ha tre finalità ben distinte — procreazione, piacere e liberazione. Coloro che cercano la liberazione evitano l'orgasmo frizionale per una forma più alta di estasi, e la coppia che prende parte al rituale si immobilizza in un abbraccio statico; diversi rituali sessuali sono raccomandati e praticati, e comprendono riti purificatori e preparatori elaborati e meticolosi. L'atto risulta in un equilibrio delle energie che scorrono nell'ida prāṇico nel corpo sottile di entrambi i partecipanti, il nadi susumna si risveglia e la kundalini risale dentro di esso. Questo può infine culminare nel samadhi, dove le rispettive individualità di ciascuno sono completamente dissolte nella coscienza cosmica. I praticanti del Tantra interpretano l'atto su molteplici livelli; i partecipanti maschio e femmina unendosi fisicamente rappresentano Śiva e Shakti, il principio maschile e quello femminile, e al di là del fisico le due energie si fondono generando in un'energia indistinta. Sul piano individuale ciascun partecipante esperimenta una fusione delle proprie energie Śiva e Shakti. La consorte di Shiva è Parvati, una forma di Devi, l'aspetto femminile e materno di Dio che si manifesta in aspetti differenti. In pratica, se Shiva rappresenta l'aspetto personale di Dio (Īśvara), immanifesto e trascendentale, Parvati è l'energia divina (detta anche Shakti) che da lui scaturisce, generando gli universi materiali e determinandone la trasformazione. In termini metafisici, Shiva può considerarsi la causa materiale ed efficiente della creazione, la quale è strettamente correlata a prakrti (la natura materiale, che è la stessa Shakti) che è la causa efficiente secondaria. Ciò può essere paragonato alla relazione che esiste tra un vasaio e la sua argilla: il vasaio e l'argilla sono entrambi purusha, ma l'energia del vasaio che modella la creta, la sua azione, è prakrti. Purusha e prakriti, Spirito e Natura, Shiva e Shakti, maschile e femminile, sono inseparabili poiché entrambi sono necessari al gioco duale della manifestazione. Tuttavia, Shiva non è visto soltanto come l'uomo cosmico contrapposto alla sua parte femminile; una visione più universale e metafisica vuole che la natura di Shiva sia così profonda e ancestrale da racchiudere in sé al tempo stesso l'aspetto divino maschile e quello divino femminile. Quando questo concetto viene rappresentato nell'arte sacra, Shiva assume le sembianze di un essere ermafrodita, per metà Shiva e per metà Shakti, e viene chiamato Ardhanariśvara. Il significato simbolico è quello della complementarità (e, quindi, della sostanziale unità) dei due opposti, un concetto molto simile a quello di Yin e Yang della filosofia taoista: spirito e materia, intelligenza ed energia, conoscenza ed azione, staticità e dinamismo, sono due metà perfette e complementari di un Tutto cosmico, la Creazione stessa, rappresentato appunto da Shiva nella sua forma androgina.
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